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Acquisti MPC: Paphiopedilum

Hegel

Aspirante Giardinauta
Ciao a tutti, sono stato a MPC ed ho acquistato per la prima volta due paphiopedilum uno a foglie screziate (lawrence......) e l'altro a tinta unita con stelo con più fiori. Finora ho avuto solo vanda e phal, ho letto che vogliono più acqua. Volevo sapere si può innaffiare anche qui per immersione o è troppo? Come faccio a capire quando annaffiare visto che il vaso è nero e non so se le radici cambiano colore? Inoltre il bark contrariamente dalla terra non si capisce quando è ancora bagnato e quando no, come ci si regola? (non mi dite soppesare il vaso perchè non ci ho mai capito nulla...).
Come faccio a capire quando il bark è deteriorato per fare rinvaso visto che il vaso è nero e non si vede?
Grazie.
Ps: li tengo in soggiorno dove non c'è molta luce, chissà se rifioriranno mai...(la phal non mi faceva neppure foglie in quella posizione).
 
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alcol

Bannato
per la luce, forse ti sei risposta da sola ma comunque e' una pianta che vuole che venga ben colpita dalla luce ma non a 30cm dalla finestra.
per il resto, devi bagnarla 1 volta ogni 10 giorni circa e d'estate ogni 3, 5 (a seconda del caldo)

* le radici non cambiano colore! sono pelose e cicciotte e se si seccano e' ...........

per il soppesare... ovvero PESARE. devi pesare quando asciutto e ribagni quando ripesera' nello stesso modo

i paphio non gradiscono inzuppate ne il secco ma un umido moderato e piu' o meno continuo.

per le fioriture, fiorisce su ceppi nuovi e sono piante molto lente rispetto alle altre (pensando che le orchidee sono abbastanza lente, queste piu' del doppio)

in ultimo, per il bark, dura sui 4 anni come per tutte le altre orchidee dato che dipende dalla qualita' del bark, da quanto rimane bagnato etc e non dipende da se c'e' una phal o un phapio. In ogni caso, seccessivamente ti consiglio argilla espansa, lapillo, bark medio e un goccio di sfagno (come dico sempre non appallottolato ma qualche fibra a meta' altezza e senza creare zone con tanto e zone con nulla).
 

Hegel

Aspirante Giardinauta
Grazie per la risposta, quindi il bagno per immersione è da evitare giusto?
PS: sono un maschietto...
 

alcol

Bannato
Grazie per la risposta, quindi il bagno per immersione è da evitare giusto?
PS: sono un maschietto...

non cambia, basta che li scoli bene un po' come per tutte le orchi.

come substrato piu' che bark e' meglio rispondente argilla, lapillo, poco bark e laviche di tutti i tipi.

ogni tanto gradiscono se non erro il nome anche carbonato di calcio mettendo gusci di uova nel vaso ogni un paio di settimane...
 

marealto

Moderatore Sez. Orchidee
Membro dello Staff
Ciao
solo per dire che i gusci delle uova in 2 settimane non si disintegrano, e il vaso diventerebbe un letamaio :D conviene invece annaffiare con un po di acqua di rubinetto ogni tanto, che buon per loro è ricca di carbonato di calcio.
Anche quel substrato che hai consigliato non mi piace moltissimo, ma io non mi intendo di paphio per cui non posso che consigliarti di cercare nel forum le discussioni di bravissimi coltivatori specialisti in paphio nick Greenstone
 

leozen

Aspirante Giardinauta
Ciao, i gusci buttali pure nella spazzatura e l'acqua del rubinetto se prorio devi usala ma abbi almeno la cortezza di farla temperare.
Il carbonato di calcio presente nell'acqua è poco utile e sotto forma di ioni poco assimilabili, la pianta assorbe il calcio sotto forma di nitrato per cui ogni 2 mesi anche 3 sarebbe bene 1 gr di nitrato di calcio per litro d'acqua.
la tecnica di pesare il vaso è buona in quanto oltre a capire quando la pianta a sete ti permette di valutare anche lo stato di decomposizione del bark.
Il problema per questa pianta è prorio il bark che anche se apparentemente sembra in superfice bello e consistente a al centro e nel fondo del vaso si decompone e crea un terriccio sottile che trattiene troppo l'acqua per cui a te sembra asciutta in realtà e troppo bagnata.
Pesando i vasi ti puoi regolare con dei dati che ti permettono di stabile il tempo in cui il bark si asciuga.
Per il rinvaso ogni 2 anni mix di bark medio-piccolo 30-40%,30%di torba di sfagno, 20-30% materiale inerte tipo pomice agriperlite carbone 10-15% materiale calcareo per neutralizzare la torba meglio se roccia polverizzata.
Evita concimi con azoto ureico sono inutili e dannosi e anche quelli che lasciano grossi residui di sali.
 
