Stefano, non è così semplice....
:confuso: Dunque....
-L'insegnante deve amare quello che fa, altrimenti passerà il tempo a guardare l'orologio in attesa spasmodica della ricreazione e della campanella di uscita, poi a guardare il calendario per vedere quanti giorni mancano alle prossime festività, poi i documenti per vedere quanti anni mancano alla pensione e quindi, tra orologi, calendari e documentazione dimenticherà di avere una missione da compiere.
-L'insegnante deve avere una visione panoramica dell'anno scolastico che sta percorrendo, quindi deve essere una buona programmatrice del proprio lavoro.
-Deve possedere una buona tecnica, padronanza della propria area disciplinare: solo così sarà capace di proporre stimoli, di attuare una didattica basata sulla ricerca del sapere. Le insegnanti che non hanno tale padronanza temono di trovarsi in difficoltà e sono più rigide, sono quelle che, ad una lezione di scienze, per fare un esempio, dettano o fanno copiare una lezione dalla lavagna, invece di fare un esperimento e guidare i bambini ad appropriarsi di un concetto, o fanno imparare a memoria le formule dell'area di figure geometriche piane, senza spiegare che diavolo sono e come si è arrivati a formularle. E la scuola diventa un animale imbalsamato:astonishe ...
-L'insegnante deve fare dell'errore un momento di formazione, non scatenare l'ansia con segnacci rossi e blu e fare magari commenti antipatici e svalutanti del tipo "Non hai capito...", "Hai sbagliato...".
-L'interrogazione non deve essere una punizione, uno spauracchio, il "babau" per gli alunni, ma solo un momento in cui l'alunno espone ciò che sa e verifica con l'insegnante se ci sono concetti ancora non sufficientemente chiari, l'insegnante verifica se è il caso di andare avanti o proporre attività di rinforzo. Invece gli studenti sono in genere terrorizzati fino alla laurea, vivono l'interrogazione e l'esame come un incubo, si riempiono di camomilla, si fanno venire la colite....assurdo.
-L'insegnante deve lasciare a casa i litigi col marito, i piatti da lavare che l'aspettano, limitare i danni della sindrome premestruale e accogliere i bambini col sorriso migliore. In classe non deve urlare, se parla piano il vocio diminuisce, non fosse altro che per curiosità di sapere che diavolo sta dicendo.
-Quando minaccia di punire, la brava insegnante punisce davvero. Le continue minacce a vuoto svuotano anche lei di credibilità e autorità.
Le regole devono essere poche, chiare per tutti, interiorizzate tramite la discussione, i disegni, un cartellone sempre presente, esempi pratici. Una volta stabilite, esse diventano praticamente sacre.
-La brava insegnante è un'ottimista: per lei i bambini possono farcela, sono meravigliosi, con uno sforzo più o meno piccolo possono diventare campioni di questo e quello, e non si stancano mai di ribadirlo....Al contrario, se dici ad un bambino che è "stupid", pian piano si crederà davvero stupido e, una volta raggiunto quel livello, sarà convinto dell'inutilità di fare di più.
Come sono andata? Sono stata promossa?
k07: