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Trattamento non chimico per eliminare problema melata su tiglio

michijoy22

Aspirante Giardinauta
Ho un tiglio nel giardino. Da alcuni anni, la melata si è sempre manifestata in maniera accettabile. Quest'anno in maniera spropositata. Oltre ai problemi del disseccamento precoce delle foglie e dell'appiccicaticcio che rimane a terra, la presenza notevolissima e costante di api, vespe e calabroni non ci ha consentito per tutta l'estate di stare tranquillamente nei paraggi, nonostante un trattamento con piretroidi effettuato 2 mesi fa, ma senza alcuna efficacia a lungo, già dopo alcuni giorni. Ho sentito parlare di un trattamento NON chimico da effettuare in fase pre-vegetativa sulla pianta. Qualcuno mi sa dire qualcosa di più? Grazie
 

lelio

Giardinauta
Che cosa vuol dire non chimico? tutto è chimica, anche l'esistenza della vita sulla terra dipende dalla chimica, e del resto anche ne hai fatto uso, quando hai usato i piretroidi.
La melata che vedi è soltanto la manifestazione di una infestazione di afidi, iniziata presumibilmente in primavera.
Allo stato attuale puoi soltanto sperare in una forte pioggia che pulisca per bene la pianta; se oltre alla melata c'è la fumaggine (foglie con una specie di patina a granula fine nera), puoi usare del bicarbonato di potassio, sempre che la pianta sia ancora compatta: quanto è alta? (quello di sodio andrebbe pure bene, ma l'eventuale ripetizione dei trattamento a lungo andare potrebbe provocare accumulo di sodio nel terreno, non benefico per le piante).
Per l'anno prossimo devi intervenire appena vedi manifestazioni degli afidi per evitare che si espandano: hai due strade: insetticidi (bio o non bio, la scelta sta a te) o insetti predatori, ad esempio larve di coccinelle, che trovi in vendita: le liberi sull'albero e loro cominciano a mangiare gli afidi, poi diventano adulte e continuano a mangiare: sino a quando trovano da mangiare è molto difficile che se ne vadano.
 

michijoy22

Aspirante Giardinauta
Parlando di un trattamento NON chimico non intendevo demonizzare questo tipo di interventi... tant'è vero che ne ho fatto uso, ma di qualcosa di diverso. Proverò a spiegarmi meglio, anche se dell'argomento in questione ho solo sentito parlare. Si diceva di un intervento da effettuare sul tronco, quindi alla base della pianta, una specie di infiltrazione di non so cosa che, attraverso il sistema linfatico, arrivi a tutta la pianta ed eviti o riduca drasticamente l'intervento degli afidi. Sono certo di averne letto tempo fa, ma non trovo più il riferimento. Ho provato sul forum perchè qui ho sempre trovato pareri e disponibilità di esperti e appassionati, che spesso mi sono stati utilissimi. (P.S. la pianta ha circa 8-9 anni ed è alta già 7-8 m., con un diametro di circa 4m.). Grazie comunque dei consigli.
 

Marcello

Master Florello
ciao
se ci sono afidi e li vedi al momento opportuno cioe' all'inizio della primavera con il primo tepore,la risoluzione del problema è semplice e non costa niente.

basta fare la doccia energica alla pianta con una lancetta del tubo dell'acqua da giardino.

anche le cocciniglie sono sensibili all'azione meccanica dell' acqua..anche se l'olio bianco va dato per prevenire in primavera..Praticamente prima di ogni trattamento,lavi la pianta cosi' come ci laviamo i piedi o il nostro corpo.

naturalmente una irrorazione di poltiglia bordolese adesso come iniziano i freddi è salutare contro le malattie fungine e la fumaggine probabilmente conseguente.

ti scrivo questo perchè i miei 60 alberi li tratto cosi' e sono anni e anni che non si ammalano malamente.

se poi in una foglia c'è una cocciniglia o un afide,non mi preoccupo piu' di tanto.

uno starnuto è una cosa...una polmonite è ben altro.
 

lelio

Giardinauta
Nessuno pensa che volessi demonizzarli: volevo solo farti notare che la tua era una richiesta generica.
Poi, alla luce delle ulteriori precisazioni, cioè le infiltrazioni al piede dell'albero (o la distribuzione di qualcosa con l'acqua di irrigazione), per quelle che sono le mie conoscenze l'unica famiglia di insetticidi capace di fare questo sono i neonicotinodi, e cioè imidacloprid, acetamiprid e altri, gli insetticidi tra i più discussi e dannosi per l'ambiente che si conoscano, che uccidono indiscriminatamente tutti, anche le api che si posano sui fiori per il nettare; ripeto però che non ho mai sentito parlare di operazioni del genere, almeno non sui tigli.
Il trattamento comunque andrebbe fatto in fase vegetativa: capisci bene che se la pianta è a riposo la linfa non circola, e se la linfa non circola le sostanze distribuite al piede non possono arrivare agli apici vegetativi.
 

Marcello

Master Florello
comunque usare un sistemico per gli afidi è sbagliato.Se proprio si vuole agire,si puo' fare con un insetticida(che io non uso)per quanto scritto nel mio precedente intervento
 

michijoy22

Aspirante Giardinauta
Ringrazio Lelio e Marcello, gentilissimi. Purtroppo (o per fortuna) la pianta è ormai piuttosto grande e alta, ed i trattamenti con doccia energica sono riuscito a farli solo nelle parti più basse, mentre in alto di energia ne è arrivata sicuramente poca. Stesso dicasi per un intervento con olio bianco (ma non si tratta comunque di cocciniglia) o bordolese, lassù non riesco ad arrivare, anche a causa della posizione della pianta. Grazie comunque.
 

lelio

Giardinauta
Al 90% sono afidi, e non avrai difficoltà a riconoscerli quando si presenteranno. Ad un certo punto mi era venuto il dubbio che la pianta fosse troppo alta per poter pensare di trattarla con una normale pompa a spalla e troppo vicina ad altre abitazioni per poter ipotizzare altri sistemi, ad esempio un cannone per irrorazioni.
Fai come ti ho detto nel primo post: cerca gli insetti predatori e usali, ormai ce ne sono anche confezioni per uso amatoriale.
L'unico accorgimento che devi usare è di non intervenire ai primi segni, ma aspettare qualche giorno: ogni coccinella mangia almeno 100 afidi al giorno, quindi se intervieni troppo presto il rischio è che per le coccinelle il cibo finisca troppo presto, nel qual caso non perderanno tempo a cercarselo altrove; se poi fosse cocciniglia, poco male: c'è chi mangia anche loro
Non credo che a Parma avrai difficoltà a procurarti questi insetti.
 

francobet

Moderatore Sez. Bonsai
Membro dello Staff
Sul fatto dell'irrorazione alla base di qualcosa, sicuramente si tratta di un sistemico, che, appunto come dice il nome, entra nel sistema linfatico dela pianta, uccidendo tutti i parassiti che si nutrono di linfa( afidi in primis ).
Trattare una pianta di 6m bagnando il terreno con confidor, ti costa un patrimonio e forse l'efficacia non e' quella desiderata ( chissa' a che profondita' ha le radici capillari) .
 

francobet

Moderatore Sez. Bonsai
Membro dello Staff
Per quanto riguarda i prodotti a base di imidacloprid, a parte che non e' confermato la loro "colpa" riguarda la moria di api, nelle istruzioni c'e specificamente indicato di non usare in periodi di fioritura.
 

brandegeei

Esperto in Fitopatologie
Ciao
la "moria" delle api è stata causata si dai neonicotinoidi, ma non di certo perchè si spruzzava sulle piante, ma perchè le polveri che le seminatrici rilasciavano nell'atmosfera a primavera determinava una vera pestilenza, un vero inqunamento ambientale. Non per altro il confidor sono più di 20anni che esiste sul mercato è non è mai stata individuata una moria di api come negli anni in cui si utilizzavano nella confettatura dei semi del mais e delle oleaginose in generale.
Per quanto riguarda la lotta agli afidi, l'uso dei sistemici e citotropici o dei translaminari è fondamentale, non per altro gli afidi sono gli insetti più diffusi e più astuti nel difendersi da azioni dirette.
Nelle piante ad alto fusto esisterebbe la possibilità di far entrare nei vasi linfatici i prodotti sistemici, ma sono sconsigliabili per i danni permanenti che causano ai vasi legnosi.
 

