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Preparazione terreno per anguria e melone

eiasu

Aspirante Giardinauta
Ciao a tutti,
qui in Uruguay e' inverno e sto iniziando la preparazione del terreno per piantare in primavera angurie e meloni.
Il terreno e' la prima volta che viene coltivato, e' stato usato per decenni per il pascolo di bovini, equini e pecore, quindi lo sto dissodanto e togliendo le erbacce, tutto a mano.
Per le angurie mi hanno suggerito di tenere una distanza di almeno due metri.
Adesso che sto preparando il terreno mi rendo conto che e' un sacco di lavoro a scavare 30cm di terreno per dissodare un raggio di due metri per una sola pianta.
Vorrei sapere se c'e' un modo di poter seminare le angurie piu' vicine le une alle altre, se la distanza e' necessaria per il nutrimento delle piante o solamente per dare spazio alle piante di potersi estendere.
Io uso solo materia naturale che trovo sul campo e che produciamo noi, vale a dire, compost, letame di bovino fresco di giornata o stagionato alcuni mesi, cenere di gusci di riso e il terreno che troviamo qui, a volte argilloso a volte non tanto.
Questa cenere di riso viene da una impianto qua vicino e ci hanno detto che fa bene al terreno e che anche un vivaio di Montevideo (340 km da qui) viene a prendersi camionate di questa cenere proprio perche e di buona qualita e nutriente, io pero non ho esperienza e non so che minerali apporta questa cenere che e' nera e opaca come la lava.
Non so neanche se e' bene mescolarla col terreno in profondita o distribuirla soltanto in superficie.
Grazie a tutti per l'aiuto, spero la prossima estate di avere un raccolto dolce e abbondante!
un caro saluto
Eiasu
 
Ultima modifica:
K

Kakugo

Guest
Ti rispondo qui così resta per tutti.

Le angurie, purtroppo, non possono essere "impacchettate": vanno piantate ad un paio di metri distanza l'una dall'altra vuoi perché non si soffochino a vicenda, vuoi per consentire ad ognuna di avere a disposizione nutrienti e soprattutto acqua sufficienti per un corretto sviluppo. Sono piante abbastanza avide di nutrienti, specie nella fase di accrescimento dei frutti, e se si vogliono frutti di buona qualità, bisogna rispettare le distanze di impianto.

Per quanto riguarda il fertilizzante, lo stallatico è perfettamente adeguato per la coltivazione delle cucubritacee in genere, con un solo caveat: deve tassativamente essere ben maturo. Se lo stallatico è bovino, deve essere lasciato maturare almeno tre mesi, mentre se è equino sei. Per i migliori risultati, la buca d'impianto andrebbe riempita per metà di terreno e metà di stallatico.

Infine la cenere di riso. Desumo che questo stabilimento produca quella che tecnicamente si chiama lolla calcinata: il pulone di riso è troppo prezioso (ricchissimo di grassi vegetali) per essere calcinato e viene solitamente usato come pastone per gli animale.
Il vivaio in questione non acquista la lolla come fertilizzante, ma come materiale pozzolanico, ovvero sia come sostituto per materiali quali la pomide tritata ed il lapillo vulcanico.
Essendo la lolla ricchissima di silice, una volta calcinata è un eccellente materiale per migliorare il drenaggio del terreno ed effettuare pacciamature. In Italia, per via della disponibilità di pomice relativamente economica, non è molto usata fuori dai distretti dove la risicoltura è ampiamente praticata ma in paesi ove la pomice non è di facile reperibilità e la risicoltura molto diffusa (Thailandia, Sud degli Stati Uniti etc) è il materiale per drenaggi e pacciamatura più diffuso in assoluto.
 
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