Trasparenza
Rileggendo con un pò di calma i vari messaggi di questo post dal titolo " Il paradiso delle orchidee" provo una strana sensazione che si insinua in me, alimentata dalla scarsa trasparenza di alcuni interventi.
Le affermazioni sott'intese i richiami al privato... certe cose non si pssono dire in pubblico, sarcasmi allusioni ad immotivate ed inesistenti cacciate, riferimenti a trascorsi cupi ecc, buttati lì senza volontà di confronto propositivo ma con l'intento di lasciarli sospesi ad un palo in balia di qualsiasi interpretazione, non fanno bene al forum e puzzano di pseudomassoneria occulta.
Tutto il giro di valzer scatenato da una infelice partigianeria contrapposta malamente, seppur leggittima " sacrosanto diritto d'espressione del proprio pensiero" all'apertura di questo post, mi sarebbe interessato ben poco se durante le varie piroette non si fosse tirato in ballo il mio nome e, (visto come è stato accolto il mio ingresso nel forum, frase mai rettificatadal suo 'autore) di riflesso anche la mia condotta.
I problemi e le opinioni rese pubblicamente, soprattutto in rapporti interattivi quali un forum, vanno affrontati pubblicamente fino al loro esaurimento e trovo fuori luogo buttare l'amo per poi rimandare al privato il resto. I rapporti privati, si iniziano e si concludono privatamente, non quando si è a metà del guado.
Pertanto, a beneficio della trasparenza, riporto integralmente, il mio grande peccato capitale che ha scatenato le ire funeste di un gruppetto di iscritti ad una lista chat sulle orchidee: un post di Aprile, pubblicato su
www.orchids.it.
Tutto il resto, offese comprese, viene dopo: ne vale la pena?
» MOSTRE IN ITALIA - De Vidi Guido @ 12:07
MONTEPORZIO COME L'ISOLA DI WIGHT
Il tan-tan di internet ha portato anche quest’anno, la famiglia dei chat- group delle orchidee a Monteporziocatone, per la verità un po’ sotto tono rispetto ad altre edizioni.Complice l’inclemenza del tempo e le defezioni di qualche commerciante straniero, il roboante titolo della chermesse paesana: mostra Intercontinentale di orchidee risultava un po’ stonato.
Si è detto, Monteporzio =Wight e forse per i più giovani, vale la pena di ricordare che l’isola in questione è indissolubilmente legata al suo festival rock del 26 agosto del 1970.
Preceduto da quello di Monterey e nato all'ombra di Woodstock, il raduno di Wight ha ormai nei libri di storia del rock un piccolo posto (anche se per gli italiani la sua memoria è legata alla celebre canzone lanciata dai Dik Dik.
Va anche detto che pur essendo stato il primo autentico festival rock europeo e sia stato seguito da 350 mila persone, la sua fama è nulla rispetto a Woodstock. Il rock iniziava a contare i suoi morti e proprio dopo Wight se ne andò Jimi Hendrix fulminato quando il suo genio non era ancora pienamente compiuto.
Le cronache del tempo parlano di un cast eccezionali, con i Ten Years After in pieno fulgore swing-blues, Joni Mitchell, la musica degli anni irripetibili della comunità artistica del Laurel Canyon, i Moody Blues. Ma soprattutto c'era sua maestà Miles Davis, che proprio allora cominciava la sua svolta elettrica.
Con le dovute differenziazioni, il parallelo può avere qualche assonanza, questa fiera delle orchidee e non solo orchidee, nata dalla fertile iniziativa di Gianni Ferretti (non solo orchidofilo), per tutta una serie di opportunità logistiche (Roma a due passi con i media pronti a far da cassa di risonanza), fa di questo piccolo e ridente luogo del centro Italia, l’occasione di un pellegrinaggio ristoratore (anche nel senso vero della parola) per molti appassionati delle orchidee, emuli delle passate chat- convention tanto care ai giovani internet-dipendenti.
Però, una rondine, come si suol dire, non fa primavera e già con questa edizione, fatti i dovuti ed ovvi complimenti a quanti hanno lavorato alla riuscita dell’evento, si notano i limiti.
L’aria di buon mercato, attira i commercianti ma l’evento diventa sempre più fiera e sempre meno, luogo di esposizione e di elevazione a valore del collezionismo.
Si dirà: bravo! La gente si muove proprio perché si compra e si vende! Certo, è vero che l’appassionato delle orchidee è particolarmente attratto dal loro possesso ed è proprio questo il tallone d’Achille del collezionista: quando si trova davanti all’oggetto della sua folle passione, perde qualsiasi cognizione del valore del denaro e punta dritto e ad ogni costo al raggiungimento del suo obiettivo (è mitico l’aneddoto di quel collezionista, che pur di possedere una rara orchidea, falsificò le carte anche alla mamma).
Poi si torna a casa, ed a mente fredda si è presi dal panico, prima di tutto per i soldi spesi e poi per non saper rispondere alle esigenze di quella stranissima pianta che tanto aveva stuzzicato la fantasia nel magico mondo della fiera, e si comincia a pigiare S.O.S. sulla tastiera del computer.
Quindi, affinché si possano raggiungere i picchi qualitativi di (Woodstock), nelle esposizioni di orchidee, dobbiamo far nascere delle occasioni dove poter raccontare della presenza e dello spettacolo di tanti artisti collezionisti, (i tecnici del suono ed i venditori di strumenti sono indispensabili, ma non sui palchi).