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La casetta del lago

cri1401

Florello Senior
Si, non ha un gusto molto forte, ma gradevole. E poi dà una buona consistenza ai piatti

Ebbene sì @cri1401 , mi hai beccato! Qui nel bayou la jambalaya è un'istituzione. Però in versione cajun, senza pomodoro.
E pensa che cajun è la cucina creola con influenze franco-canadesi, portate dai profughi francesi in Luisiana quando furono scacciati dal Canada dagli inglesi.
Si capisce che mi piace cucinare?? :rolleyes::D
 
R

RobertoB

Guest
Sempre più spesso leggo di persone che si affidano ad applicazioni apposite per riconoscere le piante.

Al di là dell'effettivo funzionamento, spesso discutibile, ciò che più mi fa riflettere è la rinuncia alla costruzione di competenze proprie in favore dell'utilizzo spesso acritico di uno strumento e le conseguenze di questo fenomeno.

Mi spiego meglio.

Sono nato e cresciuto in un tempo in cui se si cercava un'informazione non si prendeva il telefono e si digitava la domanda, ma si apriva un libro o si andava in biblioteca, il computer c'era, ma solo per accenderlo ci andava un quarto d'ora. Prima di giungere alla risposta si era "costretti" a leggere un amplio discorso intorno alla questione trattata, certo era meno immediato ed efficiente, ma si creava un contesto intorno all'informazione stessa. Un contesto che poteva fungere da base per futuri interrogativi.



Oggi con applicazioni come queste si va dritti al punto, in meno di due secondi si può sapere il nome di una pianta, ma è una conoscenza vera? O un nome vuoto isolato nel tempo e nello spazio?

Se ottengo subito un nome di una pianta, senza fatica alcuna, perdo l'opportunità di conoscerne la famiglia, la relazione con le altre, perdo l'occasione di esaminarne con cura le caratteristiche che la contraddistinguono e quelle che la differenziano dalle specie più o meno simili.

Certo ho ottenuto un nome, ma alla prossima pianta che vedrò ricomincerò tutto da zero perché non ho sviluppato nessuna reale competenza. A causa di questa frammentazione delle informazioni, date senza un contesto, potrei persino rivedere una pianta della stessa specie e non saper se lo sia realmente perché non so cosa distingue questa particolare specie dalle altre.



In secondo luogo: come facciamo a stabilire l'attendibilità di una risposta se ci mancano completamente le basi, dobbiamo riporre la nostra fiducia in qualcosa di cui non comprendiamo il funzionamento. Come possiamo stabilire l'attendibilità di una fonte senza prima crearci almeno un'infarinatura sulle basi? Non ci esponiamo forse a colossali "fake news botaniche"?



Viviamo in un'epoca in cui qualsiasi informazione si cerchi è a portata di mano, e questo è davvero fantastico, lo adoro.
Eppure mi sembra si stia parallelamente perdendo la capacità di usare, contestualizzare, valutare tali informazioni è soprattutto la capacità di legare tra loro le varie informazioni per farne un discorso organico. E purtroppo non solo per la"innocuo" riconoscimento delle piante
 

monikk64

Fiorin Florello
Sempre più spesso leggo di persone che si affidano ad applicazioni apposite per riconoscere le piante.

Al di là dell'effettivo funzionamento, spesso discutibile, ciò che più mi fa riflettere è la rinuncia alla costruzione di competenze proprie in favore dell'utilizzo spesso acritico di uno strumento e le conseguenze di questo fenomeno.

Mi spiego meglio.

Sono nato e cresciuto in un tempo in cui se si cercava un'informazione non si prendeva il telefono e si digitava la domanda, ma si apriva un libro o si andava in biblioteca, il computer c'era, ma solo per accenderlo ci andava un quarto d'ora. Prima di giungere alla risposta si era "costretti" a leggere un amplio discorso intorno alla questione trattata, certo era meno immediato ed efficiente, ma si creava un contesto intorno all'informazione stessa. Un contesto che poteva fungere da base per futuri interrogativi.



Oggi con applicazioni come queste si va dritti al punto, in meno di due secondi si può sapere il nome di una pianta, ma è una conoscenza vera? O un nome vuoto isolato nel tempo e nello spazio?

Se ottengo subito un nome di una pianta, senza fatica alcuna, perdo l'opportunità di conoscerne la famiglia, la relazione con le altre, perdo l'occasione di esaminarne con cura le caratteristiche che la contraddistinguono e quelle che la differenziano dalle specie più o meno simili.

Certo ho ottenuto un nome, ma alla prossima pianta che vedrò ricomincerò tutto da zero perché non ho sviluppato nessuna reale competenza. A causa di questa frammentazione delle informazioni, date senza un contesto, potrei persino rivedere una pianta della stessa specie e non saper se lo sia realmente perché non so cosa distingue questa particolare specie dalle altre.



In secondo luogo: come facciamo a stabilire l'attendibilità di una risposta se ci mancano completamente le basi, dobbiamo riporre la nostra fiducia in qualcosa di cui non comprendiamo il funzionamento. Come possiamo stabilire l'attendibilità di una fonte senza prima crearci almeno un'infarinatura sulle basi? Non ci esponiamo forse a colossali "fake news botaniche"?



Viviamo in un'epoca in cui qualsiasi informazione si cerchi è a portata di mano, e questo è davvero fantastico, lo adoro.
Eppure mi sembra si stia parallelamente perdendo la capacità di usare, contestualizzare, valutare tali informazioni è soprattutto la capacità di legare tra loro le varie informazioni per farne un discorso organico. E purtroppo non solo per la"innocuo" riconoscimento delle piante
Hai indiscutibilmente ragione.... però che brontolone...... :rolleyes:

Le app di riconoscimento le ho usate solo un paio di volte in vita mia, ma è vero, non lasciano molte tracce nella memoria....
Molto meglio chiedere al forum... :):):)
 

Stefano Sangiorgio

Fiorin Florello
Sempre più spesso leggo di persone che si affidano ad applicazioni apposite per riconoscere le piante.

Al di là dell'effettivo funzionamento, spesso discutibile, ciò che più mi fa riflettere è la rinuncia alla costruzione di competenze proprie in favore dell'utilizzo spesso acritico di uno strumento e le conseguenze di questo fenomeno.

Mi spiego meglio.

Sono nato e cresciuto in un tempo in cui se si cercava un'informazione non si prendeva il telefono e si digitava la domanda, ma si apriva un libro o si andava in biblioteca, il computer c'era, ma solo per accenderlo ci andava un quarto d'ora. Prima di giungere alla risposta si era "costretti" a leggere un amplio discorso intorno alla questione trattata, certo era meno immediato ed efficiente, ma si creava un contesto intorno all'informazione stessa. Un contesto che poteva fungere da base per futuri interrogativi.



Oggi con applicazioni come queste si va dritti al punto, in meno di due secondi si può sapere il nome di una pianta, ma è una conoscenza vera? O un nome vuoto isolato nel tempo e nello spazio?

Se ottengo subito un nome di una pianta, senza fatica alcuna, perdo l'opportunità di conoscerne la famiglia, la relazione con le altre, perdo l'occasione di esaminarne con cura le caratteristiche che la contraddistinguono e quelle che la differenziano dalle specie più o meno simili.

Certo ho ottenuto un nome, ma alla prossima pianta che vedrò ricomincerò tutto da zero perché non ho sviluppato nessuna reale competenza. A causa di questa frammentazione delle informazioni, date senza un contesto, potrei persino rivedere una pianta della stessa specie e non saper se lo sia realmente perché non so cosa distingue questa particolare specie dalle altre.



In secondo luogo: come facciamo a stabilire l'attendibilità di una risposta se ci mancano completamente le basi, dobbiamo riporre la nostra fiducia in qualcosa di cui non comprendiamo il funzionamento. Come possiamo stabilire l'attendibilità di una fonte senza prima crearci almeno un'infarinatura sulle basi? Non ci esponiamo forse a colossali "fake news botaniche"?



Viviamo in un'epoca in cui qualsiasi informazione si cerchi è a portata di mano, e questo è davvero fantastico, lo adoro.
Eppure mi sembra si stia parallelamente perdendo la capacità di usare, contestualizzare, valutare tali informazioni è soprattutto la capacità di legare tra loro le varie informazioni per farne un discorso organico. E purtroppo non solo per la"innocuo" riconoscimento delle piante
Tutto condivisibile. Io manco so cosa sono le app per le piante: mi affido ai libri che le descrivono o alle chiavi dicotomiche... perché i miei studi non devono andare persi per colpa di una app...
 

danielep

Florello Senior
Sempre più spesso leggo di persone che si affidano ad applicazioni apposite per riconoscere le piante.

Al di là dell'effettivo funzionamento, spesso discutibile, ciò che più mi fa riflettere è la rinuncia alla costruzione di competenze proprie in favore dell'utilizzo spesso acritico di uno strumento e le conseguenze di questo fenomeno.

Mi spiego meglio.

Sono nato e cresciuto in un tempo in cui se si cercava un'informazione non si prendeva il telefono e si digitava la domanda, ma si apriva un libro o si andava in biblioteca, il computer c'era, ma solo per accenderlo ci andava un quarto d'ora. Prima di giungere alla risposta si era "costretti" a leggere un amplio discorso intorno alla questione trattata, certo era meno immediato ed efficiente, ma si creava un contesto intorno all'informazione stessa. Un contesto che poteva fungere da base per futuri interrogativi.



Oggi con applicazioni come queste si va dritti al punto, in meno di due secondi si può sapere il nome di una pianta, ma è una conoscenza vera? O un nome vuoto isolato nel tempo e nello spazio?

Se ottengo subito un nome di una pianta, senza fatica alcuna, perdo l'opportunità di conoscerne la famiglia, la relazione con le altre, perdo l'occasione di esaminarne con cura le caratteristiche che la contraddistinguono e quelle che la differenziano dalle specie più o meno simili.

Certo ho ottenuto un nome, ma alla prossima pianta che vedrò ricomincerò tutto da zero perché non ho sviluppato nessuna reale competenza. A causa di questa frammentazione delle informazioni, date senza un contesto, potrei persino rivedere una pianta della stessa specie e non saper se lo sia realmente perché non so cosa distingue questa particolare specie dalle altre.



In secondo luogo: come facciamo a stabilire l'attendibilità di una risposta se ci mancano completamente le basi, dobbiamo riporre la nostra fiducia in qualcosa di cui non comprendiamo il funzionamento. Come possiamo stabilire l'attendibilità di una fonte senza prima crearci almeno un'infarinatura sulle basi? Non ci esponiamo forse a colossali "fake news botaniche"?



Viviamo in un'epoca in cui qualsiasi informazione si cerchi è a portata di mano, e questo è davvero fantastico, lo adoro.
Eppure mi sembra si stia parallelamente perdendo la capacità di usare, contestualizzare, valutare tali informazioni è soprattutto la capacità di legare tra loro le varie informazioni per farne un discorso organico. E purtroppo non solo per la"innocuo" riconoscimento delle piante
Considerazioni che condivido in pieno.
Sarà che sono venuto su a pane e libri... o perché sono un brontolone anch'io?:LOL:
 
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