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Dubbi bagnature

jento

Aspirante Giardinauta
Cio a tutti.
Non riesco a capire come bagnare le mie piante tropicali da appartamento. Ci sono un sacco di pareri discordanti. La verità è che ci sono anche molte variabili come
-stagione: inverno/estate
-grandezza del vaso
-tipo di terra
e il tipo di pianta anche se penso non sia sbagliato raggruppare le esigenze in cactacee/succulente/tropicali.

In questo caso mi riferisco a piante tropicali come croton, ficus,dracena,anthurium

Assodato che è meglio bagnare da sopra e non "a immersione"
per la stesso tipo di piante sento pareri dscordanti:
lasciare asciugare il terreno tra una bagnatura e l'altra/lasciare il terreno umido ma non zuppo/inserire il dito e capire se il terreno è umido o secco...

C'è anche da dire che si è sempre in tempo ad aumentare la frequenza / quantità di bagnature mentre anche una bagantira di troppo può fare danni.

Detto questo mi è stato anche detto che è meglio bagnare"molto bene" una pianta facendo uscire l'acqua dai buchi del vaso e aspettare anche 2/3 settimane prima di bagnare successivamente , in base a quanto tempo ci mette il terreno ad asciugare.
Però dipende molto dal terreno...io ho piante in cui anche poca acqua ci già scende dai buchi del vaso, e altre dove bisogna versarne di acqua prima di vederla uscire dal vaso.

Altre persone mi hanno detto che non è corretto bagnare le piante "abbondantemente" se vediamo che il terreno in queste ci mette tanto ( 2/3 settimane) ad asciugare, perchè le radici rimarrebbero troppo tempo in presenza di terreno umido/bagnato.
Per cui secondo quest'ultimo parere sarebbe meglio bagnare quanto basta per permettere al terreno delle piante di asciugare in una settimana/10 giorni.

Inoltre come valutare il terreno ? se inseriamo il dito , possiamo capire solo se c'è umidità nei primi 2 cm , ma nel fondo del vaso o a metà potrebbe essere ancora molto umido.
Si può togliere il vaso eventualmente , le prime volte, per capire quanto è umida la terra, oppure soppesare il vaso (un vaso umido peserà quasi il doppio di un vaso secco)
Per cui sarebbe meglio bagnare solo quando il terreno si è asciugato ma non solo in superficie, anche in profondità ? O sbaglio? Altrimenti le radici da metà vaso in giù rischierebbero di marcire se bagnate continuamente senza la possibilità di asciugare.
 

sasiks

Giardinauta
Premetto che, nella mia personale e limitata esperienza, ho notato che ogni pianta è un caso a se. Ci sono piante che amano restare sempre un po' umide (calathee, banano e temo anche l'anthurium classico) e altre che invece vogliono un terreno ben asciutto prima delle nuove innaffiature (il pothos "picta" mi era diventato mezzo nero prima di capire che non gradiva acqua e nebulizzazioni). Quindi, quella di bagnare solo a terreno asciutto è una regola generale da adattare di volta in volta in base alla pianta. Ovviamente non è facile perché alcune piante hanno una crescita lenta quindi prima di capire cosa si è sbagliato, ne passa di tempo.
A volte non serve manco bagnare, ma basta l'umidità: ho una sansevieria che ha iniziato a fare marcire le foglie più esterne, ma non vede acqua da un mese e mezzo almeno, solo che la stanza è molto umida :cry:

Fatte queste premesse, un punto fondamentale è la dimensione del vaso e il tipo di terriccio.
Se la terra non drena a sufficienza, possono passare anche settimane (in inverno soprattutto) prima che il terreno asciughi. Ovviamente non è salutare per la pianta e per le radici. Teoricamente, con un terreno fangoso, sarebbe davvero meglio bagnare poco e spesso. Alla lunga le radici sul fondo del vaso ne risentiranno, ma quanto meno non marcirà l'intera pianta. Quindi, prima di parlare di acqua, bisognerebbe guardare la terra. Ormai ho tutto l'occorrente a casa per preparare un bel terriccio drenante e preferisco abbondare con gli inerti: male.che va innaffio una volta in più, ma non rischio marciumi.
Il vaso dovrebbe essere proporzionato all'apparato radicale: sono le radici che assorbono l'acqua, quindi se gran parte del vaso non ne ha, la terra resterà sempre umida favorendo funghi e malattie. Diciamo che anche in questo caso sarebbe allora preferibile innaffiare poco ma spesso; questo è il criterio che applico alle talee appena piantate: è inutile innaffiare fino in fondo se le radici non ci sono.
Insomma, la regola generale vuole innaffiature abbondanti e diradate, ma in alcuni casi questo potrebbe essere dannoso.


