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Pesticidi sistemici e pH dell'acqua

michelerossi

Giardinauta Senior
Approfitto della presenza di CasperA per affrontare un tema interessante. Leggendo quell'esperto statunitense di cui a volte vi ho raccontato, ho scoperto che l'efficacia dell'imidacloprid - che credo negli USA sia ancora in commercio - è ridotta in ambiente alcalino. Egli, pertanto, consiglia di utilizzare acqua distillata e di aggiungere anche due cucchiaini di aceto. Quello che chiedo, allora è se davvero la riduzione dell'efficacia è significativa quando l'imidacloprid è aggiunto all'acqua di rubinetto e se questo vale anche per altri agenti sistemici.
 

CasperA

Aspirante Giardinauta
Provo a rispondere ma necessariamente si va sul tecnico.

La migliore azione in ambiente sub-acido vale per la maggior parte degli insetticidi e di alcuni fungicidi ed erbicidi: un pH superiore a 7 provoca su tali prodotti idrolisi (per certi insetticidi è noto anche il c.d. tempo di dimezzamento: ad es. il fosmet (usato in olivicoltura ancora in questa stagione ma definitivamente ritirato dal 1° novembre 2022), ha una emivita di max 24 ore in ambiente neutro, mentre con un pH di 8 si riduce a sole 4 ore.
L'imidacloprid si degrada in ambiente alcalino (vd. grafico in attach).
Per acidificare la soluzione in ambito professionale si impiega generalmente acido citrico.

La sistemia di un prodotto fitosanitario dipende dalla sua capacità di muoversi nel simplasto, ossia nel protoplasma delle cellule vegetali attraversando i plasmodesmi (sistemia totale), o semplicemente per movimento passivo (ossia senza l'intervento di molecole carrier) attraverso la membrana cellulare (es. citotropicità); ci sono gradi intermedi e la sistemia viene detta translaminare se la molecola passa attraverso la foglia da una pagina all'altra e di ascendente se il prodotto sale con la linfa grezza ma non è in grado di scendere con quella elaborata.


Degradazione inidacloprid.png

P.S. Negli USA i neonic sono in effetti ancora largamente impiegati > https://www.ewg.org/foodnews/neonic-pesticides.php
 
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michelerossi

Giardinauta Senior
Ma sono considerazioni che valgono solo se si lascia a lungo il prodotto in acqua prima di innaffiare o anche se subito dopo aver aggiunto l'insetticida si annaffia? Per esempio, ho letto che c'è di mezzo anche la fotodegradazione. Ma la fotodegradazione vale, almeno immagino, qualora venga erogato per via topica e non sistemica. Oddio, forse sono aspetti che poco impatto nella pratica e più di interesse scolastico. La curiosità è nata dalla raccomandazione del coltivatore statunitense che presentava la cosa come in grado di avere risvolti pratici.
 

CasperA

Aspirante Giardinauta
Qui andiamo direi lontano dall'interesse degli utenti di questo forum e di molto specialistico, anche al di là delle mie conoscenze. Dico perciò solo poche cose.

Per quanto riguarda il primo quesito il riferimento è l'emivita (DT 50 = tempo di dimezzamento) di una molecola nell'ambiente, cosa che si misura una volta distribuita (dal punto di vista fitoiatrico il prodotto va irrorato subito dopo la preparazione e si sconsiglia di usare la soluzione a distanza di ore/giorni, immagino proprio perché può subire alterazioni, non solo della sostanza attiva ma anche dei coformulanti).
Per imidacloprid il DT 50 si stima che in suolo agricolo sia di circa un paio di mesi, ma in quello naturale fino addirittura a 997 giorni in quanto entrano in gioco molto fattori come la struttura del terreno, le concimazioni e anche la formulazione del prodotto.

Ovviamente il destino di un pesticida varia in rapporto all'ambiente in cui si trova: se non viene adsorbito esso è esposto alla luce solare, alla umidità e relativa bagnatura fogliare. Per l'imidacloprid vi sono ricerche sulla degradazione fotolitica nelle acque del suolo mediante impiego di acceleratori enzimatici (si tratta di studi condotti nell'ambito del disinquinamento ambientale).

La degradazione può avvenire però anche una volta raggiunto il target ad opera di altri fattori dipendenti dall'organismo vivente: ad esempio i formulati con piretro naturale vengono sinergizzati con l'aggiunta di piperonil-butossido in quanto questa sostanza interferisce con enzimi degradatori prodotti dal citocromo P 450 presente in tutti i viventi.
 
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