Ah, i Gigli! capricciosi, scostanti, leggiadri, elegantissimi... croce e delizia! Non dovrebbero mai mancare in nessun giardino.
Allora, Connie, ti dico qual è la mia esperienza nella loro coltivazione, dato che le nostre condizioni climatiche si assomigliano. Dunque, come già ti è stato detto, i Gigli necessitano di un terreno ricco di elementi nutritivi, soffice, con un discreto grado di umidità ma perfettamente drenato, tendenzialmente acido. Alcune specie poi hanno esigenze particolari, necessitano di terreni torbosi acidi o al contrario di terreni argillosi calcarei. Restiamo nel generale, comunque. Tutte le specie sono avide di elementi nutritivi, e va benissimo il letame molto vecchio interrato con un certo anticipo, per evitare che venendo a contatto diretto con i bulbi ne causi la marcescenza. Nella buca d'impianto poi io aggiungo sempre una generosa palettata di sabbia grossolana, che uso anche per fare uno strato di 1 cm per poggiare il girello del bulbo nella buca. I bulbi di Giglio infatti sono molto delicati e sensibili agli urti ed agli eccessi idrici. Per quanto riguarda l'esposizione, preferiscono un'esposizione molto luminosa ma riparata dal sole di mezzogiorno, ed è bene che si segua lo stesso accorgimento che si ha con le Clematidi: tenerli con la base all'ombra e lo stelo alla luce. Per la profondità di piantagione, bisogna distinguere tra Gruppi Varietali: quelli che radicano solo dalla base del bulbo si piantano intorno ai 15 cm di profondità, mentre quelli che radicano anche dalla base dello stelo (come Lilium speciosum rubrum, L. regale e tutti gli Ibridi Orientali, quale "Stargazer") vanno posti più in profondità, anche 20-25 cm a seconda della pesantezza del terreno. Si possono piantare anche in Primavera, ma ovviamente è meglio farlo adesso in Autunno: stranamente però qui si vedono in vendita solo come bulbose estive... Il Lilium candidum, specie di origine strettamente mediterranea, ovviamente sovverte i canoni validi per le specie asiatiche e gli Ibridi: vuole il pieno sole, terreni calcarei, si pianta ad Agosto perché all'inizio dell'Autunno si forma alla base della pianta una rosetta di foglie che rimarrà per tuto l'Inverno. In più deve essere piantato immediatamente sotto la superficie del terreno. Una generosa pacciamatura con materiale organico ben decomposto (Aprile) può essere sufficiente come concimazione, eventualmente si può dare poco concime per bulbose dopo la fioritura.
Non credo che la Crocera del Giglio possa essere un problema, io non l'ho mai in..crociata (scusate, lo so, è pessima, ma non ho resistito!
), forse qui fa troppo caldo.
Quanto alle varietà, Connie, credo che il "White Madonna" che hai comprato sia proprio il Lilium candidum... sai, questioni dei marketing! Io non riesco a trovarlo, prima ce l'avevano sempre, adesso non si trova più. Comunque il mio preferito è senz'ombra di dubbio il Lilium speciosum rubrum, con i suoi steli appena arcuati, i petali carnosi vezzosamente revoluti, le delicate sfumature del bianco che s'insanguina di cremisi verso il centro, dove brulicano come piccoli insetti i villi rilevati e le punteggiature brune...
...quando spuntano tra le felci offrendo i calici profumatissimi
...!!!!!
Ehm... ricomponiamoci! Dimenticavo la moltiplicazione; dunque, potrai riprodurre i tuoi Gigli con uno dei seguenti metodi:
per semina (ci sono semi ipogei e semi epigei..), e ad esempio il L. regale talvolta si dissemina spontaneamente, per divisione dei bulbi in quelle specie (es. L. pardalium) che hanno una sorta di "rizoma" che unisce i bulbi, per bulbilli fogliari, qualora vengano prodotti (es. L. bulbiferum croceum, Gilgio di S. Giovanni), per bulbetti prodotti alla base dello stelo o del bulbo, o per "talea" delle scaglie carnose, perlevate dai bulbi più grossi e vigorosi.
Mi pare che dovrebbe bastare così, per il momento. AH!
il L. speciosum rubrum gradisce la torba e la mezz'ombra. Ciao!