Ciao Ronin,
spero di sbagliarmi, ma mi sembra di notare nella tua risposta un sottile sottofondo di astiosità, il che mi dispiace molto perchè non era mia intenzione suscitare nulla di simile. Io parto sempre dal presupposto che nessuno nasce onnisciente e che i fora debbano servire a scambiarsi conoscenze ed esperienze senza preconcetti.
Riguardo al primo punto che hai sottolineato, è fin troppo ovvio che se la radice è al buio non può esserci fotosintesi (altrimenti non si chiamerebbe così) e quindi clorofilla. Sono certo comunque che avrai notato che le radici superficiali coperte dal velamen delle epifite, la cui punta - alla luce - si presenta verde, quando vengono ben bagnate, diventano verdastre, non perchè cambiano colore, ma perchè diventano trasparenti, ciò significa che anche attraverso il velamen un minimo di luce filtra e quindi la presenza di fotosintesi, cosa che manca nelle radici delle piante sicuramente terrestri.
Che questa particolare struttura, il velamen, sia legato alla epifiticità, alla tendenza alla epifiticità o ad un suo residuo, credo non sia messo in dubbio da nessuno degli studiosi del settore. In genere quando è presente in piante che vivono al suolo, ma fisiologicamente si comportano da epifite, si parla di semiterrestri. Riguardo ai Cymbidium conosco 'di persona' solo l'eburneum (epifita) ed il tigrinum (litofita, che è lo stesso, cambia solo il supporto).
Del resto il velamen non è prerogativa delle orchidee epifite, ma anche di altre specie (epifite), ad es. nelle aroidee epifite e perfino nella comunissima Clivia, che noi coltiviamo come terrestre, ma che in natura si comporta generalmente da epifita (ed è quindi strutturata in tal senso).
A mia conoscenza la presenza di peli radicali è conseguenza di una predisposizione genetica, può cambiare la loro densità in dipendenza dell'ambiente, ma o ci sono o non ci sono; naturalmente non c'è dubbio che se l'umidità del suolo scende al di sotto di certi limiti si distruggono, con conseguente arresto della crescita e, se lo stato perdura, la morte della pianta, ma il fatto che sia un modo per aumentare la superficie di assorbimento dell'acqua, non mi risulta che anche questo sia mai stato messo in dubbio. Aggiungo che andando al limite opposto, nelle radici della maggioranza delle piante acquatiche non ci sono peli radicali.
Riguardo alle Phalaenopsis, anche se la mia esperienza non fa testo, in esattamente 39 anni di coltivazione in ambiente costantemente tra l'80% e la saturazione, non ho mai visto peli radicali (ma perchè, se si parlava di Phal. introduci le Liparis che sono in maggioranza terestri?). Naturalmente se tu hai informazioni specifiche e/o fotografie sono pronto a ricredermi (ma questi peli in quale zona della radice li hai visti?).
Ritornando alla domanda originariamente posta, questa mirava - credo - alla coltivazione, in particolare al substrato più adatto, ora se il velamen è quella struttura che permette alle radici di assorbire l'umidità atmosferica quando è sufficiente e di proteggerle dalla disidratazione quando è insufficiente, tutte le piante le cui radici sono ne sono provviste possono essere trattate come epifite, con tutto quel che consegue.