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Epidendron?

valentina

Giardinauta
L'altro giorno mi sono lasciata tentare e ho acquistato un varietà di orchidea che pare si chiami Epidendron, ma non so nulla
di questa specie.
Che faccio, la tratto come le tutte le altre (Phalenopsis, Miltonia, Cymbidium o devo sapere qualcosa in particolare?

p.s.: non mi aiuta proprio nessuna a proposito del mio post "Phal moccia"???
 

Pietro Puccio

Appassionato di palme e piante tropicali
Ciao,
Epidendrum è un genere ricco di specie e vasto come distribuzione ma, almeno ai miei tempi, poco commercializzato, quindi non ho idea di quale specie possa trattarsi. Potrebbero essere utili quindi ulteriori indicazioni anche se da parte mia non avrei molto da dire, visto che l'unico Epidendrum che conosco bene è il radicans che coltivo in giardino da anni, come qualsiasi altra pianta (è rustico e sopporta anche qualche puntata intorno allo zero). Quindi a meno che non intervengano altri, nota la specie potrei dirti ciò che tu stessa puoi trovare sui libri o in rete. Naturalmente se hai difficoltà di collegamento posso farlo io e riferirti.
Per la Phalaenopsis, potrebbe trattarsi di disidratazione, ma lo ritengo improbabile visto che di solito si tende ad esagerare con l'acqua ed inoltre le altre non presentano questo problema; oppure (purtroppo) distruzione dell'apparato radicale proprio per eccesso d'acqua. Ti consiglio in primo luogo di aspettare i consigli di altri ;) e, in mancanza, di controllare l'apparato radicale, se è distrutto, svasa e rinvasa in nuovo composto, tratta con un fungicida e poni in un posto umido ma con un discreto movimento dell'aria.
Saluti
Pietro Puccio
 
R

RINO

Guest
Giustamente detto dal grande Puccio l'Epi. conta più di mille specie che spaziano tra i bassi tropici alle alte quote dei climi alpini......
per la Phal. è possibile anche un colpo di freddo !
Ciao
 
G

Giulio

Guest
E' una roba tipo questa?

epidendrum_ballerina_004.jpg


Suppongo che no, non puoi trattarla come phalaenopsis, miltonia e cymbidium per il semplice fatto che non puoi trattare miltonia, phalaenopsis e cymbidium allo stesso modo :rolleyes:
Cioè, la phal vuole caldo e poca luce, i cymbidium freddo e molta luce, la miltonia una via di mezzo. Ecco, casomai puoi trattarla come la miltonia ma con più luce, meno acqua e composto più grossolano.
Ciao
Giulio
 

valentina

Giardinauta
La pianta mi pare proprio quella della foto, ma scusa se dissento dalla tua affermazione: a parte i Cymbidium che tengo in luogo più freddo, tutte le mie altre Phalenopsis e Miltonia abitano tutte insieme davanti alla finestra della cucina, luminosissima, anche con sole direttoe e ti assicuro che fioriscono alla grande.
Io la storia che i Cymbidium necessitano di poca luce proprio non la capisco o saranno i miei ad essere strani?
 
G

Giulio

Guest
Sono le phal volere poca luce, non i cymbidium

Non ho dubbi che tu le tenga in un luogo luminoso (la finestra è esposta a est? sud? ovest?) ed è bene così, ma se è una luminosità che va bene alle phalaenopsis (ed evidentemente gli va bene), non ci terrei un cymbidium, una cattleya o peggio ancora una vanda (per inciso ... neanche un epidendrum).
Liberissima poi di fare come ti pare :cool:
 

valentina

Giardinauta
Scusa TEX, mi sono confusa come al solito, intendevo dire Phalenopsis. Tutti continuano a dire, vedi messaggio di Giulio (testuali parole "Phal vuole caldo e poca luce") ma come dico, le mie stanno benone in piena luce e anche con il sole. Certo, in estate tiro un po' la tenda altrimenti le cuocio, ma per il resto godono dei raggi diretti del sole.
 

