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Kentia probabile ruggine

Davidesbela

Aspirante Giardinauta
Buongiorno forum, ho una Kentia presa circa 5 mesi fa la quale sulle foglie più piccole e vecchie presentava già alcune macchie piccole e tonde al momento dell acquisto, ma non ci diedi peso in quanto pensavo fosse un problema della pianta di molto tempo prima ormai risolto dal vivaista..
Ora però le due foglie più piccole e vecchie si sono ricoperte di macchie, e le macchioline iniziano ad esserci anche sulle foglie nuove nate in casa mia.
Facendo una ricerca veloce ho dedotto sia ruggine, secondo voi è ruggine?
Indubbiamente taglio le due foglie più vecchie e rovinate.
Posso curarla con la poltiglia bordolese?
Solo che portarla in cortile con sto freddo per nebulizzarla in quanto macchia un bel po’ la vedo rischiosa per un colpo di freddo, che faccio?

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Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
E' azzardato pronunciarsi su una foto ovvero per confronto con altre foto reperibili in rete: quelle maculature fogliari potrebbero essere anche di origine abiotica (temperatura troppo fredda, eccesso di irrigazione) senza escludere batteri o funghi (direi non la ruggine che non trovo descritta su questa specie).
Se come si suol dire vuoi provare a diagnosticare ex-juvantibus prova a intervenire con un antifungino sistemico già pronto all'uso (in flaconi con lo sprinkler) e vedi se ottieni miglioramenti: se no, escludi una patologia fungina.
 

Davidesbela

Aspirante Giardinauta
E' azzardato pronunciarsi su una foto ovvero per confronto con altre foto reperibili in rete: quelle maculature fogliari potrebbero essere anche di origine abiotica (temperatura troppo fredda, eccesso di irrigazione) senza escludere batteri o funghi (direi non la ruggine che non trovo descritta su questa specie).
Se come si suol dire vuoi provare a diagnosticare ex-juvantibus prova a intervenire con un antifungino sistemico già pronto all'uso (in flaconi con lo sprinkler) e vedi se ottieni miglioramenti: se no, escludi una patologia fungina.

Ciao, escluderei temperatura o eccesso di irrigazione, sul fondo del vaso ho uno bello strato di argilla, e bagno la terra quando la sento asciutta, senza mai ristagni, una volta al giorno nebulizzo la pianta con acqua da osmosi inversa.
La temperatura è stabile a 21 circa in un punto della casa dove non ci sono correnti o sbalzi.
Proverò con un antifungino come consigli sperando..
 

Dumitru

Aspirante Giardinauta
Buongiorno forum, ho una Kentia presa circa 5 mesi fa la quale sulle foglie più piccole e vecchie presentava già alcune macchie piccole e tonde al momento dell acquisto, ma non ci diedi peso in quanto pensavo fosse un problema della pianta di molto tempo prima ormai risolto dal vivaista..
Ora però le due foglie più piccole e vecchie si sono ricoperte di macchie, e le macchioline iniziano ad esserci anche sulle foglie nuove nate in casa mia.
Facendo una ricerca veloce ho dedotto sia ruggine, secondo voi è ruggine?
Indubbiamente taglio le due foglie più vecchie e rovinate.
Posso curarla con la poltiglia bordolese?
Solo che portarla in cortile con sto freddo per nebulizzarla in quanto macchia un bel po’ la vedo rischiosa per un colpo di freddo, che faccio?

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finito il suo ciclo di vita dovuto al :eccessiva umidità o mancanza,terreno con acidità elevata (se a gatti in casa )mancanza di luce ,mancanza di sali minerali (terreno povero )vaso piccolo,o semplicemente maturazione della foglia ,asportare la foglia con cura senza danneggiare il stello/fusto della pianta stesa ,spruzzare fungicida sistemico carenza 7/15 giorni, NO verde rame .
 

Davidesbela

Aspirante Giardinauta
finito il suo ciclo di vita dovuto al :eccessiva umidità o mancanza,terreno con acidità elevata (se a gatti in casa )mancanza di luce ,mancanza di sali minerali (terreno povero )vaso piccolo,o semplicemente maturazione della foglia ,asportare la foglia con cura senza danneggiare il stello/fusto della pianta stesa ,spruzzare fungicida sistemico carenza 7/15 giorni, NO verde rame .