Per capire se è il caso di bagnare o no, oltre al fedele dito, io sollevo il vaso per capire dal peso se è ancora carico d'acqua. Ovviamente non si può fare con vasi molto grandi. In questi casi esistono dei misuratori di umidità (costano una decina di euro) che permettono di arrivare in fondo al vaso tramite una sonda. Il rischio è di danneggiare qualche radice nel processo però. Non sono molto accurati ma comunque utili per avere un'indicazione di massima: lo consiglio a chi ha molte piante perché velocizza la misurazione
 

Stefano-34666

Guru Master Florello
Ciao,

le cose dette sono state tutte corrette ma ci sono anche altri fattori da tenere in considerazione.
Per prima cosa la stanza in cui è ricoverata la pianta. Il tipo di riscaldamento e l'esposizione geografica (stanza a nord oppure a sud).
L'umidità della casa e della singola stanza (un ambiente a nord è mediamente più umido di uno esposto a sud).

Eppoi dire tropicali non vuol dire nulla. Se si pensa che un anthurium vada trattato come un ficus allora bisogna prima conoscere le piante.
L'anthurium è una pianta da sottobosco, diciamo che, al limite, si avvicina quasi ad una orchidea. Ha radici aeree, necessita di umidità ambientale, vuole che il terreno sia sempre umido (addirittura si utilizza il muschio per mantenere le radici superficiali umide).
Il ficus è una pianta che, nei luoghi dove vice, resiste in pieno sole. Alle Canarie ci sono i ficus lirata, benjamin ed elastica utilizzati come piante da viale. A Malta c'è una piazza con 3 ficus benjamin enormi, che la coprono completamente. Sono piante che, in primavera, vanno messe fuori, al sole. Diventano robuste e coriacee.
Quindi stanno bene anche se non vengono bagnate spesso.
Anthurium e ficus non sono nemmeno parenti e, come tali, non possono essere coltivate allo stesso modo.

Il mio consiglio è, per prima cosa, leggere una qualunque scheda descrittiva della pianta ed attenersi nel cercare di darle quello che vuole (almeno il più possibile).
Soprattutto la terra non è per tutte uguali. La sansevieria è quasi una pianta grassa e vuole un terreno ricco di inerti. L'anthurium vuole un terreno ricco di sostanza organica. La draceana è molto più "di bocca buona" e si accontenta.

Poi il discorso del vaso che deve essere proporzionato è assolutamente vero. Così come è vero che si deve bagnare bene la zolla, in modo uniforme, in modo tale che tutte le radici ricevano acqua.
Non ci devono essere radici poco bagnate ed altre troppo. In natura, quando piove, le piante ricevono acqua in modo uniforme, mica un goccino da una parte e basta.

Ma la cosa fondamentale è conoscere le piante.

Io dico sempre che non esiste il pollice nero. Esiste chi si documenta e si applica e chi invece crede che una pianta sia da trattare alla stregua di un portaombrelli.
Se uno legge, si documenta e cerca di far stare la pianta quasi come fosse "a casa sua", allora la pianta starà bene.

