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Genitori anziani non autosufficienti

ironbee

Guru Giardinauta
In questo forum dove la fascia di età dai 40 ai 60 è ben rappresentata, penso di non essere il solo ad avere una mamma anziana che non cammina più e non si rende più conto della realtà che la circonda.
In questi casi penso sia quasi obbligatorio affidarsi a una struttura specializzata, dove è perfettamente assistita, però è una situazione difficile da accettare e difficile da gestire.
Qualunque soluzione si adotti si rimane nel dubbio di aver scelto quella migliore e vedendo che i miracoli non si avverano e i miglioramenti sognati non si manifestano, viene anche il dubbio sul senso di prolungare l'esistenza in questo modo.
 

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Master Florello
il dubbio c'è, ma è umano ed è anche prova dell'amore per i genitori che diventano i nostri figli.
Tragico ma indispensabile, ad un certo punto chiedere che non venga più effettuata nessuna terapia salvavita perché comunque i miracoli non sono alla nostra portata.
E' una barca affollata, chi c'è sopra ora o chi c'è stato
 

miciajulie

Fiorin Florello
iron, ci sono passata. ti capisco. qualunque scelta farai non ti assicurerà nè la pace nè l'assenza di sensi di colpa. bada alla serenità della tua mamma. loro, a volte, non si rendono conto di come si sono ridotte le loro possibilità di vita normale, prendono ogni giorno come viene, come naturale così. questo se non stanno soffrendo oltremodo. il tuo ultimo pensiero lo lascerei solo per le fasi terminali. ma terminali proprio. è una scelta davvero pesante, per ogni coscienza. posso abbracciarti?
 

kiwoncello

Master Florello
Questo è uno dei tanti nuovi problemi che molte famiglie debbono affrontare da sole. Ho ospitato mia suocera ultranovantenne per 7 (sette) anni in casa, ovviamente insieme con mia moglie: mi/ci sembrava logico e naturale ed io le volevo bene almeno quanto sua figlia. Gli ultimi due anni sono stati un inferno: totalmente in preda all'Alsheimer, di notte voleva scappare, cadeva dal letto e non ce la facevamo a tirarla su, ogni follia era possibile. Non dormivamo più, non avevamo più vita sociale; alla fine, con mille rimorsi, l'abbiamo ricoverata in una bella "casa" per anziani e siamo rinati. E' la vita moderna, in cui l'aspettativa di vita s'è dilatata all'infinito, in cui vecchi da seguire hanno figli anch'essi ormai vecchi e spesso anch'essi necessitanti di assistenza......
 

billgates13

Giardinauta Senior
ho perso mio padre senza poterlo vedere prima ....all'improvviso e non ero li ad aiutarlo.
altro ho fatto e non ho potuto fare niente ...
avrei voluto averlo/i vicino anche in pessime condizione fino alla loro fine ma esserci fino all'ultimo per dirgli sono qui .
ho ancora mia madre ed ogni giorno vado da lei cerco di non mancare mai
goditi i tuoi in qualsiasi situazione.
 

Fearan

Maestro Giardinauta
Credo Iron che la domanda non sia proprio corretta, se me lo consenti; noi non siamo quasi mai in grado, perchè l'assistenza, continua e prolungata sfibra mente e corpo; la domanda giusta secondo me è se LORO riescono ad avere di più, nel caso stiano in famiglia, se loro riescano a godere della nostra compagnia. In quel caso secondo il sacrificio è poi ripagato da tante cose, cose che ti accadono dentro e che io non sono assolutamente in grado di spiegare. Ti cosa vorresti che facessero i tuoi figli se toccasse a te? Senza scrupoli, egoisticamente, cosa vorresti che facessero?
Credimi, la mia non vuole assolutamente essere una provocazione, ma una riflessione seria, anche perchè credo che un anziano vicino alla fine abbia tutto il diritto di essere egoista e di prendere dalla vita tutto ciò che gli rimane da prendere.


Una mia amica aveva la mamma che a causa di una serie di ictus era rimasta in condizioni tremnde prima dei 60 anni. Per anni ha avuto la badante in casa, poi finalmente quando aveva 68 anni le hanno trovato un posto in una casa di cura. Questa mia amica è andata a trovarla bisettimanalmente per 3 anni, poi smise, perchè sentiva che non aveva più senso, poichè sua madre praticamente era ridotta ad un vegetale. Un paio d'anni dopo partorì, e senti il bisogno di portare la piccola neonata dalla nonna. Sua madre, che da due anni non esprimeva una sola emozione, cominciò a piangere, e, stentatamente, così come farebbe un bambino, ripetè il nome della piccola quando glielo dissero. Non stò a dirvi come ci rimase la mia amica.

