Avevo promesso tempo fa di scrivere un post sul giardinaggio a basso impatto o giardinaggio sostenibile. Una definizione potrebb'essere l'insieme di tutti i metodi e le tecniche che permettono al giardiniere di fare giardinaggio con meno impiego di risorse, e ottenendo come risulto un giardino più sano. Questa definizione riguarda considerazioni ecologiche, però fare giardinaggio in questo modo influenza non poco l'aspetto fisico del giardino, la scelta di piante e come vengono usate. Dietro i metodi c'è una filosofia che dice che il giardino più piacevole è quello sano, fatto in collaborazione con la natura e non in lotta contra essa.
Naturalmente durante il quarto d'un secolo che ho coltivato le piante ho imparato parecchio, ma quello che so sono isole di senno in un oceano d'ignoranza, e il mio giardino è tutt'altro che perfetto. Ars lunga, vita brevis. Poi, c'è una differenza tra chi vuole un giardino e chi vuole fare giardaggio. Io voglio fare giardinaggio, il chè significa che sono curiosa e sperimentale, non cerco l'effetto sicuro.
Il nostro giardino si trova in collina in provincia di Piacenza. E' grande, giovane, tutto in pendenza, con un terreno di argilla grigia estremamente pesante. Il terreno è esposto al sud. Gran parte del giardino è al sole; una parte è ombreggiata. Non abbiamo un pozzo e non c'è una sorgente nè altra fonte d'acqua presente tutto l'anno. La manodopera sono io e il mio marito.
Questi fattori mi aiutano a scegliere piante. Ho scartato (quasi) subito le acidofile, che in genere vogliono un terreno sciolto, ricco di materia organica, e acqua estiva: tutto ciò ci manca. Piante tropicali idem: troppo freddo durante l'inverno. Le piante mediterranee rustiche vanno bene, poi quelle continentali: penso ai classici giardini inglesi, con loro peonie e rose, querce e caprifogli. I cipressi italiano adorano il nostro terreno; abbiamo una folta popolazione di serenelle e ligustri.
Ho capito subito che l'acqua è l'anello debole, e che avrei cercato piante che non necessitano di acqua dopo il primo anno in piena terra. Il giardino non ha un impianto di irrigazione; innaffiamo con una canna: così non esageriamo. Ancora una volta, ci vogliono piante adatte a crescere senz'acqua estiva, il cui ritmo è di crescere durante la primavera, fiorire, maturare i frutti durante l'estate: le rose antiche ad unica fioritura, i narcisi e tulipani, i peri, meli, susini. Oppure le essenze aromatiche e altre piante parsimoniose coll'acqua: rosmarino, lavanda, salvia; buddleia e caryopteris.
Oltre alla scelte delle piante giuste, cerco di limitare le perdite d'acqua coprendo il suolo con pacciamature di fieno e di piccole piante. Le pacciamature aggiungono materia organica al suolo, trattengono l'acqua, tengono il terreno più fresco quando fa caldo e più caldo quando fa freddo. Ho scelto fieno perché è un prodotto della mia zona, è una risorsa rinnovabile, e perché il fieno vecchio non più buono per il bestiame non serve a nessuno, salvo a me, che lo rende utile. Costa poco e mette un po' di soldi nelle tasche degli agricoltori della mia zona.
Ho cominciato ad apprezzare la pacciamatura vivente. Queste sono le piccole piante che crescono basse, spesso spontanee, coprendo il suolo e fornendo materia organica. Avevo aiuole dove avevo pacciamato col fieno e in seguito l'erba annuale cresceva. Prima l'eliminavo, poi mi sono chiesta come mai la strappavo, la pacciamatura che crescevo sul posto, che non dovevo comprare nè distribuire? E l'ho lasciata. Erba annuale, non l'orribile gramigna. In questa stagione le aiuole sono piene di innocenti piante spontanee: veroniche, leguminose, geranee, euforbie. Crescono, fioriscono, si autoseminano, muoino, lasciando le foglie secche sopra e le radici sottoterra--non bisogna vangare!--e il giardiniere si limita solo a strappare le piante brutte o invadenti, e ammirare l'insieme.