Ste
 

jento

Aspirante Giardinauta
Ma documentarsi cosa intendete? dovrei prendere un libro scientifico sulle varie tipologie di piante? Perchè documentandosi sui siti internet, direttamente nei garden dove si acquistano le piante, o nei video su youtube, per le bagnature si sentono pareri ogni volta diversi anche sulla stessa pianta.
Prendiamo il ficus lyrata ad esempio, potrei postare siti e video youtube dove viene specificato che, anche in inverno il terreno dovrebbe sempre essere umido ma non zuppo, e che il momento adatto in cui bagnare è quando il terreno in superficie risulti "freddo al tatto" . Se in superficie però il terreno risulta freddo al tatto vuol dire che a metà o in fondo sarà umido e bagnato. E secondo me non sarà l'optimus per la pianta ricevere ancora acqua.
E la stessa cosa per il croton

L'anthurum che ho invece è una nuova specie, senza fiori, composto da 3/4 foglie verdi enormi, però le esigenze si possono accostare a quelle di un anthurium classico.
Ecco, il terreno di questa pianta, è composto per la maggior parte da corteccia, fibre tipo cocco etc...quasi come il terriccio delle orchidee.
Questo mi è stato detto per evitare ancor di più che le radici rimangano umide a lungo. Un terreno meno inerte, come quello usato ne ficus lyrata o nel croton (per fare un esempio con piante che ho) avrebbe mantenuto troppo al lungo l'umidità e ipotizzo quindi con conseguenze negative per l'apparato radicale dell'anthurium O sbaglio?
 

sasiks

Giardinauta
Ma documentarsi cosa intendete? dovrei prendere un libro scientifico sulle varie tipologie di piante? Perchè documentandosi sui siti internet, direttamente nei garden dove si acquistano le piante, o nei video su youtube, per le bagnature si sentono pareri ogni volta diversi anche sulla stessa pianta.
Prendiamo il ficus lyrata ad esempio, potrei postare siti e video youtube dove viene specificato che, anche in inverno il terreno dovrebbe sempre essere umido ma non zuppo, e che il momento adatto in cui bagnare è quando il terreno in superficie risulti "freddo al tatto" . Se in superficie però il terreno risulta freddo al tatto vuol dire che a metà o in fondo sarà umido e bagnato. E secondo me non sarà l'optimus per la pianta ricevere ancora acqua.
E la stessa cosa per il croton
Il lyrata, da mia esperienza, gradisce il terreno umido. Il mio è rimasto a mollo (ma proprio a mollo, nel sottovaso pieno d'acqua ) per una settimana e alla fine si è ripreso. Ovviamente si ritorna al discorso sul terriccio: se la terra è di pessima qualità, impiegherà molto tempo ad asciugare anche solo in superficie. E poi, quando in alto sarà asciutta, sotto ci sarà un lago. Con un buon terriccio sei sicuro che non ci sarà mai troppa differenza tra lo strato superficiale e quello inferiore.



L'anthurum che ho invece è una nuova specie, senza fiori, composto da 3/4 foglie verdi enormi, però le esigenze si possono accostare a quelle di un anthurium classico.
Ecco, il terreno di questa pianta, è composto per la maggior parte da corteccia, fibre tipo cocco etc...quasi come il terriccio delle orchidee.
Questo mi è stato detto per evitare ancor di più che le radici rimangano umide a lungo. Un terreno meno inerte, come quello usato ne ficus lyrata o nel croton (per fare un esempio con piante che ho) avrebbe mantenuto troppo al lungo l'umidità e ipotizzo quindi con conseguenze negative per l'apparato radicale dell'anthurium O sbaglio?
Probabilmente parli del clarinervum, o addirittura del cristallinum. La differenza con il classico è che gradisce poco le nebulizzazioni, che rischiano di macchiare le foglie. Ma in termini di esigenze sono uguali: alta umidità ambientale per evitare di innaffiare troppo e creare problemi alle radici
 

jento

Aspirante Giardinauta
Probabilmente parli del clarinervum, o addirittura del cristallinum. La differenza con il classico è che gradisce poco le nebulizzazioni, che rischiano di macchiare le foglie. Ma in termini di esigenze sono uguali: alta umidità ambientale per evitare di innaffiare troppo e creare problemi alle radici
Anthurium BOTANICAL GREEN PASSION
 

sasiks

Giardinauta
Ah no, chiedo venia.
Allora non dovrebbero esserci problemi con le nebulizzazioni perché le foglie non mi sembrano vellutate
Sembra molto bella come pianta, ma non l'ho mai vista in giro. Ci posti una foto? :love:
 

Greenpower00

Aspirante Giardinauta
Io ho commesso un errore da principiante: ho innaffiato a fondo TUTTO il pane di terra poche settimane dopo un rinvaso, e solo documentandomi dopo ho capito perchè non asciugava mai. Semplicemente, la pianta non aveva bisogno di tutta l'acqua datale (in primis, essendo in inverno), e le parti più laterali del pane di terra non sono state ancora raggiunte dall'apparato radicale (in seconda battuta).
Pertanto, concordo sul fatto che ogni pianta sia un caso a sé, perché in ogni nostra casa c'é un microclima diverso, una luce diversa, e così via.
 

Stefano-34666

Guru Master Florello
Ciao,

documentarsi significa cercare, anche on line, le caratteristiche generali di ogni pianta, vedere dove vive in natura e cosa vorrebbe.
Poi cercare di adattare la propria casa a quelle richieste.

Ad esempio ficus e croton non sono nemmeno lontani parenti. Non si possono coltivare allo stesso modo.

I libri vanno bene ma bisognerebbe averne molti. Oggi è molto più facile utilizzare internet. Ci sono siti molto buoni che danno consigli giusti.
Il personale dei garden lo escluderei. Spesso i commessi sono poco preparati. Non conoscono le piante e non conoscono come fare a gestirle. Quasi sempre gli viene detto di togliere le foglie secche e bagnare, tanto se una pianta muore viene buttata e pace. Discorso diverso invece per i vivaisti. Li ci sono persone competenti.

Il "terreno freddo" mi sembra una stupidata pazzesca. Cosa significa freddo (a meno che la pianta sia all'aperto)?
Capisco se veniva detto: asciutto, umido, bagnato, secco...ma freddo è una stupidata.
Quando mai un terreno è caldo (a meno che la pianta non sia al sole)? Quando mai una pianta, in casa, con i riscaldamenti accesi, ha il terreno freddo?

Qui non servono i libri o internet, basta il buon senso per capire che è una c...ata.

Ste
 
Ultima modifica:

jento

Aspirante Giardinauta
Ciao,

Il "terreno freddo" mi sembra una stupidata pazzesca. Cosa significa freddo (a meno che la pianta sia all'aperto)?
Capisco se veniva detto: asciutto, umido, bagnato, secco...ma freddo è una stupidata.
Quando mai un terreno è caldo (a meno che la pianta non sia al sole)? Quando mai una pianta, in casa, con i riscaldamenti accesi, ha il terreno freddo?
Non voglio difendere il soggetto però, penso che col termine "cold" intendesse umido, ha detto freddo per far capire la sottile differnza tra un terreno umido e umido bagnato (quindi ancora carico d'acqua).
Se tocco con un dito un terreno umido è normale che si abbia la sensazione di "freddo". Il termine corretto ovviamente è umido ...
 

jento

Aspirante Giardinauta
Detto ciò volevo postare un paio di foto

E' un lyrata, i primi 2 /3 cm sono asciutti mentre la parte bassa rimanente è umida , non carica d'acqua ma umida. In'una situazione del genere è consigliabile bagnare?

Ho notato poi per caso che, una delle mie piante, lasciate senza coprivaso , (io ho tutte le piante inserite col loro vaso di plastica dentro un coprivaso di pietra\ceramica) sì è asciugata completamnte in 1 settimana a differenza di quando stava all'interno del coprivaso che probavilemnte contribuiva a conservare l'umidità nel terreno anche per 2 setimane.

Alla luce dì ciò cosa mi conviene fare visto l'effetto si questi coprivasi?
Utilizzare meno quantità d'acqua nelle bagnature c0sì da controbilanciare l'effetto dei coprovasi di conservare l'umidità nella terra così da farla asciugare più velocemente o continuare con baganture intense (ma non esagerate) e attenermi al tempo di asciugatura della terra di minimo 2 setimane?
 

