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Stapelie: i fiori stella

GIUSEPPE MAZZA

Aspirante Giardinauta
Ciao a tutti !

Ho visto che fra gli argomenti del mese ci sono le STAPELIE; e dato che le fotocopie dei miei servizi sulle ASCLEPIADACEAE, i FIORI STELLA, sono già su internet, sono ben lieto di farvi partecipare al mio entusiasmo per queste piante.

Ecco una STAPELIA TRIFIDA

asclepiadaceae.jpg

© Giuseppe Mazza

Tratta dalla pagina

http://www.photomazza.com/themes.php?table=1

del mio sito

http://www.photomazza.com/

Ed ecco il mio servizio pubblicato a suo tempo su NATURA OGGI :

Me l'avevano detto. Il fiore è come una scatola cinese : una corolla con cinque punte, a forma di stella, con al centro tre stelline, sempre più piccole, formate dai lobi di una complicatissima struttura detta "corona". Chi l'annusa rischia di fare un salto indietro, perchè molte stapelie sanno di pesce o carne marcia, e tutto, botanicamente, appare assurdo. Gli stigmi, gli organi femminili, sono nascosti, vi si accede a mala pena per orifizi piccolissimi, ed i granuli di polline, non si disperdono come avviene nella maggior parte delle piante, ma restano sempre attaccati fra loro, chiusi ermeticamente in 10 sacche. Le osservo da vicino : sono abbinate, come ciliege, da speciali forcelle tipiche della famiglia, i "traslatori", che imbrigliano gli insetti costringendoli a portare, due a due, le pesanti masse polliniche. Strane strutture ! Non sono fatte di cellule, come il resto del fiore, ma di una particolare materia resinosa, resistente ed elastica, solidificata secondo una forma ben precisa. C'è di che stuzzicare la curiosità e disorientare gli esperti !
Per incontrarli, vedere queste misteriose stelle in natura e ammirarle nelle collezioni migliori, sono andato in Sudafrica, dove cresce circa la metà delle specie. In Europa infatti, a parte la rarissima Caralluma europaea presente in Italia, a Lampedusa, e in Spagna presso Almeria, le stapelie bisogna cercarle col lanternino dagli amatori o in pochi orti botanici specializzati in succulente, come il Jardin Exotique de Monaco. Da millenni, sotto i vasti cieli australi, sbocciano anche dove la vita appare impossibile, nei deserti, al riparo di rocce o arbusti. Piante d'antico lignaggio, affondano le loro radici nel Cretacico, ma non sono, come spesso accade per le specie strane, dei "fossili viventi": formano un gruppo dinamico, in pieno sviluppo evolutivo, pronto a rivedere le scelte del passato per soluzioni di vita più vantaggiose. "Fossile vivente" se mai, una volta tanto, mi è parso chi le studia : John Lavranos, Larry Leach ed altri amici di laggiù, personaggi "estinti" da tempo in Europa, che alle soglie del 2000 riescono ancora a scoprire delle piante superiori, "belle e impossibili", e dar loro un nome come ai tempi eroici di Linneo.
John, botanico esploratore, collaboratore del famoso Missouri Botanical Garden di Saint Louis, in poco più di trent'anni ha descritto oltre 50 delle circa 250 stapelie esistenti, e Larry, un simpatico vecchietto prossimo all'ottantina, dopo averne battezzate molte, "viaggia" grintosamente da anni nelle pubblicazioni, spesso contraddittorie, dei vari autori. Si alza all'alba : un pasto frugale, pochi metri a piedi fra il lodge e il laboratorio, e dalle 7,30 al tramonto siede al bioculare del Karoo Botanic Garden di Worcester, fra montagne di libri, erbari e piante in formalina. Approfitta della ricchissima collezione del Giardino e riesamina fiori e testi, mettendo di continuo in discussione la sistematica delle Stapelieae, botanicamente una tribù delle Asclepiadaceae. Ogni 2-3 ore si concede una tazza di tè, ma non può permettersi il lusso di un'intervista.
"Ho ancora pochi anni da vivere", ripete sorridendo, "e devo portare a termine la mia revisione".
Poi, provocato dalle domande, mi mostra i primi tre volumi pubblicati e si lascia andare.
"In passato", mi spiega, "quando la specie era vista come un insieme di caratteri statici, immutabili dalla creazione, e non come la manifestazione di una continuità evolutiva, la grande variabilità delle stapelie ha dato origine a centinaia di specie inesistenti. Oggi bisogna far ordine, vagliarle tutte, una ad una, in funzione delle nuove scoperte e di più adeguati caratteri di raggruppamento".
Parla dei nuovi generi, della forma delle corolle e di come sono collegate ai fusti. Osservo poi al microscopio, le misteriose sacche polliniche : simili a piccoli reni, con uno strano tubetto sul lato.
"Nel fiore", continua Larry, "stanno giusto sopra le cavità in cui si raccoglie il nettare. Quando un insetto arriva, attirato dall'odore, quasi sempre una gamba, l'antenna o la tromba finiscono nel traslatore. Non riesce più a liberarsi e riparte con appese le due sacche polliniche, che raggiungono così un'altro fiore".
"Ma se sono perfettamente sigillate", lo interrompo, "come avviene la fecondazione" ?
"Basta che una", continua, "cada presso lo stigma e poi ci pensa il tubetto, che si allunga, come una radice, fino a raggiungerlo".