Mi fermo qua, non che non avrei molto ancora da dire, ma per chiedere se qualcuno vuole sapere più di questo modo di fare giardinaggio? Ditemi, per favore! Parlo del mio giardino perché per me è qui che s'incontrano teoria e pratica.
Melissa
Naturalmente durante il quarto d'un secolo che ho coltivato le piante ho imparato parecchio, ma quello che so sono isole di senno in un oceano d'ignoranza, e il mio giardino è tutt'altro che perfetto. Ars lunga, vita brevis. Poi, c'è una differenza tra chi vuole un giardino e chi vuole fare giardaggio. Io voglio fare giardinaggio, il chè significa che sono curiosa e sperimentale, non cerco l'effetto sicuro.
Il nostro giardino si trova in collina in provincia di Piacenza. E' grande, giovane, tutto in pendenza, con un terreno di argilla grigia estremamente pesante. Il terreno è esposto al sud. Gran parte del giardino è al sole; una parte è ombreggiata. Non abbiamo un pozzo e non c'è una sorgente nè altra fonte d'acqua presente tutto l'anno. La manodopera sono io e il mio marito.
Questi fattori mi aiutano a scegliere piante. Ho scartato (quasi) subito le acidofile, che in genere vogliono un terreno sciolto, ricco di materia organica, e acqua estiva: tutto ciò ci manca. Piante tropicali idem: troppo freddo durante l'inverno. Le piante mediterranee rustiche vanno bene, poi quelle continentali: penso ai classici giardini inglesi, con loro peonie e rose, querce e caprifogli. I cipressi italiano adorano il nostro terreno; abbiamo una folta popolazione di serenelle e ligustri.
Ho capito subito che l'acqua è l'anello debole, e che avrei cercato piante che non necessitano di acqua dopo il primo anno in piena terra. Il giardino non ha un impianto di irrigazione; innaffiamo con una canna: così non esageriamo. Ancora una volta, ci vogliono piante adatte a crescere senz'acqua estiva, il cui ritmo è di crescere durante la primavera, fiorire, maturare i frutti durante l'estate: le rose antiche ad unica fioritura, i narcisi e tulipani, i peri, meli, susini. Oppure le essenze aromatiche e altre piante parsimoniose coll'acqua: rosmarino, lavanda, salvia; buddleia e caryopteris.
Oltre alla scelte delle piante giuste, cerco di limitare le perdite d'acqua coprendo il suolo con pacciamature di fieno e di piccole piante. Le pacciamature aggiungono materia organica al suolo, trattengono l'acqua, tengono il terreno più fresco quando fa caldo e più caldo quando fa freddo. Ho scelto fieno perché è un prodotto della mia zona, è una risorsa rinnovabile, e perché il fieno vecchio non più buono per il bestiame non serve a nessuno, salvo a me, che lo rende utile. Costa poco e mette un po' di soldi nelle tasche degli agricoltori della mia zona.
Ho cominciato ad apprezzare la pacciamatura vivente. Queste sono le piccole piante che crescono basse, spesso spontanee, coprendo il suolo e fornendo materia organica. Avevo aiuole dove avevo pacciamato col fieno e in seguito l'erba annuale cresceva. Prima l'eliminavo, poi mi sono chiesta come mai la strappavo, la pacciamatura che crescevo sul posto, che non dovevo comprare nè distribuire? E l'ho lasciata. Erba annuale, non l'orribile gramigna. In questa stagione le aiuole sono piene di innocenti piante spontanee: veroniche, leguminose, geranee, euforbie. Crescono, fioriscono, si autoseminano, muoino, lasciando le foglie secche sopra e le radici sottoterra--non bisogna vangare!--e il giardiniere si limita solo a strappare le piante brutte o invadenti, e ammirare l'insieme.
Mi fermo qua, non che non avrei molto ancora da dire, ma per chiedere se qualcuno vuole sapere più di questo modo di fare giardinaggio? Ditemi, per favore! Parlo del mio giardino perché per me è qui che s'incontrano teoria e pratica.
Melissa