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I Sogni

Masolino

Bannato

Anima mia,
chiudi gli occhi
piano piano
e come s’affonda nell’acqua
immergiti nel sonno
nuda e vestita di bianco
il più bello dei sogni ti accoglierà.

Anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
abbandonati come nell’arco delle mie braccia
nel tuo sonno non dimenticarmi
chiudi gli occhi piano piano
i tuoi occhi marroni
dove brucia una fiamma verde anima mia.


Nazim Hikmet, da Poesie d’Amore,
 

lalle

Florello
A tutti una serena notte con tanti sogni piacevoli.
Ma..ricordate che:

"...Se tu puoi sognare e non abbandonarti ai sogni; se tu puoi pensare e non perderti nei pensieri... Se riesci a occupare il minuto inesorabile dando valore a ogni istante che passa, tua è la terra e tutto ciò che è in essa..."

Rudyard Kipling

Ecco, Masolino, questa frase di Kipling rispecchia appieno ciò che penso io: sono d'accordo col "sogno" se questo vuol dire non darsi dei limiti ...
Troppo spesso, però, non ci rendiamo conto che, per dirla alla Baglioni, "la vita è adesso" e, presi a rincorrere i nostri sogni, purtroppo a volte non ci godiamo la meraviglia che c'è nell'istante che stiamo vivendo dando per scontato ciò che abbiamo e, magari, anche chi ci stà vicino ...:)
 

Hélène

Esperta Sezz. Rose
Romance Sonámbulo (Federico Garcìa Lorca)

Verde que te quiero verde.
Verde viento. Verdes ramas.
El barco sobre la mar
y el caballo en la montaña.
Con la sombra en la cintura
ella sueña en su baranda,
verde carne, pelo verde,
con ojos de fría plata.
Verde que te quiero verde.
Bajo la luna gitana,
las cosas la están mirando
y ella no puede mirarlas.

Verde que te quiero verde.
Grandes estrellas de escarcha,
vienen con el pez de sombra
que abre el camino del alba.
La higuera frota su viento
con la lija de sus ramas,
y el monte, gato garduño,
eriza sus pitas agrias.
¿Pero quién vendrá? ¿Y por dónde?
Ella sigue en su baranda,
verde carne, pelo verde,
soñando en la mar amarga.

--Compadre, quiero cambiar
mi caballo por su casa,
mi montura por su espejo,
mi cuchillo por su manta.
Compadre, vengo sangrando,
desde los puertos de Cabra.
--Si yo pudiera, mocito,
este trato se cerraba.
Pero yo ya no soy yo,
ni mi casa es ya mi casa.
--Compadre, quiero morir,
decentemente en mi cama.
De acero, si puede ser,
con las sábanas de holanda.
¿No ves la herida que tengo
desde el pecho a la garganta?
--Trescientas rosas morenas
lleva tu pechera blanca.
Tu sangre rezuma y huele
alrededor de tu faja.
Pero yo ya no soy yo,
ni mi casa es ya mi casa.
--Dejadme subir al menos
hasta las altas barandas,
¡dejadme subir!, dejadme
hasta las verdes barandas.
Barandales de la luna
por donde retumba el agua.

Ya suben los dos compadres
hacia las altas barandas.
Dejando un rastro de sangre.
Dejando un rastro de lágrimas.
Temblaban en los tejados
farolillos de hojalata.
Mil panderos de cristal
herían la madrugada.

Verde que te quiero verde,
verde viento, verdes ramas.
Los dos compadres subieron.
El largo viento dejaba
en la boca un raro gusto
de hiel, de menta y de albahaca.
--¡Compadre! ¿Dónde está, dime?
¿Dónde está tu niña amarga?
¡Cuántas veces te esperó!
¡Cuántas veces te esperara,
cara fresca, negro pelo,
en esta verde baranda!

Sobre el rostro del aljibe
se mecía la gitana.
Verde carne, pelo verde,
con ojos de fría plata.
Un carámbano de luna
la sostiene sobre el agua.
La noche se puso íntima
como una pequeña plaza.
Guardias civiles borrachos
en la puerta golpeaban.
Verde que te quiero verde,
verde viento, verdes ramas.
El barco sobre la mar.
Y el caballo en la montaña.


