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epifita o terricola?

Aussie

Guru Giardinauta
Salve a tutti,
c'è qualcuno che gentilmente mi può spiegare come riconoscere se una orchidea è di tipo epifita anzichè terricola? Da quello che ho appreso leggendo quà e là, è molto importante l'esatta origine al momento di stabilire quale tipo di composto usare al momento del rinvaso.
Grazie:flower:
 

davide82

Aspirante Giardinauta
per sapere con certezza se la tua orchidea è terricola o no dovresti postare una foto o dirne il nome; cmq in genere le orchi epifite hanno apparati radicali molto sviluppati, radici grosse, carnose, ricoperte di un sottile strato grigio-biancastro detto velamen capace di assorbire l'umidità dell'aria. Quelle terricole hanno invece radici più sottili, anche poco sviluppate solo per rimanere ancorate al terreno. La maggior parte delle orchidee che si trovano in commercio sono epifite!
 

Aussie

Guru Giardinauta
epifita o terricola

Grazie Davide per la tua spiegazione. Adesso so con precisione che le mie orchi sono epifite e quindi saprò come regolarmi quando dovrò procedere al reinvaso.Bye:Saluto:
 

moria0672

Giardinauta
Davide, non sono del tutto sicuro che la distinzione che hai fatto sia così semplice. Prova a pensare ai Paphiopedilum e Cypripedium, terrestri entrambi. Soprattutto i primi (solo per la maggior reperibiltà)hanno un'apparato radicale non molto fitto, ma costituito di radici piuttosto grosse e ricoperte di una folta peluria.
Non sono un botanico, ma credo che la differenza possa stare qui:
le terrestri e le saprofite hanno le radici o rizomi più "pelosi" per assorbire le sostanze nutritive dal terreno mentre le epifite e le litofite hanno apparati radicali più sviluppati per catturare le sostanze nutritive dall'aria e dall'ambiente (pioggia, guano degli uccelli, ecc.).
Qualcuno mi corregga se sto dicendo delle castronerie.
 

Ronin

Esperto di Orchidee
Davide, non sono del tutto sicuro che la distinzione che hai fatto sia così semplice. Prova a pensare ai Paphiopedilum e Cypripedium, terrestri entrambi. Soprattutto i primi (solo per la maggior reperibiltà)hanno un'apparato radicale non molto fitto, ma costituito di radici piuttosto grosse e ricoperte di una folta peluria.
I secondi, però, hanno un apparato radicale del tutto diverso, piuttosto esteso e costituito da radici lunghe e sottili.
Non sono un botanico, ma credo che la differenza possa stare qui:
le terrestri e le saprofite hanno le radici o rizomi più "pelosi" per assorbire le sostanze nutritive dal terreno
Al di là che i rizomi non sono mai "pelosi" (credo volessi dire per la presenza di peli radicali abbondanti, ma i peli radicali sono propri delle radici e non dei fusti) non sempre e certamente non in tutte le radici lo sono: per fare un esempio, in Bletilla, Calanthe e Cypripedium (per citare generi più o meno noti) le radici sono liscie e non hanno l'aspetto "peloso", così come in molti altri generi di orchidee terrestri.
Anzi, a ben vedere, direi che i generi di orchidee terrestri che presentano questa caratteristica non sono moltissimi, a spanne direi meno di quelli senza "pelosità"; e, del resto, la presenza di peli radicali non sono certo sia neppure una prerogativa esclusiva delle orchidee terrestri: ad esempio, più volte ho notato come in Phalaenopsis mantenute in condizioni umidissime si formassero sulle radici elementi che apparivano del tutto identici a quelli dei peli radicali di altre piante monocotiledoni.
 
Ultima modifica:

davide82

Aspirante Giardinauta
a dire la verità, piante come i cymbidium le ludisia, i paphiopedilum sono classificate come emiepifite cioè sono un genere di confine tra terricole ed epifite. Da quanto ne so io sono terricole tutte quelle orchi che vivono in ambiente temperato e hanno le radici coperte per ripararle dagli inverni più rigidi. ciao!
 

Pietro Puccio

Appassionato di palme e piante tropicali
Ciao,
se ho ben capito interessa sapere se c'è uno specifico indicatore 'visibile' di epifiticità (a parte conoscere la specie ed il suo habitat), esiste e credo sia unico (nella sua visibilità) ed è il velamen di cui ha già parlato Davide. La presenza di tale tessuto è particolarmente evidente nelle radici in crescita, dal contrasto con la punta che ne è priva (prima foto), se poi la punta si presenta verde (come in Cattleya, Dendrobium, Oncidium, Phalaenopsis ecc) si ha una ulteriore conferma, dato che solo una epifita può 'pensare' di affidare parte (sia pur piccola) della fotosintesi alla radice. Dimensioni ed estensione dell'apparato radicale non sono da prendere in considerazione, tanto per citare i generi più coltivati, molte specie di Dendrobium ed Oncidium hanno numerosissime radici lunghe e sottili (seconda foto: Dendrobium) di diametro sensibilmente inferiore a quello di Cattleya e Phalaenopsis. Aggiungo che esiste qualche rara orchidea terrestre che ha un accenno (non visibile) di velamen, ma non fa testo. Questo riguarda le specie, per gli ibridi la cosa si complica, in particolare per i Cymbidium commerciali che sono il risultato di incroci e reincroci di specie terrestri ed epifite e che quindi presentano generalmente un comportamento intermedio, anche dal punto di vista delle esigenze di coltivazione.

