• Vi invitiamo a ridimensionare le foto alla larghezza massima di 800 x 600 pixel da Regolamento PRIMA di caricarle sul forum, visto che adesso c'è anche la possibilità di caricare le miniature nel caso qualcuno non fosse capace di ridimensionarle; siete ufficialmente avvisati che NEL CASO VENGANO CARICATE IMMAGINI DI DIMENSIONI SUPERIORI AGLI 800 PIXEL LE DISCUSSIONI VERRANNO CHIUSE. Grazie per l'attenzione.

acqua azzurra, acqua chiara

G

Giulio

Guest
ok, oggi vi svelo un segreto ;)

Per annaffiare le orchidee non usate acqua della conduttura!

La maggior parte delle orchidee in coltivazione hanno, per nostra sfortuna, un marcata sensibilità agli eccessi di sali. Ciò vuol dire che tollerano un acqua che contiene fina ad un tot percento di minarali disciolti.
Oltre questo limite le radici smettono di crescere, la pianta non può più assorbire nutritivi e possono presentarsi bruciature sui nuovi getti, sulle foglie e sulle radici. Il problema è che l'acqua delle nostre condutture è già fin troppo 'carica' di sali disciolti, di sodio e calcio sopratutto, ed è, già così, molto vicina al 'limite' quando già non lo supera. Però sono sali, questi, di cui la pianta se ne fa ben poco.
COme molti di voi già sapranno, gli elementi fondamentali per una buona crescita vegetale sono azoto (N), fosforo (P) e potassio (K) che sono quasi assenti nell'acqua delle condutture e che vanno quindi integrati con le fertilizzazioni. Purtroppo, però, se immettiamo ancora altri sali in un'acqua che è già fin troppo 'salata', le piante non riusciranno a sfruttare queste sostanze, che anzi, produrranno un'effetto contrario.
La maggior parte delle orchidee tollerano valori sulle 1000-1200 parti per milione (ppm) di sostanze disciolte (più o meno 1 grammo per litro). Se queste fossero tutte sostanze 'buone' (NPK), le piante riuscirebbero a sfruttarle tutte ed a crescere anche piuttosto bene. Come abbiamo detto, però, nella nostra acqua ci sono già fin troppi intrusi, che assommano a 600-700 ppm, fino ai gravi casi delle grandi città, dove in estate si può arrivare a 1800-2000 o anche più ppm.
I vivaisti non utilizzano praticamente mai acqua della conduttura così come è, ma la 'filtrano' attraverso impianti chiamati ad 'osmosi inversa' con i quali ottengono acqua che contiene solo 10-20 ppm o giù di li di sostanze estranee.
Chiaramente in questo caso possono fertilizzare con abbondanza e con la sicurezza che tutte le sostanze sono a portata di 'digeribilità' delle piante.
QUesto, per quello che ho visto, è uno dei segreti principale di chi le orchidee le fa crescere 'belle e perfette'.

Tra le orchidee più sensibili troviamo Paphiopedilum e Miltonia (e la cugina "Cambria") che oltre i 6-800ppm cominciano a faticare.
Quindi, se le vostre piante crescono stentate, le radici non crescono, le fioriture sono misere, una delle cause può senz'altro essere la cattiva qualità dell'acqua.
Cercate allora una fonte alternativa, come l'acqua piovana, l'acqua di condensa degli impianti di aria condizionata, acqua demineralizzata, distillata o di osmosi inversa.
ciao

Giulio
 
R

RINO

Guest
Carissimo Giulio l'avevo quasi intuito visto che dove abito l'acqua è molto dura , perciò uso normalmente quella distillata, comunque qualche altro "segretuccio" lo puoi svelare soprattutto per i principianti come mè ne fanno tesoro!
grazie e ciao
 
G

Giulio

Guest
Ciao Rino,
in realtà i segreti, sono ... 'segreti di pulcinella'.
1° segreto -> l'acqua
2° segreto: conoscere le piante e l'habitat in cui sarebbero vissute.
Spesso abbiamo l'abitudine di pensare alle orchidee tropicali come a piante 'equatoriali'. E spesso sbagliamo. Nelle foreste 'pluviali' (tipo foresta amazzonica), vi è una relativa scarsità di orchidee. La stragrande maggioranza vivono in posti che ad una 'foresta' (felci, liane, alberi mastodontici) non somigliano neanche lontanamente.
Si va da 'praterie' sassose (in brasile) a boschi boschi decidui di quercie (in messico) o rododendri (in asia) fino ad arrivare alle 'cluod forest' o foreste di montagna dove le pioggie sono relativamente scarse ma i pendii vengono 'bagnati' quotidianamente dalle nubi in arrivo dalle coste.
In brasile le Cattleya bicolor vivono sulle dune sabbiose vicino alle spiagge, in messico le Encyclia mariae vivono in boschi non troppo differenti dai nostri, in ecuador o colombia molti odontoglossum vivono sulle montagne andine, sui 3000 metri di quota con temperature che non si discostano dai 10-15° di minime per tutto l'anno, in Papua Nuova Guinea il Paphiopedilum praestans vive in radure erbose, con la sola ombra delle 'erbacce'. Dendrobium nobile, vanda coerulea e molti paphiopedilum vivono in climi monsonici con estati piovosissime e inverni freschi, asciutti e luminosi. In liguria vive, aggrappato agli olivi, un oncidium brasiliano 'naturalizzato'


3° segreto: tanta, tanta luce. Se le foglie sono di un bel verde intenso allora brobabilmente non ci siamo. Queste piante danno il massimo quando ricevono quantità di luce ai limiti delle 'bruciature'. Con l'esclusione di paphiopedilum e phalaenopsis, le foglie devono avere un bel colore ... giallino.

4° segreto: mai fidarsi dei libri e degli "esperti"

DIcono sempre che è facile e poi ti consigliano ciò che va bene a *loro*, non ciò che potrebbe andare bene a te.

5° segreto: "esperti" e vivaisti non ti dicono mai delle piante che muoiono a loro ;)

ciao

Giulio
 
Alto