Datura rosa
Guru Master Florello
Sono d'accordo, cara fio-rella, e voglio continuare con la mia esperienza che arriva proprio a questa considerazione.sarebbe stato bello, mary, una badante, ma non ce la potevamo permettere, mia sorella ed io.
le situazioni vanno vissute. ed auguro a tutti, di avere sempre la possibilita' di scegliere
Mia madre che, come ho già detto, non accettava di buon grado lo scorrere del tempo prese, però, lei stessa l’iniziativa di non continuare a vivere da sola quando ancora era autosufficiente. Venire a vivere con me o con mio fratello non se ne parlava per conflitti caratteriali (mia madre era capace di chiedermi – e avevo 34 anni – dove andassi girando alle 5 del pomeriggio!!!!) ed anche perché sola lo sarebbe stata comunque perché tutti noi uscivamo la mattina alle 7-7,30 per tornare la sera. Mettere una badante era altrettanto da escludere perché mia madre non voleva estranei in casa.
Con lei scegliemmo, così, la struttura che ritenemmo migliore (e ancora benedico le Suore Ospedaliere della Misericordia per la loro umanità, capacità di rasserenare e capacità di assistenza quando mia madre ne ebbe bisogno e verso di noi che stavamo accanto a lei notte e giorno). Una struttura che non aveva nulla del ricovero, credetemi: stanza singola con bagno e terrazzo con fioriera per coltivare i fiori, pasti in sala o in camera, parrucchiera settimanalmente e pedicure al bisogno, film la domenica e festicciole con musica e ballo (ho una foto di mia madre sorridente fatta ballare da una suorina quando già era sulla sedia a rotelle), ampi stanzi per conversazione ed esterni ecc. E, noi, mio fratello suo figlio e me, tutti i sabati o le domeniche e, quando cadde e si ruppe la spalla, tutti i giorni me (uscita di corsa dall’ufficio, saltando il pranzo) per aiutarla a mangiare. (e non perché non lo avrebbero fatto le suorine ma perché volevo farlo io).
Il punto è, (e nel mio primo intervento non a caso ho scritto, potendo,…organizzarsi la vecchiaia da giovani), che, purtroppo, non tutti possono permettersi questo tipo di struttura. Questa è la verità orribile. Per questo si parla di strutture assistite, ricoveri, istituti e non di residence per anziani come quello nel quale era la mia mamma e dove le coppie avevano un’ala riservata con la stanza, un piccolo soggiorno bagno e terrazzo.
A quel tempo vivevano lì due signore di una settantina di anni, molto in gamba. Una delle due si era tenuta una casetta con un fazzoletto di terra in campagna. Si facevano i loro weekend lunghi fuori, se ne andavano qualche settimana in estate. Organizzavano gite dalle quali riportavano foto da mostrare agli altri per momenti di scambio culturale, andavano al cinema e a teatro.
Ritengo sia una bella vita anche questa.
Solo dovremmo, potendo, far qualcosa perché questo diventi alla portata di tutti.