Ciao, scusa ma non sono d'accordo che la causa sia la fine vita della foglia, posso dirti in ordine che, luce ne prende molta, ho una sala molto luminosa e lei sta attaccato ad una porta finestra.
Il terreno è un mix fatto da me di terriccio universale a base di torba più stallatico più un mix ricco di macro e micronutrienti più sabbia e infine argilla sul fondo, e il ph è sul neutro.
Il vaso non può essere piccolo in quanto al momento dell acquisto la rinvasai subito con un vaso due dita più grande del precedente e sono passati poco più di 5 mesi.
Eccessiva umidità lo escludo in quanto casa mia è secca, l umidità si assesta sul 30% e giornalmente nebulizzo la pianta con acqua ricavata da un impianto ad osmosi inversa.
Che la foglia sia a fine ciclo vitale mi sembra abbastanza strano, la Kentia ha un ciclo di vita delle proprie foglie molto molto molto lungo anche perche non ne genera altre, e comunque sia la pianta è giovane e i puntini iniziano a presentarsi su foglie con poco più di 3 mesi di vita.
Proverò senza dubbio un fungicida sistemico.
Motivo per cui non va bene il verderame? che diciamo a grandi linee "va bene su tutto"
Grazie
 

Dumitru

Aspirante Giardinauta
Ciao, scusa ma non sono d'accordo che la causa sia la fine vita della foglia, posso dirti in ordine che, luce ne prende molta, ho una sala molto luminosa e lei sta attaccato ad una porta finestra.
Il terreno è un mix fatto da me di terriccio universale a base di torba più stallatico più un mix ricco di macro e micronutrienti più sabbia e infine argilla sul fondo, e il ph è sul neutro.
Il vaso non può essere piccolo in quanto al momento dell acquisto la rinvasai subito con un vaso due dita più grande del precedente e sono passati poco più di 5 mesi.
Eccessiva umidità lo escludo in quanto casa mia è secca, l umidità si assesta sul 30% e giornalmente nebulizzo la pianta con acqua ricavata da un impianto ad osmosi inversa.
Che la foglia sia a fine ciclo vitale mi sembra abbastanza strano, la Kentia ha un ciclo di vita delle proprie foglie molto molto molto lungo anche perche non ne genera altre, e comunque sia la pianta è giovane e i puntini iniziano a presentarsi su foglie con poco più di 3 mesi di vita.
Proverò senza dubbio un fungicida sistemico.
Motivo per cui non va bene il verderame? che diciamo a grandi linee "va bene su tutto"
Grazie
mi ha confermato la scarsa alimentazione dicendomi che la pianta non ha sviluppo,inizia con asportare le foglie deboli che presentano delle macchie con un taglio pulito se possibile con acciaio 13 , ,cambia il vaso con uno molto molto più grande travasando sollo la pianta con la sua zolla radicale completando con sollo terriccio 12 ed nient altro ,mantenere sempre umido ma non esagerare ,fin- chè non inizia lo sviluppo .NO il verde rame perchè dovuto ala maggior carenza oltre 6 messi e pesante per le piante di interno ,coprendo il fogliame impedisce la penetrazione della luce necessaria ad fotosintesi .quindi necessario un fungicida sistemico con carenza minore 7/15
 

Davidesbela

Aspirante Giardinauta
mi ha confermato la scarsa alimentazione dicendomi che la pianta non ha sviluppo,inizia con asportare le foglie deboli che presentano delle macchie con un taglio pulito se possibile con acciaio 13 , ,cambia il vaso con uno molto molto più grande travasando sollo la pianta con la sua zolla radicale completando con sollo terriccio 12 ed nient altro ,mantenere sempre umido ma non esagerare ,fin- chè non inizia lo sviluppo .NO il verde rame perchè dovuto ala maggior carenza oltre 6 messi e pesante per le piante di interno ,coprendo il fogliame impedisce la penetrazione della luce necessaria ad fotosintesi .quindi necessario un fungicida sistemico con carenza minore 7/15

