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Minnytù
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La “Bolla d’aria” intorno a noi
L’antropologo americano Edward Hall è stato uno dei primi a studiare le esigenze spaziali dell’uomo, fondando all’inizio degli anni Sessanta una nuova disciplina, la prossemica, ovvero lo studio delle relazioni di vicinanza nella comunicazione. Grazie alle sue ricerche si è giunti a una nuova concezione delle relazioni umane.
Il territorio personale è quell’area o quello spazio che circonda una persona e che questa reclama come suo, quasi fosse un’estensione del corpo. Ciascun individuo ha un proprio territorio personale, comprendente la zona circostante i suoi beni, per esempio la casa, delimitata da un recinto, l’auto, la stanza da letto e, come ha scoperto Hall, uno spazio ben preciso attorno al corpo. Come la maggior parte degli animali, l’uomo ha il suo spazio personale, o “bolla d’aria” portatile, la cui dimensione dipende dalla densità della popolazione in cui è cresciuto. Quindi, lo spazio personale è culturalmente determinato. Ogni paese ha, infatti, territori più o meno vasti ma sono proporzionalmente simili ai seguenti:
1. Zona intima (15-46 cm): E’ la zona spaziale più importante, quella che ognuno difende come se fosse una sua proprietà. Solo chi ci è vicino dal punto di vista emozionale (innamorati, genitori, coniugi, figli, amici intimi, parenti e animali domestici) vi può entrare.
2. Zona personale (46-122 cm): Si tratta della distanza che teniamo rispetto agli altri alle feste in ufficio, alle funzioni sociali e agli incontri con amici.
3. Zona sociale (122-360 cm): E’ la distanza a cui ci teniamo dagli estranei, per esempio dall’idraulico che effettua una riparazione, dal postino, dal negoziante e da tutte le persone che non conosciamo molto bene.
4. Zona pubblica (dai 360 cm in poi): E’ la distanza a cui ci teniamo ogniqualvolta ci troviamo in un folto gruppo di persone.
Possono sorgere delle complicazioni quando due culture, con esigenze spaziali diverse, si incontrano. Nelle culture mediterranee, come in Italia o in Grecia, si accetta di solito di scendere sotto la distanza base anche tra persone estranee usando molto il contatto fisico, e per questo si può sembrare invadenti alle persone di altre culture (che sembrano invece gelide agli italiani o ai greci). Anche i giapponesi, abituati al sovraffollamento, hanno una zona spaziale intima più ridotta (25 cm). Se ad una conferenza, un americano che solitamente parla ad una distanza di 46-122 cm dall’interlocutore, conversa con un giapponese, i due iniziano a girare lentamente per la stanza: l’americano arretra e il giapponese avanza. Questo avviene perché entrambi cercano di raggiungere una distanza culturalmente accettabile in base ai loro standard. Per questo per europei e americani, gli asiatici sono “aggressivi” e “indiscreti” e per gli asiatici gli europei e gli americani sono “freddi” e “scostanti”.
In generale, spazi personali ridotti provocano ostilità: a mano a mano che la folla aumenta, ogni soggetto si vede ridurre lo spazio personale e inizia a provare ostilità, il che spiega la ragione per cui in presenza di grandi assembramenti, la gente diventa sempre più agitata e arrabbiata al punto di scatenare risse.
Sovraffollamento e sovrappopolazione hanno delle conseguenze anche sugli altri animali, come dimostrato da uno studio condotto sulla comunità di cervi di James Island, un’isola a circa un miglio dalla costa del Maryland, nella Baia di Chesapeake, negli Stati Uniti. Molti animali stavano morendo nonostante l’abbondanza di cibo, la mancanza di predatori e di infezioni. E’ emerso che i cervi stavano scomparendo per un’iperattività delle ghiandole surrenali dovuta allo stress causato dalla riduzione del territorio personale di ciascun esemplare legata all’aumento della popolazione. I decessi erano dunque provocati non da carestie, malattie o aggressioni, ma da una reazione fisiologica allo stress da sovrappopolamento. Per questo le aree che presentano la maggior densità di popolazione si caratterizzano per un tasso più elevato di crimini e di violenza.
https://scoprirelamenzogna.wordpress.com/
L’antropologo americano Edward Hall è stato uno dei primi a studiare le esigenze spaziali dell’uomo, fondando all’inizio degli anni Sessanta una nuova disciplina, la prossemica, ovvero lo studio delle relazioni di vicinanza nella comunicazione. Grazie alle sue ricerche si è giunti a una nuova concezione delle relazioni umane.
