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espianto quercia in natura

federico.bartolini3

Aspirante Giardinauta
ciao a tutti sono nuovo del forum ma adoro le piante e mi piacerebbe apprendere la tecnica per ottenere bonsai ho a casa una pianta di quercia che è cresciuta ne posto sbagliato e dovrei toglierla cosi ho pensato di provare a trasformarla in un bonsai...potete darmi dei consigli sul periodo migliore per espiantarla e per come effettuare l' operazione grazie..
 

Greenray

Esperto di Bonsai
Ciao e benvenuto.

L'operazione a cui alludi in gergo bonsaistico si chiama yamadori ed io l'uso non per usare un misterioso termine esotico, ma per praticità.
Il procedimento è quello di praticare un solco cirolare intorno alla pianta, che poi scenda in profondità verso il centro.
Dall'altezza della pianta si stima approssimativamente il RAGGIO che deve avere il cerchio che disegnaerai sul suolo ed in seguito sarà anche il RAGGIO della semisfera che asporterai e che tratterrà in essa la tua quercia.

Prima di metterti a scavare, ti raccomando di rendere priva di qualsiasi ostacolo la zona intorno alla pianta, fai proprio terra bruciata, non lasciare niente, rami, foglie, altre piantine: leva tutto ciò che ostacolerebbe il lavoro!

Scavando sempre più la semisfera comincerà a vacillare (o a sgratolarsi come una volta è successo a me), quindi devi sostenerla ad esempio con carta da giornale appallottolata.

Durante lo scavo cerca di rispettare le radici, ma alla fine, verso il basso, non ti sarà più così facile, questo dipende anche dalle dimensioni del solco.
Inoltre alla fine troverai il "fittone", cioè quella radice che nei primi anni di vita di una pianta ha il preciso compito di tenerla ancorata al suolo.
Il fittone è invece inutile nei bonsai e dovrai tagliarlo il più possibile, sempre però trovando un compromesso che non levi anche le altre radici.
Nei bonsai, l'ancoraggio della pianta al vaso, lo avrai già visto, è affidato ad un filo metallico.

Quando eseguirai lo spostamento, mantieni l'umidità della terra (in questo periodo è più facile e meno importante)

Io ti consiglio di scaraventare tutto in un grosso vaso semisferico, integrando la terra che manca e rimandando altre operazioni in primavera.
Potresti anche, se consigliato e seguito da esperti, far tutto ora.
Dopo esserti preparato un adeguato terriccio (la cosa è da approfondire), metti tutto su di un bel tavolo ed inizia a rimuovere la terra rispettando le radici.
Alla fine anche le radici dovranno essere "regolate" secondo le necessità.
Poi preparato il vaso, il fondo, il filo un po' di terriccio, potrai finalmente metterci la pianta, curando però che non rimangano "bolle d'aria" (approfondire).

Non ti consiglio tuttavia di essere precipitoso, perché una pianta prima di diventare un bonsai deve crescere opportunamente per un certo tempo che, da quanto leggo è sempre superiore ai 3-5 anni a seconda delle essenze.
In tal periodo la pianta è bene che non sia sacrificata in un vasetto bonsai, ma che cresca intensamente, seppur controllata.

La mia risposta ha molte lacune, sia per ovvi motivi che per le lacune che io stesso ho.
Vedrai però che definendo tutti i punti con chiarezza il tuo obbiettivo sarà raggiunto.

Dimenticavo: questo periodo forse non è in assoluto il migliore, ma è comunque un buon periodo, perché la pianta è in "Stand-by"
Forse il miglior periodo rispetto a tutti è la fine dell'inverno, (dipende dalla latitudine e dal clima) o comunque quel periodo che precede di poco lo sviluppo delle gemme.

Ciao
 
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aurex

Esperto di Bonsai
mi accodo a quanto detto da greenray, ed in linea generale, parlo per esperienze fatte anche raccimolando qualche consiglio in questo forum, il periodo migliore è la primavera quando c’e il risveglio vegetativo e la linfa inizia nuovamente a scorrere lungo i vasi linfatici. Questo permette di avere una reazione immediata dell’esemplare alla raccolta , considerando anche il fatto che quando svolgiamo questa delicata operazione per prima cosa andiamo ad intaccare l’equilibrio che la pianta si era creata nel luogo di crescita ed inoltre , molte volte ,andiamo ad alleggerirne sia il pane radicale che la chioma.
Dico questo perché non è sempre vero che se la pianta vegeta subito dopo la raccolta , ma capita ,non di rado, che vi sia un inizio di vegetazione dovuta alla linfa in circolo e poi un collasso che può avvenire anche a distanza di parecchi mesi.

In linea di principio ho notato che se lo yamadori supera senza difficoltà il calore di Agosto l’attecchimento è assicurato , anche se ho sentito di esemplari di mugo morti anche un anno di distanza dalla raccolta, ma questo è un valore che varia da essenza ad essenza.