Ultima modifica:

Ronin

Esperto di Orchidee
Il carbonato di calcio presente nell'acqua è poco utile e sotto forma di ioni poco assimilabili
Certamente... ma i sali di calcio dell'acqua mica debbono essere assimilati... (tra l'altro, è tutto da dimostrare che i paphiopedilum abbiano bisogno, per il loro nutrimento, di maggiori quantità di calcio rispetto alle altre orchidee!)
la pianta assorbe il calcio sotto forma di nitrato per cui ogni 2 mesi anche 3 sarebbe bene 1 gr di nitrato di calcio per litro d'acqua.
Veramente le piante assimilano il calcio sotto forma di complessi organici con lo stesso; oltretutto nell'acqua, che si tratti di nitrato o carbonato il calcio, quest'ultimo è sempre presente nella stessa maniera, cioè come ione calcio...
Evita concimi con azoto ureico sono inutili e dannosi e anche quelli che lasciano grossi residui di sali.
inutili perchè? è oramai accertato come le orchidee siano ottime assimilatrici dell'azoto ureico (a differenza della maggior parte degli altri vegetali); inoltre, per le radici delicate dei paphiopedilum, l'urea non aumenta la salinità (o meglio, la conducibilità) della soluzione concimante (provare per credere: io l'ho fatto...), invece proprio il nitrato la innalza moltissimo e, quindi, è potenzialmente molto più pericoloso come concime.
 

marealto

Moderatore Sez. Orchidee
Membro dello Staff
Ciao lorenz vedi il carbonato di calcio dell'acqua ha la stessa funzione del materiale calcareo che tu metti nel composto, ovvero impedisce al substrato di acidificare svolgendo un'azione di effetto tampone.
E' lunica orchidea (da me conosciuta) per la quale consiglio di annaffiare con acqua di rubinetto.
Una cosa invece che non metterei nel composto invece è proprio la torba proprio perchè i paphiopedilum non amano terreni acidi e la torba come è noto lo è fin troppo, alcuni tipi arrivano anche a ph 3
 

leozen

Aspirante Giardinauta
Ciao,la maggior parte dei phapiopedilum vive su roccie calcare e la piccola parte di substrato presente sulle radici e molto calcarea. Il carbonato di calcio non serve alla pianta ma serve solo per coreggere l'acidità del terreno per cui l'acqua che tu usi puo' al massimo nel tempo correggere il ph del terreno ammesso che sia un acqua veramente dura e che sostituisci poco il bark.
Per quanto mi riguarda è inutile specialmente per chi utilizza un bark con una percentuale di roccia calcarea polverizzata.
Il Carbonato di calcio rispetto al nitrato di calcio ha una idrosulubità nell'acqua quasi nulla, il nitrato serve alla pianta per la formazione dele pareti cellulari, hai ragione quando sostieni che piante assorbono il calcio sotto forma di complessi organici effetivamente mi sono espresso male io.
Hai ragione pure qundo sostieni che il nitrato aumenta la salinità e cio' fa si che renda più disponibili gli elementi apportati con le concimazioni, ma stiamo parlando da 1gr per litro d acqua ogni 2-3 mesi e non credo che per concimare tu distribuisca 1 litro d'acqua per pianta.
Inoltre visto che i phapiopedilum si nutono tutto l'anno io ritengo che è meglio utilizzare i concimi idrosolubili in dose + bassa tipo 0,3-0,5 gr per litro in maniera da fornire un apporto costante a dosi basse evitando cosi' eccessivi residui salini.
L'urea è inutile perchè necessita di un lungo processo di metabolizzazione per essere disponibile e noi di solito usiamo un substrato molto aperto e drenante, per cui, quando bagnamo, dilaviamo il substrato e laviamo via i residui delle vecchie concimazioni; inoltre rinvasiamo le orchidee piuttosto spesso, almeno ogni 2anni, per cui buttiamo via il substrato che contiene gli eventuali residui di urea.
Ciò significa che un fertilizzante con urea cede alle nostre orchidee molto meno azoto di quanto ne sia segnalato sulla confezione!
Questa è la mia opionione, non vuole essere un manuale del coltivatore, visto che mi trovo bene con il mio metodo se posso suggerirlo ad altri lo faccio volentieri ma come ti ripeto non voglio fare un manuale anche perchè la già fatto chi molto + preparato ed esperto di me.
 