Scusa non capisco, chi ti avrebbe confermato o dove avresti letto "la scarsa alimentazione dicendo che la pianta non ha sviluppo?" o_O
Il problema della mia Kentia non sta nella terra, non sta nell umidità, non sta nel vaso, non sta nella luce, ma soprattutto non sta nello scarso sviluppo, dato che in 5 mesi che è con me ha cacciato fuori e aperto ben 3 foglie che sono bellissime, se nonchè iniziano a riempirsi di puntini.
I motivi che elenchi te si riscontrano in foglie con MACCHIE marroni, non PUNTINI ;)
Non sono uno sprovveduto, ho rinvasato nemmeno 5 mesi fa con un vaso decisamente più grande, non vado di certo a rinvasare dando ulteriore stress alla pianta.
Anche la spiegazione del verderame scusa, ma mi lascia molto perplesso.. Se do il verderame che funziona benissimo come antifungino, di certo non la lascerei sporca per mesi ma solo per il tempo necessario all azione, che non darebbe di certo problemi, poi doccia e via...
Qua il problema è senza dubbio un fungo, ruggine o simili
 

Dumitru

Aspirante Giardinauta
Scusa non capisco, chi ti avrebbe confermato o dove avresti letto "la scarsa alimentazione dicendo che la pianta non ha sviluppo?" o_O
Il problema della mia Kentia non sta nella terra, non sta nell umidità, non sta nel vaso, non sta nella luce, ma soprattutto non sta nello scarso sviluppo, dato che in 5 mesi che è con me ha cacciato fuori e aperto ben 3 foglie che sono bellissime, se nonchè iniziano a riempirsi di puntini.
I motivi che elenchi te si riscontrano in foglie con MACCHIE marroni, non PUNTINI ;)
Non sono uno sprovveduto, ho rinvasato nemmeno 5 mesi fa con un vaso decisamente più grande, non vado di certo a rinvasare dando ulteriore stress alla pianta.
Anche la spiegazione del verderame scusa, ma mi lascia molto perplesso.. Se do il verderame che funziona benissimo come antifungino, di certo non la lascerei sporca per mesi ma solo per il tempo necessario all azione, che non darebbe di certo problemi, poi doccia e via...
Qua il problema è senza dubbio un fungo, ruggine o simili
Che la foglia sia a fine ciclo vitale mi sembra abbastanza strano, la Kentia ha un ciclo di vita delle proprie foglie molto molto molto lungo anche perche non ne genera altre,sonno le sue parole .comunque io le ho detto come si deve comportare con la sua Kentia :)))) per me non e un secreto .Ps giardiniere
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
Se fai una ricerca in rete troverai che macchie simili a quelle della tua prima foto sono state imputate talora a causa batterica talaltra a eccesso di luce.

Quello che mi sentirei di escludere è un carenza di microelementi, così come la ruggine che non è segnalata su palme (i sintomi di ruggine variano a seconda della specie fungina ma di solito si presentano in forma di pustole prorompenti dall'epidermide dunque di non difficile diagnosi), mentre ci sono un sacco di funghi agenti di maculature fogliari, le quali tuttavia si presentano generalmente in forma di spot rotondeggianti od ovaleggianti, con la zona centrale più scura/secca circondata da un alone (ciò a causa della progressione patogenetica del fungo).

I puntini molto minuti e chiari della seconda foto a mio avviso non fanno assolutamente pensare a una malattia crittogamica, mentre le maculature sulle foglie vecchie, tenendo conto anche sulle tue ulteriori precisazioni, potrebbero essere semplicemente filloptosi, ossia un invecchiamento fisiologico.

Tieni d'occhio le foglie nuove puntinate e osserva se c'è una evoluzione dei sintomi.

Quanto al rame non vedo ragioni fitoiatriche ostative all'impiego anche sulle palme ed è tra l'altro l'unico rimedio, ancorché non risolutivo, contro batteriosi; l'unica precauzione che suggerirei è di trattare per prova preliminare solo una parte di fogliame per vedere se per caso ci sono effetti fitotossici (nell'etichetta di nessun prodotto fitosanitario vengono riportate le piante da appartamento con l'identificazione di specie, dunque è normale prudenza verificare quanto sopra; il periodo di carenza del rame peraltro non è di mesi, tanto più che tu nebulizzi la kentia, anche se su piante in appartamento sicuramente esso permane molto più a lungo che su colture soggette agli agenti meteorici).
 
Ultima modifica:

Dumitru

Aspirante Giardinauta
Se fai una ricerca in rete troverai che macchie simili a quelle della tua prima foto sono state imputate talora a causa batterica talaltra a eccesso di luce.

