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Anatomia di un albero

francobet

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IL FUNZIONAMENTO DI UN ALBERO

Sebbene tutti abbiano sott’occhio gli alberi, forse non tutti sanno il suo funzionamento, cosa questa indispensabile per chi inizia nella coltivazione dei bonsai.
Un albero è composto da una parte sotterranea ( radici ) e una parte aerea legnosa ( tronco e rami) e una verde ( foglie); questa parti sono indissolubilmente legate una all’altra per una vita sana e rigogliosa della pianta stessa, e tutte, ripeto tutte importantissime.

Non mi stancherò mai di dire che un buon bonsaista deve avere nozioni di botanica, per essere certo di coltivare al meglio i propri amati bonsai.
Quindi lo so che questa prima scheda potrà essere noiosa o inutile per tanti, però ritengo la base da cui partire, e quindi cercherò di dare una leggera infarinata per non diventare noioso e quindi non leggere questo post.

Info molto più tecniche le troverete qui, servizi che ha fatto il caro Boba

http://www.bonsai-italia.org/menu-articoli/36-bonsai-crescita-forma-alberi.html

http://www.bonsai-italia.org/menu-articoli/37-bonsai-crescita-forma-alberi.html
 
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francobet

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RADICE

Purtroppo in tanti sottovalutano questa porzione della pianta, ma invece è importantissima in quanto assorbe nutrimenti, è l’UNICO veicolo di ingresso dell’acqua ( elemento questo che compone un 60-90% di un vegetale ) e serve ad ancorare la pianta al terreno.
Nella radice si possono distinguere alcune parti: l’estremità ( chiamata cuffia o caliptra ) che serve da ogiva per penetrare nel terreno e subito dopo i peli radicali, i quali hanno la funzione di assorbire i nutrimenti e acqua. Questi hanno una vita corta, in quanto cadono con l’allungamento della radice, per poi farne spuntare altri e così via, sempre però in condizioni di mancanza di luce.
Queste radici hanno una vita e movimento continuo, compreso durante l’inverno, nel quale però riducono la loro funzione di sviluppo, ma non quella di assorbimento di acqua e nutrimenti.
La loro morte può essere causata da:
1. fattori meccanici : rottura della zolla di terreno, taglio, distacco dovuto a caduta o spostamento della pianta ecc
2. fattori idrici: scarso apporto idrico con il relativo asciugamento e disseccamento delle stesse ,cosa questa che le rende inservibili, eccessivo apporto idrico che fa insorgere patologie fungine.
3. congelamento: questo fatto avviene in presenza di temperature inferiori allo 0, che causa una cristallizzazione delle particelle di acqua presenti nella radice ed il conseguente scoppio della guaina esterna.
4. patologia fungina: si intende una malattia causata da funghi, batteri, nematodi che colpisce l’apparato radicale delle piante;l’attacco degli agenti patogeni provoca la disgregazione degli organi della piante deputati all’assorbimento e conduzione delle sostanze nutritive.
Più il terreno è soffice, permeabile, idoneo al tipo di essenza più le radici possono muoversi, aumentando il loro volume per poter quindi rifornire in modo migliore le foglie.
Inoltre si deve ricordare che esiste sempre un rapporto fra radici e parte aerea, per avere un giusto scambio di acqua e nutrimenti.
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francobet

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FUSTO o TRONCO

Il fusto nelle piante terrestri, è la parte che di solito emerge dal terreno e serve da collegamento fra le radici e le foglie.
Questo collegamento, oltre che fisico ( serve a sostenere la chioma ) è anche costituito dai vasi linfatici, nei quali scorre quanto assorbito dalle radici per essere condotto alle foglie ed essere poi elaborato.
La parte esterna, composta da cellule morte, aumenta ogni anno, per merito della porzione chiamata cambio, che, aumentando di volume, si spinge verso l’esterno; da qui si capisce perché, per sapere quanti anni ha una pianta,si contano gli anelli nel caso del taglio della stessa; se si ha occasione d itagliare un ramo o tronco e si contano gli anelli, si può notare che ve ne sono dei più larghi e più stretti, dimensione diversa dovuta ad un anno piovoso ( spazio più largo per crescita più consistente ) o ad un anno secco ( spazio più ristretto per crescita meno consistente ).