leozen

Aspirante Giardinauta
Ciao lorenz vedi il carbonato di calcio dell'acqua ha la stessa funzione del materiale calcareo che tu metti nel composto, ovvero impedisce al substrato di acidificare svolgendo un'azione di effetto tampone.
E' lunica orchidea (da me conosciuta) per la quale consiglio di annaffiare con acqua di rubinetto.
Una cosa invece che non metterei nel composto invece è proprio la torba proprio perchè i paphiopedilum non amano terreni acidi e la torba come è noto lo è fin troppo, alcuni tipi arrivano anche a ph 3

Ciao, mi fa piacere la tua osservazione... premesso che di torbe di sfagno ne trovi di tutte le acidità basta semplicemente acquistare quella meno acida, infatti il criterio non è tanto l'acidità ma la ricerca di un prodotto in sacco piccolo e non in "balla" come si usa dire che sia molto filamentosa.
Mettere una parte di materiale roccioso meglio se polverizzato ha lo scopo di compensare proprio il problema relativo alla torba, tenendo conto che la torba ti assicura quell'umidità fondamentale per questa pianta che non riesci ad ottenere con nessun altro materile.
Con questo substrato il dilavamento dei materili è talmente alto che siamo discutendo teoricamente su percentuali che difficilmente possono recare danni veramente seri alle piante, il danno da eccesso di sali lo hai solo quando il substrato va in riserva idrica e la torba raramente ti permette questo.
Inoltre il rinnovo ogni 2 anni permette oltre al controllo visivo dell apparato radicale l'eliminazione completa del substrato di coltivazione e di conseguenza elimini anche tutti i sali rimasti compresa l' urea che hai inutilmente distribuito.
Una volta ad una mostra internazionale feci la tua stessa osservazione sulla torba ad un noto produttore Tedesco, mi rispose semplicemente che nella composizione dei substrati bisogna sempre scendere a compromessi.

Io faccio così la cosa bella e trovare persone che fanno in altro modo per potersi confrontare e discutere.
 

Ronin

Esperto di Orchidee
Ciao leozen, mi pare che tu abbia fatto un po' di confusione... per carità, nulla di trascendentale, comunque!
Innanzitutto
Ciao,la maggior parte dei phapiopedilum vive su roccie calcare
non è proprio vero: la maggior parte delle specie, al contrario, non vive su rocce calcaree, anzi la maggioranza delle specie vive su substrati che di calcareo ne hanno poco...
Quelle che vivono su rocce calcaree sono, molto grossolanamente, le specie appartenenti alle sez. Brachypetalum e Parvisepalum (quasi tutte), più una manciata di altre specie appartenenti ai vari sottogeneri/sezioni.[/QUOTE]
e la piccola parte di substrato presente sulle radici e molto calcarea.
per quelle specie che si trovano su calcare... e non è poi neppure così vero, dato che misurazioni ripetute del pH dei terreni tra le rocce in cui queste specie si incontrano hanno dato valori tra 7,4 e 7,8 (a memoria, ma se mi sbaglio non lo faccio di molto), che nell'ambito agrario (chimica dei terreni) vengono considerati intorno alla neutralità o appena debolmente alcalini (il valore più alto; questo a causa delle piogge che dilavano costantemente i substrati, togliendo anche la gran parte del calcio che di volta in volta si solubilizza.
Il carbonato di calcio non serve alla pianta ma serve solo per coreggere l'acidità del terreno per cui l'acqua che tu usi puo' al massimo nel tempo correggere il ph del terreno ammesso che sia un acqua veramente dura e che sostituisci poco il bark.
in questo concordo in parte: vorrei farti notare che, quanto dici più avanti, cioè
Il Carbonato di calcio rispetto al nitrato di calcio ha una idrosolubità nell'acqua quasi nulla
è lo stesso corretto, comunque questo ragionamento ha, concettualmente, un punto debole: nell'acqua di rubinetto il calcio è presente sotto forma di bicarbonato, sale solubile che presenta il calcio nella stessa forma del nitrato, cioè ione calcio (come avevo detto nel precedente intervento).
Ora, da un punto di vista chimico, certamente il calcare nell'acqua di rubinetto (che nella maggior parte d'Italia è abbastanza o molto elevato) ha una capacità di reazione con gli acidi prodotti dalla decomposizione della sostanza organica (o presente nella stessa) più elevata rispetto a polveri calcaree introdotte nel substrato, che:
- se sottili vengono facilmente dilavate dalle irrigazioni;
- se più grossolane hanno una superficie di reazione acido/base (neutralizzazione della caduta del pH) non proprio ideale per lo scopo.
Precisato questo e dato che, come ho detto prima, comunque non serve ottenere chissà quali valori di pH elevato, va benissimo aggiungere anche del materiale calcareo al substrato, se si usano acque tenere; ma, ti posso assicurare che è altrettanto efficace irrigare con acqua di rubinetto mediamente calcarea, anche con bark sostituito una volta l'anno (bark = corteccia di pino).
Quindi, quando scrivi
Per quanto mi riguarda è inutile specialmente per chi utilizza un bark con una percentuale di roccia calcarea polverizzata.
sono ovviamente d'accordo, dato che si tratterebbe di un doppione.
Qui invece
il nitrato serve alla pianta per la formazione dele pareti cellulari, hai ragione quando sostieni che piante assorbono il calcio sotto forma di complessi organici effetivamente mi sono espresso male io.
non è il nitrato a servire alla cellula, ma l'azoto... per la formazione delle pareti cellulari, ma degli acidi nucleici, delle proteine e degli enzimi... ma forse hai scritto nitrato invece che calcio, dato che questo elemento (tra le altre cose) in effetti ha anche una sua importanza nella formazione della parete cellulare nei vegetali.
Hai ragione pure qundo sostieni che il nitrato aumenta la salinità e cio' fa si che renda più disponibili gli elementi apportati con le concimazioni, ma stiamo parlando da 1gr per litro d acqua ogni 2-3 mesi e non credo che per concimare tu distribuisca 1 litro d'acqua per pianta.
Inoltre visto che i phapiopedilum si nutono tutto l'anno io ritengo che è meglio utilizzare i concimi idrosolubili in dose + bassa tipo 0,3-0,5 gr per litro in maniera da fornire un apporto costante a dosi basse evitando cosi' eccessivi residui salini.
Hemmm... scusa, ma forse qui hai fatto un po' di confusione: va bene il fatto di concimare a dosi basse (tra l'altro, com'è noto i paphiopedilum sono piante a basse esigenze di concimazione), ma 1 g/l non è una dose bassa, è la dose standard per la orchidee (la maggior parte); e non importa se lo dai ogni 2 o 3 mesi, quella volta che fertilizzi a quella dose sei, così a spanne, ben al di sopra delle dosi raccomandate per i paphio...
Anche gli 0,3/0,5 g/l possono essere troppo, se somministrati troppo spesso... figuriamoci 1 g/l, oltretutto di un concime che innalza molto la salinità della soluzione!
Una cosa importante: non conta molto se alla pianta somministro 1 litro o 100 ml di soluzione concimante, l'effetto (positivo o negativo)non è dato dalla quantità ma dalla concentrazione del fertilizzante!
L'urea è inutile perchè necessita di un lungo processo di metabolizzazione per essere disponibile e noi di solito usiamo un substrato molto aperto e drenante, per cui, quando bagnamo, dilaviamo il substrato e laviamo via i residui delle vecchie concimazioni; inoltre rinvasiamo le orchidee piuttosto spesso, almeno ogni 2anni, per cui buttiamo via il substrato che contiene gli eventuali residui di urea.
Ciò significa che un fertilizzante con urea cede alle nostre orchidee molto meno azoto di quanto ne sia segnalato sulla confezione!
Il discorso filerebbe perfettamente se non fosse che (come ho già detto nel precedente intervento) le orchidee sono ottime utilizzatrici dell'azoto ureico (peraltro non utilizzano altrettanto bene -anche se comunque in maniera sufficiente- l'azoto nitrico), il che ovviamente ribalta completamente il discorso...
Tra l'altro l'urea solubilizza benissimo in acqua (provato anche questo) e, dato che comunque il substrato si imbeve (oltre che drenare), resta anch'essa a disposizione delle radici, con tuttavia il vantaggio di non far salire la salinità del substrato a valori potenzialmente letali per le radici stesse quando lo stesso tende ad asciugare... il che non mi pare poco, specie con piante dall'apparato radicale sensibile come sono i paphiopedilum.
D'altra parte sapere che il concime utilizzato come base nella concimazione delle orchidee da parte delle (enormi) aziende di produzione olandesi contiene oltre la metà dell'azoto sotto forma ureica, beh... se anche avessi avuto dei dubbi direi che questo fatto me li fugherebbe del tutto!
Questa è la mia opionione, non vuole essere un manuale del coltivatore, visto che mi trovo bene con il mio metodo se posso suggerirlo ad altri lo faccio volentieri ma come ti ripeto non voglio fare un manuale anche perchè la già fatto chi molto + preparato ed esperto di me.
ci mancherebbe... se ti trovi bene continua pure così, ma anche cambiando non credo che andresti peggio, specie considerando che io faccio uso di acqua di rubinetto (durezza 15° dGH, conducibilità 750 microsiemens), uso concimi contenenti azoto prevalentemente sotto forma ureica, non uso nitrato (ne' mai lo farò) e qualche volta uso l'urea pura (in soluzione ovviamente), eppure qualche foto di paphiopedilum sul forum l'ho postata in passato...
 
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BellaOrchidea

Aspirante Giardinauta
Per una profana e principiante come me che ho appena acquistato un paphio dopo averne fatto morire uno anche se dopo circa 4 anni che l'avevo, come faccio a non far morire anche questo? Posso dare acqua del rubinetto? per immersione o dall'alto? piùo meno delle phal?
Devo tenerlo vicino alla finestra o a 30 cm?
Grazie
 

Ronin

Esperto di Orchidee
Per una profana e principiante come me che ho appena acquistato un paphio dopo averne fatto morire uno anche se dopo circa 4 anni che l'avevo, come faccio a non far morire anche questo? Posso dare acqua del rubinetto? per immersione o dall'alto? piùo meno delle phal?
Devo tenerlo vicino alla finestra o a 30 cm?
Grazie

Porta pazienza, ma non dici nulla della storia di quel paphio che ti è morto... credo che nessuno possa seriamente darti un qualche consiglio mirato senza alcun tipo di informazione.

Prova a spiegare come lo hai tenuto (dettagli di tutto: acqua, rinvasi, fertilizzazioni, luce, temperature e quant'altro ti venga in mente), come e perchè è morto, se in quei 4 anni è rifiorito e magari un consiglio azzeccato alla tua situazione ne potrà venir fuori!
 

BellaOrchidea

Aspirante Giardinauta
Ecco la storia del mio paphio. Era rifiorito senza problemi anche più di una volta l'anno. questo anche se ogni volta i fiori diminuivano di numero. Lo tenevo vicino alle phal, irrigazioni da sopra, non spesso, con acqua del rubinetto lasciata riposare una notte. Rare concimazioni, luce ma non sole diretto, temperatura 18/20 gradi l'inverno 22/27 l'estate, con maggiori spruzzature d'acqua.
L'ultimo anno ha cominciato a presentare dei punti neri alla base, le foglie rammollivano e non è più fiorita.
IL paphio nuovo pareva secco nel bark, l'ho immerso in acqua riposata una volta ma dopo solo qualche giorno ha perso il fiore, che era splendido, come marcito, ed ora ha uno strano pennacchio sullo stelo che non capisco cosa sia. Ti posto la foto, così mi potrai consigliare meglio
29s710.jpg
[/IMG]
Cosa mi consigli?
Grazie
 

leozen

Aspirante Giardinauta
Ciao, grazie per la tua spiegazione dettagliata e schematica, l'informazione che la maggior parte dei paphiopedilum vive su roccie calcalcaree e che l'analisi del substrato è altamente calcaree l'ho letta nel libro libro “Paphiopedilum Growers Manual” di Lance A. Birk.
Per quanto riguarda il carbonato di calcio è vero che come dici 1 gr per litro è una dose standard anche se la distribuzione avviene ogni ogni 2-3 problabilmente è alta, anche se poi ci sono molti fattori da valutare quali epoca della distibuzione, tempo dilavamento temperatura, in ogni caso condivido e provvedo ad abassarla.
Non posso condividere il discorso dell'acqua del rubinetto, perchè la nostra discussione si basa sull elemento calcio senza tener conto degli altri elementi presenti nell'acqua quali cloro e sodio e via dicendo che tutto mi puoi dire meno che siano salutari per le piante in genere, e non per essere polemico ma siccome sostieni che i grandi produttori olandesi utilizzano urea dimmi quanti di loro utilizzano acqua da osmosi inversa...
Sicuro che in tutte le acque ci sia il bicarbonato perchè Asi società che gestisce l'acqua nella mia zona riporta nelle analisi la dicitura carbonato di calcio, essendo ignorante in materia acqua non vorrei che fosse un luogo comune per indicare semplicemente il calcio.
Il discorso urea ho riportato semplicemente una teoria del prof Gianantonio Torelli anche se generica in quanto parla di orchidee e non solo di pahiopedilum l'ho vista condivedere e utilizzare da divesi amici amatori e coltivatori del genere papahipedilum con ottimi risultati per cui l'ho adottata senza la presunzione che sia meglio della tua.
Vedi sinceramente la cosa assurda che poi e la cosa che mi attrae del mondo della floricoltura è che tutti hanno tecniche e teorie diverse,e che con ogni produttore con cui tu parli ti dice che è sbagliato fare così che devi concimare meno che qual prodotto non rende che solo il suo è il migliore purtroppo se ci fosse uno schema logico basato su numeri e percentuali su tecniche applicabili ad livello, zona e struttura sarebbe tutto troppo semplice e non staremo nemmeno qui a discutere.
Io accetto le critiche e le opinioni e i consigli di tutti purchè siano costruttivi, mi piacerebbe conoscere anche i tuoi piani di concimazione e la composizione dei tuoi substrati per pahiopedilum.
 

leozen

Aspirante Giardinauta
Ecco la storia del mio paphio. Era rifiorito senza problemi anche più di una volta l'anno. questo anche se ogni volta i fiori diminuivano di numero. Lo tenevo vicino alle phal, irrigazioni da sopra, non spesso, con acqua del rubinetto lasciata riposare una notte. Rare concimazioni, luce ma non sole diretto, temperatura 18/20 gradi l'inverno 22/27 l'estate, con maggiori spruzzature d'acqua.
L'ultimo anno ha cominciato a presentare dei punti neri alla base, le foglie rammollivano e non è più fiorita.
IL paphio nuovo pareva secco nel bark, l'ho immerso in acqua riposata una volta ma dopo solo qualche giorno ha perso il fiore, che era splendido, come marcito, ed ora ha uno strano pennacchio sullo stelo che non capisco cosa sia. Ti posto la foto, così mi potrai consigliare meglio
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Cosa mi consigli?
Grazie

Ciao a vederla così non ha nulla di strano semplicemente ha finito di fiorire.
Tieni conto che quando acquisti una pianta in fiore subisce un stress non indifferente nel cambiare luogo di coltivazione per tanto è abbastanza normale che la fioriura duri meno del previso e inoltre tu non sai da qaunto la pianta è fiorita.
Non so se è un problema di foto ma mi sembra un po' al buio e la foglie che iniziano a ricadere verso il basso mi fanno pensare ancora di + che sia un po' al buio...
 

Spulky

Moderatrice Sezz. Orchidee e Giardini d'Acqua
Membro dello Staff
la discussione èmolto interessante sul lato tecnico, anche se ammetto che è abbastanza difficile da seguire proprio per la sua tecnicità,

le mie esperienze non sono nemmeno lontanamente paragonabili alle vostre, però una cosa la voglio dire anche io
se un personaggio come Ronin coltiva da molti anni orchidee usando la classica acqua del rubinetto, dando comunque per certo che non è la situazione ottimale per le piante,
possiamo ragionevolmente credere che con un po' di accoretezza e diciamo pure un po' di manutenzione in più, possiamo cavarcela con molte piante senza impazzire nel recuperare acque demineralizzate.
ovviamente ci sono piante più o meno delicate e molto dipende anche dall'acqua che ci si ritrova da zona a zona

io porto avanti la mia battaglia pro acqua del rubinetto non per un motivo particolare, ma per non terrorizzare coloro che si trovano alle prime esperienze, e per quanto tutte le attenzioni tra acqua a concimazioni precise al millesimo...siano sicuramente gradite alle nostre orchi.. possiamo lo stesso coltivarle con un approccio un po' meno "ingessato" da regole ferree e godendo comunque di buoni risultati a livello casalingo.

ringrazio entrambi per questo interessante confronto...
chiudo la mia parentesi "casalinga" e lascio spazio ai tecnici

ciao
 

leozen

Aspirante Giardinauta
la discussione èmolto interessante sul lato tecnico, anche se ammetto che è abbastanza difficile da seguire proprio per la sua tecnicità,

le mie esperienze non sono nemmeno lontanamente paragonabili alle vostre, però una cosa la voglio dire anche io
se un personaggio come Ronin coltiva da molti anni orchidee usando la classica acqua del rubinetto, dando comunque per certo che non è la situazione ottimale per le piante,
possiamo ragionevolmente credere che con un po' di accoretezza e diciamo pure un po' di manutenzione in più, possiamo cavarcela con molte piante senza impazzire nel recuperare acque demineralizzate.
ovviamente ci sono piante più o meno delicate e molto dipende anche dall'acqua che ci si ritrova da zona a zona

io porto avanti la mia battaglia pro acqua del rubinetto non per un motivo particolare, ma per non terrorizzare coloro che si trovano alle prime esperienze, e per quanto tutte le attenzioni tra acqua a concimazioni precise al millesimo...siano sicuramente gradite alle nostre orchi.. possiamo lo stesso coltivarle con un approccio un po' meno "ingessato" da regole ferree e godendo comunque di buoni risultati a livello casalingo.

ringrazio entrambi per questo interessante confronto...
chiudo la mia parentesi "casalinga" e lascio spazio ai tecnici

ciao

Ciao, il tuo discorso non fa una piega, semplicemente perchè cio' che tu definisci "ingessato" è utopia sia a livello casilingo sia a livello professionale e soprattutto perchè si basa su esperienze talvolta anche poco sincere dei produttori da cui tutti vogliono prendere consiglio rubare segreti imitarare sistemi di coltivazione.
Questo discorso non te lo faccio per sentito dire ma per esperienza professionale di generazioni della mia famiglia in ambito florovivaistico non legato alle orchidee ma al fiore reciso, per cui quando un produttore adotta un sistema di allevamento la scelta non è per niente legata alla qualità assoluta al ciclo della vita ma al sesto di impianto, alla resa per metro quadro ai costi di produzione.
per cui teoria giusta o sbagliata da una parte economia e gestione degli spazi da un altra.
Se tu vai da un produttore di phalaenopsis ti sei mai chiesta perchè tutte le piante hanno 4 foglie e due steli fiorali.. ti giuro che su 10.000 piante in serra dico un numero a caso non ne trovi una con 3 steli o una con una foglia gialla una leggermente macchiata, secondo te è solo tecnica di coltivazione, secondo te le piante rispettano un ciclo biologico naturale, le concimazioni al millesimo si fanno per amore verso la pianta o per ottenre due steli fiorali nel minor tempo possibile in condizioni economicamente vantaggiose.
Se poi vai da un produttore che produce sempre phaleanopsis ma potrei dirti Anthurium o qualunque altro fiore che ha un mercato sia sotto forma di pianta sia sotto forma di fiore reciso trovi impianti con 5 steli fiorali per pianta coltivata in altro modo di medesime dimensioni solitamente 1 anno di differenza sulla pianta.
Tra i due qual'è la tecnica di coltivazione migliore?
E' l'obbiettivo che determina la tecnica di coltivazione non la linea guida teorica.
home2a.jpg
 
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Ronin

Esperto di Orchidee
allora, in velocità perchè ho problemi al pc...
- ha certamente ragione Spulky: l'acqua priva di sali è la soluzione ottimale, per tutte le piante (orchidee comprese); detto ciò, come ho detto si può coltivare anche con quella di rubinetto, tranne che per piante delicate (ma i paphio non sono certo tra queste).
- leozen, mi pare proprio che tu non riesca a distinguere i vari aspetti della vicenda (hai tentato di mettere in rapporto la qualità dell'acqua di irrigazione con il tipo di azoto somministrato, quando le due cose non hanno alcuna attinenza diretta); in altre parole una cosa è l'acqua (con le eventuali implicazioni sul pH del substrato se di rubinetto), un'altra la nutrizione (azotata o meno).
Per quanto riguarda i sali, cloruri e sodio nelle acque potabili sono tranquillamente accettabili e per i paphio certamente non a livelli toossici.