Dato che con un tale sistema basta un solo granulo di polline, ci si domanda a cosa servano tutti gli altri. Nessuno lo sà. Probabilmente è un ricordo del passato, e in futuro, collaudata l'efficenza del traslatore, si ridurranno di numero.
Gironzolo per una settimana nel Giardino, spiando, con un' Hasselblad dotata di mostruosi anelli di prolunga, la schiusa di centinaia di stelle e chiedo a tutti i botanici che incontro dove posso trovarne di belle, "in natura col paesaggio". Le stapelie sono infatti piante molto mimetiche, con fiori capricciosi, spesso minuscoli, che sbocciano un po' quando vogliono loro. Finalmente Ernest Van Jaarsveld, mi telefona dal famoso orto botanico di Kirstenbosch, che in una stazione presso Cape Town, l' Orbea variegata è in fiore, ma che per fotografarla "di giorno possono sorgere dei problemi". Non afferro bene il discorso, ma lo raggiungo subito e poche ore più tardi siamo in una baia incantevole, incorniciata da enormi massi. I grandi fiori gialli tigrati dell' Orbea variegata adornano in effetti le rocce a strapiombo sul mare, ma hanno il "piccolo" difetto di crescere nell'unica spiaggia per nudisti di tutto il Sudafrica. Dovrò accontentarmi, più tardi, del solito primo piano col flash.
Le stapelie in natura le fotograferò con John Lavranos, in Namibia. Siamo andati per piante, con due gip, dove nessuno metteva piede da anni, dove la pioggia è un fatto raro e di giorno si superano anche i 45°C. La vita è legata a mille astuzie ed alle incredibili nebbie mattutine, che si formano, lungo la costa, per effetto della corrente fredda del Benguela. Dove i resti di antichi massi ciclopici, sgretolati dal sole, si fanno di colpo variopinti, ricoperti da migliaia di licheni gialli e rossi, vuol dire che si formano delle condense. E lì, spesso, sotto le roccie, troviamo le stapelie.
"Cercano un riparo dal sole", commenta John Lavranos, "le radici stanno al fresco e in più raccolgono la rugiada che al mattino scivola lungo i massi".
Assomigliano alle cactacee, con fusti tondeggianti, gonfi d'acqua, e foglie ridotte ad appendici più o meno evidenti e spinose per ridurre l'evaporazione e condensare l'umidità dell'aria.
"Le chiamano cetrioli dei boscimani", continua, "ed alcune specie, gustose e dissetanti, rischiano l'estinzione".
Non oso assaggiarle, ma annuso i piccoli fiori incuriosito.
"Non tutti", mi spiega John, "sanno di carne o pesce in putrefazione. Quelli che crescono nel deserto, dove a parte qualche mosca ci sono ben pochi insetti, debbono per forza adattarsi ai "cattivi" gusti dei pronubi, ma il 20% circa emana gradevole profumo di mele, banane o frutta matura, che attira irresistibilmente i moscerini".
Più in là noto delle strane "corna", enormi rispetto alle piante, che spuntano dai fusti. Sono i caratteristici frutti delle stapelie : contengono centinaia di semi con l'ombrello, che si disperdono per chilometri, trasportati dal vento secco del deserto. Cadono, si rialzano, e finalmente si fermano dove c'è un ostacolo : sotto i sassi appunto. Lì la vita è possibile : aspettano anche per anni la pioggia, e quando miracolosamente arriva germinano in fretta, a volte in 24 ore.
"Spesso", mi fa notare John, "il calice di alcuni fiori fecondati non cade subito con la corolla, per lasciare il posto al frutto, ma si blocca, aspettando anche sei mesi prima di produrre i semi. Così la pianta ha una seconda possibilità di semina, che amministra poi misteriosamente, secondo l'andamento climatico".
Cè chi sostiene che le stapelie sono giunte in Sudafrica dall'India, percorrendo un po' alla volta, con i loro semi volanti, oltre 10.000 km. Si basano sul fatto che la Frerea indica, l'unica stapelia con le foglie, cresce solo in India e che nelle piante la mancanza di foglie è un'eccezione, un adattamento, un fatto, quindi, successivo. Ma John non è tanto convinto.
"Non esistono", dice, "fossili a sostegno di questa teoria e in più il fiore della Frerea, praticamente identico agli altri, non presenta alcun carattere d'arcaicità. Probabilmente le stapelie hanno avuto il loro centro di sviluppo in Est Africa, dove forse un tempo avevano le foglie, e da qui si sono poi spinte al sud e a nord-est fino in India. Oggi il Sudafrica ospita oltre il 50% delle specie, poi viene la Somalia, l'Eritrea, il sud ovest dell'Arabia e il nord est del Kenya con circa il 35%, ed il restante 15% è sparso nel nord Africa, Europa, India e Madagascar, dove di recente è stata trovata una specie, lo Stapelianthus hardyi".
Qualche giorno più tardi, nell'Orto Botanico di Pretoria, ho come guida il suo scopritore, Dave Hardy, responsabile del Giardino e delle serre. Passando di meraviglia in meraviglia notiamo, su una pianta, tra i fiori normali, delle incredibili stelle con 4 punte. Non è un caso infrequente e da un collezionista di Pretoria, Van Zanten, ne scopro una con 6. Fenomeni analoghi si sono verificati anche a Monte Carlo.
Nessuno azzarda una risposta precisa. L'instancabile ricerca di "strade nuove" delle stapelie evidenza comunque, con chiarezza, come l'evoluzione non sia un fatto del passato, ma attuale, e che la "creazione", anche se non siamo abituati a pensarlo, non è ancora finita.GiuseppeMazza.

BOX COLTIVAZIONE

Alcune asclepiadacee, parenti stretti delle stapelie, possono essere coltivate in casa. il "Fiore di cera" ( Hoya carnosa ), disponibile in più colori, si trova facilmente dai fioristi. E' un rampicante sempreverde, con fusti volubili e radichette avventizie, molto adatto a incorniciare finestre e verande. Le foglie, ovali-oblunghe, acuminate e carnose, possono essere variegate, e gli incredibili fiori a stella, riuniti in eleganti ombrelle emisferiche, sbocciano dalla primavera all'estate, emanando, la notte, un intenso profumo dolciastro. Diffusa dalla Cina meridionale al Queensland, in Australia, questa specie ha bisogno di molta luce, frequenti innaffiature estive, e minime di almeno 10°C in inverno. Si moltiplica facilmente per talee apicali e il terreno, ricco e sabbioso, dev'essere ben drenato per evitare marciumi alle radici. Un'altra specie, l' Hoya bella, si presta a graziosissimi cestini pendenti, ma è più delicata. Nei paesi anglosassoni è molto coltivata anche la "Collana di cuori" ( Ceropegia woodii ), un'asclepiadacea sudafricana, dai fiori modesti ma insoliti, che crea cascate di foglioline a forma di cuore. Viene spesso usata dai collezionisti come "porta innesto" per le stapelie tropicali e "difficili" da tenere in serra. Basta decapitare il suo piccolo tubero, affiorante dal terreno, e applicarvi, con due elastici, il fusto della pianta rara, reciso alla base, facendo attenzione che non si formino bolle d'aria nel punto di contatto. Nel giro di 8 giorni l'innesto è fatto e si possono rimuovere gli elastici. Sembrerebbe facile, ma coltivar stapelie è un lavoro da specialisti, perchè bisogna lottare di continuo con l'oidio ed altri funghi microscopici che spuntano all'improvviso, dal niente, appena aumenta l'umidità.
Meglio limitarsi, come suggerisce John Lavranos, alle specie sudafricane tolleranti del freddo, da tenere all'aperto, in pieno sole, dove il clima lo consente. D'inverno, a Johannesburg e Cape Town, può fare anche - 6° C, ma di giorno poi la temperatura sale a 15°-20° C. Le stapelie sopportano quindi anche il gelo, ma non il freddo prolungato. L'ideale, in riviera, sarebbe tenerle in "tasche", ben drenate, sulle rocce esposte al sole, che trattengono il calore, alzando di qualche grado la temperatura al suolo.Giuseppe Mazza.

