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Apparati radicali degli alberi

Stefano Sangiorgio

Fiorin Florello
Buongiorno a tutti,
su richiesta di alcuni utenti, inserisco questa discussione relativa ad un tema poco noto ma interessante: profondità ed estensione delle radici degli alberi.
Poter conoscere di quanto si approfondiscono e si allargano le radici, permette di piantare, in giardino, le essenze più adatte evitando danni a pavimentazioni, tubazioni e arredi del giardino quali muri di confine o altro.
Poche sono le informazioni in rete, in quanto, le radici, sono poco considerate "perchè non si vedono". salvo poi, accorgersi di esse dopo anni dall'impianto.
Negli alberi, la parte radicale ha funzione di assorbimento di acqua e sali minerali e di ancoraggio al suolo.
La conoscenza della distribuzione nel terreno dell'apparato radicale degli alberi ornamentali coltivati in vivaio è di estrema utilità al fine di una corretta esecuzione dei lavori inerenti il trapianto. Inoltre, questo aspetto presenta riflessi sulla tecnica di irrigazione, sulle distanze di piantagione e sulla concimazione.
La forma e l'andamento delle radici nel terreno in piante coltivate in vivaio, sono aspetti poco studiati, nonostante abbiano importanti risvolti sulla tecnica colturale. Che cosa sappiamo di eventuali antagonismi, fra l'altro teoricamente possibili, tra le molteplici e differenti specie e cv oggetto di coltivazione nei vivai? Si tratta, in effetti, di problemi complessi che, del resto, non sono ancora ben noti nelle piante arboree.
Lo sviluppo e la distribuzione spaziale dell'apparato radicale si possono ritenere regolabili, oltre che da fattori genetici, anche e soprattutto da fattori microambientali.
E' bastevole pensare alla distribuzione differente delle radici di piante in vaso rispetto alle stesse coltivate a terra. Nel contenitore le radici si dispongono sempre tra la parete del vaso e il substrato.
Per fortuna, dispongo di uno specchietto preso da una autorevole rivista, di quando ero ancora uno studente universitario, che può aiutare a scegliere le essenze adatte.
ALBERI CHE HANNO RADICI SUPERFICIALI AMPIE, SPARSE FITTAMENTE SOTTO LA SUPERFICIE DEL SUOLO:
Acer campestre
Acer saccharinum
Alnus incana
Betula papyrifera
Betula pendula
Catalpa bignognoides
Catalpa bungei
Eleagnus angustifolia
Fagus sylvatica
Larix decidua
Liquidambar styraciflua
Malus silvestrii
Malus sieversii
Malus floribunda
Nyssa sylvatica
Picea abies
Pinus banksiana

Tutti i Populus
Tutti i Salix
ALBERI CON RADICI AMPIE E SVILUPPATE IN PROFONDITA'
Acer negundo
Acer platanoides
Aesculus hippocastanum
Caragana arborescens
Carpinus betulus
Fraxinus excelsior
Fraxinus pennisylvanica
Gingko biloba
Gleditsia triachanthos
Pinus nigra
Platanus x hybrida
Platanus occidentalis
Prunus avium
Pseudotsuga menziesii
Quercus borealis
Robinia pseudoacacia
Taxus baccata
Tilia americana
Tilia x euchlora
Tilia platyphyllos
 

Jc123

Giardinauta
Ciao, come tuo solito molto approfondito :)
La discussione mi sebra molto interessante
Aggiungo che le piante possono avere apparati radicali anche sostanzialmente diversi in base al terreno in cui sono coltivate; di base direi che, più arido è il clima, più la pianta è "costretta" ad andare in profondità a cercare l'acqua (sempre nei limiti della specie).
Ovviamente, poi, lo sviluppo delle radici è influenzato anche dal metodo con cui è stata riprodotta la pianta: piante riprodotte per talea, propaggine o simili tenderanno ad avere radici più superficiali

Per quanto riguarda le allelopatie, a me risulta che il noce sia allelopatico nei confronti di più o meno tutte le rosacee (tra i generi più diffusi cito Malus, Pyrus, Prunus, Cydonia, Fragaria, Rosa, Rubus, Photinia e Sorbus)
 

Stefano Sangiorgio

Fiorin Florello
Ciao, come tuo solito molto approfondito :)
La discussione mi sebra molto interessante
Aggiungo che le piante possono avere apparati radicali anche sostanzialmente diversi in base al terreno in cui sono coltivate; di base direi che, più arido è il clima, più la pianta è "costretta" ad andare in profondità a cercare l'acqua (sempre nei limiti della specie).
Ovviamente, poi, lo sviluppo delle radici è influenzato anche dal metodo con cui è stata riprodotta la pianta: piante riprodotte per talea, propaggine o simili tenderanno ad avere radici più superficiali

Per quanto riguarda le allelopatie, a me risulta che il noce sia allelopatico nei confronti di più o meno tutte le rosacee (tra i generi più diffusi cito Malus, Pyrus, Prunus, Cydonia, Fragaria, Rosa, Rubus, Photinia e Sorbus)
Tutto esatto!!
Hai aggiunto altre preziose informazioni.
 

Icchy92

Guru Giardinauta
Discussione molto interessante! Effettivamente anche io ho notato comportamenti diversi per le medesime specie, in relazione a dove crescevano, ad esempio platani o tigli con numerose radici superficiali sotto l'asfalto.
Stefano per caso sapresti indicare quali sono più inclini a sviluppare un fittone e a mantenerlo nel tempo? Mi pare di ricordare che alcune specie tendono a perderlo crescendo, penso sarebbe utile per valutare la resistenza al vento.
 
R

RobertoB

Guest
Interessante argomento. Se posso aggiungerei qualche considerazione.

Non sopravvalutiamo la profondità delle radici in generale.
Se una pianta cresce su un terreno senza problematiche particolari il suo apparato radicale sarà concentrato nel primo mezzo metro, e sotto i due metri non c'è praticamente più nulla, ed è bene precisarlo perché è un fatto che va contro il sentire comune di grandi alberi con profonde radici.

Non sopravvalutiamo l' importanza dell'essenza sullo sviluppo radicale. si è vero, che ogni essenza ha una sua tendenza, ma buona parte del risultato è alla fine dovuto a fattori ambientali. Ad esempio i frassini che crescono su suoli drenanti hanno quasi un fittone, mentre ho visto esemplari enormi cresciuti su suoli con falda alta le cui radici non si spingevano a più di 70 cn di profondità.
Generalmente la tendenza genetica è molto ben visibile nelle fasi giovanili , ma con il tempo e l'invecchiamento tende a passare in secondo piano a favore delle caratteristiche e della stratigrafia del suolo.

@Icchy92 l'essenza fittonante per eccellenza nei nostri boschi è indubbiamente il noce, ma anche le querce in generale seppur non formando un fittone vero e proprio possiedono grandi radici che si approfondiscono obliquamente nel suolo.

@Stefano Sangiorgio sono abbastanza d'accordo sulla tua divisione (per le specie che conosco) tranne che per il larice, il larice è probabilmente una tra le poche conifere con un apparato profondo.
 
R

RobertoB

Guest
Mentre cercavo conferme sul larice, ho trovato in un'articolo questo esplicativo disegno che illustra quanto sostenevo all'inizio
natesnursery-tree-system-depiction_1.png
A sinistra l'albero come lo immaginiamo e disegniamo fin da bambini, e destra la realtà.
 

Jc123

Giardinauta
Aggiungo una curiosità :): i tassi e i cipressi sono utilizzati in tutta Europa da tempi antichi come pianta tipica dei cimiteri, perché le radici, essendo profonde, simboleggiano l'unione tra la terra e l'aldilà (che la mitologia antica si figurava sotto terra)
 

Stefano Sangiorgio

Fiorin Florello
il larice è probabilmente una tra le poche conifere con un apparato profondo.
E' vero: sono andato a vedermi un articolo stupendo intitolato "Nel Moesano alcuni dei lariceti più vecchi d'Europa" e spiega che il larice sviluppa radici profonde.
platani o tigli con numerose radici superficiali sotto l'asfalto.
Questo succede perchè il terreno è asfittico e l'asfalto è impermeabile: le radici alla ricerca di aria tendono a stare superficiali e, se riescono, a fessurare l'asfalto per sopravvivere.
quali sono più inclini a sviluppare un fittone e a mantenerlo nel tempo?
Già @RobertoB ti ha risposto. Aggiungo che il pino domestico, per evitare ribaltamenti dovuti alla sua forma particolare (gran fiocco in cima che fa vela) sviluppa più di un fittone: fittoni paralleli che, come lunghi denti di una forca, assicurano o dovrebbero assicurare stabilità.
Una pianta fittonante per eccellenza ma che è rara e localizzata in Italia è il Pinus leucodermis: esemplari maestosi di oltre 850-900 anni vegetano in posti inaccessibili su costoni rocciosi esposti alla furia del vento su poche montagne della Calabria e della Basilicata principalmente nel Pollino.
i tassi e i cipressi sono utilizzati in tutta Europa da tempi antichi come pianta tipica dei cimiteri, perché le radici, essendo profonde, simboleggiano l'unione tra la terra e l'aldilà (che la mitologia antica si figurava sotto terra)
Bravo.
Il nome specifico del melo comune è sylvestris, non silvestrii :)
Bravissimo: è stato un errore di battitura che mi è, stranamente, sfuggito: probabilmente sto invecchiando :)
 

Stefano Sangiorgio

Fiorin Florello
Discussione molto interessante e utile, complimenti ha chi ci ha pensato e a chi apporta ulteriori informazioni e curiosità!!!!
Grazie! :V
L'ho inserita per una precisa richiesta di @Mida che spero riesca poi a leggere qui le risposte e come esca infallibile per la tua perenne sete di sapere e i tuoi infiniti "perchè"?
Vedo che continui a dormire troppe poche ore per notte.
 
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