Mio zio ha la moglie allettata da 12 anni, dopo anni e anni di malattia, ha la badante, e credo non si sia mai pentito della scelta fatta.

Poterci essere, come dice Bill, è un grande dono, e allo stesso tempo un grande privilegio secondo me, pur con tutta la fatica che questo comporta.
Oltretutto oggi, con quello che costano le case di cura, quella dell'assistenza domicialiare può essere qnche una scelta più conveniente.

Ovviamente questo è solo il mio pensiero, ma mi sento di aggiungere un'ultima cosa, puramente tecnica.

Io lavoro in una RSA per disabili psichiatrici, e sò come funzionano questo tipo si strutture.
Se vi troverete a prendere la decisione di mettere una persona cara in una RSA, pretendete di toccare con mano la qualità della struttura.
Non fatevi impressionare da certificazioni, riconoscimenti di qualità, e attestai vari! Vi garantisco che ogni scartoffia da firmare, toglie tempo a quella che è la VERA assitenza.
L'ho visto accadere con i miei occhi. La struttura dove lavoro io sulla carta negli ultimi anni è migliora incredibilmente, ma la realtà delle cose è che tutto andava decisamente meglio prima.
Gli uffici adesso sono pieni, e i pazienti abbandonati. Quindi scegliete bene, e cercate sempre di esigere il meglio per le persone che amate.
Ok, scusate se mi sono dilungata troppo.
 