Per illustralo meglio ecco alcune pagine tratte dai miei servizi ( NATURA OGGI e GARDENIA ).

Stapelia1.jpg

© Giuseppe Mazza

Stapelia2.jpg

© Giuseppe Mazza

Stapelia3.jpg

© Giuseppe Mazza

Stapelia4.jpg

© Giuseppe Mazza

Stapelia5.jpg

© Giuseppe Mazza

Stapelia6.jpg

© Giuseppe Mazza

[ 02.03.2004, 22:55: Messaggio scritto da: GIUSEPPE MAZZA ]
 

Pietro Puccio

Appassionato di palme e piante tropicali
Grazie Giuseppe per questa serie di interessantissime e bellissime foto, forse però era meglio presentarcele in più riprese, l'argomento è molto vasto e piuttosto specialistico ed è facile perdersi. Sono 38 immagini (spero non aver sbagliato a contarle), ognuna delle quali meriterebbe (per l'oggetto e per come hai saputo coglierne l'essenza) un lungo discorso, così ci ammutolisci!
Pietro Puccio
PS: sono entrato più volte nel tuo sito, ma riesco a vedere solo l'elenco delle foto, è così o sono io che non riesco a trovarle?
 

GIUSEPPE MAZZA

Aspirante Giardinauta
Ciao PIETRO,

in effetti sul mio sito

http://www.photomazza.com/

vi sono solo poche foto, a titolo d'esempio per la RICERCA PER TEMA.
In definitiva il mio sito è una " guida del telefono " destinata agli editori. Presenta solo, con un motorino di ricerca, le mie disponibilità d'archivio in ordine alfabetico per GENERE, SPECIE e NUMERO DI SCATTI.
Chi ha bisogno delle foto mi scrive, ed io gliele mando per Email.
In archivio ho 70.000 foto. Conto di salvarne 20.000, al ritmo di 1.000 all'anno circa.
Il lavoro è lungo perché le digitalizzo a 3200 dpi, con un super scanner a tamburo virtuale. Miglioro i colori e la luminosità, e le ritocco per ore ... se una foto è stata pubblicata più volte, è piena di graffietti, e per toglierli a volte occorrono 10 ore di ritocco ...
Ma è un lavoro ben fatto ... per l'eternità.

Le foto che vi ho messo, di qualità molto modesta, sono invece le fotocopie dei miei servizi.

Ciao.

Giuseppe Mazza
 

GIUSEPPE MAZZA

Aspirante Giardinauta
Grazie SCAT,

sono proprio gioielli, difficili da coltivare ...
Ti metto anche 2 francobolli che ho realizzato in tema per il PRINCIPATO DI MONACO, il luogo dove vivo e lavoro.

Questo è uscito per il Natale 2003
Francobollo.jpg


e questo per il Natale 2002
Francobollo2.jpg


Ciao a tutti.
Giuseppe Mazza
http://www.photomazza.com/
 

Scatolina

Guru Giardinauta
WOW :eek:
Stupendi!!
Ho un cliente molto appassionato che mi chiede francobolli di continuo, se per caso li vuole sono in vendita?!?!

