E' una storia lunghetta, ma qui c'è silenzio e si parla bene. E' un cane che è stato tolto da un canile-lager, che fortunatamente è stato costretto a chiudere. Alla chiusura c'erano moltissimi beagle (che vengono allevati per la sperimentazione), cavie, topini. Piano piano son riusciti a dare una casa a quasi tutti, son rimaste un paio di femmine e qualche maschio molto spaventati, che gli addestratori hanno deciso di tenere nei luoghi di stallo al fine di inserirli nel mondo nel miglior modo possibile. I cani, come penso riuscirai a capire, erano tenuti in gabbia e non avevano mai visto nè la pioggia, nè la neve, nè il sole sul pelo. Primo si chiama così per Primo Levi, perchè Levi l'ho amato molto in gioventù e siccome lui e il mio peloso avevano visto le stesse atrocità mi è sembrato di fare un regalo ad entrambi (poi ovviamente qualcuno si può scandalizzare per il parallelismo, ma tant'è).
l'avevo già scritta la storia di Primo te la ripropongo (mi è venuto in mente adesso):
Io ho Primo (si chiama così in onore a Primo Levi, perchè anche il mio è scampato ad un lager), un beagle purissimo. Ovviamente non l'ho comprato, l'ho adottato. Quando abbiamo iniziato a vivere assieme lui era piccolo, spaventato, selvaggio, restava ore sdraiato senza muoversi. Poi presto si è accorto che l'incubo era finito, che poteva anche giocare, abbaiare (ululare come fa lui e la sua razza), mordere le gambe del tavolo, ed è uscito dal suo torpore. Il veterinario mi disse che era davvero bello, che avrei potuto portarlo alle mostre canine. Mai neanche pensato di farlo. Sono contraria a tutte le mostre di animali, perchè quando io e Primo giochiamo al parco lui corre dove e come vuole, non gli è imposta un'andatura o un percorso. Le mostre non sono un gioco, sono un lavoro inutile.
Lui è sempre con me, anche perchè senza di me soffrirebbe tantissimo (come io senza di lui). Avrei voluto fare un viaggio, ma informatami dei viaggi in aereo con i cani, mi dissero che lo avrebbero messo in una gabbia. Non so se abbia ancora tracce mnestiche del suo passato, ma la gabbia no. Mai più. E siamo andati da un'altra parte. E' una questione di rispetto. Al mare andiamo in acqua nelle ore concesse (verso sera), non scelgo spiagge con permesso di entrata dei cani, perchè un cane non DEVE stare in spiaggia sotto il sole (e neanche sotto un ombrellone) intanto che IO mi abbronzo, è una questione di rispetto. Quando andiamo al ristorante lui sta accucciato ai miei piedi, non stiamo ore seduti, è una questione di rispetto. Non è vero che un animale non limita le proprie scelte, o meglio si deve guardare alla propria libertà da un altro punto di vista, da quello che rende ogni essere vivente degno di rispetto.
Era una risposta ad una amica di forum che diceva di portare alle mostre i cani:martello2 e che i cani non cambiano la vita:martello2 dei padroni.