BALLATA SONNAMBULA

Verde que te quiero verde.
Verde vento. Verdi rami.
La nave sul mare
e il cavallo sulla montagna.
Con l'ombra alla vita
ella sogna alla sua balaustra,
verde carne, chioma verde,
con occhi d'argento gelato.
Verde que te quiero verde.
Sotto la luna gitana,
le cose la stanno guardando
ed ella non può guardarle.
Verde que te quiero verde.
Grandi stelle di brina
vengono col pesce d'ombra
che apre la strada dell'alba.
Il fico sfrega il suo vento
con lo smeriglio dei suoi rami,
e il monte, gatto sornione,
arriccia le sue agavi acri.
Ma, chi verrà? e da dove?...
Ella sempre alla sua balaustra,
verde carne, chioma verde,
sognando l'amaro mare.
- Compare, vorrei scambiare
il mio cavallo con la tua casa,
la mia sella col tuo specchio,
il mio coltello con la tua coperta.
Compare, arrivo insanguinato
dai valichi di Cabra.
- Se potessi, caro amico,
il cambio sarebbe già fatto.
Ma io non sono più io,
né la mia casa è più la mia casa.
- Compare, voglio morire
decorosamente nel mio letto.
Molle d'acciaio, se è possibile,
con le lenzuola d'Olanda.
Non vedi questa ferita
dal petto alla gola?
- Trecento rose brune
sulla tua camicia bianca.
Il tuo sangue gocciola e odora
alla fascia della tua cintura.
Ma io non sono più io,
né la mia casa è più la mia casa.
- Lascia almeno che salga
fino alle alte balaustre;
lascia che salga, lascia,
alle verdi balaustre.
Colonnine della luna
per dove rimbomba l'acqua.

*

Salgono i due compari
alle alte balaustre.
Lasciando una traccia di sangue.
Lasciando una traccia di lacrime.
Tremavano sui tetti
lanternine di latta.
Mille tamburelli di vetro
ferivano le luci dell'alba.

*

Verde que te quiero verde,
verde vento, verdi rami.
I due compari salirono.
Il lungo vento lasciava
in bocca uno strano sapore
di fiele, di menta e basilico.
- Dove sta, dimmi, compare!
Dove, la tua ragazza amara?
- Quante volte t'ha aspettato!
Quante volte t'aspettò,
viso fresco, nera chioma,
a questo verde balcone!

*

Sulla faccia della cisterna
la gitana si dondolava.
Verde carne, chioma verde
con occhi d'argento gelato.
Un ghiacciolo di luna
la sorregge sull'acqua.
La notte si fece intima
come una piccola piazza.
Guardie civili ubbriache
alla porta bussarono.
Verde que te quiero verde.
Verde vento. Verdi rami.
La nave sul mare.
E il cavallo sulla montagna.
 

Hélène

Esperta Sezz. Rose
Il monologo di Mercuzio, da "Romeo e Giulietta"...

ROMEO -Stanotte ho fatto un sogno.

MERCUZIO -Anch'io.

ROMEO -Davvero. E che cosa hai sognato?

MERCUZIO -Che quei che sognano spesso soggiacciono...

ROMEO -Che soggiacciono! Giacciono. A dormire. Sognando cose vere.

MERCUZIO -Ah, ho capito: da te c'è stata la regina Mab.

ROMEO - Regina Mab? Chi diavolo è costei?

