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Tratto da un venditore su ebay:
Delle numerose curiosità botaniche della Namibia, la straordinaria Welwitschia mirabilis è probabilmente la più strana di tutte. Cresce solo nelle pianure ghiaiose del Nabib settentrionale, dal Kuiseb all'Angola meridionale e venne notata per la prima volta nel 1859, quando il medico e botanico austriaco Friedrich Welwitsch si imbattè in un grande esemplare a est di Swakopmund. Egli suggerì di chiamarlo tumboa, prendendo a prestito uno dei diversi termini usati dalla popolazione locale per indicare questa pianta, ma la scoperta fu ritenuta così importante che alla fine si decise di attribuire alla pianta il nome di colui che ne deteneva il merito. In epoca più recente gli Afrikaner l'hanno ribattezzata tweeblaarkanniedood, che significa "la due foglie non può morire" e che è un chiaro riferimento alla longevità di questa pianta.
Le welwitschie raggiungono la loro massima concentrazione nelle Welwitschia Plains, a est di Swakopmund, vicino alla confluenza dei fiumi Khan e Swakop, dove sono la specie vegetale dominante. Pur essendo considerate "brutti anatroccoli" del mondo vegetale, esse hanno saputo adattarsi molto bene al duro ambiente in cui vivono. Un tempo si pensava che avessero una radice principale che scendeva tra le spaccature dell'argilla fino a raggiungere le falde acquifere a 100 metri o più di profondità. Di fatto questa radice non supera mai i 3 metri di lunghezza e la tesi ora comunemente accettata è che la pianta tragga i liquidi che le sono necessari per vivere soprattutto dalla condensazione della nebbia, pur ricavandone una quantità limitata dal sottosuolo. È stato infatti accertato che i pori delle foglie trattengono l'umidità e che le foglie più lunghe praticamente innaffiano le radici facendo scendere le gocce sulla sabbia sottostante.
Nonostante il loro aspetto disordinato, le welwitschie in realtà hanno soltanto due foglie lunghe e coriacee che crescono ai due lati del fusto, simile ad un tappo di sughero. Con il passare degli anni queste foglie si scuriscono sotto l'azione dei raggi solari e vengono lacerate dal vento, dividendosi in varie strisce sfilacciate che fanno assomigliare la pianta ad una gigantesca lattuga avvizzita.
Le welwitschie crescono molto lentamente e non fioriscono prima dei 20 anni; si crede che le più grandi, i cui ammassi aggrovigliati di foglie raggiungono anche i 2 metri di diametro, abbiano addirittura 2000 anni, ma la maggior parte delle piante di dimensioni medie ha meno di 1000 anni. Tale longevità probabilmente è possibile solo perché le welwitschie contengono alcune sostanze indigeste agli animali, anche se si sono visti rinoceronti neri che le apprezzavano molto.
L'animale più affezionato alle welwitschie è il Probergrothius sexpunctatis, un insetto giallo e nero che si nutre della loro linfa.