garofano

Maestro Giardinauta
Ho lavorato come medico in una RSA/lungodegenza.E' stata un'esperienza penosissima.La struttura dove lavoravo era pure pulita,ma era un lager:cinque letti,a volte anche dieci, per stanza,tutte queste persone anziane buttate lì,il più delle volte lasciate sole da parenti troppo indaffarati per venirle a vedere...fatto salvo quando era il momento del decesso...allora spuntavano fuori,si arrabbiavano con il medico e addirittura minacciavano denunce,un buon sistema un po' vigliacco per scaricare la propria coscienza.E in quei casi mi arrabiavo di brutto e non risparmiavo "paroline mielate".
Ho visto anziani veramente anziani,ultranovantenni allettati a vita,disorientati,che non riconoscevano nessuno,attaccati,per sopravvivere,alla nutrizione parenterale e dipendenti dalle infermiere,dalle badanti per ogni bisogno corporale o meno,per ogni necessita.Avevo il cuore perennemente stretto dal dispiacere.In certi momenti mi veniva da pensare "prima di ridurmi così mi suicido prima"oppure "non voglio vivere a lungo,se vivere a lungo significa ridursi così" .
Ho avuto mia nonna malata di Alzheimer,è vissuta parecchio tempo con noi,facendoci a volte prendere dei coccoloni,perchè usciva di casa,si disorientava e si perdeva,perchè si scordava il gas aperto e il fornello era spento,pero' era comunque bello averla con noi.Alternava momenti di confusione e momenti di lucidità,come avviene nel decorso della malattia,fin quando il buio prende il sopravvento,ma quei momenti di lucidità erano belli, dolci .Una volta,ricordo,ballammo lei ed io per casa,cantando "maramao perchè sei morto",divertendoci tantissimo.Un'altra volta,in un momento di lucidità e disperazione,mi disse,"non ce la faccio più,voglio buttarmi giu' dalla finestra"Ho temuto che volesse farlo davvero,e facendomi vedere arrabbiata,le dissi "Ridillo un'altra volta e di sotto ti ci butto io!Ma come ti viene in mente?Tu non puoi morire,sei mia nonna ,ti voglio bene,te lo proibisco! " A queste parole mi fece un sorriso e si calmo'.E' stato un momento pieno d'amore e struggimento,mia nonna è morta quattordici anni fa,e ancora ne sento la mancanza.
Mia zia,la sorella di mia mamma,siamo riusciti a tenerla in casa tantissimo tempo,ma eravamo coinvolti molto,specialmente mia mamma.Ogni tanto mia mamma litigava con mia zia,che aveva un carattere decisamente particolare,per dirne una,ogni volta che le dicevi una cosa che a lei non andava bene ,diceva"non capisco,nun ce sento..."ma sapevamo tutti che ci sentiva benissimo:).Mia zia abitava per conto suo ,anche durante la malattia e noi ruotavamo intorno a lei,facendoci comunque aiutare da un'infermiera per provvedere alle sue pulizie personali quando non eravamo da lei.Successivamente individuammo una casa di riposo ai Castelli romani,in collina, per il periodo estivo,in modo da farla stare al fresco.La casa in realtà era una specie di casa famiglia,in cui gli anziani erano trattati con attenzione ed accuditi con affetto,erano liberi di fare quello che si sentivano,dal coltivare l'orto,alle passeggiate,accuditi di tutto punto.Non è nemmeno troppo cara.
Sulle prime mia zia,diffidentissima,non ci voleva andare,ma riuscimmo,dopo lunga ed estenuante opera di convincimento (ma ti pare a te che devi litigare per portare una in vacanza,dico io?), a portarcela.Durante quel periodo la si andava a trovare praticamente tutti i fine settimana.Riandammo a prenderla a settembre,e,sorpresa, fu lei che non volle più tornare a casa,stava bene,s'era ambientata,s'era fatta le sue amicizie.Effettivamente si era un po' rimessa e addirittura camminicchiava.Si spense poi lì,serenamente,all'improvviso,per colpa dell'ennesimo ictus .
Queste sono le mie esperienze,Ironbee,e ti capisco tanto.
Per quello che posso dirti,se ti è possibile,tieni tua mamma in casa sua:ha bisogno delle sue cose,del suo mondo,un cambiamento li disorienta e li fa star male.Certo,pero' se la situazione è tale che il suo accudimento diventa complesso,di difficile gestione,è meglio allora una struttura,altrimenti potresti rischiare di esaurirti, e non le saresti nemmeno utile.L'importante è che sia una struttura come si deve,che ti permetta di andarla a visitare tutte le volte che vuoi e che puoi,senza limiti di orario .Devi andarla a vedere,e comunque,affidarti al passaparola
La gestione in casa è pero' complessa,sia perchè trovare una badante o assimilata,brava,scrupolosa,affettuosa e onesta è impresa difficile,sia perchè,comunque ci devi sempre essere tu a controllare che tutto vada bene;nel caso di mia zia ero io ad aiutare mia mamma a supervisionare,collaboravo nei cambi e nelle pulizie,e così controllavo che tutto fosse fatto a regola d'arte,mi occupavo della gestione della sua salute e delle sue cure,perchè il suo medico di base era praticamente latitante,non si è visto una volta che è una,anche se era suo dovere professionale.Andavamo noi a prendere le ricette.Ti puoi rivolgere al comune per l'assistenza domiciliare, Funziona abbastanza ( considerando che siamo a Roma è un gran risultato) ma devi comunque essere disponibile per certi orari,per garantire l'accesso alle operatrici (e per controllarle,almeno le prime volte)...insomma,l'assistenza in casa non è un affare semplicissimo,ma, se non sei da solo, la cosa si puo' fare,pero' devi fare in modo di avere dei momenti per te,senno' diventa una galera,con ripercussioni antipatiche anche sul benessere emotivo di tua mamma.
Insomma,questa è un po' la mia esperienza.Se vuoi possiamo parlarne a parte,per non occupare troppo spazio sul Forum
 
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ironbee

Guru Giardinauta
Credo Iron che la domanda non sia proprio corretta, se me lo consenti; noi non siamo quasi mai in grado, perchè l'assistenza, continua e prolungata sfibra mente e corpo; la domanda giusta secondo me è se LORO riescono ad avere di più, nel caso stiano in famiglia, se loro riescano a godere della nostra compagnia. In quel caso secondo il sacrificio è poi ripagato da tante cose, cose che ti accadono dentro e che io non sono assolutamente in grado di spiegare. Ti cosa vorresti che facessero i tuoi figli se toccasse a te? Senza scrupoli, egoisticamente, cosa vorresti che facessero?
Credimi, la mia non vuole assolutamente essere una provocazione, ma una riflessione seria, anche perchè credo che un anziano vicino alla fine abbia tutto il diritto di essere egoista e di prendere dalla vita tutto ciò che gli rimane da prendere.


Una mia amica aveva la mamma che a causa di una serie di ictus era rimasta in condizioni tremnde prima dei 60 anni. Per anni ha avuto la badante in casa, poi finalmente quando aveva 68 anni le hanno trovato un posto in una casa di cura. Questa mia amica è andata a trovarla bisettimanalmente per 3 anni, poi smise, perchè sentiva che non aveva più senso, poichè sua madre praticamente era ridotta ad un vegetale. Un paio d'anni dopo partorì, e senti il bisogno di portare la piccola neonata dalla nonna. Sua madre, che da due anni non esprimeva una sola emozione, cominciò a piangere, e, stentatamente, così come farebbe un bambino, ripetè il nome della piccola quando glielo dissero. Non stò a dirvi come ci rimase la mia amica.