MERCUZIO - La mammana del regno delle fate; e si presenta sempre in una forma non più grossa d'una pietruzza d'agata al dito indice di un assessore; viaggia su un equipaggio trainato da una muta di piccoli esserini, e si posa sul naso di chi dorme; i raggi delle ruote di quel traino sono formati da zampe di ragno, il mantice dall'ali di locuste, le briglie da sottili filamenti d'esili ragnatele; i pettorali dai rugiadosi raggi della luna; la frusta ha il manico d'osso di grillo e la sferza d'un filo sottilissimo; il cocchiere, a cassetta, è un moscerino tutto grigio-vestito, non più grande della metà d'uno di quei vermetti che si tolgono fuori con lo spillo dal dito d'una pigra fanciulletta; il cocchio è un guscio cavo di nocciola lavorato così da uno scoiattolo falegname o da qualche vecchio tarlo; son essi i carrozzieri delle fate l'uno e l'altro, da tempo immemorabile. In questo arnese, Mab va cavalcando, la notte, pei cervelli degli amanti, e allora questi sognano d'amore; o per le rotule dei cortigiani che sognan subito salamelecchi; o sulle dita d'uomini di legge che sognan subito laute parcelle; talvolta sulle labbra delle dame, e queste sognano d'esser baciate, e spesso sulle loro labbra Mab irritata dai loro fiati guasti pei troppi dolci, lascia delle pustole. Talvolta anche galoppa su pel naso d'un sollecitatore di favori a pagamento, e quello, allora, in sogno, sente l'odore d'una petizione; talvolta va a solleticare il naso col crine d'un porcello della decima, ad un prevosto e quello allora sogna un altro benefizio parrocchiale. Talora passa con il suo equipaggio sul collo d'un soldato militare, e allora questi sogna a tutto spiano di tagliar gargarozzi di nemici, brecce, imboscate, lame di Toledo, brindisi con bicchieri senza fondo; poi, d'improvviso, gli rulla all'orecchio il tamburo e lui salta su di botto, si sveglia, e dopo avere smoccolato per la paura un paio di bestemmie, se ne ricade giù, morto di sonno. È quella stessa Mab che nella notte intreccia le criniere dei cavalli e fa dei loro crini sbarruffati, unti e bisunti, dei magici nodi che a districarli portano disgrazia. È lei la maga che quando le vergini giacciono a letto con la pancia all'aria, le preme perché imparino a "portare" e le fa donne di "buon portamento". È lei che...

ROMEO -Basta, via, Mercuzio, basta! Stai parlando del nulla!

MERCUZIO - Sì, di sogni, che sono i figli d'un cervello pigro, fatti solo di vana fantasia, che sono inconsistenti come l'aria, più incostanti del vento, che ora scherza col grembo gelido del settentrione, ed ora, all'improvviso, in tutta furia, se ne va via sbuffando e volge il volto alle stillanti rugiade del sud.

:Saluto:
 

ANNA LMP

Giardinauta Senior
Non perdere mai la speranza nell’inseguire i tuoi Sogni,
perché c’e’ un’unica creatura che può fermarti,
e quella creatura sei tu.
Non smettere mai di credere in te stessa e nei tuoi sogni.
Non smettere mai di cercare,
tu realizzerai sempre ogni cosa ti metterai in testa.

L’unico responsabile del tuo successo
o del tuo fallimento sei tu, ricordalo…
ogni pensiero o idea pronunciata a voce alta viaggia nel vento,
la voce corre nell’aria, cambiandone il corso.
Se sei brava da udire abbastanza,
tu potrai ascoltare l’eco di saggezze
e conoscenze lontane nel tempo e nello spazio.
Tutto il sapere del mondo e’ a disposizione di chiunque sia disposto
a credere e a voler ascoltare.

La libertà e’ una scelta che soltanto tu puoi fare:
tu sei legata soltanto dalle catene delle tue paure.
Non e’ mai una vera tragedia provare e fallire,
perché prima o poi si impara, la tragedia e’
non provarci nemmeno per paura di fallire.

Mentre noi possiamo orientare
le nostre mosse verso un obiettivo comune,
ognuno di noi deve trovare la sua strada,
perché le risposte non possono essere trovate
seguendo le orme di un’altra persona….
Se tu puoi compiere grandi cose quando gli altri credono in te,
immagina ciò che puoi raggiungere
quando sei tu a credere in te stessa.

Peter O’Connor, da "Ali sull’oceano"
 
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