posso fare un O:T: grande come una montagna? perdonatemi.
L'attore e regista Marco Baliani, uno dei pionieri del teatro di narrazione propone quattro appuntamenti, al Parco della Music, per parlare di solitudini. Si intitola «Solitudine», infatti, un suo ciclo di racconti dedicato alle esistenze solitarie, brani narrativi, teatralizzati e integrati da composizioni musicali, in programma fra novembre e febbraio.
Si tratta di solitudini diverse, e con diverse angolazioni e paesaggi. Ogni incontro (molto simile alla formula del reading, diffusa fra i poeti americani) è un evento inedito ispirato a un testo letterario, e accompagnato da differenti musicisti. Il brano inaugurale è per domani: «Manfred» di Byron, testo squisitamente romantico sulla solitudine del poeta, che sarà accompagnato da una sinfonia di Chaikovskij per pianoforte. Il secondo è per il 5 dicembre: «Casa d'altri» di Silvio D'Arzo, sulla solitudine della vecchiaia,accompagnato da musiche che si innestano lungo determinati percorsi e atmosfere. Il terzo è per il 9 gennaio: «Ieri» di Agota Kristof, sulla solitudine dello straniero in un mondo estraneo, su musiche di Gianluigi Coscia e Gianluigi Trovesi. Il quarto, infine, il primo febbraio, sulla solitudine della periferia, con due racconti e tre poesie di Raymond Carver, accompagnati al piano da Ludovico Einaudi.
«La solitudine è uno degli statuti della modernità - spiega Baliani - La fabbrica con la sua organizzazione, la città e la metropoli con le loro funzioni, la guerra su scala mondiale, l'immigrazione, sono alcuni dei fenomeni del nostro tempo. Tutte esperienze del mondo di oggi che hanno generato esseri solitari.
Le capacità del singolo sono sempre più contrapposte alla cultura di massa. L'individuo ricacciato fra le moltitudini è ormai diventato l'emblema della solitudine generata dalla folla. È logico che letteratura, teatro e musica se ne occupino, cioè che parlino di un tema che fa parte della nostra dimensione esistenziale, lo contemplino come espressione in cui riflettersi. Se non ci stanchiamo mai di raccontare e ascoltare storie è perchè cerchiamo disperatamente di rendere il mondo meno terribile
Ultimo appuntamento con il teatro parlato di Baliani è previsto per il 1° febbraio, quando presenta Due racconti e tre poesie di Raymond Carver, per la serata dal titolo La solitudine della periferia. “Sono testi tratti da Cattedrale." Amo Carver perché riesce a raccontare la solitudine con soavità; in lui vive la pietas, sentimento che gli impedisce di scadere nel dramma psicologico. Al mio fianco c’è Ludovico Einaudi. Non ci conosciamo, ma la sua è una musica che ascolto, intensa, solitaria, introspettiva. Sono certo che riusciremo a creare il tempo della lettura, le pause, le sospensioni che solo a teatro si ottengono. Per poter godere dei ritmi della lettura”."
e per segnalare una serie i concerti che si terranno all'auditoriumdi Roma
Ludovico Einaudi è il musicista che mi ha spezzato dentro.
Ascoltarlo live è una esperienza indimenticabile. Ha un rapporto ipnotico con il suo pianoforte.La sua umiltà e gentilezza sono leggendarie.
Scusatemi ancora per l'OT ma i post di musica non li legge quasi nessuno