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Ma è proprio vero che siamo complicati o...

RosaeViola

Master Florello
Mary74 ha scritto:
... certamente sarebbe più facile mettere la testa sotto la sabbia e andare avanti . Ma sarebbe vita?

Mary, altra bella domanda.
Qualcuno, talvolta, mi dice: "Ehh beati quelli che vivono senza farsi tante domande perchè, in fondo, vivono meglio"
Bene, è una delle rare volte in cui non so davvero che dire.
D'istinto mi verrebbe da dire no, non sono d'accordo, ma se poi penso a quanto male si sta quando si va alla ricerca di una verità o si fa un'analisi cruda e lucida di qualcosa che ci fa male, non posso certo dire che vivere così sia bello e, alla fine, non so cosa pensare.
Se da un lato non cambierei una virgola di ciò che sono per la forza e il coraggio, per la sensibilità e il dolore che arrivo a provare, dall'altro non vorrei mai vivere nemmeno un secondo in sofferenza, ma capisco anche che non c'è molta scelta, considerato che io sono ciò che sono e posso solo modificare qualcosa, imparare a proteggermi un po', ma alla fine, il nocciolo di ciò che sono resta inalterato e capisco anche, che vivere senza capire non ha senso...
Allora come si deve fare? Dove sta la giusta misura? Qual è la verità in tutto questo?
 

celeste

Giardinauta Senior
RosaeViola ha scritto:
Celeste, condivido pienamente quello che hai scritto nella pèrima parte del tuo post ma l'essere complicati e complessi che intendo io, è un clichè che spesso viene appiccicato addosso a quelli che cercano di capire e, talvolta, s'intorcinano anche sui propri pensieri e retropensieri.
Voglio dire che non è facile viversi dentro senza contraddizioni, senza patemi e senza difficoltà, ma delle volte mi chiedo se siano vere e proprie complicazioni quelle che ci comporta il vivere così o se invece sia insito in un animale raziocinante e capace di sentimento, complicarsela.
A questa domanda si aggiunge, consequenzialmente, quella che ponevo in apertura al topic: abbiamo un nostro corredo che ci fa essere più dei segaioli mentali o ci diventiamo così?

E vogliamo parlare degli ipersensibili? Ma alla fine ipersensibile ci nasci o ci diventi?
Sulle caratteristiche innate e quelle indotte, psicologi e sociologhi si rompono la testa da sempre senza venirne a capo. Siamo un tale mix che chi può dirlo ..
Per il resto, penso che sia una questione di equilibri (come quasi sempre): il confine tra chi "si complica la vita" perché vuole capire (e vivere) meglio e chi invece se la complica perché non sa scegliere e affrontare la realtà, non è che sia sempre chiaro e definito. Magari ciascuno di noi è un po' l'uno e un po' l'altro.
 

RosaeViola

Master Florello
Talvolta mi sento dire che penso troppo e che mi complico la vita e altre volte mi rendo conto che per chi mi sta vicino (non intendo solo il coniuge ma in generale le persone che ruotano nella mia vita) non è facile leggermi.
Capisco che di mio non sono sempre un libro aperto e, altre volte, mi rendo conto che gli altri aprono il libro alla pagina sbagliata e leggono in me, quel che preferiscono.

Non so, ci sono persone con cui tutto è semplice, con cui, quelli che sembrano nodi, si sciolgono con una facilità inusitata. Persone che non hanno tante o particolari strutture mentali e arrivare a loro, è più semplice che con altre persone, magari come me.

Non so mai se chi mi dice che penso troppo, alla fine abbia un fastidio del suo pensar poco o se, invece, io sia così complessa da non essere così accessibile o, peggio ancora, se, fra una risata e l'altra, il mio voler capire me anche attraverso gli altri, ponga le persone con cui mi confronto di fronte a sè stesse. Non sempre questo è qualcosa di gradito in chi, magari, non vuole guardarsi dentro.

Voglio aggiungere una cosa che ho dimenticato poc'anzi di dire quando rispondevo a Celeste e sulla quale mi trova d'accordissimo: è verissimo che le persone che non vogliono guardarsi dentro, che fingono con sè stesse, alla fine sono frustrate, scontente e rancorose.
 
M

Mary74

Guest
RosaeViola ha scritto:
Mary, mi par di ricordare una discussione di qualche mese fa in cui asserivi il contrario.
Beh, non so dirti quanto mi piacciano i cambiamenti...Come diceva quell'adagio? Ah sì, diceva che solo gli stupidi non cambiano. :love_4:

Carà Rò sono arrivata alla conclusione che alla fine delal fiera , quando sarò una vecchietta mezza ( o totalmente :D ?)rinco , seduta sul mio dondolo con un occhio all'uliveto e l'altro al portatile, FORSE e ribadisco forse avrò le idee chiare . Come diceva in una canzona Battisti ? " lo scopriremo solo vivendo.."
 

daria

Master Florello
Mary74 ha scritto:
No :) volevo dire che questo mezzo di comunicazione (in questo caso prendo come esempio il forum) è entrato a far parte del nostro reale.
Se ad un lato mancano le sfumature (sguardi, tono di voce....) dall'altro canto si parte senza preconcetti .
Cè comunicazione perchè cè la conoscenza in caso contrario non si racconterebbero gioie e dolori con il cuore in mano.
sono sinceramente felice della nascita della figlia di Crica come altrettanto dispiaciuta per altri eventi ...sento la solidarietà , l'affetto di alcuni nei miei confronti.
E in una società che ci ha recluso in un ufficio per 8/10 ore , che ci impedisce di coltivare le nostre amicizie o di farne nuove ..mi chiedo se questo sia diventato il vero di mezzo con cui comunicare.
Le maschere ...beh quelle ci sono anche qua .:rolleyes:


Non credo sia il vero mezzo comunicativo Mary, ma semplicemente un sistema (relativamente) nuovo, al quale, per motivi anche pratici ci si appoggia. Dubito comunque che regga il paragone con la fisicità e i riscontri oggettivi possibili solo nella vita reale.Questo mezzo, a mio avviso può comportare sia limiti, sia input per non avere preconcetti...dipende (sembra ci sia chi non riesce a trovare spazio per esprimersi ) :rolleyes: da qui il fatto che sia così coinvolgente.
In quanto alla carica affettiva-emozionale, la sento anche io, esattamente come te...quindi anche l'amarezza e a volte il...disappunto:confuso:
Sulle maschere mi trovo sempre un pò impreparata caratterialmente, non usandone io, mi trovo spiazzata a volte, ma penso che riguardi chi le usa...io in quel caso, mi faccio da parte:D
 
Ultima modifica:

Phoenix

Giardinauta
Vi dico anche il mio punto di vista...il punto di vista di un un diciassettene che con l'educazione dei genitori è ancora in rapporto molto strettamente (non che voi non lo siate, ma siete già più grandi e autonomi). Secondo me l' "essere più o meno complessi" è fatto parimenti innato e derivante dall'educazione ricevuta e dalle esperienze vissute. Come poi era già stato detto.
Personalmente mi sento di propendere maggiormente per il fattore dell'educazione e del vissuto...se fossi vissuto in altra famiglia sento che sarei veramente un'altra persona, e di questo sono certo. D'altro canto la parte innata ha un ruolo, sicuramente, ma per me meno rilevante.
Nonostante questo, io sono molto diverso dai miei genitori e allo stesso tempo molto simile. Quando ci penso mi rendo conto che molti dei miei atteggiamenti non sono che rielaborazioni personali (e qui entra in gioco l'innato e il vissuto) di comportamenti e pensieri recepiti in famiglia o dagli amici. L'attitudine profonda di una persona si rivela proprio nella maniera in cui gli imput vengono rielaborati, trasformati talvolta completamente.

Riguardo al fatto che sia giusto o meno essere complessi (come dici tu Rosa, difficile è spiegarsi se il termine sia corretto o sia solo una banalizzazione un po' superficiale attribuita a chi si sofferma, pensa ed è introspettivo, ma mi piace credere sia una banalizzazione superficiale:) ), a volte penso che starei molto meglio facendomi meno problemi, altre volte penso che tradirei me stesso nel farlo.
Ed io mi sono tradito...non poche volte, ma ciò non porta a stare meglio. troppo facile, sarebbe.
Cambiare per vivere meglio è giusto, certo, nella misura in cui ti permette di esprimere te stesso nella maniera più bella e potente.
 

xst84

Giardinauta Senior
Larissa ha scritto:
......e che strano, mi cade l'occhio su questo post corpo VS mente/natura VS cultura, giusto durante una pausa da letture sulle nuove frontiere della psicosomatica, e sui rapporti tra ambiente/educazione e sviluppo neurologico...

che feeling!:D
ti manca molto al titolo di Psichella ( o Pissichella, che viene più facile ) ?:)
 
L

Larissa

Guest
xst84 ha scritto:
ti manca molto al titolo di Psichella ( o Pissichella, che viene più facile ) ?:)

eh no per essere una vera pischella solo la tesi, che sto rispolverando dalla muffa :martello:
 

seya

Master Florello
io mi associo a Wal.
animalettoancheseya.

sarebbe magnifico.
davvero.
e la comunicazione con gli altri ne gioverebbe.

ci si annusa il sedere, e si capisce chi ci piace e chi no, e non ci si pone problemi esistenziali e teologici sulla vita e sul perchè delle cose.
 

daria

Master Florello
seya ha scritto:
io mi associo a Wal.
animalettoancheseya.

sarebbe magnifico.
davvero.
e la comunicazione con gli altri ne gioverebbe.

ci si annusa il sedere, e si capisce chi ci piace e chi no, e non ci si pone problemi esistenziali e teologici sulla vita e sul perchè delle cose.

In effetti seya sarebbe molto più semplice...ma se ci pensi alla fine non è un pò così, quante volte affidandoti alla prima impressione su qualcuno c'hai preso?
In fondo è un pò come annusarsi il sedere:D...dovremmo forse fidarci di più del nostro istinto...

megabaciottobellaseya :love_4:
 

xst84

Giardinauta Senior
seya ha scritto:
io mi associo a Wal.
animalettoancheseya.

sarebbe magnifico.
davvero.
e la comunicazione con gli altri ne gioverebbe.

ci si annusa il sedere, e si capisce chi ci piace e chi no, e non ci si pone problemi esistenziali e teologici sulla vita e sul perchè delle cose.
Che bisogno c'è di affilare gli istinti ?
basta fare qualsiasi cosa "perchè è così", nel modo più semplice e meno in salita possibile. Ad esempio, perchè parlare ? basterebbe sostituire le pericolose parole e gli ambigui concetti portando con sè la copia materiale ( magari in miniatura) di tutto ciò che uno vuole esprimere:rolleyes: :fifone2: :azz:
:hands13:
 

daria

Master Florello
xst84 ha scritto:
Che bisogno c'è di affilare gli istinti ?
basta fare qualsiasi cosa "perchè è così", nel modo più semplice e meno in salita possibile. Ad esempio, perchè parlare ? basterebbe sostituire le pericolose parole e gli ambigui concetti portando con sè la copia materiale ( magari in miniatura) di tutto ciò che uno vuole esprimere:rolleyes: :fifone2: :azz:
:hands13:

Eh già...:fifone2: proprio così :D che lunga distrazione...:D
 
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