Se hai problemi di spazio lo stile boschetto non fa per te, ma comunque voglio risponderti.
Anche io ho realizzato uno pseudo-boschetto, quando due anni fa raccolsi degli aceri piccolissimi che misi tutti assieme e vicini in un ampio vaso.
Devo dire che mi diedero grande soddisfazione e non una pseudo-soddisfazione come invece avevo previsto. La loro vicinanza eccessiva ne limitava la crescita e ne lasciava ingrovigliare le radici, ma quelle piantine che non sarebbero mai diventate alberelli, erano davvero molto carine tutte assieeme.
Si trattava di aceri zuccherini ed in certo periodo le foglie si variegavano di rosso: una meraviglia, ma non era un vero boschetto.
Un vero boschetto va assiemato con alberelli adulti, non con le talee.
Accontentati di un surrogato e la sistemazione in un unico vaso andrà benissimo, ma saranno dolori se e quando vorrai separare le piante, oppure, quando dovrai dare a ciascuna il suo vaso.
Se questa strada ti attrae ti do un consiglio per non metterti nei guai.
Io direi che oltre ad utilizzare un unico vaso, potresti disporre al suo interno dei minuscoli "pseudo-vasetti" ai quali assegnare solo il compito di tenere le radici di ciascuna piantina (le talee) separate dalle radici delle altre.
Io ho usato i contenitori dello yogurt, quelli di sezione non tonda, ma quasi quadrata con gli spigoli smussati. E' una plastichetta molto leggera ed ha poca consistenza. Con dei forbicioni ho tagliato via tutta la parte piana superiore, cioè quella a cui era incollata la pellicola di chiusura. Essa costituisce una delle due nervature che danno quel minimo di consistenza che nel nostro caso è inutile.
L'altra nervatura è sul fondo e secondo me è meglio lasciarla.
E' però necessario praticare numerosi tagli sulla circonferenza e sia numerosi tagli o fori sulla base (il fondo).
Il contenitore risultante non sarà sufficiente per farci vivere prosperamente una pianta, ma solo per fare nascere una talea e lasciarla sviluppare per un po' assieme ad altre ad essa vicine, senza costringere a strappare le novelle radici quando la pianta sarà traslocata.
Io ho preparato sul fondo del vaso uno strato drenante, poi ho iniziato a coprirlo con un paio di centimetri di terriccio evi ho disposto sopra i miei "pseudo-vasetti-separatori" per stabilirne la disposizione.
Poi ho messo terriccio e piantina in ciascun contenitore "ex-yogurth", ho completato il suo riempimento ed ho messo la mia bella squadra di piantine nel vaso; qualche piccolo aggiustamento e poi ho riempito gli spazi fra i separatori, continuando per almeo 3 centimetri al di sopra del loro punto più alto.
Con questo sistema, ciascuna piantina si trova fisicamente in uno spazio limitato, con dei confini quasi insuperabili per le radici (tranne sopra), ma praticamente nella medesima zolla di terra, nello stesso habitat, nello stesso vaso.
Quindi innaffiare è come innaffiare una unica grande pianta.
Le sostanze nutritive e l'acqua (nel mio caso prevalentemente la pioggia) si distribuisce molto bene in tutto il vaso ed i separatori non le impediscono di passare comodamente nei vari tagli praticati.
Lo stesso vale per i lombrichi per la quale il tutto è un parco dei divertimenti.
Proprio alcuni giorni fa ho voluto far respirare un po' di più quelle piantine ed ho deciso di metterle in dei vasetti da 18 cm., quindi ho estratto le piante dal vaso ed ho trovato che riuscivo a distruggere i separatori senza l'uso di attrezzi e soprattutto, senza dover scavare, conservando la zolla.
Le radici di alcuni di quegli aceri avevano sconfinato, ma quel poco non mi ha causato problemi.
Ho tagliato a tutti il fittone che ho lascito crescere un po' troppo e via! nei nuovi vasi, che ho di nuovo messo sotto terra, per i motivi di cui sopra.