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FOGLIA

E’ un vero e proprio laboratorio chimico verde, nel quale avviene la fotosintesi clorofilliana, e sono inoltre gli organi in cui, nella maggior parte delle piante, hanno luogo la respirazione la traspirazione e la guttazione ( la fuoriuscita d'acqua che permette la traspirazione quando le condizioni atmosferiche sono sfavorevoli ).
Sulla parte esterna, sono presenti gli stomi, che sono microscopiche aperture sull’epidermide fogliare delimitate da due cellule dette “ cellule di guardia” che regolano l’apertura dello stoma.
La chiusura dello stoma è frequente in condizioni di:
• temperatura elevata per gli standard della pianta, onde evitare dispersioni di acqua; nel contempo, però, questo fenomeno impedisce il passaggio di ossigeno e anidride carbonica, ostacolando la fotosintesi clorofilliana. Per questo motivo molte piante non sono in grado di sopravvivere in climi molto secchi o caldi.
• deficit idrico prolungato che provoca stress
• fotoperiodismo elevato
• concentrazione anidride carbonica elevata attorno al margine fogliare
• umidità relativa dell’aria elevata e assenza di vento
• età della foglia

IMPORTANTE
La chiusura dello stoma, provoca un blocco del lavoro della foglia, e quindi un blocco momentaneo o prolungato della elaborazione della linfa. Da qui capite il perché sconsiglio l’innaffiatura a pioggia.
Nelle caducifoglie avviene anche uno strano fenomeno, e cioè la caduta delle foglie.
Caduta questa che avviene sempre, parlando di condizioni climatiche normali e non per fattori esterni o patologici, in autunno e cioè in concomitanza dell’abbassamento delle temperature, della riduzione di irragiamento solare che fa diminuire la produzione di clorofilla, con la conseguente chiusura del vaso linfatico che collega la base fogliare ( picciolo) dal ramo che la sostiene. Dato che non è l’unico pigmento presente all’interno della foglia ( che ci permette di vederle belle verdi ) iniziano ad avere la prevalenza altri pigmenti, da qui quindi le meravigliose colorazioni che assumono i boschi in autunno. Pian piano i contatti fra pianta e foglia si riducono sempre più fino al totale arresto con il disseccamento della foglia ed il distacco del picciolo, che però lascia, alla sua base, una piccola gemma che farà vivere una nuova foglia nella primavera successiva.

Per questo è sempre meglio lasciare le foglie secche sulla pianta, o se proprio le si deve togliere ( in caso di lavorazioni ) meglio tagliarle qualche mm sopra la partenza del picciolo, tanto il moncherino secco si staccherà in modo naturale la primavera successiva.

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francobet

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TRASPIRAZIONE

La traspirazione, come detto prima, avviene attraverso gli stomi delle foglie, i quali, aprendosi, lasciano uscire il vapore acqueo. Le piante necessitano di grandi quantità di acqua per soddisfare il loro bisogno, acqua però che deve essere assorbita e smaltita tramite la traspirazione.
Questo "scorrimento" di acqua favorisce il movimento di linfa, il turgore fogliare, l'assorbimento di macro e micro elementi ed la conseguente risalita della linfa grezza lungo il fusto fino alle foglie.
La perdita di acqua che si ha mediante la traspirazione, ha si gli effetti benefici sopradescritti, ma può anche causare la disidratazione, compromettendo la vita della pianta.
Di contro però un eccessivo apporto di acqua non assorbita crea i problemi radicali descritti in precedenza ed un errato approvigionamento idrico ( innaffiatura a pioggia ), compromette la salute della foglia, causando diseccamenti o patologie fungine che ne compromettono la funzione cusandone, a volte, anche la morte.
 
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