Mio zio ha la moglie allettata da 12 anni, dopo anni e anni di malattia, ha la badante, e credo non si sia mai pentito della scelta fatta.

Poterci essere, come dice Bill, è un grande dono, e allo stesso tempo un grande privilegio secondo me, pur con tutta la fatica che questo comporta.
Oltretutto oggi, con quello che costano le case di cura, quella dell'assistenza domicialiare può essere qnche una scelta più conveniente.

Ovviamente questo è solo il mio pensiero, ma mi sento di aggiungere un'ultima cosa, puramente tecnica.

Io lavoro in una RSA per disabili psichiatrici, e sò come funzionano questo tipo si strutture.
Se vi troverete a prendere la decisione di mettere una persona cara in una RSA, pretendete di toccare con mano la qualità della struttura.
Non fatevi impressionare da certificazioni, riconoscimenti di qualità, e attestai vari! Vi garantisco che ogni scartoffia da firmare, toglie tempo a quella che è la VERA assitenza.
L'ho visto accadere con i miei occhi. La struttura dove lavoro io sulla carta negli ultimi anni è migliora incredibilmente, ma la realtà delle cose è che tutto andava decisamente meglio prima.
Gli uffici adesso sono pieni, e i pazienti abbandonati. Quindi scegliete bene, e cercate sempre di esigere il meglio per le persone che amate.
Ok, scusate se mi sono dilungata troppo.
Hai ragione, la domanda corretta è quella che hai posto tu, ma la mia era una risposta a quello che aveva scritto Bill.

Attualmente è in una struttura dove è seguita molto bene, gli orari di visita non sono molto ampi, ma accettabili, il costo è elevato, ma anch'esso è accettabile.
Portarla a casa comporterebbe tutta una serie di problemi, dall'attrezzare una camera a trovare le persone disposte a seguirla 24 h al giorno.
Pensando però ai vantaggi emotivi che avrebbe tra le mura domestiche, la scelta della struttura specializzata appare non solo non obbligata, ma sconsigliata.
 

garofano

Maestro Giardinauta
Iron,puoi fare una cosa...mentre che la tieni lì nella struttura,hai il tempo e il modo di informarti, farti consigliare e organizzarti in modo da predisporre il suo rientro a casa,cercare le persone adatte competenti ed affidabili.Comunque organizzati in modo,qualora la tua mamma ritornasse a casa,di ritagliarti spazi per te: pensare anche ad avere questi momenti non è egoismo,ma è una necessità. Se non lo facessi,credimi,lo dico per esperienza,ti esauriresti e chi ci rimetterebbe sarebbe tua mamma e anche gli indubbi benefici emotivi per lei, se ne andrebbero a remengo.
potrebbe essere buona cosa,se puoi farlo senza problemi, prendere una badante che viva stabilmente in casa oltre all'organizzazione dell'accudimento e dei pasti,puo' farle anche compagnia ,portarla fuori,e cio' avrebbe degli indubbi vantaggi.
Io conoscevo una signora anziana,il cui nipote aveva preso a badarle una coppia di coniugi,che vivevano lì con lei.Le facevano compagnia,se ne occupavano dandosi il cambio pure per la notte,in modo che la signora non restasse mai sola, con vantaggio di tutti,della signora e di loro.Ricordo che l'hanno assistita benissimo fino alla sua morte.
Ovviamente devi trovare le persone adatte,oneste,affidabili,e avere lo spazio giusto,pero' se hai tutte queste variabili purer questa cosa si puo' fare,e dal punto di vista economico forse spenderesti pure meno di quanto spendi ricoverando tua mamma in struttura
 
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Master Florello
Credo che tra una buona struttura e casa ci sia come variabile l'effettivo stato della persona. Non tutti sono in grado di percepire la differenza e se si sono abituati, sono ben trattati stanno meglio con personale specializzato.
Non cerchiamo forse il meglio per loro e la possibilità di poter noi dargli interamente il nostro affetto? A casa spesso è impossibile essere sufficientemente lucidi da dare solo affetto e dimenticare la stanchezza, la 'non vita' di chi li accudisce h24. E non dimentichiamo che i figli diversamente giovani hanno i loro acciacchi. La somma è infinita
 

