Quando parliamo di stili nel giardinaggio (all’italiana, alla francese, all’inglese ecc) ci riferiamo ad un modo di vedere e sentire il giardino nato e sviluppato in un preciso contesto sociale e culturale e... climatico, che, a parte il climatico, ben difficilmente può ripetersi.
Questi 'stili' non sono nati per caso o da discussioni accademiche, ma da qualcosa di concreto: uno o più giardini creati da qualcuno che ha saputo interpretare al meglio l’idea di giardino in un preciso momento storico e sociale.
Questo non significa che Monsieur Le Notre si sia svegliato una mattina ed abbia disegnato i giardini di Versailles, questi sono il punto di arrivo di un suo lungo percorso di ricerca ed analisi che è diventato un punto di partenza, uno stile (giardini alla francese) che ha contraddistinto i giardini di un’epoca e di una classe sociale. Non c’è nulla di male, anzi, a rifarsi ad uno stile che piace ed interpreta i propri sentimenti, se rivisto e reinterpretato in base al contesto in cui ci si trova, ed infatti esistono esempi notevoli di giardini alla francese, ma non è certo il caso di rifarsi a quei giardini, come moltissimi fecero all’epoca, avendo ad es. a disposizione superfici di qualche centinaio di m2. Analogamente i giardini "all’inglese", che si può dire nascono da una concezione quasi opposta rispetto al giardino all’italiana ed alla francese, sono figli del loro tempo, di un particolare clima (piovoso) e di una classe sociale che aveva a disposizione grandi estensioni di terreno (e di denaro). Anche in questo caso se l’idea di un giardino 'naturale', informale, è quella che più ci affascina, si può prendere spunto dagli esempi che ci sono stati lasciati, rivedendoli alla luce delle proprie esigenze interiori e della situazione oggettiva in cui si trova il giardino.
Purtroppo anche per i giardini 'all’inglese' molto spesso più che l’idea si copia l’impianto, l’aiuola, la bordura di qualche famoso giardino, ma in un contesto che ha ben poco a che vedere con quello originale.
Cara Eltu, a conclusione di questo sproloquio mi permetto un consiglio che deriva dalla mia esperienza personale. Sicuramente hai visto molti giardini, di presenza ed in foto, ed hai letto articoli e libri sui vari stili, ora forse è il momento di dimenticarli. Passeggia a lungo (anche mesi) nel tuo giardino, siediti nei punti in cui sei solita sostare ed immagina il giardino, con i suoi attuali confini, come ti piacerebbe che fosse ora e come sarebbe, nella sua naturale evoluzione, tra 10, 20 ecc anni, quindi agisci di conseguenza, anche stravolgendo l’impianto attuale. Per potere riuscire in questo occorre però non dimenticare, anzi bisognerebbe approfondire, le proprie conoscenze botaniche ed agronomiche di base. Capisco che questo è un consiglio duro da digerire e da attuare, anche perché potrebbe essere economicamente oneroso, ma è molto difficile creare qualcosa che ci soddisfi pienamente semplicemente aggiungendo qualcosa ad un qualcosa preeistente che nasce magari da una idea che non ci appartiene.
Pietro Puccio