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Gelsomino morente

Scaffu

Aspirante Giardinauta
Ciao a tutti,
sono "nuovo" del forum perché è la prima volta che scrivo ma vi leggo da qualche anno...
Ho un vero e proprio problemone con dei gelsomini Rincosperma.
Ogni piante è in vaso di dimensioni 70x30x30 in terriccio universale misto sabbia e lapillo vulcanico da giardino e sul fondo un anno fa avevo messo un po' di stallatico.
Le piante purtroppo ricevono pochissimo sole diretto circa due ore nelle prime ore della mattina (sono su un balcone esposto a nord).
L'anno scorso sono morte due piante di gelsomino (forse) per innaffiature troppo abbondanti e conseguente marciume... Così mi hanno consigliato di aggiungere il lapillo.
Ho invasato altri due nuovi gelsomini facendo attenzione alle innaffiature aiutandomi anche con una sonda per verificare l'umidità del terreno.
Ad oggi le piante si presentano con gli stessi sintomi delle precedenti (morte).
Foglie che dapprima si sono "affloscoate" e scurite poi si sono macchiate e seccate.
Non so da cosa possa essere dovuto e non so cosa fare.
Escluderei come problemi:

1 l'esposizione (mi hanno detto che i rincosperma potrebbero anche sopravvivere senza problemi all'ombra, al massimo non fioriscono

2 l'innaffiatura, mentre l'anno precedente posso aver esagerato, dopo quell'esperienza sonp stato attento a non abbondare ed innafiare solo quando il terreno risultava secco.

3 parassiti o ruggine in quanto ho trattato la pianta con prodotti naturali in commercio nei vivai, adatti a quanto sopra citato

Ho il dubbio del terreno, secondo voi potrebbe essere?

Oppure ditemi voi, le ho provate un po' tutte e sono disperato.
Non vpglip rinuncoare assolutamente al gelsomino perché è la mia pianta preferita, la adoro.
Vi chiedo aiuto!!
Ho allegato qualche foto che spero vi aiuti.
 

Allegati

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angelone54

Guru Giardinauta
Ciao, ma hai controllato i fori di scarico? Se non sono ben aperti l'acqua in eccesso non fuoriesce e le radici marciscono. Sul fondo si mette l'argilla espansa, almeno 3 cm, il concime se si usa terriccio nuovo, non si deve utilizzare tanto meno sul fondo perché se va a contatto con le radici le brucia. Inoltre, l'orientamento a nord e quindi la mancata esposizione al sole diretto, non favorisce l'evaporazione dell'acqua contenuta nei vasi per cui le innaffiature devono essere parche.
 

lisyy

Esperta in identificazione delle piante
In base alla mia esperienza e alle diverse testimonianze di problemi relativi alla coltivazione del Trachelospermum jasminoides (falso gelsomino) in vaso, mi sono fatta un'idea dei problemi che potrebbe avere la tua pianta.
Poco spazio di coltura e scarsa qualità del terreno, in second'ordine l'esposizione e inesperienza del giardiniere (forse).
Tenendo conto, come primo fattore, che si tratta di un rampicante legnoso, robusto, rustico, vigoroso già la fioriera risulta, come spazio, insufficiente: io avrei osato un contenitore ben più largo largo e profondo almeno 40 cm. A parte questa mia opinione, tu i 30 cm di profondità a disposizione non li hai nemmeno utilizzati tutti, come si vede dalle foto, quindi se teniamo conto che avrai tolto un paio di cm per il drenaggio, posso ipotizzare che alla pianta mancano circa 10 cm di substrato e spazio utili. Potrebbe essere?
Ragionando invece sul terriccio universale utilizzato, hai potuto vedere anche tu che non è risultato sufficiente a sostenere lo sviluppo nel lungo periodo. I terricci da sacco sono troppo torbosi e leggeri, anche se addizionati a un concime come lo stallatico. E' la struttura del materiale che è poco nutriente e troppo leggera, si asciuga in fretta in superficie a contatto con l'aria e invece in profondità si compatta e trattiene eccessiva umidità. Così si rischia di esagerare con le irrigazioni con conseguenza di marciumi radicali.
Se ne avessi la possibilità, ti consiglierei di produrti una miscela di substrato composta da tre quarti di terra di campo e un quarto di un buon terriccio o compost, poi ci aggiungi qualche manciata di concime organico (stallatico in pellett o polvere, va bene) e di materiale drenante (sabbia di fiume o ghiaino fine).
Il gelsomino non mi sembra ancora morto, ti direi di togliere il secco e di provvedere ad un rinvaso:
- libera la vegetazione aerea dal supporto;
- estrai la zolla dal contenitore;
- con un seghetto taglia due fette di zolla di 10/15 cm su ciascuna estremità arrivando fino in fondo al pane di terra;
- poni un paio di cm di drenaggio (usa pure quel lapillo che hai, così come sta ora non serve a niente) in fondo alla fioriera e riempi con la miscela di substrato fatto. Irriga.
Ovviamente il periodo di confinamento potrebbe limitare l'approvvigionamento di terra buona per la miscela di substrato, usa allora lo stesso terriccio se ne hai ancora, sàppi, però che probabilmente dovrai rifare questa operazione una volta che si ripresenteranno le stesse problematiche.
Un falso gelsomino, coltivato in buon terreno e in spazio idoneo al suo sviluppo, non avrà nemmeno bisogno di trattamenti chimici: non si ammalerà.
Se procederai al recupero della pianta, provvedi inoltre a distanziare il treillage di supporto dal muro di sostegno di qualche cm, in modo che i tralci abbiano un minimo di circolazione d'aria e di spazio per crescere anche dietro.
Sperando, prima o poi, si possa tornare ad una vita più "libera" e tornare a frequentare amici, parenti e vivai e ad approvvigionarsi di quanto serve anche alla nostre piante.
 

Scaffu

Aspirante Giardinauta
Ciao Angelone54,
i fori sul fondo sono presenti e non otturati, l' acqua raggiunge il sottovaso.
In realtà sul fondo dei vasi di qualsiasi pianta metto sempre qualche cm di argilla espansa, anche in questo caso è presente, mi sono solo dimenticato di scriverlo.
Grazie mille per i consigli

Ciao, ma hai controllato i fori di scarico? Se non sono ben aperti l'acqua in eccesso non fuoriesce e le radici marciscono. Sul fondo si mette l'argilla espansa, almeno 3 cm, il concime se si usa terriccio nuovo, non si deve utilizzare tanto meno sul fondo perché se va a contatto con le radici le brucia. Inoltre, l'orientamento a nord e quindi la mancata esposizione al sole diretto, non favorisce l'evaporazione dell'acqua contenuta nei vasi per cui le innaffiature devono essere parche.
 

Scaffu

Aspirante Giardinauta
Ciao Lisyy,
direi che hai azzeccato praticamente tutto.
Mi piacciono molto le piante e adoro il gelsomino ma non ho una grande esperienza anzi...
Quindi ti ringrazio da subito per le spiegazioni e i consigli.
Partendo dalle dimensioni del vaso, purtroppo in commercio non ho trovato vasi di quelle dimensioni, lo cercavo da almeno 40 di profondità e 40 di altezza ma alla fine mi sono dovuto accontentare di questi.
Per il problema del gelsomino penso sia proprio quello che hai detto tu e Angelone54... Spesso in superficie è secco mentre se infilo il sondino in profondità risulta umido e credo sia proprio una concorrenza di terreno miscelato male e inadatto e mancanza di "altezza"
A questo punto mi conviene buttare tutto quel terriccio e ripartire daccapo come mi hai spiegato...
Purtroppo però in questo periodo ahimè non ho la possibilità di reperire tutto il necessario quindi devo intervenire con soluzioni di "emergenza" in attesa di tempi migliori.
Quindi se ho capito bene dovrei:

1-Tagliare una porzione di terra attorno al gelsomino in modo da ricavare un parallelepipedo di 30x30x "l'altezza" del terreno fino al fondo del vaso
2-Sollevare il tutto e ricoprire il fondo di lapillo o argilla espansa per aumentare il drenaggio (e quindi aumentare "l'altezza" del terreno all'interno del vaso

Per ora è sufficiente questo o posso fare altro? Ci tengo molto a questi gelsomini e li voglio salvare in ogni modo.