Ronin, non credo che ciò che hai notato sulle radici di Phalaenopsis in ambienti particolarmente umidi sia riconducibile a peli radicali, non mi risulta che sia presente il tessuto che possa diversificarsi in essi, del resto sarebbe un controsenso, i peli radicali sono un 'artificio' per aumentare la superficie di assorbimento, dovrebbero quindi comparire piuttosto in atmosfera più secca del devuto. Probabilmente si tratta di licheni.

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moria0672

Giardinauta
Grazie Pietro per il chiarimento. Quindi, a voler ridurre il tutto a due parole spicce, in linea di massima....radici con velamen e punta verde=epifite, altre=terricole (ben inteso riferendosi alle botaniche).
 

Ronin

Esperto di Orchidee
se poi la punta si presenta verde (come in Cattleya, Dendrobium, Oncidium, Phalaenopsis ecc)
le punte delle radici in questi, come negli altri generi epifiti sono verdi solo se sono esposte alla luce, se si infilano nel substrato sono uniformemente chiare
Aggiungo che esiste qualche rara orchidea terrestre che ha un accenno (non visibile) di velamen, ma non fa testo.
Beh, questo non direi: in svariati generi terrestri, sia pure di origine epifita e di ambienti che, alla fin fine, sono al limite, il velamen c'è ed è ben visibile, anche se il suo spessore non è grande come nelle specie epifite... comunque devo verificare per esserne certo per almeno qualcuna di esse.
...in particolare per i Cymbidium commerciali che sono il risultato di incroci e reincroci di specie terrestri ed epifite e che quindi presentano generalmente un comportamento intermedio, anche dal punto di vista delle esigenze di coltivazione.
No, per nulla: possedendo diverse specie di cymbidium terricole posso assicurare come il velamen sia presente (ed aggiungo anche abbondante) anche in queste specie (tra le mie kanran, eburneum, sinense, tigrinum).
Ronin, non credo che ciò che hai notato sulle radici di Phalaenopsis in ambienti particolarmente umidi sia riconducibile a peli radicali, non mi risulta che sia presente il tessuto che possa diversificarsi in essi,
invece a quanto pare esiste, visto che in una mia Liparis epifita il fenomeno si è ripetuto e in modo ancor più massiccio ed evidente
del resto sarebbe un controsenso, i peli radicali sono un 'artificio' per aumentare la superficie di assorbimento, dovrebbero quindi comparire piuttosto in atmosfera più secca del devuto.
Al contrario: vista la costituzione e la struttura dei peli radicali, costituiti da estroflessioni delle cellule dell'epidermide radicale e privi di strutture di protezione a livello della parete cellulare, essi possono esistere solo in ambienti umidi, pena l'immediata ed irreversibile disidratazione degli stessi.
Probabilmente si tratta di licheni.
Lo posso escludere con pressochè assoluta certezza, così come posso escludere si tratti di strutture riconducibili a micelio fungigno.
 