Il territorio personale è quell’area o quello spazio che circonda una persona e che questa reclama come suo, quasi fosse un’estensione del corpo. Ciascun individuo ha un proprio territorio personale, comprendente la zona circostante i suoi beni, per esempio la casa, delimitata da un recinto, l’auto, la stanza da letto e, come ha scoperto Hall, uno spazio ben preciso attorno al corpo. Come la maggior parte degli animali, l’uomo ha il suo spazio personale, o “bolla d’aria” portatile, la cui dimensione dipende dalla densità della popolazione in cui è cresciuto. Quindi, lo spazio personale è culturalmente determinato. Ogni paese ha, infatti, territori più o meno vasti ma sono proporzionalmente simili ai seguenti:
1. Zona intima (15-46 cm): E’ la zona spaziale più importante, quella che ognuno difende come se fosse una sua proprietà. Solo chi ci è vicino dal punto di vista emozionale (innamorati, genitori, coniugi, figli, amici intimi, parenti e animali domestici) vi può entrare.
2. Zona personale (46-122 cm): Si tratta della distanza che teniamo rispetto agli altri alle feste in ufficio, alle funzioni sociali e agli incontri con amici.
3. Zona sociale (122-360 cm): E’ la distanza a cui ci teniamo dagli estranei, per esempio dall’idraulico che effettua una riparazione, dal postino, dal negoziante e da tutte le persone che non conosciamo molto bene.
4. Zona pubblica (dai 360 cm in poi): E’ la distanza a cui ci teniamo ogniqualvolta ci troviamo in un folto gruppo di persone.
Possono sorgere delle complicazioni quando due culture, con esigenze spaziali diverse, si incontrano. Nelle culture mediterranee, come in Italia o in Grecia, si accetta di solito di scendere sotto la distanza base anche tra persone estranee usando molto il contatto fisico, e per questo si può sembrare invadenti alle persone di altre culture (che sembrano invece gelide agli italiani o ai greci). Anche i giapponesi, abituati al sovraffollamento, hanno una zona spaziale intima più ridotta (25 cm). Se ad una conferenza, un americano che solitamente parla ad una distanza di 46-122 cm dall’interlocutore, conversa con un giapponese, i due iniziano a girare lentamente per la stanza: l’americano arretra e il giapponese avanza. Questo avviene perché entrambi cercano di raggiungere una distanza culturalmente accettabile in base ai loro standard. Per questo per europei e americani, gli asiatici sono “aggressivi” e “indiscreti” e per gli asiatici gli europei e gli americani sono “freddi” e “scostanti”.
In generale, spazi personali ridotti provocano ostilità: a mano a mano che la folla aumenta, ogni soggetto si vede ridurre lo spazio personale e inizia a provare ostilità, il che spiega la ragione per cui in presenza di grandi assembramenti, la gente diventa sempre più agitata e arrabbiata al punto di scatenare risse.
Sovraffollamento e sovrappopolazione hanno delle conseguenze anche sugli altri animali, come dimostrato da uno studio condotto sulla comunità di cervi di James Island, un’isola a circa un miglio dalla costa del Maryland, nella Baia di Chesapeake, negli Stati Uniti. Molti animali stavano morendo nonostante l’abbondanza di cibo, la mancanza di predatori e di infezioni. E’ emerso che i cervi stavano scomparendo per un’iperattività delle ghiandole surrenali dovuta allo stress causato dalla riduzione del territorio personale di ciascun esemplare legata all’aumento della popolazione. I decessi erano dunque provocati non da carestie, malattie o aggressioni, ma da una reazione fisiologica allo stress da sovrappopolamento. Per questo le aree che presentano la maggior densità di popolazione si caratterizzano per un tasso più elevato di crimini e di violenza.
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