Quello che mi sentirei di escludere è un carenza di microelementi, così come la ruggine che non è segnalata su palme (i sintomi di ruggine variano a seconda della specie fungina ma di solito si presentano in forma di pustole prorompenti dall'epidermide dunque di non difficile diagnosi), mentre ci sono un sacco di funghi agenti di maculature fogliari, le quali tuttavia si presentano generalmente in forma di spot rotondeggianti od ovaleggianti, con la zona centrale più scura/secca circondata da un alone (ciò a causa della progressione patogenetica del fungo).

I puntini molto minuti e chiari della seconda foto a mio avviso non fanno assolutamente pensare a una malattia crittogamica, mentre le maculature sulle foglie vecchie, tenendo conto anche sulle tue ulteriori precisazioni, potrebbero essere semplicemente filloptosi, ossia un invecchiamento fisiologico.

Tieni d'occhio le foglie nuove puntinate e osserva se c'è una evoluzione dei sintomi.

Quanto al rame non vedo ragioni fitoiatriche ostative all'impiego anche sulle palme ed è tra l'altro l'unico rimedio, ancorché non risolutivo, contro batteriosi; l'unica precauzione che suggerirei è di trattare per prova preliminare solo una parte di fogliame per vedere se per caso ci sono effetti fitotossici (nell'etichetta di nessun prodotto fitosanitario vengono riportate le piante da appartamento con l'identificazione di specie, dunque è normale prudenza verificare quanto sopra; il periodo di carenza del rame peraltro non è di mesi, tanto più che tu nebulizzi la kentia, anche se su piante in appartamento sicuramente esso permane molto più a lungo che su colture soggette agli agenti meteorici).
non vorrei fare bastian contrario, se lei scrive che il verde rame non ha carenza di 6 messi mi fa capire tanto(imparato sul campo non dal web ho dai libri) ,la ragione per quale non viene impiegata la verde rame come fungicida sistemico per le piante d"interno non e di livello tossicologico e semplicemente perchè coprendo il fogliame si impedisce la penetrazione della luce necessaria alla fotosintesi della medesima pianta .Tuta via ho notato che a segnalato anche lei possibilità fine ciclo vitale delle posibile corone fogliari (le palme sviluppa la vegetazione in anelli fogliari cio e in genere la kentia un anello fogliare ogni 2 anni )
 

Pietro Puccio

Appassionato di palme e piante tropicali
Ciao Davidesbela,
la foto non è nitida e la mia potrebbe essere una domanda sciocca, passando il dito su queste macchia senti che sono in leggero rilievo? Se sì, con l'unghia si riesce a staccare qualcosa?

Dimitru,
quando dici "le palme sviluppa la vegetazione in anelli fogliari cio e in genere la kentia un anello fogliare ogni 2 anni" credo ti riferisca alla Cycas revoluta, che non è una palma, le palme fanno una foglia ad anello ed il numero di foglie per anno dipende dalla specie e dalle condizioni climatiche.
 

Davidesbela

Aspirante Giardinauta
Se fai una ricerca in rete troverai che macchie simili a quelle della tua prima foto sono state imputate talora a causa batterica talaltra a eccesso di luce.

Quello che mi sentirei di escludere è un carenza di microelementi, così come la ruggine che non è segnalata su palme (i sintomi di ruggine variano a seconda della specie fungina ma di solito si presentano in forma di pustole prorompenti dall'epidermide dunque di non difficile diagnosi), mentre ci sono un sacco di funghi agenti di maculature fogliari, le quali tuttavia si presentano generalmente in forma di spot rotondeggianti od ovaleggianti, con la zona centrale più scura/secca circondata da un alone (ciò a causa della progressione patogenetica del fungo).

I puntini molto minuti e chiari della seconda foto a mio avviso non fanno assolutamente pensare a una malattia crittogamica, mentre le maculature sulle foglie vecchie, tenendo conto anche sulle tue ulteriori precisazioni, potrebbero essere semplicemente filloptosi, ossia un invecchiamento fisiologico.

Tieni d'occhio le foglie nuove puntinate e osserva se c'è una evoluzione dei sintomi.

