Ciao Darja, la tua orchidea, un ibrido di Phalaenopsis, sta bene e non preoccuparti per la foglia (ammortata..simpaticissima espressione!!). E' una delle più vecchie e pertanto può anche essere tolta senza problemi...per ora lasciala stare, se via via ingiallisce tutta, poi cadrà da sola.
Ho visto che hai tagliato lo stelo fiorale vecchio, hai, hai non dovevi farlo, poteva rifiorire ancora. Per le radici stai tranquilla, riposeranno un poco e dopo ripartirà la vegetazione.
In una recente mostra di orchidee (a Olmi di Treviso) ho distribuito un mio quaderno sulle orchidee, ti copio due pagine che parlano delle Phalaenopsis, siccome vedo che nelle discussioni di questo forum ci sono molte domande su questo genere di orchidee, spero di far cosa gradita ed utile. Quando vuoi vieni pure a trovarmi per visitare la mia collezione. Ciao a tutti Guido.
Articolo tratto dal quaderno"ORCHIDEE" ...... Entrare in serra e scoprire le varie fioriture è entusiasmante. Lo è ancor di più, quando ti trovi davanti alla fioritura esclusiva di una Phalaenopsis.
Phalaenopsis – L’origine del nome deriva dal greco phalaina “farfalla notturna” e opsis che significa “simile”, vista la sua somiglianza con certe falene tropicali. Esistono circa cinquanta specie; alcune sono assai note, altre più rare nelle collezioni. Certe specie mostrano splendidi fiori che le rendono preziose anche se durano pochi giorni, mentre altre mantengono la fioritura da due a cinque mesi e fioriscono in successione dando quindi l’impressione di durare assai di più, rendendole così ancor più desiderabili. Le Phalaenopsis non hanno bisogno di molta luce e richiedono una temperatura minima notturna di 18 gradi, due fattori che rendono facile la loro coltura in serra e non eccessivamente difficile in ambienti domestici. La divulgazione delle Phalaenopsis “ibridi,” che hanno invaso le nostre case, colloca queste orchidee fra le più richieste. I motivi di tanta popolarità derivano dalla lunga durata dei fiori, dal costo relativamente contenuto e dalla facilità di propagazione. Le lunghe e ampie foglie che s’incurvano possono essere lucide o coriacee, verdi o chiazzate di grigioverde e molto spesso pigmentate di porpora nella pagina inferiore. Sono lunghe da 10 a 40 centimetri, perciò una pianta adulta può occupare un’area abbastanza grande. In altezza la pianta cresce lentamente e forma solo una o due foglie nuove ogni anno. Le piante adulte ne possiedono cinque o sei, alcuni esemplari qualcuna di più. Le robuste radici, sovente appiattite, si sviluppano sul fusto tra le foglie mature e si allungano verso il basso, dentro e fuori del vaso di coltura scendendo ancora di qualche centimetro. Le spighe fiorali nascono nell’ascella delle foglie più basse, sovente dove vecchie foglie sono cadute e quindi dalla parte più vecchia della pianta. La stagione vegetativa, in cui si formano nuove foglie e si sviluppano le radici, va dalla primavera all’autunno e le spighe dei fiori compaiono dalla tarda estate all’inverno. Alcune piante formano tutti i fiori su una sola spiga mentre in altre varietà, i fiori si aprono in successione. Le piante che hanno questo comportamento possono rimanere in fiore per buona parte dell’anno. Non tagliate la spiga fiorale finché non siete ben sicuri che abbia cessato di formare nuove gemme. In molte specie e ibridi, proprio sotto il nodo che ha prodotto il primo fiore, può formarsi uno stelo laterale da uno dei nodi inferiori recante una seconda spiga (vedi foto a destra). Le Phalaenopsis, se non sono coltivate in condizioni ambientali ottimali, difficilmente formano nuovi getti fiorali finché sono presenti ramificazioni laterali sui vecchi steli; sarà l’esperienza a stabilire se rimuovere uno stelo fiorale o lasciare che formi rami secondari.
Coltivazione
Le Phalaenopsis vanno sistemate su vasi piuttosto piccoli e non amano essere rinvasate spesso. Il substrato che incontra generale successo si compone di corteccia d’abete, miscelata con poca torba di sfagno. Ricordo che la corteccia va messa a bagno 3-4 giorni prima dell’uso, per prepararla già umida e per eliminare polvere e impurità di vario genere.