Un altro periodo dell’anno durante il quale è possibile la raccolta è l’autunno . A seconda delle zone si può andare dalla fine di Settembre fino anche all’ultima settimana di Ottobre.
In questo periodo gli esemplari si stanno preparando alla stasi vegetativa invernale quindi diminuiscono il proprio ciclo vegetativo .
Personalmente ritengo che l’unico punto a sfavore della raccolta autunnale sia il fatto che l’esemplare dovrà passare tutto l’inverno in una situazione abbastanza pericolosa dovuta alle basse temperature, se proprio vuoi rischiare devi comunque, oltre ad eseguire questa operazione nel migliore dei modi, provvedere a tener ben riparata la pianta dal freddo e dal gelo.
concludo eprimendo cmq il mio parere che la cosa migliore da fare è aspettare la primavera......se poi vuoi fare una cosa un tantino diversa, se la pianta non ha un tronco ecessivamente grande, potresti fare una bella margotta staccandola non appena sicuro della radicazione della stessa.
come sempre cito un bel lavoro fatto da francobet su di una quercia che ben presto mi accingerò ad imitare....:Saluto:
 

francobet

Moderatore Sez. Bonsai
Membro dello Staff
concordo con quanto suggerito.
io comunque sceglierei a fine inverno, però okkio perchè la quercia
1° ha un fittone lunghissimo e quindi controlla se ha capillari alti se no desisti o applica una margotta.
2° le quercie hanno l'apparato radicale che vive in siombiosi con un fungo, che si chiama micorrizza, e senza di questa la pianta non vive, quindi controlla se esiste una specie di muffetta bianca a forma di ragnatela, e se si , ovviamente, non toglierla.
3° le querce hanno un risveglio molto tardivo già di per se, e se le espianti può anche darsi che non ti facciano foglie fino a maggio, quindi tieni sempre monitorato la pianta, somministra stimolanti e tienila all'ombra-
4° come detto da aurex, non pensare di fare qualciasi lavorazione prima di almeno 1 anno, o se è di dimensioni consistenti anche 2 ( ho ancora il magone a pensare all'esemplare che ho perso in gioventù dalla fretta....).
 

aurex

Esperto di Bonsai
il fittone giusto....per questo i bonsai di quercia hanno bisogno di un vaso più profondo...giusto?...ed è proprio il fittone che rende questa essenza difficile da spiantare...io ci ho rinunciato ....
 

francobet

Moderatore Sez. Bonsai
Membro dello Staff
già.
a patto che non sia in terreni particolari dove il fittone non si sia potuto sviluppare.

pensa che una quercetta di 5 cm di 1 anno con solo 2 foglie, avrà un fittone di 10-12 cm minimo!
una volta ho seminato ghiande in una scatola di polistirolo lasciata in terra: ha bucato il polistirolo e piantato in terra!!!
 

Greenray

Esperto di Bonsai
fittone

il fittone giusto....per questo i bonsai di quercia hanno bisogno di un vaso più profondo...giusto?...ed è proprio il fittone che rende questa essenza difficile da spiantare...io ci ho rinunciato ....

Non sono d'accordo.
Dopo una sufficiente crescita iniziale il fittone è del tutto inutile, perlomeno nei bonsai.
Il fittone va rispettato quando la pianta è giovanissima e deve ....reggersi sulle sue gambe, quindi sarebbe poco gentile mozzargliele, ma anche dopo un annetto il fittone lo si può eliminare senza troppi riguardi, curando esclusivamente le altre radici.
Non credo che per le varie quercie vi siano differenze per la profondità del vaso bonsai, ma solo nella fase di crescita (vivaio) semmai.
Trattandosi poi di uno yamadori l'oggetto della discussione, il fittone è solo un disturbo per l'espianto, una seccatura, un disagio e lo si può (lo si deve) eliminare. Purtroppo è l'ultima radice che si incontra scavando.

Quindi perché hoi rinunciato?

Motivi per rinunciare.
Un motivo che conosco per la farnia è la facilità con cui viene attaccata dallo oidio, ma solo quando la pianta è piccina, dopo i due anni non ne risente più, è quasi immune.
Discorso diverso è il cerro che lo oidio non sa nemmeno cos'è.
Sono cose che non pretendo di insegnare, ma cose che sto imparando e magari confondendo, quindi chiunque si senta di dovermi tirare le orecchie perché non è d'accordo con quanto scrivo sarà ringraziato.

Ciao
 
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il conte verde

Maestro Giardinauta
Ciao Green,
nessuna tirata d’orecchie, quello che dici è corretto, il problema delle querce, specialmente se giovani, è che spesso presentano solo il fittone e le radici laterali originano da questo, spesso a grande profondità. Più volte ho rinunciato, dopo aver scavato in profondità, pensando che le possibilità di attecchimento sarebbero state troppo esigue.
 