Pietro Puccio

Appassionato di palme e piante tropicali
Ciao Ronin,
spero di sbagliarmi, ma mi sembra di notare nella tua risposta un sottile sottofondo di astiosità, il che mi dispiace molto perchè non era mia intenzione suscitare nulla di simile. Io parto sempre dal presupposto che nessuno nasce onnisciente e che i fora debbano servire a scambiarsi conoscenze ed esperienze senza preconcetti.
Riguardo al primo punto che hai sottolineato, è fin troppo ovvio che se la radice è al buio non può esserci fotosintesi (altrimenti non si chiamerebbe così) e quindi clorofilla. Sono certo comunque che avrai notato che le radici superficiali coperte dal velamen delle epifite, la cui punta - alla luce - si presenta verde, quando vengono ben bagnate, diventano verdastre, non perchè cambiano colore, ma perchè diventano trasparenti, ciò significa che anche attraverso il velamen un minimo di luce filtra e quindi la presenza di fotosintesi, cosa che manca nelle radici delle piante sicuramente terrestri.
Che questa particolare struttura, il velamen, sia legato alla epifiticità, alla tendenza alla epifiticità o ad un suo residuo, credo non sia messo in dubbio da nessuno degli studiosi del settore. In genere quando è presente in piante che vivono al suolo, ma fisiologicamente si comportano da epifite, si parla di semiterrestri. Riguardo ai Cymbidium conosco 'di persona' solo l'eburneum (epifita) ed il tigrinum (litofita, che è lo stesso, cambia solo il supporto).
Del resto il velamen non è prerogativa delle orchidee epifite, ma anche di altre specie (epifite), ad es. nelle aroidee epifite e perfino nella comunissima Clivia, che noi coltiviamo come terrestre, ma che in natura si comporta generalmente da epifita (ed è quindi strutturata in tal senso).
A mia conoscenza la presenza di peli radicali è conseguenza di una predisposizione genetica, può cambiare la loro densità in dipendenza dell'ambiente, ma o ci sono o non ci sono; naturalmente non c'è dubbio che se l'umidità del suolo scende al di sotto di certi limiti si distruggono, con conseguente arresto della crescita e, se lo stato perdura, la morte della pianta, ma il fatto che sia un modo per aumentare la superficie di assorbimento dell'acqua, non mi risulta che anche questo sia mai stato messo in dubbio. Aggiungo che andando al limite opposto, nelle radici della maggioranza delle piante acquatiche non ci sono peli radicali.
Riguardo alle Phalaenopsis, anche se la mia esperienza non fa testo, in esattamente 39 anni di coltivazione in ambiente costantemente tra l'80% e la saturazione, non ho mai visto peli radicali (ma perchè, se si parlava di Phal. introduci le Liparis che sono in maggioranza terestri?). Naturalmente se tu hai informazioni specifiche e/o fotografie sono pronto a ricredermi (ma questi peli in quale zona della radice li hai visti?).
Ritornando alla domanda originariamente posta, questa mirava - credo - alla coltivazione, in particolare al substrato più adatto, ora se il velamen è quella struttura che permette alle radici di assorbire l'umidità atmosferica quando è sufficiente e di proteggerle dalla disidratazione quando è insufficiente, tutte le piante le cui radici sono ne sono provviste possono essere trattate come epifite, con tutto quel che consegue.
 

ARIEL28

Esperta Sezz. Orchidee
Grande Pietro mi ricordo di te...quando mi sono iscritta al forum tu e il grande Giulio siete stati i miei maestri...un saluto e un abbraccio...
 

Ronin

Esperto di Orchidee
Ciao Ronin,
spero di sbagliarmi, ma mi sembra di notare nella tua risposta un sottile sottofondo di astiosità, il che mi dispiace molto perchè non era mia intenzione suscitare nulla di simile. Io parto sempre dal presupposto che nessuno nasce onnisciente e che i fora debbano servire a scambiarsi conoscenze ed esperienze senza preconcetti.
Pietro, mi scuso se hai pensato a una forma di astiosità (del tutto assente) nei tuoi confronti, probabilmente il risultato della fretta con cui ho scritto ieri: mi son reso conto che non mi sono spiegato per nulla bene.
Grazie anzi per aver corretto quanto avevo scritto sulle due specie di cymbidium, anche questo è frutto della fretta che non mi ha fatto controllare.
In ogni caso non mi pare posibile stabilire l'appartenenza al gruppo delle epifite o delle terrestri dalla struttura delle radici: quantomeno in alcune terricole (tipo i cypripedium) i peli radicali non sono presenti (almeno mi pare: nei miei mai visti...), così come in alcune epifite tipo le Liparis i peli radicali sono ben presenti ed anche associati al velamen, struttura quest'ultima presente anche in altre piante terrestri.
Ora si dirà: ma il genere Liparis è terricolo... questo è piuttosto errato, in quanto credo ben poche piante di questo genere siano realmente terricole come una viola o un tulipano; esempio la "terrestre" Liparis loeselii, unica italiana: nel suolo vero e proprio non infila mai le radici, anzi la sua ecologia è in alcuni ambienti paragonabile a una vera epifita (nello strato di muschio a terra, da cui si può essere raccolta -vietato, è protetta- raccogliendo il muschio senza che una sola radice si spezzi perchè ancorata al suolo).
Alla fine, quindi, vedere com'è una radice talvolta può dare indicazioni (tipo coi paphiopedilum) ma in generale non lo fa molto...
Un'ultima annotazione: il velamen non serve ad assorbire l'umidità atmosferica ma l'acqua allo stato liquido, in quanto è una sorta di spugna.
Vorrei avere più tempo per spiegare meglio, ma vado di gran fretta...
 

Pietro Puccio

Appassionato di palme e piante tropicali
Pietro, mi scuso se hai pensato a una forma di astiosità (del tutto assente) nei tuoi confronti, probabilmente il risultato della fretta con cui ho scritto ieri

Ciao Ronin,
non c'è alcun motivo per scusarsi, sono invece lieto di essermi sbagliato nel pensare ad una qualche astiosità.
Quando hai un pò di tempo, fai una ricerca sul velamen, sono certo che troverai informazioni interessanti.
 
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