Si rinvasa, quando il substrato non è più in buone condizioni o quando una pianta ha perso molte foglie inferiori ed il fusto nudo rimane fuori del substrato stesso. In generale s’interviene, quando le nuove radici si stanno sviluppando, di preferenza a fioritura finita. Rimuovete la pianta dal vaso e ripulitela dal substrato vecchio. Rompete con le dita la parte secca del fusto, posta al di sotto la corona delle radici vive. Se le radici attive sono troppo lunghe, tagliatele ad una lunghezza conveniente per il nuovo vaso: le radici tagliate stimoleranno la crescita di nuove, che penetreranno nel substrato permettendo un saldo ancoraggio della pianta. Lasciate che le radici superiori assumano la loro posizione naturale, sia all’interno sia all’esterno del vaso. La corteccia dovrà essere in pezzi piuttosto grossi e la pianta sarà sistemata al centro del vaso e, qualunque sia il materiale usato, la parte basale dovrà essere coperta da 3 centimetri circa di substrato. Dopo l’invasatura, la pianta, va innaffiata con moderazione. Mantenete l’atmosfera umida (60-70 per cento d’umidità relativa) e nebulizzate le piante una volta il giorno.
Il periodo di post rinvaso richiede particolare attenzione, se si nota un eccessivo appassimento delle foglie, vale la pena di ridurre ulteriormente la luce per tutto il periodo necessario alla formazione di nuove radici. Le Phalaenopsis, che provengono dalle regioni tropicali dell’Asia, calde e umide, devono essere coltivate a temperature moderatamente calde. Durante la notte la temperatura non dovrebbe scendere sotto i 18 gradi centigradi. La temperatura diurna dovrà essere di 5-6 gradi in più di quella notturna, durante l’inverno, ma potrà aumentare durante l’estate, purché sì prendano le consuete precauzioni contro un calore eccessivo. Effettuate bagnature regolari, avendo cura di mantenere il substrato di coltura sempre umido ma non annegate i vasi. Le piante gradiscono una nebulizzazione nei giorni di bel tempo, ma devono asciugarsi prima della notte. I getti tendono ad essere succulenti e sono particolarmente facili a rovinarsi per eccesso d’umidità.
Somministrazione di fertilizzanti.
Le Phalaenopsis traggono profitto dalla somministrazione di fertilizzanti. La quantità opportuna, se coltivate in corteccia, è di un grammo per litro d’acqua ogni 2 o 3 settimane, scegliendo la formula 30-10-10 nella fase vegetativa e 20-20-20 il restante periodo. Troppa luce, ingiallisce le foglie e bracchizza la pianta. Le Phalaenopsis crescono bene con luce soffusa da sotto bosco. L’aria in circolazione deve essere molto essere umida. Una buona ventilazione aiuta a mantenere sempre sane le piante ed è particolarmente importante per impedire che le foglie siano colpite dal fungo Botrytis che prospera a basse temperature in ambiente stagnante.
Parassiti delle Phalaenopsis.
Il nemico delle Phalaenopsis, ed anche d’altri generi, è il falso ragnetto rosso. La specie Tenuipalpus pacificus è appunto chiamata il parassita delle Phalaenopsis. Il falso ragnetto rosso provoca danni gravissimi alle foglie, manifestandosi dapprima come macchie giallastre irregolari che diventano poi incavate e si necrotizzano, restando bianche o grigie o diventando marrone, e che finiscono per causare una perdita precoce delle foglie. Il danno provocato dal parassita ha l’aspetto di una malattia fungina o virale. I parassiti non sono visibili ad occhio nudo, questo aspetto li rende ancor più pericolosi; possono essere visti soltanto con una lente a dieci ingrandimenti, oppure con un microscopio. Sovente, in una sola macchia della foglia si annidano più parassiti e altri possono nascondersi lungo le nervature o all’ascella delle foglie. S’insediano in entrambe le pagine delle foglie e provocano danni, sia sopra sia sotto. Altro nemico micidiale per tutte le orchidee ed anche per le Phalaenopsis, è la cocciniglia cotonosa. Per finire, attenzione alle lumache ed alle chioccioline: il detto che le orchidee piacciono ai collezionisti, ma alle lumache ancor di più è sempre d’attualità.