Pietro Puccio

Appassionato di palme e piante tropicali
Ciao a tutti,
la poca luce per le Phalaenopsis (o almeno non per tutte) non è un imperativo. Gli ibridi di P. in commercio sono a mio parere tra le orchidee più facili da coltivare, anche in appartamento, proprio per la loro maggiore adattabilità. Ho coltivato, e coltivo, P. sia in penombra che sotto i vetri della serra, senza alcun ombreggiamento, anche in estate, tranne quello intrinseco del vetro e della.... sporcizia. Ad es. la foto sottostante è quella della stessa pianta dello scorso anno (è in quella posizione da 4) e come si può vedere dalla seconda foto è a circa 40 cm dai vetri di copertura. Ne ho un'altra che sta da 12 anni ancora più vicino e che non mostro per decenza.
Saluti
Pietro Puccio

Phalpuccio05.jpg

Phalpuccio08.jpg
 
G

Giulio

Guest
Pietro, hai delle phalaenopsis di ferro

A me, con il telo al 50%, sono venute fuori delle bruciature sulle foglie.
ciao
Giulio
 

Pietro Puccio

Appassionato di palme e piante tropicali
Caro Giulio,
non sono di ferro (o di plastica ;) ), sono ibridi da un miliardo di copie venduti a prezzi stracciati dopo le festività o regalati da amici un secondo prima di essere irrimediabilmente perduti. Naturalmente se l'esposizione a tali intensità di luce non è graduale (molto), non solo le bruciature sono assicurate, ma a volte anche la morte della pianta.
Ciao
Pietro
 

rita finocchi

Giardinauta
Scusa Pietro,
che vuol dire -"Naturalmente se l'esposizione a tali intensità di luce non è graduale (molto), non solo le bruciature sono assicurate, ma a volte anche la morte della pianta."-
Vuol dire che hai abituato gradualmente la tua pianta a stare alla luce forte e cosi' facendo la pianta si abitua?
rita
 

Pietro Puccio

Appassionato di palme e piante tropicali
Ciao Rita,
scusami ma spesso nel sintetizzare si può essere oscuri.
Non dico ovviamente nulla di nuovo ma è per essere certo di essere chiaro: se uno di noi dopo un anno di lavoro al chiuso nel mese di agosto si espone (eventualmente) in costume ai raggi diretti del sole per tutta la giornata potrebbe, come è noto, non arrivare alla sera. Se invece si espone gradualmente in modo da dare all'organismo il tempo di adattarsi alla nuova situazione non succede alcun danno. Questo però non è valido per tutti gli individui, in vario grado molti non riescono a sintetizzare a sufficienza la melanina e sono quindi sempre più o meno a rischio.
Qualcosa di analogo vale per le piante. Non si possono adattare, a meno di non fare intervenire l'ingegneria genetica, tutte le piante a tutte le situazioni ambientali che vogliamo, ma occorre che la possibilità di adattamento sia insita nel codice genetico. Fermo restando che il passaggio dall'ombra al sole, anche se geneticamente possibile, non può e non deve avvenire bruscamente in quanto i tessuti non sono in grado di mutare la loro consistenza, occorre dare il tempo alla pianta di produrre progressivamente nuova vegetazione adatta alla diversa situazione.
Le Phalaenopsis, o meglio i progenitori di questi ibridi, vivono sugli alberi (o sulle rocce) e quindi presumibilmente in ombra, ma l'ombra dei tropici può essere più luminosa ad es. del pieno sole invernale dell'Italia settentrionale.
In conclusione gli ibridi di P. possono vivere sia in ombra che alla (nostra) luce solare filtrata, perchè geneticamente 'consentito' ma, ripeto, se il passaggio brusco dalla luce all'ombra non provoca danni, il contrario può al limite essere mortale.
Pietro
 

rita finocchi

Giardinauta
Peccato, avevo sperato che si potessero in qualche modo abituare a condizioni a loro non congeniali se lo si faceva molto gradualmente.
grazie rita
 
G

Giulio

Guest
Caro Pietro, lo so' perfettamente che vanno esposti in maniera graduale. Ma la gradualità pensavo che ci fosse stata, visto che la pianta era ferma in quella posizione da novembre e la bruciatura si è verificata ad aprile. Mah ... non passa giorno che non riesca ancora a stupirmi di qualcosa.
Giulio
 

Pietro Puccio

Appassionato di palme e piante tropicali
Giulio,
se la bruciatura è avvenuta sulle vecchie foglie non è poi tanto strano, del resto l'aumento dell'intensità luminosa in primavera è notevole. Oppure può essersi trattato di un effetto "lente", io ho usato vetro trasparente martellato per avere luce diffusa senza eccessiva attenuazione.
Ciao
Pietro
 
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