Come sono vere tutte le vostre risposte ... come sono selvatiche e carnali tutte le piante di cui parlate!
Le mangiavamo, ci stropicciavamo, ci sporcavamo, ci giocavamo. E conoscevamo solo i nomi popolari.
Ora siamo grandi, facciamo i giardini, le andiamo a cercare negli altri emisferi ...
E ora? Dove sono tutte queste cose? E la campagna della nonna?E' proprio vero New!!!
La cosa che comunque mi manca di più è il contatto fisico con la terra. Io non indossavo mai le scarpe quando ero in campagna da mia nonna. Mi piaceva camminare tra le zolle umide, sporcarmi e poi correre al fontanile e con la scusa di lavare i piedi approfittare per stare qualche minuto a mollo!!!
Quanti ricordi, sapori, odori, profumi... e poi dopo aver trascorso una intera giornata fra i campi... finalmente la sera tutti intorno al tavolo sotto la pergola, le cene campagnole, frittate, insalate, verdure, frutta e la notte con la sua magia... una vecchia civetta che puntuale arrivava davanti casa, il cielo stellato, immenso e luminoso... e le lucciole!!! :hehe:
però, anche adesso è un gran bel gioco
Ci sono tantissimi fiori che ricordano la mia infanzia. Principalmente i fiori più semplici, che si trovano in tutti i prati: i fiori rosa del trifoglio (che succhiavo sempre), i muscari selvatici, piccoli e blu scuro (io li chiamavo i cucù) e la camomilla, che andavo a raccogliere insieme a mia zia, e naturalmente mettevo nel grembiulino ripiegato...
Chiaramente nei miei ricordi ci sono le tante viti e l'uva, che già da piccola aiutavo a raccogliere.
Ma le piante che ricordo con più affetto solo le piante da frutto di mio padre...un enorme albicocco al quale avevo attaccato l'altalena, un ciliegio di amarene e un pesco tipico della mia zona, in via di estinzione, chiamato limunin.
Purtroppo non c'è più e non abbiamo più trovato un albero di quella varietà per sostituirlo.
Ricordo che dava i frutti migliori da mettere nelle rabanelle (da noi chiamate amburnie). Erano piccoli e di un giallo chiaro.
Li raccoglievano, poi ci svegliavamo la mattina presto. Si pelavano, si tagliavano a metà e si facevano gli strati di pesce e zucchero. Si chiudevano, si avvolgevano negli stracci e si mettevano nell'enorme calderone con il fuoco sotto...e d'inverno, poi, erano buonissime!
la vitalba e la lonicera selvatiche.gli aghi di pino marittimo con cui si facevano lunghe collane, le coccole dei cipressi per giocare a "ossi". la corteccia di pino per intagliare barchette. i tutoli di granturco che diventavano cavalli che trainavano bellissimi carretti, le canne che mio nonno intagliava in un certo modo per farne un giocattolo mobile oppure un piffero ........ il muschio........ le foglie di cercis infilzate in lunghi bastoni sottili e flessibili per fare le "filastrocche" per la processione della Madonna dell'8 settembre ........
In fondo vi invidio, perchè io non ho avuto tutto questo