Papyrus

Master Florello
Anche io vivo questa situazione, posso dire che oltre ad essere un lavoro materiale, è un lavoro mentale. Sono stato in un centro specializzato di malati di Alzheimer, e mi è stato spiegato che purtroppo non si può stare 24h con un malato del genere, si rischia di impazzire, bisogna rigenerarsi almeno dopo 6 ore, nessuna badante al mondo resiste più di qualche mese.
Secondo me la presenza dei figli è indispensabile, ma che va accompagnata dall'assistenza di più persone che danno aiuto al malato, in modo da dare anche qualche ora di svago ai figli.
Abbiate pazienza e se ritenete opportuno chiedete aiuto alle associazioni giuste.. E' la malattia più brutta che possa esistere :(
 

garofano

Maestro Giardinauta
Anche io vivo questa situazione, posso dire che oltre ad essere un lavoro materiale, è un lavoro mentale. Sono stato in un centro specializzato di malati di Alzheimer, e mi è stato spiegato che purtroppo non si può stare 24h con un malato del genere, si rischia di impazzire, bisogna rigenerarsi almeno dopo 6 ore, nessuna badante al mondo resiste più di qualche mese.
Secondo me la presenza dei figli è indispensabile, ma che va accompagnata dall'assistenza di più persone che danno aiuto al malato, in modo da dare anche qualche ora di svago ai figli.
Abbiate pazienza e se ritenete opportuno chiedete aiuto alle associazioni giuste.. E' la malattia più brutta che possa esistere :(
SI,l'idea suggerita da Papyrus, di rivolgersi alle associazioni mi sembra ottima,sia per avere aiuti e suggerimenti materiali,sia ,e non è cosa superflua,credimi,per avere supporto psicologico e morale.
Seguire una persona affetta da Alzheimer è veramente un lavoro mentale,la mia esperienza con mia nonna me la sono fatta.
A volte devi assecondarli nelle loro ...visioni,e da lì contenerli nella realtà,a volte devi affettuosamente contrastarli,specialmente quando sono nelle fasi lucide,e, seppure malati "sentono "benissimo quello che accade,se sono amati oppure no,e si comportano di conseguenza:se si sentono amati sono più sereni,se invece sentono di essere un peso,si agitano,si disorientano ancora di più e puo' diventare un problema serio.
Non mi chiedere come facciano a sentire,non lo so,avranno canali di percezione che a noi sfuggono,ma ti posso dire,per personale esperienza, che accade.
Se mamma fosse autosufficiente,e camminasse,dovresti pensare pure a dei sistemi di sicurezza,tipo valvole di sicurezza ai fornelli,chiusure alle finestre,...in modo da evitare che accadano incidenti.
Ecco perchè ti dico che hai bisogno ,come dice giustamente Papyrus,di garantirti tutti i giorni qualche ora di spazio per te ,nel quale riposarti e rigenerarti mentalmente,senno' "sciopi". E questo momento di rigenerazione lo devono avere anche le badanti,senno' crollano,e magari si rischia che trattino male la persona cui stanno badando,è perchè,appunto ,si stressano.
Un altro vantaggio del tenere la mamma a casa,è quello che le puoi far fare una dieta adatta:non sembra,ma si è riscontrato ,lo dicono studi recenti,che un'alimentazione corretta,puo' fare molto bene,proprio per rallentare il decorso della malattia,o renderlo più morbido.Sono andata ad un corso di aggiornamento in nutraceutica, quest'ultimo fine settimana,e ho imparato queste cose. Nelle strutture,a meno che non siano attrezzate e orientate per questo genere di patologia,non ti aspettare cose del genere.
Ti dico queste cose,sia perchè ci sono passata con mia nonna,sia perchè,nel mio lavoro, persone afflitte da questo problema ne vedo e nella RSA ne ho viste tantissime,e mi sono occupata anche di strategia di sostegno psicologico e fisico ai parenti che se ne prendono cura.
 

Pin

Master Florello
Appunto perché 'percepiscono', meglio una visita in istituto piena di amore, che a casa dove comunque si percepisce ogni cambiamento.
Sarò stata molto fortunata ma io ho trovato un istituto pieno di comprensione, attenzioni, umanità e dieta adatta.
Demonizzare gli istituti non fa certo bene e/o aiuta chi si trova nel dubbio.
 

ironbee

Guru Giardinauta
La struttura dove si trova garantisce un'ottima assistenza, me lo confermano sia le esperienze di conoscenti sia la mia impressione durante le visite. Oltretutto fanno anche fisioterapia per mantenere la muscolatura che può essere mantenuta e un minimo di animazione, cose che se fosse in casa sarebbero molto più difficili.
Quindi per ora rimane lì, non so se è la scelta giusta, ma non è nemmeno una scelta sbagliata.
 

garofano

Maestro Giardinauta
ma non è nemmeno una scelta sbagliata.
si,se le cose stanno così come hai detto,hai fatto una scelta buona.Fai sempre in tempo,se vuoi, ad organizzarti e a portarla a casa,se si presentano le condizioni favorevoli.
Demonizzare gli istituti non fa certo bene e/o aiuta chi si trova nel dubbio.
Beh,si,in effetti si,sono d'accordo.Io ho proposto le due esperienze, proprio perchè le ho vissute,ma bisogna vedere l'effettivo stato delle cose,e,come si dice a Roma,gli affari della pentola li sa solo il coperchio.Sicuramente anche il fatto che lì in struttura facciano fisioterapia e animazione ,mi sembra un 'ottima cosa,sicuramente la tua mamma ne avrà tanti vantaggi.Io ho fatto queste cose in casa con mia nonna,ma al tempo avevo,malgrado tutto, più tempo libero di adesso,e con mia zia,come ho detto, abbiamo fatto tutti i salti mortali tripli per stare dietro a tutto,e meno male che i miei sono pensionati,senno' sarebbe stato un vero guaio.
Se le condizioni logistiche della struttura lo permettono,che so,se, per esempio, tua mamma ha una stanza sua,le potresti portare qualcosa da casa,tipo una sedia,la sua poltrona,un quadro che lei preferisce..cose che la fanno sentire più a casa e le danno delle "ancore"di riferimento ai ricordi e la aiuterebbero ad essere meno disorientata.Te lo dico perchè ci sono strutture che permettono questo,e potrebbe essere una buona cosa.Informati anche presso la Direzione della struttura,se la cosa si puo' fare.Poi,come ho detto, fai sempre in tempo a...
 
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ironbee

Guru Giardinauta
No, le stanze sono a 2 letti e sono abbastanza piccole, ci sta solo lo stretto indispensabile. Comunque qualcosina di suo gliel'abbiamo già portata, p.es. una borsetta che in gioventù aveva fatto all'uncinetto, mai usata, sempre tenuta in fondo a un armadio, adesso chissà come, le è tornata in mente e la voleva con sé.
 

Olmo60

Guru Master Florello
Appunto perché 'percepiscono', meglio una visita in istituto piena di amore, che a casa dove comunque si percepisce ogni cambiamento.
Sarò stata molto fortunata ma io ho trovato un istituto pieno di comprensione, attenzioni, umanità e dieta adatta.
Demonizzare gli istituti non fa certo bene e/o aiuta chi si trova nel dubbio.

non bisogna generalizzare e neanche demonizzare gli istituti. Sono d'accordo. Ce ne sono di ottimi, professionalmente e umanamente.
Però finchè si è nel dubbio, significa che non si è alle corde: quindi, nel dubbio (e qui penso a me) io starei meglio a casa mia, con i miei cari. Di conseguenza penso che anche gli altri starebbero più volentieri a casa loro. Poi, dal momento che ogni caso è un caso a sè, penso che ci possano essere situazioni talmente estreme ma talmente estreme, che si è costretti. Ma essere costretti significa che davvero NON ci sono alternative, non ci possono più essere dubbi da sviscerare, siamo oltre al dubbio.

Viceversa, sono stra-certa, che a queste decisioni finali ci si possa arrivare ANCHE..posso dire con un pò di fretta? con leggerezza?
appena l'anziano inizia a non essere più pienamente sufficiente, a un certo punto -pesa-? le case di riposo, le cliniche sono si piene di anziani attaccati a un respiratore, evidente caso estremo, ma forse ce ne sono di più con leggere disabilità che a casa -pesano-.
La certezza di come vengono gestiti i nostri anziani, purtroppo, non possiamo avercela. crediamo/siamo certi/ siamo sicuri/ ma dentro non ci siamo noi e questo vuol dire solo che, chi è costretto da eventi estremi a ricoverare un parente in qualsiasi struttura, ha il dovere di vigilare.
sto parlando in generale e lungi da me dal voler dare consigli a qualcuno.
tutti gli auguri del mondo a chi si trova in queste tristissime situazioni.
 
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