Il termine microclima si riferisce a una zona geografica locale in cui il clima differisce
in modo significativo da quello delle zone circostanti a causa di peculiarità topografiche e ambientali.
Le glaciazioni che si sono succedute in vari periodi geologici hanno dato origine a migrazioni di essenze vegetali provenienti dall'estremo nord del continente che hanno potuto stabilizzarsi in particolari ambienti come relitti vegetali sopravvissuti a tali periodi geologici. Si intendono come tali le valli glaciali ed i depositi nivali alpini le adiacenze di piccoli laghi alpini, che presentano flore endemiche seppur eterogene e caratteristiche di tali aree ristrette.
Ti metto un link dove potrai trovare esempi nutriti di vegetazioni di microclimi tipici dell'ambiente alpino.
Niente link, mi dà "invalid url" ti copio un testo parziale ma comunque efficace preso da Garzanti: Sapere.it.
La flora delle Alpi si presenta molto eterogenea a causa delle vicissitudini climatiche che si sono succedute sulla catena alpina. Un primo popolamento nell'era cenozoica si è avuto con l'invasione della catena da parte di piante di ambiente steppico alpino di origine asiatica, come per esempio le
primule, le
androsaci, gli
aconiti, le
aquilegie, gli
astragali, le
genziane, le
artemisie, o anche di specie americane trasgresse attraverso l'Asia, come l'
uva orsina e l'
arnica. Un contingente è giunto anche in questo periodo dalle montagne dell'Africa, come le
sileni, i
narcisi, i
crochi, le
linarie, le
campanule. Qualche genere si è anche differenziato sulle montagne europee, come le
soldanelle, le
phyteuma, i gigli di monte. A seguito delle glaciazioni giunsero dal Nord altri generi, come i carici, le
betulle, i
camedri alpini, le
pulsatille, mentre nei periodi interglaciali a clima secco giunsero piante steppiche come la stipa e il
pino. Sulla catena alpina poi molti generi hanno dato luogo al differenziamento di specie rimaste isolate, creando così numerosi endemismi come per esempio nelle primule, che hanno ben dodici specie endemiche delle Alpi. Ad aumentare l'eterogeneità della distribuzione delle specie intervengono anche i fattori topografici ed edafici locali, come l'orientamento delle valli, l'esposizione dei versanti, la natura delle rocce. Da un punto di vista della vegetazione si osserva sulle Alpi una successione altitudinale di diversi piani caratterizzati da diversi consorzi vegetali, legati alle variazioni di quota e alle corrispondenti variazioni climatiche. Ogni piano è poi a sua volta suddivisibile in differenti orizzonti. Si riconosce un piano basale o della vegetazione pedemontana, diviso in due orizzonti. Un primo orizzonte è quello submediterraneo o delle sclerofille, comune alla zona mediterranea e a quella basale delle Alpi in aree a condizioni climatiche estremamente miti, caratterizzato dalla presenza di
leccio e
olivi. L'orizzonte superiore o submontano, detto anche delle latifoglie eliofile, è caratterizzato dalla presenza delle
querce a foglie caduche (roverella, rovere, farnia, cerro) e dei
castagni. Il piano montano o della vegetazione orofila ha un orizzonte inferiore delle latifoglie sciafile, in cui dominano i
faggi, e un orizzonte superiore delle aghifoglie, in cui si hanno gli
abeti rossi e i
larici come essenze arboree dominanti. Il piano culminale o della vegetazione ipsofila, che sta al di sopra del limite superiore degli alberi, ha un primo orizzonte subalpino o degli arbusti contorti caratterizzato dai
rododendri e dai pini montani, un orizzonte alpino occupato da praterie a
nardo,
festuche e carici, un orizzonte altoalpino occupato da ciuffi discontinui di vegetazione pioniera e un orizzonte nivale in cui si trovano solo
muschi,
licheni e alghe e rari esemplari di
fanerogame.
Ciao