Quanto al rame non vedo ragioni fitoiatriche ostative all'impiego anche sulle palme ed è tra l'altro l'unico rimedio, ancorché non risolutivo, contro batteriosi; l'unica precauzione che suggerirei è di trattare per prova preliminare solo una parte di fogliame per vedere se per caso ci sono effetti fitotossici (nell'etichetta di nessun prodotto fitosanitario vengono riportate le piante da appartamento con l'identificazione di specie, dunque è normale prudenza verificare quanto sopra; il periodo di carenza del rame peraltro non è di mesi, tanto più che tu nebulizzi la kentia, anche se su piante in appartamento sicuramente esso permane molto più a lungo che su colture soggette agli agenti meteorici).

Ciao Alessandro intanto grazie per l esaustiva risposta!
Onestamente feci più di una ricerca, ma non sono giunto ad una soluzione se non farmi idee sbagliate appunto come la ruggine.
Detto questo, tengo a precisare che le vistose macchie della prima foto, in origine circa 5 mesi fa erano esattamente identiche ai piccolissimi puntini della seconda foto, ed è il mio terrore che quei puntini degenerino come nella prima foto su tutte le foglie.

La seconda parte del tuo messaggio mi fa pensare molto che sia un qualche fungo, forse la foto non rende merito e ne farò una più "macro", ma i puntini si presentano proprio come hai descritto, con zona centrale più scura/secca e bordi più chiari.

Discorso verderame come pensavo, non vi sono problemi nell eventuale uso, personalmente lo uso in via preventiva su molte piante da una vita e non ho mai avuto problemi. Ovviamente alla Kentia le farei una doccia dopo una 20ina di giorni dal verderame, a mio parere, appunto perchè non avendo rugiada/pioggia rimarrebbe sporca di blu per molto tempo. In più ora che ci penso, nei periodo in cui ha il verderame addosso, non potrei nemmeno darle la sua nebulizzazione quotidiana, che mi farebbe pavimento e fughe blu... -.-
Invece di nebulizzarla potrei anche passare a mano ogni foglia con un batuffolo di cotone inbevuto di verderame, non so, se cambia qualcosa in meglio o tempo perso?!

Secondo te quindi, potrei provare ad usare il verderame previa prova su un paio di foglie, attendere qualche settimana per vederne l effetto, e in caso nei mesi successivi i puntini continuassero ad esserci, passare ad un antifungino sistemico?
Oppure, vado direttamente di antifungino sistemico che però non ho e devo cercare da qualche vivaista.

non vorrei fare bastian contrario, se lei scrive che il verde rame non ha carenza di 6 messi mi fa capire tanto(imparato sul campo non dal web ho dai libri) ,la ragione per quale non viene impiegata la verde rame come fungicida sistemico per le piante d"interno non e di livello tossicologico e semplicemente perchè coprendo il fogliame si impedisce la penetrazione della luce necessaria alla fotosintesi della medesima pianta .Tuta via ho notato che a segnalato anche lei possibilità fine ciclo vitale delle posibile corone fogliari (le palme sviluppa la vegetazione in anelli fogliari cio e in genere la kentia un anello fogliare ogni 2 anni )

Scusa Dumitri ma che sappia io il verderame non è sistemico..
Non viene generalmente impiegato per le piante di casa (in casa) non di certo perchè come dici te "soffoca" le piante, ma perchè sporca molto ed è un prodotto impegnativo su più fronti, nato per la campagna, il giardino e l orto, non per casa, ma ciò non esclude il suo possibile uso per le piante d appartamento/tropicali previa prova su una foglia, di certo è più semplice per uno che vive in condominio per esempio, andare dal vivaista ed acquistare un prodotto da mettere in terra sistemico, pulito e veloce..
Il verderame non è mica una lamina di cera che copre la respirazione delle piante, ho usato il verderame su piante ben più delicate della Kentia, in casa, bisogna solo avere l accortezza di pulirle dopo un tot di giorni, ciò che farebbe in natura rugiada e pioggia ;)

Ciao Davidesbela,
la foto non è nitida e la mia potrebbe essere una domanda sciocca, passando il dito su queste macchia senti che sono in leggero rilievo? Se sì, con l'unghia si riesce a staccare qualcosa?

