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Piera1
Guest
La morte di Carolina è legata a quella di Luky, un bastardino o meglio un cane fantasia di due anni che aveva sì famiglia, ma viveva come un randagio. Aveva più amore e affetto Carolina che Laky, ritenuto un cane babbeo, buono solo per mangiare. Sempre insieme i due cagnetti, compagni di gioco, trascorrevano il tempo a rincorrersi fra gli alberi. Carolina morì il 26 giugno, passai il resto della giornata a chiedermi il perché di una morte così inaspettata. La stessa notte, intorno alle due fui svegliata dal mio cane che abbaiava, mi alzai per cercare di capire che cosa c’era che non andava, attraverso il cancello vidi lungo la strada due cani, uscii fuori per scacciarli e far si che il mio cane si acquietasse per non disturbare la mia vicina. Uno dei cani fuggì via immediatamente, l’altro fece due passi e si accucciò, mi avvicinai <<Luky, esclamai>>, lo accarezzai e intuii che qualcosa non andava per il verso giusto, non aveva sintomi eclatanti come Carolina ma era evidente che il cane non stava bene. Non sapevo cosa fare, erano le due di notte, sola, mio marito era rimasto fuori per lavoro e mio figlio ancora non era rientrato, svegliare i vicini nonché proprietari del cane? Conoscendoli bene avrebbero reagito da maleducati, portarlo da un veterinario, ma dove, a quell’ora. Rimasi un po’ con lui e dopo rientrai a casa con un’angoscia dentro che mi impediva di prendere sonno. Cercavo di riaddormentarmi senza riuscirci, ad un certo punto chiusi gli occhi per cercare il sonno e subito evocai una scena, vidi Carolina che correva fra gli alberi e dietro di lei Luky che correva felice. Subito aprii gli occhi e capii che anche Luky stava andando via, incontro a Carolina. La mattina alle sette andai a controllarlo, il cane si era spostato, stava male, faceva fatica a respirare i suoi padroni dormivano ancora. Ritornai alle nove e finalmente in casa si erano alzati, li chiamai, spiegai che il cane stava male, che stava morendo e loro tutti dispiaciuti e addolorati ( premio oscar per la migliore interpretazione di sceneggiata napoletana) mi chiedevano cosa si poteva fare. Niente a quel punto non si poteva fare niente. Mi avvicinai, in ginocchio gli sussurai:<< salutami Carolina>>. Un attimo, Luky stirò le zampette, rantolò e corse via verso il cielo a rincorrere Carolina per continuare a giocare. Era il 27 giugno di tre anni fa.