Stefano-34666

Guru Master Florello
Ciao,

dalla foto io direi che il primo terzo superficiale è asciutto mentre gli altri 2/3 sotto sono umidi. Di conseguenza io non bagnerei ancora.
Il coprivaso ha la caratteristica di limitare la circolazione di aria attorno al vaso e, di conseguenza, ritardare notevolmente l'asciugatura del terreno. Inoltre il calore della casa prima trova il coprivaso, che quindi fa' da barriera, rendendo più difficile l'evaporazione dell'acqua. Anche il materiale e lo spessore con cui sono costruiti i coprivasi hanno il loro impatto. Ed i vasi in plastica ritardano, a loro volta, l'asciugatura della terra.

Queste sono cose da tener conto se si vuole utilizzare il coprivaso. L'acqua deve sempre essere la stessa (si bagna fino a quando l'acqua non esce di sotto, in modo tale che tutta la zolla sia ben idratata, poi si butta l'acqua in eccesso) ma bisogna dilatare il tempo tra una annaffiatura e la successiva.

Ste
 

jento

Aspirante Giardinauta
Ciao,

dalla foto io direi che il primo terzo superficiale è asciutto mentre gli altri 2/3 sotto sono umidi. Di conseguenza io non bagnerei ancora.
Però ho sentito e letto pareri molto contrastanti a riguardo. Praticamente mi stai dicendo di lasciare che tutta la terra del ficus lyrata asciughi completamente nella sua interezza prima di ulteriori bagnature? e non di lasciare comunque il terreno in filo umido?


Tu dici poi che il croton e il ficus (in questo caso lyrata) hanno caratteristiche diverse e che quindi necessitano di cure diverse...
E nel caso del croton invece? agiresti nello stesso modo?
E per l'anthurium dove il terreno è composto quasi interamente da corteccia e fibra di cocco ? come capisco quando è il momento di bagnare?
 
Ultima modifica:

Stefano-34666

Guru Master Florello
Però ho sentito e letto pareri molto contrastanti a riguardo. Praticamente mi stai dicendo di lasciare che tutta la terra del ficus lyrata asciughi completamente nella sua interezza prima di ulteriori bagnature? e non di lasciare comunque il terreno in filo umido?


Tu dici poi che il croton e il ficus (in questo caso lyrata) hanno caratteristiche diverse e che quindi necessitano di cure diverse...
E nel caso del croton invece? agiresti nello stesso modo?
E per l'anthurium dove il terreno è composto quasi interamente da corteccia e fibra di cocco ? come capisco quando è il momento di bagnare?

Ciao,

continuando a bagnare "da sopra" ti capita questa cosa. Tu bagni bene e l'acqua inzuppa tutta la terra. Di conseguenza avrai la parte superiore bagnata e quella inferiore zuppa (visto che era già bagnata). A quel punto, dopo qualche giorno, la parte superficiale sarà nuovamente asciutta mentre quella inferiore sempre bagnata. Tu, bagnando di nuovo, continueresti ad inzuppare sempre più le radici ottenendo, se il vaso non drena bene, marciume radicale.
Per questo è meglio aspettare che il pane di terra sia quasi tutto asciutto (e questo implica la parte superiore molto asciutta e quella inferiore un po ' più umida).

Anche il croton si bagna allo stesso modo. Solo che, essendo una pianta "a clima tropicale" sopporta meglio l'avere le radici umide (ma mai zuppe). Il ficus invece è un albero che, in natura, cresce svariati metri, in pieno sole. Vuole certamente meno umidità.

L'anthurium invece è paragonabile ad una orchidea. Ha molte radici aeree che servono per assorbire umidità dall'aria. L'anthurium quindi vuole il terreno umido ma non zuppo. Però vuole più umidità ambientale.

Riassumendo:

- Ficus: è quello che vuole il terreno meno umido. Si adatta a tutti i climi, anche al sole
- Croton: è quello che vuole il terreno più umido ma mai zuppo. Non vuole il sole diretto.
- Anthurium: vuole il terreno umido ma non zuppo. Vuole alta umidità ambientale. Non il sole diretto nelle ore calde della giornata.

Ste
 
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