Ciao Pietro, la tua domanda non è per nulla sciocca e anzi, è una cosa di cui avrei dovuto descrivere subito.
No, passando il dito non si sente nessun rilievo o simili.
Ora sono al lavoro ma appena posso caricherò una foto più nitida.
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
Se riesci va benissimo passare il rameico con uno straccetto imbevuto. Il sistemico in flacone con lo spruzzino è più comodo ma quelli in commercio contengono antifungini ad ampio spettro ma non hanno alcuna azione antibatterica, per cui col rameico copri più patologie con la differenza che il rame svolge solo una attività di copertura/preventiva proteggendo da infezioni (inibisce la germinazione delle spore che arrivano sulle foglie).

La precauzione di effettuare una prova preliminare vale in generale per tutti gli antiparassitari quando si tratta di impiegarli su piante non comprese in etichetta: infatti i Prodotti Fitosanitari vengono registrati e autorizzati su date colture e contro dati parassiti proprio perché dietro c'è un dossier sperimentale (molto complesso e che richiede anni di ricerca) che definisce efficacia, assenza di fitotossicità, intervallo di sicurezza etc..

Riguardo la diagnosi resto in stand by. Posso solo aggiungere che un attacco fungino ha solitamente un periodo di incubazione di giorni e non di settimane e ha una distribuzione generalizzata sulla pianta (ovviamente l'età della foglia può giocare in funzione della sucettibilità, ma caso mai sono le giovani le più sensibili), e l'aspetto geometrico è di regola piuttosto ben definito almeno nella fase critica di manifestazione. Tutto ciò vale come ragionamento fitopatologico generale ed è il motivo per cui mi è difficile collegare, in senso parassitario, i puntini chiari della 1^ foto con le maculature di varia forma della 2^ foto.

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Kentia palm (Howea forsterana) with leaf spots of abiotic nutritional cause - Oregon State University, 2007

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Palma con sintomi di attacco da Stigmima palmivora : il fungo (presente in Italia dal 1982 su palme del gen. Phoenix allevate in serra) provoca macchie rotonteggianti con centro scuro - Florida Department of Agriculture
 
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brandegeei

Esperto in Fitopatologie
Ciao
vorrei sottolineare che nebulizzare le foglie aumenta la capacità infettiva di funghi e batteri, oltre a consigliarti come già fatto l'uso di un anticrittogamico rameico, magari ossicloruro di rame, non dimenticherei che ci possa essere facilmente la possibilità di un attacco di insetti o acari da non dimenticare.
 

Davidesbela

Aspirante Giardinauta
Ciao
vorrei sottolineare che nebulizzare le foglie aumenta la capacità infettiva di funghi e batteri, oltre a consigliarti come già fatto l'uso di un anticrittogamico rameico, magari ossicloruro di rame, non dimenticherei che ci possa essere facilmente la possibilità di un attacco di insetti o acari da non dimenticare.

Ciao, è vero che nebulizzare aumenta il rischio di infettività di funghi e batteri, ma è anche vero che un clima "secco" favorisce gli acari, ragnetti ecc, e che la Kentia è una pianta tropicale che nel luoghi d origine prende una scroscio al giorno se non di più. Ho già l accortezza di non usare mai acqua di rete piena di calcare metalli e sali vari, ma come mi devo comportare con una pianta come la Kentia che, dai vari testi letti, si raccomanda una nebulizzazione costante e un umidità ambientale abbastanza alta, casa mia è molto secca (25-35% umidità) e credo che nebulizzarla sia abbastanza indispensabile per lei appunto per aumentare l umidità attorno ad essa..
Al momento ho comunque stoppato le nebulizzazioni in attesa di capire come muovermi, e Acari sono sicuro non ce ne siano, ho controllato con delle lenti abbastanza potenti il retro delle foglie.

L ossicloruro di rame sarebbe il classico "verderame" o poltiglia Bordolese?
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
L'ossicloruro di rame sarebbe il classico "verderame" o poltiglia Bordolese?

Né l'uno né l'altro.
Il rame come Prodotto Fitosanitario è oggi formulato in diverse forme e principalmente: idrossido (CuOH), ossicloruro (CuO · CuCl2 · 3 H2O), solfato (CuSO4) in forma neutralizzata (e ancora altri composti, anche come polvere secca abbinato allo zolfo).

Il primo composto fu ideato da Millardet nel 1881 neutralizzando il solfato di rame con idrossido di calcio: nacque così la prima poltiglia bordolese
(questa definizione è tutt’ora utilizzata oggi “Una miscela con o senza stabilizzanti di solfato di rame e latte di calce” - ACTA 2003).