lelio

Giardinauta
Per quanto riguarda i prodotti a base di imidacloprid, a parte che non e' confermato la loro "colpa" riguarda la moria di api, nelle istruzioni c'e specificamente indicato di non usare in periodi di fioritura.
Forse non è confermato dal presidente della Bayer...
Non sono un "talebano della lotta biologica", che poi magari usa rimedi semi-stregoneschi che di curativo non hanno nulla, ma quando per una infestazione come questa c'è il rimedio ad impatto nullo, non vedo perché non usarlo.
Le ricerche sui neonicotinoidi, acetamiprid e imidacloprid in particolare, sono sempre più allarmanti: dopo le api, che quando non muoiono subito passano la loro vita residua a raccogliere il nettare preferibilmente da fiori contaminati dal confidor, adesso si parla di ricerche sugli afidi sempre più assuefatti e resistenti (sulla confezione del resto c'è messo di usarlo una volta all'anno) e purtroppo l'ultima frontiera è ancora più grave: effetti dannosi sul sistema nervoso dei mammiferi in accrescimento.
Mi pare che ci sia più del necessario per evitare di usarlo, specialmente quando ci sono principi attivi come lo spirotetramat (Movento 48 SC) dal profilo ecotossicologico molto più favorevole.
Questo sempre per i miei due cent: gli altri possono fare quello che vogliono
 

brandegeei

Esperto in Fitopatologie
Ciao
in ogni caso l'uso di prodotti per aspersione su piante di notevoli dimensioni è comunque sconsigliabile, qualunque prodotto usato è inquinante solo per la dose che devi usare e di conseguenza quella che si disperde nell'ambiente per ovvi motivi, sul movento non mi allargherei troppo visto che non si parla di alberelli di pochi metri...
 

lelio

Giardinauta
Il mio era solo un esempio di insetticida sistemico (anzi, più sistemico del confidor, dato che la sua sistemia è sia ascendente che discendente, mentre il confidor è solo ascendente) come gli esempi appena fatti, ma molto meno dannoso.
Se poi leggi tutti i miei post in questa discussione, ho subito consigliato le coccinelle, e ho anche detto che non è pensabile usare la pompa a spalle (inefficace) o il cannone per irrorazioni (improponibile per problemi ambientali)
 

michijoy22

Aspirante Giardinauta
Grazie brandegeei, sarebbe proprio quello il problema, viste le dimensioni della pianta ed il fatto di averla davanti a casa. Già ho dovuto farlo una volta, preferirei non doverlo ripetere.....
 

michijoy22

Aspirante Giardinauta
Grazie brandegeei, sarebbe proprio quello il problema, viste le dimensioni della pianta ed il fatto di averla davanti a casa. Già ho dovuto farlo una volta, preferirei non doverlo ripetere.....
 

michijoy22

Aspirante Giardinauta
Ho trovato! Si parla di Endoterapia: è una tecnica che consiste in una infusione controllata, a pressione attiva o per aspirazione naturale, al colletto della pianta, utilizzando fitosanitari specifici. Le tecniche sono 2:
a) il prodotto fitosanitario viene immesso nella pianta con una certa pressione attiva e controllata. In pratica si tratta di una "iniezione al tronco".
b) il prodotto fitosanitario viene assorbito dalla pianta sfruttando prevalentemente la forza di aspirazione dell'albero, utilizzando apposite sacche in plastica (in sostanza, si tratta di flebo).
Si dice che è sufficiente intervenire generalmente una sola volta nell'arco dell'anno, con un controllo completo che varia da 1 a 3 anni a seconda dello stato vegetativo-fisiologico della pianta e dell'ambiente circostante.
Cosa ne pensate? Qualcuno l'ha provata?
 

brandegeei

Esperto in Fitopatologie
Ciao
si l'endoterapia funziona ma il problema materiale è che si occludono i vasi linfatici che vengono utilizzati, dunque un bel problema per la pianta. L'uso dell'imidacloprid lontano dalla fioritura però permette di controllare tutta o buona parte della chioma, anche se viene bagnata solo parte della chioma, basta il terzo inferiore della chioma.
Ogni valutazione poi è personale, l'uso di mezzi biologici comunque non risolve, le coccinelle non ripuliranno mai a zero la pianta.
 
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