Scusa la mia inesperienza e i miei errori, ti ringrazio molto per la disponibilità e la pazienza e spero che tu mi possa aiutare e seguire finché i gelsomini non saranno sani e rigogliosi.

Grazie ancora!

In base alla mia esperienza e alle diverse testimonianze di problemi relativi alla coltivazione del Trachelospermum jasminoides (falso gelsomino) in vaso, mi sono fatta un'idea dei problemi che potrebbe avere la tua pianta.
Poco spazio di coltura e scarsa qualità del terreno, in second'ordine l'esposizione e inesperienza del giardiniere (forse).
Tenendo conto, come primo fattore, che si tratta di un rampicante legnoso, robusto, rustico, vigoroso già la fioriera risulta, come spazio, insufficiente: io avrei osato un contenitore ben più largo largo e profondo almeno 40 cm. A parte questa mia opinione, tu i 30 cm di profondità a disposizione non li hai nemmeno utilizzati tutti, come si vede dalle foto, quindi se teniamo conto che avrai tolto un paio di cm per il drenaggio, posso ipotizzare che alla pianta mancano circa 10 cm di substrato e spazio utili. Potrebbe essere?
Ragionando invece sul terriccio universale utilizzato, hai potuto vedere anche tu che non è risultato sufficiente a sostenere lo sviluppo nel lungo periodo. I terricci da sacco sono troppo torbosi e leggeri, anche se addizionati a un concime come lo stallatico. E' la struttura del materiale che è poco nutriente e troppo leggera, si asciuga in fretta in superficie a contatto con l'aria e invece in profondità si compatta e trattiene eccessiva umidità. Così si rischia di esagerare con le irrigazioni con conseguenza di marciumi radicali.
Se ne avessi la possibilità, ti consiglierei di produrti una miscela di substrato composta da tre quarti di terra di campo e un quarto di un buon terriccio o compost, poi ci aggiungi qualche manciata di concime organico (stallatico in pellett o polvere, va bene) e di materiale drenante (sabbia di fiume o ghiaino fine).
Il gelsomino non mi sembra ancora morto, ti direi di togliere il secco e di provvedere ad un rinvaso:
- libera la vegetazione aerea dal supporto;
- estrai la zolla dal contenitore;
- con un seghetto taglia due fette di zolla di 10/15 cm su ciascuna estremità arrivando fino in fondo al pane di terra;
- poni un paio di cm di drenaggio (usa pure quel lapillo che hai, così come sta ora non serve a niente) in fondo alla fioriera e riempi con la miscela di substrato fatto. Irriga.
Ovviamente il periodo di confinamento potrebbe limitare l'approvvigionamento di terra buona per la miscela di substrato, usa allora lo stesso terriccio se ne hai ancora, sàppi, però che probabilmente dovrai rifare questa operazione una volta che si ripresenteranno le stesse problematiche.
Un falso gelsomino, coltivato in buon terreno e in spazio idoneo al suo sviluppo, non avrà nemmeno bisogno di trattamenti chimici: non si ammalerà.
Se procederai al recupero della pianta, provvedi inoltre a distanziare il treillage di supporto dal muro di sostegno di qualche cm, in modo che i tralci abbiano un minimo di circolazione d'aria e di spazio per crescere anche dietro.
Sperando, prima o poi, si possa tornare ad una vita più "libera" e tornare a frequentare amici, parenti e vivai e ad approvvigionarsi di quanto serve anche alla nostre piante.
 

