Eccomi spostato su questa discussione!
Nell'altro post, ho detto che questa pianta non è un bonsai.
L'ho detto perchè non credo che sia dotata delle caratteristiche tali che la definiscono un bonsai.
Credo che le caratteristiche fondamentali che definiscono un bonsai, sono la triangolarità, la proporzionalita' tra tronco e chioma e la conicita' del tronco.
Queste caratteristiche definiscono una rappresentazione artistica della pianta.
La nostra pianta è un ficus ginseng la cui specie è nata e si è sviluppata nelle foreste tropicali, molto spesso nelle paludi, e per "catturare" piu' aria possibile, la pianta sviluppa queste grosse radici aeree.
Quello che voglio dire è che ora bisogna educarla a bonsai cercando di mantenere come linea guida le caratteristiche fondamentali che ho mensionato.
Bentrovati\e,
leggendo le (impeccabili) osservazioni qui riportate dal buon Bonsailab (ti invio un saluto particolare), mi è venuto da pensare circa la definizione di "bonsai".
Mi gioco la mano destra che Bonsailab segue o ha seguito corsi o scuole di bonsai. Lo percepisco dal rigore orientale con cui immagina, idealizza "il bonsai". Mi sta bene, ma talvolta mi chiedo perchè un più o meno piccolo albero, posto in un vaso debba essere necessariamente visto con l'occhio del Gran Maestro Giapponippo...
In poche parole, chi ha deciso che la miniaturizzazione degli alberi è solo e soltanto roba orientale?
L'arte o il gusto (perchè alla fine di questo si parla) sono percezioni soggettive, al limite culturali e talvolta sorrido nel vedere mostre o manifestazioni Bonsai dove tutti parlano Nippo, mangiano Nippo, si vestono con ridicoli Kimoni e disprezzano qualunque lavoro non si pieghi alle regole giapponesi pur vivendo a Roma (sempre MAGGICA!!!) o Milano ...
Io ho dapprima cercato di capire, comprendere e seguire questo orientamento, poi -intellettualmente e manualmente anarcoide come sono- ho abbandonato il tentativo di rincorrere i vari stili Bankan, Moyogi, chokkan etc. e mi sono orientato verso quell' indefinibile stile libero che i puristi definirebbero "akkakkiodikane"
e che tende ad assecondare la crescita della pianta senza "costringerla" in posizioni anomale o vasi ridicoli. Se qualcuno conosce lo Stile Cinese (quasi dimenticato) sa di cosa parlo....
Se trovo qualche esempio decente ve lo posto.
Quindi, perchè non cercare di lavorare su una pianta come il F. Ginseng, cercando di conservarlo più o meno piccolo e armonioso?
Poi ad esempio mi chiedo, perchè mai la NOSTRA essenza, che è l'olivo, dovrebbe seguire le regole scritte da chi di olivi non ne ha mai visti?? Infatti, l'olivo tende ad essere collocato in vasi sproporzionati rispetto alla regola (lunghezza vaso= 3\4 dell'altezza albero, altezza vaso = diametro del tronco etc) che gli assicurano un ambiente più consono per vegetare, fiorire e fruttificare (un olivo senza olive è come Bartali senza bicicletta)...
Pensiamo solo che qualunque essenza può esser messa in un vaso e fatta crescere lì, con le dovute cure.
Il risultato, poi, dipende dall'idea che si ha, di ciò che si vede nella pianta, dalle proprie capacità, dall'estro, dalla fantasia, dal caso, da Dio (se ci si crede), dalla Natura (in cui io credo), dall'ispirazione, da............ qualunque cosa che richiuda il cerchio e ci riporti all'inizio: stiamo trattando un essere vivente.
Per dire, la pianta di Lavi a me suscita alcune emozioni (il disgusto nel vedere in che vaso è costretta a vivere, innanzitutto
) a prescindere dalla triangolarità (trovo attraenti i "radicioni", tra i quali vedo -tra qualche anno- un blocco di lava scura o rossa quasi stritolato, a fare un tutt'uno tra la terra e l'albero. Lo vedo in un vaso a tamburo o a ciotola, anche in gres naturale, con del muschio intorno...) o dalla conicità che -evidentemente- in un'essenza del genere sarà difficile ottenere...
Tutto qui.
lavi, tu ci vedi un bonsai? Allora ciò che sai fare, o sogni di saper fare, inizialo. L'audacia ha in sè genio, e potenza, e magia.
Lo diceva uno che di arte se ne intendeva più di me, e aveva ragione.
salutoni
Er sor Marchese