Beh, dipende.
Se parliamo di un pino che fa parte di una pineta naturale (es. in alcune località marittime in cui le case le hanno costruite DOPO e gli alberi c'erano già) allora la forma dei pini è "naturale" ed è tipico del Pinus, soprattutto il pinea o il pinaster, che in fase adulta abbandoni i rami bassi per costituire una chioma ad ombrello. Questa non è di per sè fonte di instabilità, perchè l'albero è cresciuto in modo naturale e quindi a meno che non abbia subito traumi, danni alle radici, malattie, ecc... i carichi sono equilibrati e le radici sono sufficientemente ancorate per resistere al vento , questo anche se l'albero è cresciuto inclinato (parliamo di venti normali, chiaro che c'è sempre l'evento eccezionale a cui nessun albero è in grado di resistere).
Se invece parliamo di alberi trapiantati, quindi i classici pinetti che vengono messi già da piccoli, allora lì la situazione è un po' più pericolosa: intanto l'errore (che si è sempre fatto e a quanto vedo continua a essere fatto) è quello di partire da pini allevati in vivaio che nonostante siano giovani e quindi alti solo pochi metri, hanno già una chioma allevata ad ombrello o a "sfera", forma che viene data in modo artificiale perchè un pino che cresce secondo natura per i primi 20-25 anni cresce in forma piramidale (tipo abete) e solo dopo perde i rami bassi e "reitera" quelli alti formando l'ombrello. Se invece partiamo da una chioma già tonda, dove non c'è una vera cima, ma tante branche equivalenti, allora si ha una reiterazione prematura, e anche dopo 40 anni quel pino non assumerà una forma naturale, sarà sempre un tronco che a un certo punto si biforca, o di triforca, in vari tronchi secondari, magari leggermente inclinati, ma comunque sempre troppo sbilanciati, che amplificano l'effetto vel vento e quelli sì che sono pericolosi.... per giunta lo stesso discorso dei rami avviene a livello radicale, perchè per forza di cose un albero trapiantato ha subito tagli alle radici, perciò svilupperà sempre un apparato radicale "alterato", molto meno stabile di un apparato radicale naturale.
Per rispondere a progman: tagliare la cima di un pino, se parliamo di un pino che ha ancora una cima unica, solitamente fa si che le branche laterali subito sotto al taglio "reiterano", ossia da rami laterali pian piano piegano verso l'alto e diventano tronchi indipendenti, assumendo ciascuna il ruolo di nuova cima, con la differenza però che si ritrovano in competizione, non ce n'è uno dominante, e sono molto instabili in quanto non partono verticali, ma orizzontali, per poi piegarsi in alto, quindi il loro peso è eccentrico e lo sforzo sul tronco è altissimo: con il tempo facilmente si spezzano o fanno spezzare il tronco.
Dal taglio di un ramo o del tronco di un pino non "nascono" mai nuovi rami, perchè a differenza delle caducifoglie, che emettono gemme direttamente dal tronco, le conifere possono solo sviluppare i rami che hanno già, e a seguito di un taglio drastico si perde la "gerarchia" dei rami e ognuno inizia a crescere per conto suo, la chioma diventa disordinata e instabile: una branca "laterale" tenderà a diventare un tronco, un ramo secondario tenderà a diventare un ramo primario e così via. Anche in condizioni naturali avviene questo (la chioma ad ombrello non è altro che la reiterazione dei rami più alti), ma nel processo di crescita naturale questa è una tappa "prestabilita" geneticamente, è graduale, e la pianta ha tutto il tempo per assecondarla, non è invece improvvisata come quella dovuta a una potatura.