Alessandro2005
Esperto in Fitopatologie
Avevo promesso all'amico Giorgio Ukraino di raccontare una nostra tradizione legata alle palme. E qual giorno migliore di oggi, Domenica delle Palme!
Sono di ritorno da Sanremo, dove ho assistito al Biennale Convegno sulle Palme "Dies Palmarum", nella circostanza ampiamente incentrato sulla temibile minaccia del punteruolo rosso delle palme (chi volesse sapere le ultime, farò un resoconto tra qualche ora nell'apposita sez. "parassiti").
In margine doveva anche esserci la presentazione dei tradizionali palmarelli da inviare al Santo Padre e che sono serviti giusto per le Celebrazioni di oggi. A noi congressisti ne hanno regalato uno, questo
I palmarelli si espongono in Chiesa la Domenica delle Palme per la Benedizione, poi si portano in casa, spesso in camera da letto, a protezione della casa e della famiglia; si tengono un intero anno, fino a sostituirli con il nuovo palmarello benedetto, e il vecchio si brucia.
Purtroppo quelli grandi e belli e abilmente lavorati non li abbiamo potuti vedere perché c'è stato un contrattempo logistico; erano già stati spediti, così devo mette una foto di repertorio
Un po' poco vero? Ho cercato di rimediare risalendo alle fonte: meno ufficiale ma certo più genuina.
Prima però devo raccontare a Giorgio la storia dei palmarelli.
Si narra che un tal Capitan Bresca, uomo si mare, si trovasse a Roma nel 1586 in occasione dell'innalzamento dell'obelisco che oggi sorge al centro di Piazza S. Pietro. L'operazione, a cui erano stati assegnati 800 uomini e 140 cavalli, era molto delicata e rischiosa, sicché il Papa Sisto V aveva imposto il silenzio assoluto pena la morte per impiccagione. Ma ecco che nel momento più critico le corde incominciano a sfilacciarsi...Capitan Bresca, da competente marinaio e coraggioso comandante, urlò: "Aegua a-e corde!" (Acqua alle corde!). Così si fece e tutto finì bene. Il Papa non solo perdonò il marinaio, ma gli concesse il privilegio di provvedere le foglie di palma al Vaticano per le celebrazioni appunto della Domenica delle Palme. Di dov'era originario Capita Bresca? Sanremaschi e bordighotti (i "veri" abitanti rispettivamente di Sanremo e Bordighera) ne contendono la natalità, ma è sufficientemente documentato che le palme in questa parte della Liguria ci siano probabilmente dal medioevo.
Ieri, sul sagrato della Chiesa parrocchiale del nucleo storico di Bordighera, ho fotografato queste mani
sono mani capaci, ma non sono mani giovani: testimoniano di un altro piccolo pezzo della nostra storia e della nostra cultura che piano piano sta scomparendo.
Ecco però qualche prodotto del lavoro
Ma i parmureli grandi (..ehm...secondo gerarchia ecclesiastica) chi li fa?
Be', per il Parroco di detta chiesa la signora Tinetta, tra le più brave in assoluto in questo artigianato artistico...
...la sera prima, così sono freschi per la Domenica (qui siamo a metà dell'opera)
E questo, finito, è per un altro religioso
La signora lamentava che questi sono fatti con foglie di Phoenix canariensis, meno duttile della P. dactyfera.
Ma sono poche le famiglie che governano le palme per la produzione delle foglie sbiancate, anzi oggi di questi palmisti ne sono rimasti veramente pochissimi. Le foglie centrali della corona delle palme vengono riunite, chiuse e legate con l'inizio dell'estate, poi il fascio viene aperto l'anno successivo nell'imminenza della Domenica della Palme e si tagliano le foglie all'interno le quali, non avendo avuto luce, sono diventate bianche (metto foto riprese da pubblicazione)
Come si vede è un lavoro anche rischioso, ma tradizionalmente lo si faceva così
(continua)
Sono di ritorno da Sanremo, dove ho assistito al Biennale Convegno sulle Palme "Dies Palmarum", nella circostanza ampiamente incentrato sulla temibile minaccia del punteruolo rosso delle palme (chi volesse sapere le ultime, farò un resoconto tra qualche ora nell'apposita sez. "parassiti").
In margine doveva anche esserci la presentazione dei tradizionali palmarelli da inviare al Santo Padre e che sono serviti giusto per le Celebrazioni di oggi. A noi congressisti ne hanno regalato uno, questo

I palmarelli si espongono in Chiesa la Domenica delle Palme per la Benedizione, poi si portano in casa, spesso in camera da letto, a protezione della casa e della famiglia; si tengono un intero anno, fino a sostituirli con il nuovo palmarello benedetto, e il vecchio si brucia.
Purtroppo quelli grandi e belli e abilmente lavorati non li abbiamo potuti vedere perché c'è stato un contrattempo logistico; erano già stati spediti, così devo mette una foto di repertorio

Un po' poco vero? Ho cercato di rimediare risalendo alle fonte: meno ufficiale ma certo più genuina.
Prima però devo raccontare a Giorgio la storia dei palmarelli.
Si narra che un tal Capitan Bresca, uomo si mare, si trovasse a Roma nel 1586 in occasione dell'innalzamento dell'obelisco che oggi sorge al centro di Piazza S. Pietro. L'operazione, a cui erano stati assegnati 800 uomini e 140 cavalli, era molto delicata e rischiosa, sicché il Papa Sisto V aveva imposto il silenzio assoluto pena la morte per impiccagione. Ma ecco che nel momento più critico le corde incominciano a sfilacciarsi...Capitan Bresca, da competente marinaio e coraggioso comandante, urlò: "Aegua a-e corde!" (Acqua alle corde!). Così si fece e tutto finì bene. Il Papa non solo perdonò il marinaio, ma gli concesse il privilegio di provvedere le foglie di palma al Vaticano per le celebrazioni appunto della Domenica delle Palme. Di dov'era originario Capita Bresca? Sanremaschi e bordighotti (i "veri" abitanti rispettivamente di Sanremo e Bordighera) ne contendono la natalità, ma è sufficientemente documentato che le palme in questa parte della Liguria ci siano probabilmente dal medioevo.
Ieri, sul sagrato della Chiesa parrocchiale del nucleo storico di Bordighera, ho fotografato queste mani

sono mani capaci, ma non sono mani giovani: testimoniano di un altro piccolo pezzo della nostra storia e della nostra cultura che piano piano sta scomparendo.
Ecco però qualche prodotto del lavoro

Ma i parmureli grandi (..ehm...secondo gerarchia ecclesiastica) chi li fa?
Be', per il Parroco di detta chiesa la signora Tinetta, tra le più brave in assoluto in questo artigianato artistico...

...la sera prima, così sono freschi per la Domenica (qui siamo a metà dell'opera)

E questo, finito, è per un altro religioso

La signora lamentava che questi sono fatti con foglie di Phoenix canariensis, meno duttile della P. dactyfera.
Ma sono poche le famiglie che governano le palme per la produzione delle foglie sbiancate, anzi oggi di questi palmisti ne sono rimasti veramente pochissimi. Le foglie centrali della corona delle palme vengono riunite, chiuse e legate con l'inizio dell'estate, poi il fascio viene aperto l'anno successivo nell'imminenza della Domenica della Palme e si tagliano le foglie all'interno le quali, non avendo avuto luce, sono diventate bianche (metto foto riprese da pubblicazione)


Come si vede è un lavoro anche rischioso, ma tradizionalmente lo si faceva così
(continua)