Ho lavorato come medico in una RSA/lungodegenza.E' stata un'esperienza penosissima.La struttura dove lavoravo era pure pulita,ma era un lager:cinque letti,a volte anche dieci, per stanza,tutte queste persone anziane buttate lì,il più delle volte lasciate sole da parenti troppo indaffarati per venirle a vedere...fatto salvo quando era il momento del decesso...allora spuntavano fuori,si arrabbiavano con il medico e addirittura minacciavano denunce,un buon sistema un po' vigliacco per scaricare la propria coscienza.E in quei casi mi arrabiavo di brutto e non risparmiavo "paroline mielate".
Ho visto anziani veramente anziani,ultranovantenni allettati a vita,disorientati,che non riconoscevano nessuno,attaccati,per sopravvivere,alla nutrizione parenterale e dipendenti dalle infermiere,dalle badanti per ogni bisogno corporale o meno,per ogni necessita.Avevo il cuore perennemente stretto dal dispiacere.In certi momenti mi veniva da pensare "prima di ridurmi così mi suicido prima"oppure "non voglio vivere a lungo,se vivere a lungo significa ridursi così" .
Ho avuto mia nonna malata di Alzheimer,è vissuta parecchio tempo con noi,facendoci a volte prendere dei coccoloni,perchè usciva di casa,si disorientava e si perdeva,perchè si scordava il gas aperto e il fornello era spento,pero' era comunque bello averla con noi.Alternava momenti di confusione e momenti di lucidità,come avviene nel decorso della malattia,fin quando il buio prende il sopravvento,ma quei momenti di lucidità erano belli, dolci .Una volta,ricordo,ballammo lei ed io per casa,cantando "maramao perchè sei morto",divertendoci tantissimo.Un'altra volta,in un momento di lucidità e disperazione,mi disse,"non ce la faccio più,voglio buttarmi giu' dalla finestra"Ho temuto che volesse farlo davvero,e facendomi vedere arrabbiata,le dissi "Ridillo un'altra volta e di sotto ti ci butto io!Ma come ti viene in mente?Tu non puoi morire,sei mia nonna ,ti voglio bene,te lo proibisco! " A queste parole mi fece un sorriso e si calmo'.E' stato un momento pieno d'amore e struggimento,mia nonna è morta quattordici anni fa,e ancora ne sento la mancanza.
Mia zia,la sorella di mia mamma,siamo riusciti a tenerla in casa tantissimo tempo,ma eravamo coinvolti molto,specialmente mia mamma.Ogni tanto mia mamma litigava con mia zia,che aveva un carattere decisamente particolare,per dirne una,ogni volta che le dicevi una cosa che a lei non andava bene ,diceva"non capisco,nun ce sento..."ma sapevamo tutti che ci sentiva benissimo
.Mia zia abitava per conto suo ,anche durante la malattia e noi ruotavamo intorno a lei,facendoci comunque aiutare da un'infermiera per provvedere alle sue pulizie personali quando non eravamo da lei.Successivamente individuammo una casa di riposo ai Castelli romani,in collina, per il periodo estivo,in modo da farla stare al fresco.La casa in realtà era una specie di casa famiglia,in cui gli anziani erano trattati con attenzione ed accuditi con affetto,erano liberi di fare quello che si sentivano,dal coltivare l'orto,alle passeggiate,accuditi di tutto punto.Non è nemmeno troppo cara.
Sulle prime mia zia,diffidentissima,non ci voleva andare,ma riuscimmo,dopo lunga ed estenuante opera di convincimento (ma ti pare a te che devi litigare per portare una in vacanza,dico io?), a portarcela.Durante quel periodo la si andava a trovare praticamente tutti i fine settimana.Riandammo a prenderla a settembre,e,sorpresa, fu lei che non volle più tornare a casa,stava bene,s'era ambientata,s'era fatta le sue amicizie.Effettivamente si era un po' rimessa e addirittura camminicchiava.Si spense poi lì,serenamente,all'improvviso,per colpa dell'ennesimo ictus .
Queste sono le mie esperienze,Ironbee,e ti capisco tanto.
Per quello che posso dirti,se ti è possibile,tieni tua mamma in casa sua:ha bisogno delle sue cose,del suo mondo,un cambiamento li disorienta e li fa star male.Certo,pero' se la situazione è tale che il suo accudimento diventa complesso,di difficile gestione,è meglio allora una struttura,altrimenti potresti rischiare di esaurirti, e non le saresti nemmeno utile.L'importante è che sia una struttura come si deve,che ti permetta di andarla a visitare tutte le volte che vuoi e che puoi,senza limiti di orario .Devi andarla a vedere,e comunque,affidarti al passaparola
La gestione in casa è pero' complessa,sia perchè trovare una badante o assimilata,brava,scrupolosa,affettuosa e onesta è impresa difficile,sia perchè,comunque ci devi sempre essere tu a controllare che tutto vada bene;nel caso di mia zia ero io ad aiutare mia mamma a supervisionare,collaboravo nei cambi e nelle pulizie,e così controllavo che tutto fosse fatto a regola d'arte,mi occupavo della gestione della sua salute e delle sue cure,perchè il suo medico di base era praticamente latitante,non si è visto una volta che è una,anche se era suo dovere professionale.Andavamo noi a prendere le ricette.Ti puoi rivolgere al comune per l'assistenza domiciliare, Funziona abbastanza ( considerando che siamo a Roma è un gran risultato) ma devi comunque essere disponibile per certi orari,per garantire l'accesso alle operatrici (e per controllarle,almeno le prime volte)...insomma,l'assistenza in casa non è un affare semplicissimo,ma, se non sei da solo, la cosa si puo' fare,pero' devi fare in modo di avere dei momenti per te,senno' diventa una galera,con ripercussioni antipatiche anche sul benessere emotivo di tua mamma.
Insomma,questa è un po' la mia esperienza.Se vuoi possiamo parlarne a parte,per non occupare troppo spazio sul Forum