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tipo di giardino

Eltuena

Guru Giardinauta
Non chiamatemi seccante ma, prima di andare avanti con i miei progetti (probabilmente sbagliando) vorrei avere il vostro parere e i vostri consigli. Il giardino all'italiana, maestoso, ordinato, pulito ecc., è bello da vedersi, lascia spazio, ma io lo vedo un po' freddino. Il giardino informale, invece, ha un'apparenza più disordinata, ma per me più vero, più vissuto.
Secondo voi, quali sono i pro e i contro di ciascuno? Quale dei due ha bisogno di maggior manutenzione? E' il primo o il secondo che da l'idea di spazio maggiore? Questi sono solo due delle domande che mi pongo. Vedo una foto dell'uno e mi piace, la vedo dell'altra ed è la stessa cosa. Non riesco a decidermi. L'erba si taglia con più facilità se il prato non è invaso da piante ma è anche vero che se ci sono piante c'è meno prato. Non so proprio decidermi. Aspetto consigli. Ciao
 

Eltuena

Guru Giardinauta
Mi sa che ho scritto tanto senza far capire nulla. Quindi, in sintesi, ripeto: secondo voi è meglio un giardino ordinato e schematizzato o quello con piante, cespugli e alberi che non seguono regole fisse? Il mio è una via di mezzo e siccome lo devo completare sono indecisa su quale direzione avviarmi. Ciao
 

Joy

Giardinauta
Hai fatto la domanda delle domande!
Si possono scrive libri interi sull'argomento (ed in effetti gia esistono) senza venirne a capo.
E' una questione di gusto personale, di tempo a disposizione per le cure, di disponibilita finanziaria, di avere il giardino in accordo con lo stile della casa e con il paesaggio circostante, di conformazione del terreno su cui e' insediato il giardino. E probabilmente ho dimenticato moltissime altre variabili.
Secondo me, un giardino formale richiede piu' manutenzione ed e' piu' costoso come impianto e mantenimento ma in un certo senso e' "piu' facile" (attenzione non facile in senso assoluto)da progettare mentre un giardino informale, anche se all'inizio non richiede meno tempo per la manutenzione e' di piu' facile gestione una volta consolidato; in compenso richiede un gusto piu' sicuro nella scelta e nella disposizione delle piante. Personalmente preferisco il secondo ma il mio giardino e' in mezzo al bosco.
Ciao, Joy
 
G

gloriamamma

Guest
penso che la scelta dipenda innanzitutto dal carattere,io non sopporterei mai di avere un giardino formale,tutto ordinatino e freddo,lo sentirei estraneo a me.Penso che il giardino formale sia per quelle persone maniache dell'ordine e della precisione(penso anche che porti via molto piu' tempo)
l'informale è la spontaneita'almeno apparente della natura ;)
ciao, gloria
 
F

Felicia

Guest
Ben detto Gloriamamma, anch'io sono per il giardino più naturale selvatico. Penso che oltre ad essere troppo schematico quello formale sia anche molto difficile da gestire. Capita spesso che alcune piante crescano peggio di altre e nel primo caso si noterebbero subito dei vuoti.Mentre se è tutto più casuale si ha un risultato più omogeneo.
 

elleboro

Florello
direi che oggi, con tutti gli schemi che si impongono nel nostro quotidiano e con la prevalenza del raziocinio, secondo me si tende a preferire un giardino il più naturale possibile, dove il verde sembra premere per invadere gli spazi liberi.
 

Pietro Puccio

Appassionato di palme e piante tropicali
Quando parliamo di stili nel giardinaggio (all’italiana, alla francese, all’inglese ecc) ci riferiamo ad un modo di vedere e sentire il giardino nato e sviluppato in un preciso contesto sociale e culturale e... climatico, che, a parte il climatico, ben difficilmente può ripetersi.
Questi 'stili' non sono nati per caso o da discussioni accademiche, ma da qualcosa di concreto: uno o più giardini creati da qualcuno che ha saputo interpretare al meglio l’idea di giardino in un preciso momento storico e sociale.
Questo non significa che Monsieur Le Notre si sia svegliato una mattina ed abbia disegnato i giardini di Versailles, questi sono il punto di arrivo di un suo lungo percorso di ricerca ed analisi che è diventato un punto di partenza, uno stile (giardini alla francese) che ha contraddistinto i giardini di un’epoca e di una classe sociale. Non c’è nulla di male, anzi, a rifarsi ad uno stile che piace ed interpreta i propri sentimenti, se rivisto e reinterpretato in base al contesto in cui ci si trova, ed infatti esistono esempi notevoli di giardini alla francese, ma non è certo il caso di rifarsi a quei giardini, come moltissimi fecero all’epoca, avendo ad es. a disposizione superfici di qualche centinaio di m2. Analogamente i giardini "all’inglese", che si può dire nascono da una concezione quasi opposta rispetto al giardino all’italiana ed alla francese, sono figli del loro tempo, di un particolare clima (piovoso) e di una classe sociale che aveva a disposizione grandi estensioni di terreno (e di denaro). Anche in questo caso se l’idea di un giardino 'naturale', informale, è quella che più ci affascina, si può prendere spunto dagli esempi che ci sono stati lasciati, rivedendoli alla luce delle proprie esigenze interiori e della situazione oggettiva in cui si trova il giardino.
Purtroppo anche per i giardini 'all’inglese' molto spesso più che l’idea si copia l’impianto, l’aiuola, la bordura di qualche famoso giardino, ma in un contesto che ha ben poco a che vedere con quello originale.
Cara Eltu, a conclusione di questo sproloquio mi permetto un consiglio che deriva dalla mia esperienza personale. Sicuramente hai visto molti giardini, di presenza ed in foto, ed hai letto articoli e libri sui vari stili, ora forse è il momento di dimenticarli. Passeggia a lungo (anche mesi) nel tuo giardino, siediti nei punti in cui sei solita sostare ed immagina il giardino, con i suoi attuali confini, come ti piacerebbe che fosse ora e come sarebbe, nella sua naturale evoluzione, tra 10, 20 ecc anni, quindi agisci di conseguenza, anche stravolgendo l’impianto attuale. Per potere riuscire in questo occorre però non dimenticare, anzi bisognerebbe approfondire, le proprie conoscenze botaniche ed agronomiche di base. Capisco che questo è un consiglio duro da digerire e da attuare, anche perché potrebbe essere economicamente oneroso, ma è molto difficile creare qualcosa che ci soddisfi pienamente semplicemente aggiungendo qualcosa ad un qualcosa preeistente che nasce magari da una idea che non ci appartiene.
Pietro Puccio
 

Joy

Giardinauta
Pietro Puccio, come sempre, e' stato molto preciso ed esauriente tuttavia mi permetto di aggiungere che parlando di giardino formale oggi, tenendo presenti tutti i limiti di dimensione, di costo, di tempo, ecc. ritengo che nessuno pensi ad una riedizione pedissequa di Versaille o di Tivoli (magari in miniatura) ma piuttosto ad una reinterpretazione sulla base dei principi che hanno portato a quel risultato. Naturalmente le mutate condizioni, la diversa sensibilita' il momento storico diverso, porteranno ad un risultato diverso e, si spera, originale, almeno questo e' quello a cui si dovrebbe tendere, credo.
Per il resto sono del tutto d'accordo con Pietro Puccio: bisogna cercare di leggere e imparare tutto quello che si puo' e poi... dimenticarlo e lasciarsi andare ai propri sentimenti e desideri.
Puo' essere che non nasca i giardino piu' bello del mondo ma il piu' nostro certamente si.
Ciao, Joy
 
Y

yanomami

Guest
un buon progetto,ci evita di commettere errori,che po difficilmente si potranno rimediare,,un giardino belllo o brutto e soggettivo, il giardino deve essere personale,non copiato da riviste patinate o da quelli gia fatti,.
dopo aver fatto un progetto chiediamoci,
cosa voglio ottenere?
quale è il mio grado di conoscenza botanoca chimica scientifica agraria.
quanto tempo ho ha disposizione? cosa voglio ottenere?
ho dei bambini cani gatti aquile coccodrilli topi sucera cognato etc etc, chi usufruisce il giardino come quando e quanto.
quanto sono disposto a spendere per avere ciò che voglio?
e il caso di chioamare un esperto,o posso fare tutto io?
se ed in quanto dopo aver risposto a tutte le domande decicdiamo in quanto tempo lo vogliamo creare,cioè sè vogliamo un pronto effetto oppure mi posso permettere di finirlo in due tre stagioni?
Ricordiamoci che un giardino,non e mai finito,ma e sempre in evoluzione.
qundi tutto il resto è relativo, in quanto un nostro giardino E NOSTRO è DEV E PIACERE A NOI!!!!
detto queasto auguro un buon lavoro,ed una sana fatica,
 

Asclepias

Giardinauta Senior
Cara Eltu, il tuo è stato ed è ancora un problema anche mio che da quattro anni sto cercando di trasformare un vigneto terrazzato dismesso e invaso dai rovi in un "giardino". Anch'io, con mia moglie, mi sono fatto tante domande, ho avuto ed ho ripensamenti, ho cercato, indagato, mi sono scontrato con l'ignoranza di tante problematiche connesse ma piano piano si sta delineando qualcosa in cui ci sono anche tutta l'esperienza accumulata, il gusto personale, le preferenze. Un giardino eclettico che ha di tutti i giardini (particolarmente quelli di Ravello) ma che è mio e di mia moglie. Ci sono tracce di giardini o angoli francesi, svizzeri o tedeschi, ma anche romani, toscani, veneti, taorminesi e palermitani, con piante di quasi tutte le regioni italiane, ma particolarmente di quelle meridionali.
Segui il consiglio fondamentale di Pietro Puccio (sempre attento, presente e puntuale) passeggia a lungo nel tuo "giardino", anche mesi, ma direi anche anni, non aver fretta, osserva da ogni angolazione, nelle diverse ore del giorno. Prima di mettere a dimora una pianta puoi impiegare anche giorni e settimane. Anche questo è il "gioco" del giardinaggio. E non aver timore di fare una cosa definitiva. Non mummificare il giardino, se hai dei ripensamenti, sposta, taglia, integra. Come sicuramente non può fare lo stesso Puccio con la collezione di Plumerie, data la complessità vegetativa.
Comunque Eltu, guarda, confronta, studia, disegna, elenca, assembla e...con calma, calma. Ma non tanti per potercelo almeno godere finché ci siamo!
Ciao e auguri.
 
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