Pur con molto rammarico, credo che non ripeterò più l'esperimento del "Giardino degli amici di Rita" per le infinite difficoltà; una cosa è seminare qualche semino in un vasetto e aspettare che germogli, quasi alitandogli sopra, ben altro è avere ben 214 bustine fra semi e bulbini per gran parte omaggiati e doversi districare sulle varie possibilità di procedura. Fattore molto positivo è stato di poter disporre completamente della casa e poter lasciare bustine, sacchetti e barattolini sul grande tavolo e altri mobili della sala da pranzo ed ogni giorno aggiustare e ripensare. Innanzi tutto ho eliminato i semi di alberi d'alto fusto o di cespugli (che implicano lunghi tempi di attesa per la germogliazione e la crescita) tranne le ginestre e le dature che forse cresceranno su una scarpata rustica e mista di canneto ed altro (che chiamiamo "la grande rupe"; quindi quelli per i quali la primavera (?) non è la stagione idonea alla semina. Poi ho separato le rampicanti per un uso mirato in alcune zone della recinzione e degli alti muri delle terrazze e i semi da orto. Infine le tagetes e le zinnie sfrangiate sono state seminate nell'ultima terrazza (che chiamiamo di Santa Lucia, è vicino alla strada ed è un piccolo riassunto di tutto il giardino, ma dove ci sono tre bellissimi esemplari di betulle che a detta del capo della forestale della penisola amalfitana sono le uniche di tutto il territorio); le zinnie alte in
miscuglio in zona Cassia e Catalpa sotto la rupe, le zinnie nane in zona
Capannella con dature, hosta, lantane e 20 nuove varietà di rose Meilland.
Tutto il resto (62) è stato seminato in quell'area che confina con l'orto
(orto composto da 10 filari a semicerchio con pomodoro, melanzane, peperoni e peperoncini, insalata e aromatiche, che si dipartono come raggi del sole da un centro con una pianta di Nettarine in ricordo del mio paese siciliano e un albicocco del Vesuvio). Stabilita l'area, ho segnato 6 lunghe aiuole: una per i papaveri, una per gli asclepias e due lunghe e accostate in due filari per il resto. L'accostamento delle varietà è avvenuta per tipologia e per altezza massima. Per tre giorni ho disposto le bustine sul terreno e
ogni sera le toglievo. Per semplificare il lavoro non ho usato terricci
particolari, ma solo la terra che c'è già, ben smossa, ma sicuramente con
tutti i semini di erbacce che ora stano proliferando. Poi, seminata una
bustina, smuovevo il terreno e chiudevo l'area con un rialzo di terra ed ho
proceduto fino alla fine. Con una tavoletta ho un poco pressato il terreno
ed ho innaffiato a spruzzo leggero. Spruzzo leggero che faccio ormai da un
mese e mezzo (tranne una settimana ai primi di giugno in cui mi sono dovuto
assentare ed una vicina ha innaffiato a tubo pieno con dilavamento delle
semine, ma con danni non irreparabili).
A parte le tagetes, le zinnie e molte varietà di zucche, prime ad essere
seminate e prima germogliate, finalmente ora si comincia a vedere qualcosa
ed in particolare: i mais decorativi, i lupini, Nicandra, Kokia, Thitonia,
Lychnis, Celosie, Cosmee, Impatiens, Desmodium, Papaveri.
Ora è diventata una scommessa, fatta di costanza, impegno e olio di gomito, dita e ginocchia (per la pulizia). Anche se non sarà ciò che auspicavo, vorrei essere premiato seppur minimamente.
Vi faro sapere e intanto grazie per l'attenzione,
Antonio