Ho letto con attenzione (avendo un momento di calma) le vostre considerazioni precedenti,anche sull'uso delle armi.In questi ultimi tempi ho visto una forte restrizione nella concessione delle licenze di tiro,e delle limitazioni nel numero di colpi consentiti per caricare un'arma da fuoco.Ne ho notizia perchè ho conoscenze nelle Forze dell'Ordine,che mi hanno spiegato queste cose.Sarà uno dei segni dei tempi?Il clima è brutto,lo sappiamo tutti, e sono tornati in auge,per così dire, dei reati che quasi non si compivano più,per esempio gli scippi.
Proprio l'altro giorno stavo per subirne uno,in un quartiere vicino a quello dove abito attualmente:ero a piedi,stavo per attraversare la strada,traffico molto tranquillo,quando vedo comparire da una curva e pararmisi davanti una motocicletta di una certa cilindrata, condotta da uno con un casco un po' particolare, che gli nascondeva quasi completamente la faccia.Io lo vedo curvare e fermarsi un poco più lontano da dove stavo,ma non troppo ,e stare un po' troppo fermo,qualche secondo di troppo,come se studiasse la situazione.Io intuisco che qualcosa non quadra,lo guardo fisso,e lui pure mi guarda fisso.Io,seguitando a guardarlo, rapidamente mi stringo la borsa al corpo,e vedo che lui allora prende e se ne va.Io resto ferma e mi accorgo che la moto non aveva targa.Il tutto è accaduto nel giro di pochi attimi,ho reagito seguendo il mio istinto,e dopo mi è venuta paura.Lo scippo non è una bella esperienza,affatto.
Questo per dirvi come la crisi e il degenerare dei tempi abbiano come conseguenza un rigurgito di atteggiamenti predatori e di violenza.Violenza che si avverte spesso anche nei comportamenti sociali di ogni giorno:gente che s'ammazza per un parcheggio,gente che ti aggredisce perchè ti sei incanalato male sbagliando corsia e ti insegue perchè cerca proprio rogna.
A me è capitato anche questo.
Mi trovavo in una zona di Roma che non conoscevo benissimo e,guidando ,ho sbagliato a incanalarmi nel traffico.Mi accorgo all'ultimo,uno mi strombazza di brutto,faccio un gesto di scusa,ma sembra che non basti.Il tizio mi insegue,mi taglia la strada e scende dalla macchina,urlando.Sempre urlando viene verso di me,e comincia a dare dei colpi sulla carrozzeria e sullo sportello dalla mia parte.Io ostentando una gran calma,tiro fuori lo spray al peperoncino glielo mostro e anche il cellulare con sopra in vista la chiamata del 113.A quel punto s'è calmato e se n'è andato.Io ,dopo,tremavo.Intorno a me la gente si muoveva,ma nessuno è venuto in mio aiuto.
Sono gran brutti tempi,ma forse non abbiamo visto ancora nulla.
Circa le armi,dicevo,c'è un'opinione limitata della gente,si pensa che abbiano la colpa di tutto,e che basti a limitarle o a toglierle di mezzo per eliminare tutti i problemi.
In realtà,il problema non è l'arma,ma chi la usa.C'è da dire,inoltre, che quasi qualunque cosa,se adeguatamente maneggiata con l'impulso di fare violenza,puo' diventare un'arma,anche una forchetta,un paio di forbici,un cacciavite,una chiave inglese,ma non mi sembra,e giustamente che si limiti l'acquisto di forchette,forbici o chiavi inglesi,o ci voglia una licenza specifica che ne autorizzi il possesso.
Pure una padella da cucina puo' diventare un'arma.Mi hanno raccontato di una moglie esasperata che ha steso il marito con un padellone di 27 cm. di diametro tirato con una certa energia.Non l'ha ucciso,ma gli ha causato una commozione cerebrale.Il marito ha capito lezione e ha messo la testa a posto. Non voglio,con questo, propagandare l'uso alternativo degli attrezzi da cucina,ma farvi riflettere.
E' la persona,quello che c'ha dentro,ad essere il vero problema.La violenza l'esercita la persona non le cose.
Mi viene in mentre il film "il giocattolo"ben interpretato,se non ricordo male,da Nino Manfredi,che parla appunto di un uomo che si compra una pistola per difendersi.Ma qualcosa in lui si rompe,e si scatena in lui una sorta di delirio di onnipotenza che lo trasforma in un assassino.Il problema non era l'arma,era lui.
Conosco un po' questa dimensione anche perchè,negli studi di medicina,in medicina legale si studia anche le armi, la balistica e le varie implicazioni a riguardo.E' un argomento molto interessante .
Indubbiamente l'essere umano e',all' origine dei tempi,un predatore,e un aggressore,e queste cose ci sono rimaste dentro.La cultura,la religione per chi ci crede,l'etica in senso lato modulano questi istinti,insegnano a controllarli,in nome di un'elevazione spirituale.
Anche la legge è un mezzo di contenimento degli impulsi di violenza e di vendetta,agendo con mezzi repressivi,quando l'uomo non riesce a controllarli da solo.Il problema è che ci riesce sempre meno,a meno che l'individuo non sia persona che abbia una certa cultura,non solo nozionistica,ma di vita.
C'è da dire che,purtroppo,circa la cultura,c'è la tendenza a rendere la gente sempre più ignorante,tramite i mass media,o fornendo una qualità nei mezzi d'istruzione sempre più scadente,riservando una qualità di studio migliore solo alle classi privilegiate,o abbassando il livello della scala di valori,per cui si arriva a dire che "ignorante e' meglio",che l'ideale della vita è fare i calciatori o le veline,o addirittura rendendo l'istruzione inutile con la precarizzazione selvaggia.
Pochi oligarchi politici o economici sicuramente stanno facendo di tutto per renderci schiavi e soggetti più facilmente controllabili,forse creando a bella posta situazioni di povertà, disagio e insicurezza,in modo da portare la gente ad invocare un regime autoritario e addirittura benedirlo se si instaura.
A bella posta creano disparità fra pari in modo da scatenare guerre fra poveri e renderci tutti più controllabili:il divide et impera dei Romani.
Anche il portare all'esasperazione la gente abbassandone il livello delle condizioni di vita,è un metodo di controllo.
La precarietà del lavoro,la restrizione degli spazi vitali ottenuta riducendo la superficie delle case,dei luoghi di lavoro,nei mezzi pubblici,sempre più mal funzionanti e affollati,la difficoltà crescente,specie per le donne,di conciliare lavoro,aspirazioni e vita familiare con le sue esigenze,i vari ricatti sottili cui si è sottoposti un po' per giorno,l'abbandono da parte delle cosiddette Istituzioni,che fanno di tutto tranne che essere dalla parte dei cittadini che li hanno eletti rappresentanti e che hanno dato loro fiducia,e altro ancora,che tutti sappiamo,tutto questo porta alla frustrazione,alla progressiva brutalizzazione e alla violenza negli individui,all'riemergere degli atavici istinti,e,alla fine, alla loro schiavizzazione.
L'episodio del benzinaio che spara al rapinatore è solo un segno dei tempi,di QUESTI tempi.
.Secondo me ,è necessario avene consapevolezza,per non assecondare questo gioco perverso,per rimanere liberi.