Datura rosa
Guru Master Florello
Visti gli ampi spazi lasciati dagli arbusti che ho dovuto eliminare per la “secca” dell’estate scorsa, il giardino mi sembra troppo vuoto e forse è tempo che io mi regali un rampicante del quale sono innamorata da tempo, l’Akebia quinata
Un rampicante semisempreverde (**)molto vigoroso comunissimo in Cina e Giappone che da noi comincia a d essere apprezzato per la facilità di coltivazione, la versatilità climatica e d'esposizione, come pure per l'eleganza del fogliame.
I fusti si possono far sviluppare su muri, graticci oppure lasciare a terra, utilizzando la pianta come tappezzante può raggiungere anche i 10-12 m (per raggiungere il suo massimo sviluppo, però, sono necessari all'incirca 5-10 anni);non avendo radici aeree, per farla rampicare richiede una struttura di sostegno.
E’ anche particolarmente adatta per essere coltivata in vasi capienti (ma non spropositati ,da sostituire ogni biennio.
Raggiunge un’altezza di 5/7 m, mentre il suo apparato radicale rimane contenuto.
Resiste bene al freddo, ma non a quello intenso (-15°C) e con un’esposizione soleggiata raggiunge la massima vigoria; all’ombra o mezzombra, pur crescendo bene, fiorisce poco e non riesce a fruttificare. L’Akebia deve essere al riparo dai venti e da costanti correnti d’aria, perché, se esposta, i nuovi germogli tendono a bruciare.
L’Akebia ha un notevole apparato aereo, ma quello radicale non è molto sviluppato: di conseguenza deve essere piantata in terreni fertili e freschi, anche poco profondi ma senza ristagno d’acqua.
In primavera, tra le foglie, compaiono innumerevoli e particolari inflorescenze, delicatamente profumate, colore viola di diverse tonalità, raggruppate in racemi penduli. Sono fiori unisessuali, nella pianta sono presenti inflorescenze maschili diverse da quelli femminili e s’impollinano per via anemofila o entomofila (come i Kiwi).
In estate, ai fiori seguono i frutti, pochi in proporzione per la particolare forma di impollinazione e per un’eventuale scarsa insolazione. Il frutto è una specie di grosso baccello violaceo che a maturazione tende ad aprirsi da un lato mostrando, al suo interno, una polpa chiara e cremosa commestibile dal sapore di vaniglia.
I frutti contengono un elevato numero di semi che permettono di tentarne la riproduzione tramite semina in primavera oltre che per talea semilegnose.
Nel caso in cui la pianta sia coltivata per ricoprire un muro è consigliabile piegare orizzontalmente i rami più bassi per rinfoltire bene prima la parte inferiore.
Le piante giovani vanno annaffiate regolarmente, almeno per i primi due-tre mesi dopo la messa a dimora; in seguito si annaffia sporadicamente: possono sopportare, infatti, senza problemi, brevi periodi di siccità.
La pianta, vista la sua naturale vigoria, non ha bisogno di concimazioni (tranne un po’ di azoto e potassio con le irrigazioni, da febbraio ad aprile, per incentivare la fioritura) ma piuttosto di un diradamento e accorciamento invernali dei lunghi rami tenendo conto di dove è collocata.
L’apparato radicale modesto, rispetto alla pianta, consiglia un’attenta cura delle innaffiature, specialmente nelle piante in vaso, al fine di non perdere la fioritura o i frutti.
Difficilmente subisce attacchi fungini, mentre in primavera, sulle nuove vegetazioni, possono comparire colonie di afidi.
Io adoro la”rossa” ma mi intriga molto anche la “cream form”
** Una pianta è semisempreverde quando in condizioni climatiche favorevoli mantiene il fogliame tutto l’anno, mentre negli inverni più rigidi pur non morendo, può perdere tutto o parte del fogliame stesso.
Un rampicante semisempreverde (**)molto vigoroso comunissimo in Cina e Giappone che da noi comincia a d essere apprezzato per la facilità di coltivazione, la versatilità climatica e d'esposizione, come pure per l'eleganza del fogliame.
I fusti si possono far sviluppare su muri, graticci oppure lasciare a terra, utilizzando la pianta come tappezzante può raggiungere anche i 10-12 m (per raggiungere il suo massimo sviluppo, però, sono necessari all'incirca 5-10 anni);non avendo radici aeree, per farla rampicare richiede una struttura di sostegno.
E’ anche particolarmente adatta per essere coltivata in vasi capienti (ma non spropositati ,da sostituire ogni biennio.
Raggiunge un’altezza di 5/7 m, mentre il suo apparato radicale rimane contenuto.
Resiste bene al freddo, ma non a quello intenso (-15°C) e con un’esposizione soleggiata raggiunge la massima vigoria; all’ombra o mezzombra, pur crescendo bene, fiorisce poco e non riesce a fruttificare. L’Akebia deve essere al riparo dai venti e da costanti correnti d’aria, perché, se esposta, i nuovi germogli tendono a bruciare.
L’Akebia ha un notevole apparato aereo, ma quello radicale non è molto sviluppato: di conseguenza deve essere piantata in terreni fertili e freschi, anche poco profondi ma senza ristagno d’acqua.
In primavera, tra le foglie, compaiono innumerevoli e particolari inflorescenze, delicatamente profumate, colore viola di diverse tonalità, raggruppate in racemi penduli. Sono fiori unisessuali, nella pianta sono presenti inflorescenze maschili diverse da quelli femminili e s’impollinano per via anemofila o entomofila (come i Kiwi).
In estate, ai fiori seguono i frutti, pochi in proporzione per la particolare forma di impollinazione e per un’eventuale scarsa insolazione. Il frutto è una specie di grosso baccello violaceo che a maturazione tende ad aprirsi da un lato mostrando, al suo interno, una polpa chiara e cremosa commestibile dal sapore di vaniglia.
I frutti contengono un elevato numero di semi che permettono di tentarne la riproduzione tramite semina in primavera oltre che per talea semilegnose.
Nel caso in cui la pianta sia coltivata per ricoprire un muro è consigliabile piegare orizzontalmente i rami più bassi per rinfoltire bene prima la parte inferiore.
Le piante giovani vanno annaffiate regolarmente, almeno per i primi due-tre mesi dopo la messa a dimora; in seguito si annaffia sporadicamente: possono sopportare, infatti, senza problemi, brevi periodi di siccità.
La pianta, vista la sua naturale vigoria, non ha bisogno di concimazioni (tranne un po’ di azoto e potassio con le irrigazioni, da febbraio ad aprile, per incentivare la fioritura) ma piuttosto di un diradamento e accorciamento invernali dei lunghi rami tenendo conto di dove è collocata.
L’apparato radicale modesto, rispetto alla pianta, consiglia un’attenta cura delle innaffiature, specialmente nelle piante in vaso, al fine di non perdere la fioritura o i frutti.
Difficilmente subisce attacchi fungini, mentre in primavera, sulle nuove vegetazioni, possono comparire colonie di afidi.
Io adoro la”rossa” ma mi intriga molto anche la “cream form”
** Una pianta è semisempreverde quando in condizioni climatiche favorevoli mantiene il fogliame tutto l’anno, mentre negli inverni più rigidi pur non morendo, può perdere tutto o parte del fogliame stesso.
Ultima modifica: