mi aveva incuriosito sto nome )
L’okra, o gombo, è una pianta tropicale proveniente dal sud-est asiatico. La si può coltivare anche nel centro-sud del nostro Paese, dove avvia il suo ciclo colturale in primavera, fruttificando per tutta l’estate.
Dell’okra colpiscono le dimensioni della pianta che raggiunge anche i 2-3 metri di altezza.
Per vegetare bene e arrivare alla fruttificazione l’okra richiede temperature elevate (almeno 20-25° C).
Le esigenze di acqua della pianta sono influenzate dalle condizioni dell’ambiente di coltivazione.
Durante la fase di germinazione eventuali eccessi d’acqua possono compromettere il successo della coltura; per tale motivo nei primi stadi di sviluppo delle piantine gli interventi irrigui devono essere eseguiti con molta attenzione.
L’okra può essere coltivata su diversi tipi di suolo, anche se nei terreni sciolti di medio impasto si conseguono i migliori risultati. È indispensabile il pieno sole.
Preparazione del terreno, concimazione, semina e altre cure colturali
In marzo si esegue la vangatura del terreno alla profondità di 20-40 cm a cui segue lo sminuzzamento delle zolle.
La concimazione deve essere eseguita durante questi lavori preparatori; in media si possono apportare 6 kg di concime composto ternario 11-22-16 per ogni 100 metri quadrati.
Appena sono terminati i geli, si esegue la semina a postarelle ponendo in ogni fossetta 4-5 semi, a una profondità di 3 cm circa, osservando distanze di circa 70 cm tra le file e 40 cm sulla fila. Quando le piantine hanno raggiunto l’altezza di circa 10 cm si procede al loro diradamento, lasciando per ogni fossetta una o due piantine a seconda della loro robustezza; in seguito si lascerà solo la pianta più forte.
Durante lo sviluppo delle piante è utile effettuare una rincalzatura; con la stessa operazione si eliminano le erbe infestanti.
Difficilmente la pianta è soggetta a malattie e pertanto, almeno nel piccolo
orto familiare, si possono evitare i trattamenti antiparassitari.
La raccolta e il suo impiego
Quando i frutti hanno le dimensioni del dito mignolo si effettua la raccolta. Vista la presenza di peli urticanti è buona norma utilizzare dei guanti, anche se tale inconveniente è superabile adottando varietà che ne sono prive, come ad esempio la «Clemson Spineless» (1).
I frutti si consumano crudi, cotti e anche fritti.