Nel primo dopoguerra Caffaro presentò l'ossicloruro di rame e negli anni '30 del novecento si studiò l'idrossido di rame. In passato ci si basava prevalentemente sulla miscela di solfato e calce, e a seconda delle quantità si ottenevano poltiglie a pH variabile e in base alle modalità di preparazione altri tipi (poltiglia Cavazza, poltiglia borgognona, poltiglia Menozzi); inoltre per migliorare l'efficacia del prodotto si aggiungevano altre sostanze in particolare per aumentare l'adesività della soluzione fitoiatrica (caseinato di sodio, sapone, resina, melasso); c'erano poi le poltiglie cupro-ammoniacali e all'ossidulo di rame.
Il termine verderame si usava nel mondo contadino per indicare genericamente la poltiglia bordolese, ciò a causa del colore e della semplicità della parola: in realtà nelle preparazioni domestiche non era mai scontato l'esito della composizione finale della reazione 4CuSO4 + 3Ca(OH)2 + XH20 → sali di rame in proporzioni variabili.

Le innovazioni tecniche introdotte (riduzione dei problemi di flocculazione, cristallizzazione, precipitazione) e grazie anche ai coadiuvanti presenti nelle formulazioni come PF hanno migliorato la persistenza e la complessiva efficacia fitoiatrica dei formulati.

In ogni caso l'azione fungicida è data dagli ioni Cu++, perciò ciò che maggiormente conta è la capacità del formulato di rilasciare tali ioni che interferiscono nella respirazione della cellula fungina e nel ciclo di Krebs, inoltre esercitano una azione distruttiva sulla parete e sulla membrana cellulare. Si impiega in copertura per impedire alle spore che raggiungono il fogliame di germinare e di penetrare nei tessuti della pianta ospite (non ha invece alcuna azione curativa).
Uno degli aspetti positivi del rame è che non ha mai dato luogo a fenomeni di resistenza nei patogeni ancorché sia in uso da quasi 150 anni. L'aspetto negativo è dato invece dalla persistenza del rame nel terreno, fatto che ha indotto le Comunità Europea a introdurre limitazioni per quanto riguarda le quantità per ettaro (ma questo è cosa che interessa il settore agricolo, non certo le piante da appartamento).

Spero di aver soddisfatto la tua richiesta di chiarimenti.
 
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Davidesbela

Aspirante Giardinauta
L'ossicloruro di rame sarebbe il classico "verderame" o poltiglia Bordolese?

Né l'uno né l'altro.
Il rame come Prodotto Fitosanitario è oggi formulato in diverse forme e principalmente: idrossido (CuOH), ossicloruro (CuO · CuCl2 · 3 H2O), solfato (CuSO4) in forma neutralizzata (e ancora altri composti, anche come polvere secca abbinato allo zolfo).

Il primo composto fu ideato da Millardet nel 1881 neutralizzando il solfato di rame con idrossido di calcio: nacque così la prima poltiglia bordolese
(questa definizione è tutt’ora utilizzata oggi “Una miscela con o senza stabilizzanti di solfato di rame e latte di calce” - ACTA 2003).

Nel primo dopoguerra Caffaro presentò l'ossicloruro di rame e negli anni '30 del novecento si studiò l'idrossido di rame. In passato ci si basava prevalentemente sulla miscela di solfato e calce, e a seconda delle quantità si ottenevano poltiglie a pH variabile e in base alle modalità di preparazione altri tipi (poltiglia Cavazza, poltiglia borgognona, poltiglia Menozzi); inoltre per migliorare l'efficacia del prodotto si aggiungevano altre sostanze in particolare per aumentare l'adesività della soluzione fitoiatrica (caseinato di sodio, sapone, resina, melasso); c'erano poi le poltiglie cupro-ammoniacali e all'ossidulo di rame.
Il termine verderame si usava nel mondo contadino per indicare genericamente la poltiglia bordolese, ciò a causa del colore e della semplicità della parola: in realtà nelle preparazioni domestiche non era mai scontato l'esito della composizione finale della reazione 4CuSO4 + 3Ca(OH)2 + XH20 → sali di rame in proporzioni variabili.