Greenray

Esperto di Bonsai
insisto un po'

Ciao Green,
nessuna tirata d’orecchie, quello che dici è corretto, il problema delle querce, specialmente se giovani, è che spesso presentano solo il fittone e le radici laterali originano da questo, spesso a grande profondità. Più volte ho rinunciato, dopo aver scavato in profondità, pensando che le possibilità di attecchimento sarebbero state troppo esigue.

La mia esperienza è solo indiretta, sono stato testimone (novembre/dicembre) dell'espianto dal vivaio di decine di farnie e cerri, messi poi "in tagliola" (*) per attendere la successiva rimozione per essere poi messi a dimora nel bosco.
Anche io ho visto prevalere i fittoni delle giovanissime querce al punto da non notare quasi nemmeno le altre radici, che come tu dici Conte, sono originate proprio a partire dal fittone.
In fase di espianto i fittoni venivano DRASTICAMENTE annientati ed anche delle altre radici rimaneva, per un profano come me, ben poco perché potessero sopravvivere e tantomeno ri-attecchire in un suolo non così curato come quello del vivaio.
In barba ai miei timori (leggo che sarebbero condivisi) il numero di quercie che abbiamo perduto è stato davvero insignificante.
Quindi anche se ...incredulo insisto: provateci! Probabilmente le piante non sono capaci di esprimere il coraggio, ma se di questo fossimo tentati di vantarci, ricordiamoci prima che non hanno nemmeno le nostre paure.

Logicamente io mi sono riferito a piante in terra piena, con una enorme massa termica, non paragonabile a quella di un minuscolo vaso bonsai.


(*) Tagliola: credo sia in gergo, lo stato di "parcheggio" di piante espiantate, in cui si fa in modo che resistano per un tempo limitato e che la successiva prossima estirpazione sia molto meno dolorosa/laboriosa della precedente.
Non ci si occupa in questa fase della crescita, sviluppo o altro, ma della sopravvivenza e della difesa dal possibile gelo con montagne di foglie morte che coprono la base delle quercie alloggiate in un terriccio soffice.


Ciao ancora a tutti
 
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aurex

Esperto di Bonsai
e si...il fittone delle quercie non và accorciato neanche nei soggetti giovani...per questo ne ho adottata una bella e fatta....come si fa a rinunciare ad un bonsai di quercia?:Saluto:
 

il conte verde

Maestro Giardinauta
Ciao Green,
è un’esperienza senz’altro interessante la tua. Probabilmente noi piccoli bonsaisti ci preoccupiamo troppo per le 2 o 3 piantine che preleviamo, magari scelte per una particolare formazione del tronco che ci attira e ci dispiace se non sopravvivono. Nei vivai, trattandosi di decine o centinaia di piante, e non essendo un grosso problema seminarne in quantità, si può agire certamente con più disinvoltura.
 

Greenray

Esperto di Bonsai
Ciao Green,
è un’esperienza senz’altro interessante la tua. Probabilmente noi piccoli bonsaisti ci preoccupiamo troppo per le 2 o 3 piantine che preleviamo, magari scelte per una particolare formazione del tronco che ci attira e ci dispiace se non sopravvivono. Nei vivai, trattandosi di decine o centinaia di piante, e non essendo un grosso problema seminarne in quantità, si può agire certamente con più disinvoltura.

Hai sicuramente ragione.
Nell'esperienza a cui mi riferivo, una certa disinvoltura è indispensabile, nel senso che non possiamo "coccolare" una pianta come invece io, "piccolo bonsaista" vorrei fare, portandomela a casa per curarla o stravaganze del genere, ma dobbiamo essere pratici, tempestivi ed efficaci davanti alle numerose difficoltà che le numerose piante del vivaio incontrano già prima della semina (parassiti, bruchi vari, topi, uccelli, clima), alla nascita (oidio, lepri, siccità, talpe e topi) fino alla loro "adolescenza" e quando si agisce si deve farlo in fretta.
Tuttavia i nostri numeri sono considerevoli in assoluto, ma si basano sull'accumulo di "ondate produttive" (non mi sento di chiamarle lotti) di molte decine, centiaia di piante, quindi sono tali da non consentirci di sottovalutare gli insuccessi che anche se pochissimi non sono uguali a zero.
Naturalmente se applicassimo questa piccola quantità di insuccesso ad una pianta significherebbe che non potrebbe sopravvivere al 100% come invece pretende chi fa lo yamadori.
Riportato su due piante significherebbe che una sopravviverebbe e l'altra no.
Solo aumentando il numero complessivo di piante, la inevitabile percentuale di insuccesso diventa accettabile.
Non si può suggerire ai bonsaisti di fare altrettanto.

Toh! Guarda, hanno cambiato il template del sito!
 
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