Scat
 

GIUSEPPE MAZZA

Aspirante Giardinauta
Messaggio originale scritto da: Scatolina:
WOW :eek:
Stupendi!!
Ho un cliente molto appassionato che mi chiede francobolli di continuo, se per caso li vuole sono in vendita?!?!

Scat
Scat,

I fiori stella sono delle vere e proprie " scatoline " cinesi ... una dentro l'altra, come puoi vedere dalle prime due foto ...
Per i francobolli è possibile, ma bisogna pensarci prima ... ormai la stapelia di natale non è più in vendita ... il mio prossimo francobollo uscirà fra un mese per annunciare li concorso dei bouquets ... ecco la foto in ANTEPRIMA

Bouquet.jpg


Ciao.

Ma torniamo in tema. ASPETTO LE VOSTRE REAZIONI ... qualcuno le ha coltivate ?

Giuseppe Mazza
http://www.photomazza.com/
 

Pietro Puccio

Appassionato di palme e piante tropicali
Caro Giuseppe,
le nostre reazioni, anche se inespresse, sono sicuramente di curiosità, di ammirazione per le immagini e di apprezzamento per come hai sottolineato, sinteticamente e piacevolmente, le peculiarità di questa famiglia, ma non mi sembra che si possa fare qui di seguito un discorso proficuo sulla coltivazione allargato a tutta una famiglia comprendente circa 250 generi e quasi 2000 specie con esigenze diversissime. Sono poi certo che la stargrande maggioranza dei forumisti ha coltivato o coltiva, magari inconsapevolmente, delle Asclepiadaceae, forse sarebbe meno dispersivo aprire un altro 'fronte', magari limitato ad un genere solo. Approfitto per due domande fuori tema. Visto che conosci Lavranos, che oltre ad essere una autorità in questa famiglia, lo è anche della Aloe, hai qualche servizo su questo genere? Secondo, guardando nel tuo sito l'elenco delle foto delle palme (famiglia che mi interessa particolarmente), ho notato che il più alto numero di foto è dell'Archontophoenix cunninghamiana, come mai questa particolare attenzione per questa specie?
Grazie
Pietro Puccio
 

GIUSEPPE MAZZA

Aspirante Giardinauta
Messaggio originale scritto da: Pietro Puccio:
Caro Giuseppe,
le nostre reazioni, anche se inespresse, sono sicuramente di curiosità, di ammirazione per le immagini e di apprezzamento per come hai sottolineato, sinteticamente e piacevolmente, le peculiarità di questa famiglia, ma non mi sembra che si possa fare qui di seguito un discorso proficuo sulla coltivazione allargato a tutta una famiglia comprendente circa 250 generi e quasi 2000 specie con esigenze diversissime. Sono poi certo che la stargrande maggioranza dei forumisti ha coltivato o coltiva, magari inconsapevolmente, delle Asclepiadaceae, forse sarebbe meno dispersivo aprire un altro 'fronte', magari limitato ad un genere solo. Approfitto per due domande fuori tema. Visto che conosci Lavranos, che oltre ad essere una autorità in questa famiglia, lo è anche della Aloe, hai qualche servizo su questo genere? Secondo, guardando nel tuo sito l'elenco delle foto delle palme (famiglia che mi interessa particolarmente), ho notato che il più alto numero di foto è dell'Archontophoenix cunninghamiana, come mai questa particolare attenzione per questa specie?
Grazie
Pietro Puccio
PIETRO ... sono di corsa ... questa sera ti metto i FIORI STELLA FACILI ... le HOYA ... e poi un 3D sulle ALOE.

Tante Archontophoenix cunninghamiana .... perché in Australia ci ho dormito sotto per una settimana.

Ciao.

Giuseppe Mazza
http://www.photomazza.com/
 
A

*Ale*

Guest
complimenti Giuseppe, sono tutti bellissimi, grazie di aver mandato tutte quelle foto, sono emozionanti... io ne ho una di questa specie pero' deve ancora fiorire, sono pronta con la macchina fotografica a cogliere l'attimo...
Baci Alessia
 

GIUSEPPE MAZZA

Aspirante Giardinauta
Messaggio originale scritto da: ALESSSIA:
complimenti Giuseppe, sono tutti bellissimi, grazie di aver mandato tutte quelle foto, sono emozionanti... io ne ho una di questa specie pero' deve ancora fiorire, sono pronta con la macchina fotografica a cogliere l'attimo...
Baci Alessia
ALESSIA, grazie per i baci telematici ...

Ecco qui ci sono i FIORI STELLA più accessibili : l' HOYA BELLA, che in genere si coltiva ricadente in panieri appesi, e l' HOYA CARNOSA, dai fiori intensamente profumati la notte ... è rampicante e si presta a incorniciare le finestre ...

Stapeliaf1.jpg

© Giuseppe Mazza

E questa è simile alla CARNOSA, più colorata, ma meno profumata

Stapeliaf2.jpg

© Giuseppe Mazza

Qualcuno le avrà ben coltivate .... si trovano nei garden ...

Ciao.
Giuseppe Mazza
http://www.photomazza.com/
 
M

micio

Guest
Ciao Giuseppe,

Ogni volta che leggo un tuo articolo non so se rimanere più affascinata da quello che scrivi o dalle foto.
L'Hoya carnosa dalle mie parti la trovi facilmente sui balconi, anche perchè, come hai scritto tu, è facile da propagare per talea. Mi ricordo ancora la prima volta che ho visto i suoi fiori, così perfetti da sembrare finti e dal dolce profumo di miele che attira le api.
Mia madre sul suo terrazzo ha una pianta grassa a portamento prostrato dai fusti violacei che fa un fiore molto simile per colore a quello che c'è sull'ultima pagina, quella scannarizzata, accanto al fiore a stella peloso, sarà anche questa una di quelle piante di facile coltivazione.
Spero di rileggerti presto,
Micio
 

GIUSEPPE MAZZA

Aspirante Giardinauta
Grazie MICIO,

e di facile c'è anche l' ASCLEPIAS CURASSAVICA per le verande e l' ASCLEPIAS SYRIACA ... scappata dai giardini e ... naturalizzata in varie regioni d'Italia.

Ho belle foto ma non sono digitalizzate.

Ciao.

Giuseppe Mazza
http://www.photomazza.com/
 
R

RINO

Guest
caro Giuseppe ho molto aprezzato questo servizio(anche se non è il mio genere di piante) molto interessante anche la panoramica su questa famiglia , in modo che si possa aprezzarne la varietà e poi eventualmente specializzarsi in qualche specie particolare

Anche le impeccabili foto (fatte con soffietto alcune?) una piccola curiosità tecnica:possiedo un archivio di circa 11000-12000 tra negativi b/n -color - slide e praticamente solo una decina di stampe, da come mi sembra avere capito tu devi ritoccare le foto prima della scannerizzazione ma non li hai i neg. delle foto? dovresti avere meno problemi se ben conservati a eseguirne la scansione
Ora dovrò decidermi anche io di fare un bell'inventario :(
Ciao e grazie
 

GIUSEPPE MAZZA

Aspirante Giardinauta
RINO,

le foto sono state fatte con l' Hasselblad e degli anelli distanziatori.

Sono diapositive 6x6, non negativi.

Il ritocco lo faccio naturalmente dopo lo scanner.

Come prima correzione, se necessario, miglioro i colori, poi tolgo eventuali graffietti e polvere, imperfezioni della natura ... tracce di calcare sulle foglie delle piante coltivate e ... insettini sgraditi ...

Amo le foto facili da leggere. Simili a disegni.

Ciao. A presto.

Giuseppe Mazza
http://www.photomazza.com/
 

Paola grassofila

Giardinauta
Giuseppe, grazie per lo splendido omaggio che inconsapevolmente mi hai fatto con questo tuo post.
Amo particolarmente le Asclepiadacee e ne coltivo alcune - tra le piu' comuni, in verita' - con molta soddisfazione.
Ieri pm ho stampato il tutto per leggermelo e rivedermelo stamane a colazione, con calma, e conservarlo. Purtroppo la mia qualita' di stampa non e' delle migliori, e le foto sono state molto penalizzate. Ti chiedo cortesemente di darmi indicazioni piu' precise circa la rivista che a suo tempo ha pubblicato l'articolo, così cercherò di reperirlo. Grazie ancora!
 
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