Ecco le mie esperienze, belle e brutte:
- mio nonno 89 anni portati benissimo e un esame urgente da fare, è rimasto per due ore, nudo, in ambulatorio, perchè lo hanno fatto entrare e preparare e poi hanno mandato avanti prima gli interni (mio papà ha tirato giù il tetto dell'ospedale a forza di urlare)...
- mia nonna, 80 anni, appena operata per un tumore all'utero, asportazione dell'apparato, adesso deve fare la radioterapia, nell'ospedale più grande di Verona le hanno detto che deve aspettare due mesi - due mesi e mezzo circa perchè prima non c'è posto..... Ripeto, stiamo parlando di un TUMORE....
- mia suocera è in ospedale per la pressione troppo alta: prima diagnosi del medico: "Lei Signora, fuma e beve troppo".... Mia suocera è astemia e non sa nemmeno cosa sia il profumo di una sigaretta.... L'hanno operata di angioplastica ad una vena del rene chiusa all'80%, si rimetterà presto, la sua vicina di letto si è "beccata" due esami che non erano per lei,:confuso:
Io, nel 1998, mi sono fatta 40 giorni di ospedale, perchè all'ospedale del mio paese nessuno si è accorto che avevo un tumore al sistema linfatico, al terzo stadio, che ormai aveva interessato tutti gli organi interni (escluso il midollo!!). Mi volevano operare per una cisti ovarica, per fortuna ho cambiato ospedale e lì si sono accorti del tutto, mi hanno trasferita al reparto Ematologia del Policlino di Verona e sono stata curata con chemioterapia per otto mesi. Non posso che parlare bene di questo reparto, conosciutissimo per le grandi potenzialità e per l'immensa umanità nel curare i pazienti. Il medico che mi ha a tutt'oggi in controllo, qualche mese fa è finito sul giornale per una scoperta grandiosa dal punto di vista medico riguardante l'Alzheimer.
Due settimane fa sono andata a fare un'ecografia all'Ospedale Sacro Cuore di Negrar (VR) e dopo due giorni mi hanno richiamata d'urgenza a casa perchè non ci capivano molto dall'esito, e mi hanno fatto un'ulteriore eco con mezzo di contrasto per monitorare un probabile angioma alla colecisti. N.B. Siccome non riuscivano a prendermi la vena, al terzo tentativo fallito, hanno chiesto agli infermieri specialisti del reparto di oncologia, di venire in aiuto e loro si sono prestati con immensa gentilezza.
Che dire??? Quando ci sono passata io, nelle grinfie della sanità italiana, non ho avuto nulla da ridire, oggi posso solo ringraziarli per avermi salvato la vita. E tutt'oggi so che devo anche a loro la mia ritrovata salute.
Per i miei famigliari, vorrei sempre il meglio, ma so che non sempre è così. Spero solo che quando han bisogno di cure, siano in buone mani. A sentire esperienze in giro, posso però dire che siamo fortunati. Qui qualcosa funziona....