Io ho praticato entrambe ed ambedue presentano caratteristiche diverse e margini diversi di riuscita.
Per le talee si va sul numero e sulla percentuale di attecchimento, variabile da specie a specie.
Diciamo che, se pratichi dieci talee ( ben fatte) per specie di essenza desiderata, è probabile che di un'essenza ne attecchiscano 9 e di un'altra una o zero.
Se ne pratichi una per essenza la probabilità che il risultato sia zero viene decuplicata…
La margotta è una tecnica più mirata: individui una pianta che ti interessa riprodurre, pratichi la margotta nell'esatto punto dove vuoi che escano le radici e, se il risultato è positivo (è anche questione di tempo e di pazienza…..) avrai una pianta già di certe dimensioni e forma. Si pratica spesso per ottenere delle piante da formare a bonsai.
In entrambe le opzioni (talea e margotta) sono determinanti l'epoca di esecuzione, la corretta esecuzione, le cure da prestare durante il processo e la pazienza (non andare a smuovere una talea prima del dovuto, tanto per vedere se ha cominciato ad emettere radici).
Inoltre, anche per le margotte esiste una rapidità di emissione radici molto variabile: le più rapide salici, aceri, ficus, rosmarino, oleandro, glicine, lagerstroemia, melograno (e chissà quante ne ho tralasciate); le conifere , ginepri a parte, molto più lente (si parla di anni di attesa).
In questo periodo dell'anno ci sarebbe solo da aspettare e studiarti bene le tecniche e le piante cui vuoi (at)tentare

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Le talee legnose avresti potuto staccarle in autunno, seconda opzione a fine inverno , per le margotte meglio attendere aprile, maggio.
Ma documentati bene, prima
