Miciajulie,mi fai ricordare la mia adolescenza e successiva giovinezza.Effettivamente se mi dicessero che potrei avere la possibilità di tornare indietro a quegli anni,penso proprio che rifiuterei.E' stato un brutto periodo,per me lungo quasi un'era geologica.
Ne ho fatta tantissima anch'io di tappezzeria nelle feste,altrochè.Ricordo che eravamo in due,e per "vendetta" ci spazzolavamo tutto il buffet,mangiando a morire,cosicchè i danzanti- pomicianti non trovassero nulla.E chiaramente cio' aumentava il nostro peso e diminuiva l'autostima.
Ricordo che ,una volta,una ragazza organizzatrice di una festa,chiese ad un ragazzo invitato di farmi ballare.Io mi accorsi del magheggio,anche perchè lui non nascose il suo "scocciamento"nell'avvicinarmisi: io lo respinsi con sdegno e rabbia,distribuendo generosamente dei vaff...
Ricordo che fui oggetto di pesante scherno da parte dei miei compagni di classe che si accorsero di una certa tenerezza che avevo verso uno di loro,e della crudeltà con cui lui si avvento' contro di me perchè considerava questa cosa un affronto in quanto ero "brutta".
Sicuramente i miei brufoli, gli occhiali, il corpo un po' rotondo per i cambiamenti ormonali in corso,un po' d'impaccio in realtà saranno stati quelli di tante altri/e,ma io,a detta loro, "ero brutta" .
Già mi vedevo male io,e questo giudizio esterno,crudele e ingiusto,mi suono' come sentenza inappellabile,definitiva.
Adesso so che,magari,pure loro si sentivano brutti e stupidi,e insicuri,e si difendevano a loro volta, dal rifiuto, così.
Questa cosa mi fece pero' proprio molto male e imparai a comportarmi di conseguenza,tenendo lontani i ragazzi io per prima,in modo che la cosa non si ripetesse.
IL mio cuore fu chiuso per anni,e nessuno ci entro' mai veramente,perchè non fosse ferito,per proteggermi.
Fino a quando non arrivo' nella mia vita mio marito.
Assunsi modi bruschi e scostanti, perchè gli altri non mi scostassero.
Le mie armi erano l'ironia e il sarcasmo,a volte proprio pesanti.Mi difendevo,a volte offendevo per prima per non farmi offendere.E chissà che avrei dato,in realtà,per un po' d'affetto,se non d'amore.
Il mio regno per un gesto gentile.
Ero dura, dura, rocciosa, quasi fatta d'adamantio, acida peggio dello yoghourt,eppure dentro c'era un cuore di pasta di mandorle,ma non doveva saperlo nessuno.Non piangevo mai,se non raramente,quando non ne potevo più,quando ero sicura di essere sola e non vista da nessuno.
mi dicevano insensibile,quasi cinica,e invece...
E quasi nessuno conosceva la mia dolcezza,solo i bambini, gli animali,le piante,a parte i miei.
Arrivai a bandire le cosiddette civetterie, perchè facevo passare la mia bruttezza come una scelta personale,non come un dato di fatto.
Ricordo le domeniche da sola a casa,le tante passeggiate solitarie,le visite solitarie a mostre e a musei, i solitari concerti.
Ricordo le tante volte che ero una "terzo incomodo",al punto tale che,infine, appena vedevo un'amica che si fidanzava,la mollavo io per prima,rompendo l'amicizia, prima che mi mollasse lei per il suo amato bene del momento.
Mi sono sentita brutta per anni,mi sono vista brutta per anni.
Piano piano mi sono accorta che mi sbagliavo,e che non ero peggio di altre.
Ho dovuto pero' lavorare su me stessa, molto, per curare e guarire le mie ferite,togliere le spine di cui mi ero circondata, e,finalmente, ritrovarmi.
Adesso,pero', mi trovo quasi a ringraziare quel periodo, perchè mi sono dedicata a coltivare il mio " giardino interiore", ha contribuito a rendermi cio' che sono, perchè questo dolore mi ha reso sensibile e attenta al dolore altrui.
Hai ragione,pero',Miciajulie,e tanto,e ti ho capita completamente.
E' vero, si soffre e si soffre tanto,forse troppo.E non è giusto