elena_11293
Master Florello
essendomi occupata di adozioni, mi sento di dare la mia opinione. parlo però in generale, non conoscendo s.m. non sono in grado di valutare il caso specifico solo dal racconto.
in generale, appunto, trovo anch'io come marco che ci sia ancora troppa leggerezza/poca presa di responsabilità nelle adozioni. e non solo da parte di chi si offre di adottare, ma anche da parte dei volontari. comprendo in parte entrambi in certi casi: chi adotta ha spesso un gran desiderio di 'salvare', amare, dare a un animale una vita migliore; chi si occupa di animali in difficoltà ha spesso l'esigenza di trovare loro casa in fretta, perché ne ha tanti, ha tante spese, ce ne sono altri da salvare, perché non stiano troppo a lungo in gabbia/canile, ecc. ecc.
tutti motivi comprensibili, ma non dovrebbero appunto fare da bussola nelle scelte e decisioni finali.
ad es., quante associazioni e volontari usano davvero colloqui, visite e questionari pre-affido? quanti seguono poi, offrendo anche supporto, le adozioni? purtroppo pochi. sono convinta che nel caso di s.m. probabilmente già un questionario ben fatto e un colloquio a seguire avrebbe potuto evitare la situazione (quello che uso prevede proprio domande su scelte future come quella di avere bambini, di cambiare casa, sul cosa si farebbe con l'animale in quei casi, se c'è la possibilità e la voglia di tenerlo anche in presenza di difficoltà di carattere e su come ci si comporterebbe, ecc). ovvio che uno può mentire, ma proprio visite e colloqui aiutano anche a fare valutazioni sulla serietà della persona, su quanto sia spinta troppo da un'onda emotiva o invece da buon senso e valutazioni ad ampio campo e sul lungo tempo e simili.
insomma, comprendo che servano tempo e risorse per operare in questo modo, che spesso non ci sono, ma lo stesso ciò non toglie che sia quello che dà maggiori possibilità di adozioni felici per tutte le parti.
cosa fare però quando ciò non è accaduto e sorgono problemi (o sorgono cmq)? per quanto mi riguarda, anche in questo caso semplicemente una forte presa di responsabilità: chi ha dato in adozione valuta e sostiene l'affidatario ed eventualmente riprende l'animale e si dà da fare per ciò che serve e/o trovargli una nuova sistemazione più adatta; chi ha adottato, prosegue nell'impegno ad offrire all'animale la miglior vita possibile, anche se significa a un dato momento doversene separare perché possa andare a vivere con qualcuno con cui può stare meglio.
forse questo è l'unico punto in cui differisco in opinione con marco. ovvio che anche a me si spezzerebbe il cuore a dovermi separare da un animale con cui ho scelto di vivere, ma da adulto responsabile c'è proprio da pensare prima al suo benessere che alle mie emozioni e quindi se succede qualcosa (può essere anche un'improvvisa indisponibilità della persona a tenerlo con sé, non necessariamente un problema dell'animale: perdita di lavoro, il ricovero in casa di riposo per un'anziano, tanto per dirne un paio che ho visto accadere; oppure si scopre di non essere proprio in grado di gestire l'animale come serve) va valutata la possibilità di restituire l'animale se è per il suo bene e trovargli una nuova casa/famiglia in cui possa stare meglio. non trovo meschinità in questo, mi pare davvero solo una scelta responsabile, anche se assolutamente, certo, non dev'essere fatta alla leggera.
cosa farei quindi io ora? dato che s.m. si è resa conto che non ce la fa a stare dietro a una convivenza cane-bambina come probabilmente servirebbe nel loro caso e visto che la persona che l'aveva dato in adozione dovrebbe essere disponibile, lo restituirei proprio.
al contempo, dato che mi ero presa quella responsabilità, probabilmente continuerei a sostenere il cane fintanto che non abbia nuovamente una buona sistemazione: terrei ad es. i contatti per seguire la vicenda e offrirei di pagare per il suo mantenimento finché serve, proseguendo quindi l'adozione a distanza. di nuovo: me ne ero presa la responsabilità facendo quella scelta? sì e allora la mantengo fin quando è necessario. è l'unico atteggiamento corretto a mio avviso.
e, se ci si rende responsabili verso le proprie decisioni, sono certa che non serva nemmeno pesare l'importanza di un animale e di un bambino o altro umano, ci si prende semplicemente cura di ognuno al meglio, senza lasciare nessuno indietro.