Le innovazioni tecniche introdotte (riduzione dei problemi di flocculazione, cristallizzazione, precipitazione) e grazie anche ai coadiuvanti presenti nelle formulazioni come PF hanno migliorato la persistenza e la complessiva efficacia fitoiatrica dei formulati.

In ogni caso l'azione fungicida è data dagli ioni Cu++, perciò ciò che maggiormente conta è la capacità del formulato di rilasciare tali ioni che interferiscono nella respirazione della cellula fungina e nel ciclo di Krebs, inoltre esercitano una azione distruttiva sulla parete e sulla membrana cellulare. Si impiega in copertura per impedire alle spore che raggiungono il fogliame di germinare e di penetrare nei tessuti della pianta ospite (non ha invece alcuna azione curativa).
Uno degli aspetti positivi del rame è che non ha mai dato luogo a fenomeni di resistenza nei patogeni ancorché sia in uso da quasi 150 anni. L'aspetto negativo è dato invece dalla persistenza del rame nel terreno, fatto che ha indotto le Comunità Europea a introdurre limitazioni per quanto riguarda le quantità per ettaro (ma questo è cosa che interessa il settore agricolo, non certo le piante da appartamento).

Spero di aver soddisfatto la tua richiesta di chiarimenti.


Urca, ma sei un Prof di chimica? complimenti perchè a me queste cose, formule ecc, non vogliono proprio entrarmi in testa, è tanto se so la formula chimica dell acqua!

Quindi se ho ben capito, l ossicloruro di rame è un cugino del "verderame"?
Scusa se parlo "terra terra" ma almeno mi rimarrà in mente, ..in termini semplici, quale differenza sostanziale c è tra "verderame classico", poltiglia Bordolese e Ossicloruro di rame? Come mai nel mio caso è meglio l Ossicloruro anzichè per esempio la Poltiglia? Anche perchè sono prodotti che uso ogni anno nell orto, e se imparo qualcosa sull argomento tutto di guadagnato.

Tra l altro se posso permettermi un breve o.t., a breve dovrò trattare il resto delle piante ornamentali che faccio svernare in veranda e che iniziano a dare segni di ripresa, come la Duranta Erecta, Gerani, Fuchsie e tanto tanto altro, svernando in veranda però molti parassiti come afidi, acari, rimangono vivi, e in primavera prima che inizino a vegetare seriamente le devo trattare.
Solitamente uso nebulizzando, un mix di Olio minerale bianco più Borneo acaricida, funzionare funziona, faccio bene o mi consigli altro?
Per le Fuchsie, di cui tengo una piccola collezione, appena iniziano a vegetare le nebulizzo con la soluzione descritta sopra, e dopo circa 20 gg irrigo con acqua e Teppeki, che è fantastico contro afidi e mosca bianca per tutta la stagione..
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
Le soluzioni che adotti contro acari, afidi e mosca bianca sono perfettamente idonee. Fai bene a miscelare Borneo con l'olio paraffinico in quanto è un ottimo prodotto ma attivo contro uova e neanidi dunque manca di azione adulticida, per cui l'olio supplisce in tal senso (tra l'altro sono pochissimi gli acaricidi adulticidi acquistabili senza patentino).

Tra verderame e poltiglia bordolese (o altre tipi di poltiglie a base di solfato di rame e latte di calce come avevo già sopra spiegato) non c'è nessuna differenza, semplicemente verderame è un termine gergale/contadinesco che attualmente non ha più ragione di esistere dal momento che nessun agricoltore professionista prepara ancora la poltiglia bordolese nei vasconi di cemento, i quali fanno parte ormai dell'archeologia del paesaggio agricolo (se ne vedono ancora per le campagne, in particolare dove ci sono o esistevano vigneti famigliari).
L'ossicloruro è un anticrittogamico sempre a base di rame che quando fu introdotto risultò di più pratico impiego rispetto alla poltiglia; anch'io lo uso ma non c'è nessuna sostanziale ragione per preferire l'uno o l'altro se non il fatto che il primo risulta più attivo contro le batteriosi e ha penetrazione più rapida (esiste come ossicloruro di rame e calcio che ha una azione più pronta, e come ossicloruro tetraramico che è meno rapido ma più persistente: finezze che in campo agrario possono avere un senso in rapporto alla specifica problematica da affrontare).

P.S. Non sono un prof. di chimica, ma lo sono stato di fitopatologia.
 
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