lisyy

Esperta in identificazione delle piante
In tempi di emergenza si fa quel che si può...
Io procederei così come ti ho detto:
- taglierei il secco, eliminando foglie e tralci scuri, fino a trovare le parti verdi o che producono l’attrice (attento che è tossico, appiccicoso e macchia);
- libererei i tralci dal supporto per riuscire più facilmente ad estirpare la zolla dal contenitore;
- asporterei parte del pane di terra ormai esaurito con un seghetto, portando via così il feltro radicale troppo fitto;
- rifarei il drenaggio, con un paio di cm di ghiaia, cocci o, in mancanza d’altro, lapillo che già possiedi;
- miscelerei del terriccio con lo stallatico e la sabbia di fiume, se non c’è altro, formando una base su cui poggiare il nuovo pane radicale ridotto fino a raggiungere l’altezza adatta a lasciare meno spazio possibile al bordo della fioriera, perché il substrato con le irrigazioni si compatterà e ridurrà di volume;
- una bella irrigata, controllando che l’eccesso di acqua riesca a scolare bene dalla fioriera.
Alla ripresa, puoi mettere del concime granulare per arbusti fioriti per sostenere il nutrimento della pianta.
Penso che più di questo non si possa fare, in tempi di crisi.

p.s.: nel sottovaso aggiungi uno strato di sassi o di lapillo in modo che la base fioriera poggi su materiale drenante, aiuterà a scolare l’eccesso di acqua e lasciarla ventilata anche sotto.
 

Scaffu

Aspirante Giardinauta
Ho iniziato subito!!
(voglio salvarle a tutti i costi) Ho notato che le foglie sono praticamente tutte secche(le piante sono rimaste spoglie).
Con mio grande atupore però ho constatato che praticamente ogni ramo è ancora verde, anche le estremità e da molti (tra quei pochi che ho tagliato perché sembravano secchi) esce un liquido bianco (immagino si tratti dell'attrice, come mi dicevi)
Per una delle due piante ho proceduto con "l'operazione al terreno" e ho notato due cose che non mi aspettavo:

#sembra quasi che il vecchio terriccio (quello del vaso originario con cui mi è stato venduto) con tutto l'apparato radicale non si sia mai "amalgamato" con il terriccio della fioriera in cui l'ho messo.
Sembra che l'apparato radicale non si sia mai sviluppato nel nuovo terriccio.
Tant'è che estraendolo è venuta via la vecchia forma del vaso di vendita.

#il terriccio non era umido, soprattutto quello attorno alla forma del vecchio vaso (come ho spiegato sopra)

A questo punto mi viene da pensare che ho sbagliato qualcosa quando ho messo a dimora il gelsomino nel nuovo vaso.

Per ora sono intervenuto sulla pianta che è prova di nuovi (ma piccoli) germogli, devo ancora intervenire su quella con i germogli ma aspetto il tuo "semaforo verde".
Se dovessi avere bosogno di foto per capire meglio chiedi pure e le pubblicherò.
Grazie ancora!


In tempi di emergenza si fa quel che si può...
Io procederei così come ti ho detto:
- taglierei il secco, eliminando foglie e tralci scuri, fino a trovare le parti verdi o che producono l’attrice (attento che è tossico, appiccicoso e macchia);
- libererei i tralci dal supporto per riuscire più facilmente ad estirpare la zolla dal contenitore;
- asporterei parte del pane di terra ormai esaurito con un seghetto, portando via così il feltro radicale troppo fitto;
- rifarei il drenaggio, con un paio di cm di ghiaia, cocci o, in mancanza d’altro, lapillo che già possiedi;
- miscelerei del terriccio con lo stallatico e la sabbia di fiume, se non c’è altro, formando una base su cui poggiare il nuovo pane radicale ridotto fino a raggiungere l’altezza adatta a lasciare meno spazio possibile al bordo della fioriera, perché il substrato con le irrigazioni si compatterà e ridurrà di volume;
- una bella irrigata, controllando che l’eccesso di acqua riesca a scolare bene dalla fioriera.
Alla ripresa, puoi mettere del concime granulare per arbusti fioriti per sostenere il nutrimento della pianta.
Penso che più di questo non si possa fare, in tempi di crisi.