forza Teo!!!
in generale, appunto, trovo anch'io come marco che ci sia ancora troppa leggerezza/poca presa di responsabilità nelle adozioni. e non solo da parte di chi si offre di adottare, ma anche da parte dei volontari. comprendo in parte entrambi in certi casi: chi adotta ha spesso un gran desiderio di 'salvare', amare, dare a un animale una vita migliore; chi si occupa di animali in difficoltà ha spesso l'esigenza di trovare loro casa in fretta, perché ne ha tanti, ha tante spese, ce ne sono altri da salvare, perché non stiano troppo a lungo in gabbia/canile, ecc. ecc.
tutti motivi comprensibili, ma non dovrebbero appunto fare da bussola nelle scelte e decisioni finali.
ad es., quante associazioni e volontari usano davvero colloqui, visite e questionari pre-affido? quanti seguono poi, offrendo anche supporto, le adozioni? purtroppo pochi. sono convinta che nel caso di s.m. probabilmente già un questionario ben fatto e un colloquio a seguire avrebbe potuto evitare la situazione (quello che uso prevede proprio domande su scelte future come quella di avere bambini, di cambiare casa, sul cosa si farebbe con l'animale in quei casi, se c'è la possibilità e la voglia di tenerlo anche in presenza di difficoltà di carattere e su come ci si comporterebbe, ecc). ovvio che uno può mentire, ma proprio visite e colloqui aiutano anche a fare valutazioni sulla serietà della persona, su quanto sia spinta troppo da un'onda emotiva o invece da buon senso e valutazioni ad ampio campo e sul lungo tempo e simili.
insomma, comprendo che servano tempo e risorse per operare in questo modo, che spesso non ci sono, ma lo stesso ciò non toglie che sia quello che dà maggiori possibilità di adozioni felici per tutte le parti.
cosa fare però quando ciò non è accaduto e sorgono problemi (o sorgono cmq)? per quanto mi riguarda, anche in questo caso semplicemente una forte presa di responsabilità: chi ha dato in adozione valuta e sostiene l'affidatario ed eventualmente riprende l'animale e si dà da fare per ciò che serve e/o trovargli una nuova sistemazione più adatta; chi ha adottato, prosegue nell'impegno ad offrire all'animale la miglior vita possibile, anche se significa a un dato momento doversene separare perché possa andare a vivere con qualcuno con cui può stare meglio.
forse questo è l'unico punto in cui differisco in opinione con marco. ovvio che anche a me si spezzerebbe il cuore a dovermi separare da un animale con cui ho scelto di vivere, ma da adulto responsabile c'è proprio da pensare prima al suo benessere che alle mie emozioni e quindi se succede qualcosa (può essere anche un'improvvisa indisponibilità della persona a tenerlo con sé, non necessariamente un problema dell'animale: perdita di lavoro, il ricovero in casa di riposo per un'anziano, tanto per dirne un paio che ho visto accadere; oppure si scopre di non essere proprio in grado di gestire l'animale come serve) va valutata la possibilità di restituire l'animale se è per il suo bene e trovargli una nuova casa/famiglia in cui possa stare meglio. non trovo meschinità in questo, mi pare davvero solo una scelta responsabile, anche se assolutamente, certo, non dev'essere fatta alla leggera.
cosa farei quindi io ora? dato che s.m. si è resa conto che non ce la fa a stare dietro a una convivenza cane-bambina come probabilmente servirebbe nel loro caso e visto che la persona che l'aveva dato in adozione dovrebbe essere disponibile, lo restituirei proprio.
al contempo, dato che mi ero presa quella responsabilità, probabilmente continuerei a sostenere il cane fintanto che non abbia nuovamente una buona sistemazione: terrei ad es. i contatti per seguire la vicenda e offrirei di pagare per il suo mantenimento finché serve, proseguendo quindi l'adozione a distanza. di nuovo: me ne ero presa la responsabilità facendo quella scelta? sì e allora la mantengo fin quando è necessario. è l'unico atteggiamento corretto a mio avviso.
e, se ci si rende responsabili verso le proprie decisioni, sono certa che non serva nemmeno pesare l'importanza di un animale e di un bambino o altro umano, ci si prende semplicemente cura di ognuno al meglio, senza lasciare nessuno indietro.
forza Teo!!!
Ultima modifica: