Comunque... ho pensato di spendere due parole su uno dei primi lavori che ho fatto in quella ditta, da dove per la cronoca mi sono dimesso in maggio (un mio vizio), ma è un'altra storia. Si tratta di un elemento del giardino a cui non si pensa molto. La
scala. Chi abita sulla Pianura Padana può pure saltare se vuole
, però sui rilievi è pieno di giardini in pendenza dove una scala è non solo necessaria ma anche elemento paesaggistico. Non so se vi sia mai capitato di salire scale irregolari, oppure spiacevoli, in cui gli scalini sono troppo lunghi, o corti, o alti, in cui quasi si inciampa... Ecco, tutto dipende da come è stata impostata una scala.
Ci sono parecchi materiali e modi per farne una, ma volevo concentrarmi su una cosa che le accomuna tutte e che solo gli addetti ai lavori conoscono: la
formula di Blondel. Questo Signor François Blondel, architetto del '600, ebbe la geniale idea di creare un'equazione matematica che permettesse di costruire scale "buone", ovvero regolari ed ergonomiche rispetto al passo di un essere umano. Bisogna sapere che il passo di una camminata normale sul piano è di circa 65cm, però quando si fanno le scale il discorso si complica un po'...
Dopo probabilmente lunghe riflessioni, partorì infine l'equazione, in realtà semplicissima: 2A + P = 62-67 cm, ovvero 2 volte l'alzata + la pedata deve fare circa 65cm, con un margine di +/-3 cm perché comunque non siamo alti tutti uguali e le pendenze sono sempre diverse. In altri termini, l'alzata è l'altezza del gradino, la pedata è la sua lunghezza fino al prossimo gradino. È per questo motivo che molto spesso gli elementi prefabbricati per la costruzione di scale sono alti 15cm e lunghi come minimo 40cm. 15cm*2+35cm=65cm è quasi uno standard. Volendo si può costruire una scala con modulo di 5cm*2+55, o di 20*2+25, e risulterà piuttosto ergonomica. Poi ovvio, c'è un limite alla lunghezza della pedata perché il piede è lungo minimo 20cm.
Fin qui la teoria. Poi sul pendio reale, con pendenza e distanze sconosciute, il discorso si complica... In teoria bisogna misurare il dislivello tra il punto di partenza e il punto di arrivo con un mirino, e pure la distanza perpendicolarmente all'asse verticale. Da lì si può poi calcolare il modulo più adatto, con precisione millimetrica. Sì perché quando si costruisce una scala si parte sempre dal basso, a salire, quindi ogni deviazione dal modulo previsto porterà in un posto non desiderato e chiaramente più è lunga più bisogna essere precisi. Inoltre, ogni gradino dev'essere leggermente inclinato verso il basso, di un paio di gradi, per permettere lo scorrimento dell'acqua (piovana). Però non mi dilungo troppo in dettagli tecnici di progettazione perché non è l'obiettivo...
Dicevo che di materiali e modi ce ne sono diversi. Un esempio sono i blocchi interi di pietra calcarea alti 15cm, che pur molto belli hanno il difetto di scheggiarsi solo al guardarli. Realizzazione di novembre 2021:
È stata un po' una sfida perché oltre al peso di circa 150kg per ogni elemento, dovevamo incastrarla in mezzo a due muri, per giunta tutti storti. In pratica ogni elemento abbiamo dovuto tagliarlo lateralmente per adattarlo alla larghezza variabile dello spazio, lasciando giusto un paio di cm per parte.
Un altro esempio sono le travi di castagno. Il vantaggio del legno è che, al contrario della pietra, non necessita di calcestruzzo e leganti e costa molto meno, sia a livello ambientale che finanziario. Realizzazione di luglio 2020:
La scelta del legno era dovuta al fatto che sulla parte superiore era stata realizzata una pista di bocce, con bordi tutti in legno di castagno. Qui è stato molto interessante perché abbiamo dovuto arrangiarci senza strumenti di misura... come fare una scala senza conoscere il dislivello? Be', bisogna inventarsi un
metodo alternativo... In pratica abbiamo prima tirato un cordino con l'usilio di un paio di picchetti, per darci l'allineamento. Poi abbiamo misurato la lunghezza, che dava TOT... e da lì la domanda, quanti scalini fare, con quali distanze? Conoscendo Blondel e l'altezza dei pezzi di legno, ho pensato di applicare Pitagora per determinare il lato obliquo del triangolo, ovvero la distanza tra tutti i bordi dei gradini applicando un passo di 65cm. Si può dividere quindi questo valore ottenuto per la distanza tra il punto di partenza e il punto di arrivo, ottenendo... il numero di scalini. In questo caso il risultato doveva essere attorno al 16 perché in base alla foto ne conto 16. Una volta fatto questo il resto è semplice: si divide la distanza totale (da cordino) per il numero di scalini e si ottiene la distanza precisa da rispettare tra un gradino e l'altro. Così a memoria mi pare fossero circa 42cm, in diagonale ovviamente.
Se qualcuno vuole costruirsi una scala in giardino adesso sa come fare, più o meno!