p.s.: nel sottovaso aggiungi uno strato di sassi o di lapillo in modo che la base fioriera poggi su materiale drenante, aiuterà a scolare l’eccesso di acqua e lasciarla ventilata anche sotto.
 

lisyy

Esperta in identificazione delle piante
Visto che il pane radicale di partenza non si è allargato nel nuovo substrato, cerca di muovere le vecchie radici con le mani, delicatamente, aprendole all’esterno della forma che hanno preso (cioè quella del vaso del vivaio), sia dal fondo che tutto attorno. Oppure pratica dei tagli in verticale direttamente sul pane radicale, così spezzerai il moto a vortice delle nuove radici e le stimolerai a svilupparsi anche all’esterno.
 

angelone54

Guru Giardinauta
Ottime spiegazioni da lisyy sulle quali concordo perfettamente. Faccio solo un appunto riguardo al tipo di terriccio da utilizzare anzi, un esempio. In un vaso fatto a brocca, di dimensioni ridicole, vive da oltre 30 anni un rincospermo rinvasato con terriccio acquistato nei grandi magazzini. Tutti gli anni è in fiore, ovviamente la sua fronda è molto limitata però non mi ha mai dato alcun problema. Questo per dire, e questo è l'appunto,che fosse dipeso dal terriccio quella pianta l'avrei dovuta perdere l'anno successivo. Rileggendo il post di Scaffu rilevo: impiego di sottovaso e mancata apertura del pane delle radici prima di inserirlo nel substrato. Per come la vedo io la causa del deperimento di quelle piante è dovuto all'asfissia dell'apparato radicale dovuto all'acqua stagnante. Probabilmente alcune radici sono ancora sane per cui la pianta in qualche modo reagisce ed è giusto adoperarsi come consigliato. Buon lavoro
 

Scaffu

Aspirante Giardinauta
Ho fatto tutto come da procedura consigliata...
Adesso i gelsomini sonobspogli (ho tolto tuttevle foglie secche che si staccavano toccandole)
Uno dei due gelsomini ha dei germogli, l'altro ne ha 4 contati e non "crescono"
Cosa faccio? Rimango in attesa senza far nulla? Posso fare qualcosa?
Quanto mi consigliate di bagnare? (ricordo che l'esposizione è a nord e rimangono quasi tutto il giorno all'ombra quindi la terra rimane comunque umida anche senza bagnarla)
Non riesco a capire se le foglie secche (ma rami tutti verdi e vivi) e il suo stato attuale siano dovuti a carenza d'acqua o a ristagni (la terra è umida non eccessivamente e le radici non sono in un terreno bagnato)
Il mio problema principale dovuto al l'inesperienza è capire se il terreno è troppo umido da non dover essere bagnato o umido ma non abbastanza e quindi le foglie seccano.
 

angelone54

Guru Giardinauta
Ok, dando per buono il drenaggio dentro i contenitori ed allontanato il sottovaso direi che, vista l'esposizione a nord, le innaffiature devono essere effettuate quando il substrato superficiale è asciutto. Per evitare fregature ti consiglio però, prima di innaffiare, di infilare un bastoncino in profondità. Se il terriccio è umido si appiccica al bastoncino; se è secco rimane pulito.
 

lisyy

Esperta in identificazione delle piante
Dai tempo alla pianta di recuperare dallo stress del rinvaso. Finché ci sono tralci verdi, lascia fare a lei, deve riadattarsi alla nuova situazione. Per ora non preoccuparti che soffra di disidratazione, non c’è ancora il caldo estivo, ma la tua ansia da prestazione può fare peggio. Perciò limitati a guardare da lontano e aspetta.
 
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