Carissimi tutti, ho aperto da poco il computer e il primo argomento di cui mi corre l'obbligo parlarvi è del breve e succoso viaggio fra ville e giardini dell'area fiorentina che ho condotto fra sabato e domenica. Un tour che non voleva costituire solo una serie di visite, ma una compenetrazione nello spirito delle ville, dei giardini, di chi le ha costruite o costituite e di chi le ha vissuto, materialmente e sentimentalmente. Un viaggio, quindi, nella storia e la cultura dei Medici, del Rosellino e di Pietro Porcinai, di Paolo Peyron, di Temple Leader e tanti altri, in un territorio tanto famoso quanto ignorato da gran parte e che fa spettacolare corona a Firenze, ma di cui evita i frastuoni e i ritmi affannati di gran parte del turismo.
Alla villa medicea di Cafaggiolo, solo le tante moto di passaggio per il gran premio del Mugello e l'allestimento per un pranzo di nozze, allontanavano lievemente dalla raccoltà intimità del bellissimo sito con un giardino che si perde fra i colli.
Non lontano da Fiesole, bisogna cercarla e guadagnarla la nascosta villa Peyron al Bosco di Fontelucente. Un sito magico di acque, ulivi e tante cose che il dott. Saverio Lastrucci, amoroso curatore, illustra con emozione e orgoglio.
La villa medicea di Poggio a Caiano è fra le più sontuose e spettacolari fra dentro e fuori, in cui fanno sempre eccezionale presenza gli agrumi in un perfetto disegno di giardino all'italiana.
La Gamberaia di Settignano dobbiamo veramente conquistarla fra l'ostilità e il boicottaggio al pullman degli sgarbati abitanti. Ma l'emozione è grandissima nel giardino: tutta l'arte topiaria più impensabile e perfetta, l'amore per i particolari di forme e colori di piante e sculture, gli accostamenti più raffinati, i coni di luce e veduta verso la città e le colline, esaltano me e gli stupefatti compagni di viaggio.
All'interno poi, ambienti raffinati con un bellissimo pianoforte Stenway da cui Giancarlo (mio figlio) trae ed offre struggenti accordi e melodie.
Su una collina vicina, a Maiano, prima effluvii di arrosti per una pausa rigenerante e poi la villa ricchissima e aperta con un giardino sontuoso verso uno dei panorami più belli d'Italia (cioè del mondo).
E per finire il giardino mediceo della villa di Castello con l'eccezionale agrumetro, la favolosa collezione di salvie, l'intino Orto dei semplici (Ortaccio) e alcune centinaia di metri più in là l'altra villa medicea de La Petraia con medesime impostazioni arboree su vari livelli e quindi l'edificio classico cinquecentesco, raffinatissimo nelle decorazioni ad affresco e nell'atmosfera.
Insomma, ragazzi, una full immersion in un mondo così vicino e sublime (che in parte conoscevo già) che meriterebbe un vero e proprio "pellegrinaggio" da parte di tutti i giardinauti.
Scusate la lungaggine, ma ve le dovevo queste notizie. Grazie per l'attenzione e ciao a tutti da Antonio