Infine, per quanto riguarda il libro di Birk, avendo visto tutte e tre le monografie sul genere in giro in questi anni, direi che quel lavoro non mi è piaciuto, in quanto, per usare le parole di un paio di coltivatori, è "quantomeno grossolano" in molte parti e non aggiunge nulla (anzi) a lavori qualitativamente migliori, quali quelli di Cribb e di Braem (pure in contrasto tra loro su questioni di sistematica).

Per quanto riguarda Torelli e la sua teoria... beh, da addetto del settore agricoltura e sentiti altri addetti, posso confermarti che è una gran cavolata (soprattutto la storia della truffa... si vede che quel giorno quel tale non aveva di meglio da pensare).
Più in generale, del dott. Torelli (anatomopatologo, non professore) da quel che ho visto e sentito non c'è una gran opinione in giro: ne' scientificamente, ne' come altro (tralascio il racconto di tutto, sarebbe lungo e noioso).
Forse è meglio se cerchi altre fonti.

Dimenticavo: per quanto riguarda i materiali che uso per i miei paphio: metà inferiore del vaso argilla espansa media o medio-fine, metà superiore bark fine a cui per selezione elimino solo le parti resinose.
Concimazioni quando capita (in media oggni 15 gg) a 0,7-0,8 g/l solo in estate, in inverno niente che tanto, per la poca luce (durata ed intensità), non mi pare serva proprio...
 
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leozen

Aspirante Giardinauta
Ciao, non sono una perosona polemica e tanto meno critica, uso tutte le informazioni che trovo per stabilire quali A MIO PARERE possono esserMI vantaggiose per la mia passione per cui per il discorso di Birk e Torelli, sono punti di vista, il fatto che a te non piaccia o non condividi non significa che ciò che sostengono sia come dici tu sbagliato o non vero, sono semplicemente scelte personali, su Torelli non ho letto molto solo articoli vari tra cui quello citato su IL MONDO DELLE ORCHIDEE per cui magari tu sei più preparato però in fatto di phapiopedlum Birk non mi sembra l'ultimo arrivato, Cribb e Bream ho letto quasi tutto, ma la mia citazione serviva solo a informati da dove ho preso le informazioni che tu hai definito come mia confusionarie o come sbagliate....

A me non sembra di aver messo in rapporto la qualità dell acqua con l assunzione di azoto se cortesemente mi citi dove l'ho fatto perche io ho parlatato di nitrato e carbonato di calcio, se ti riferisci al discorso Urea è quello che sostiene Torelli, se poi tu vuoi vedere la cosa solo dal tuo punto di vista mi hai detto che le grandi aziende Olandesi utilizzano Urea io ti dico che le grandi aziende Tedesche utilizzano acqua da osmosi inversa + nitrato di calcio 1g/l ogni 2-3 mesi e da quanto ne so in fatto di phapiopedilum i Tedeschi non hanno mica molto da invidiare agli Olandesi.
A dirti la verità con l' Olanda ci lavoro tutto il giorno per fiori recisi e mi stanno anche + simpatici dei Tedeschi ma è sempre una mia opinione personale, sul discorso i riguardante addetti del settore su quello che si dice di altri, si pensa, si fa... bhe lasciamelo dire ...io ci son nato e ci lavoro 12 ore anche + in mezzo agli incantatori di serpenti per cui si dice beno o male in base a quello che si deve in quel momento vendere con grosso rammarico ma è la legge del mercato...
Per quanto riguarda la tua concimazione non ritieni un po' troppo alto 0,7 0,8 g/l specialmente nel periodo estivo quando il substrato tende ad asciugare molto velocemente ogni 15 giorni o quando ti ricordi, non sarebbe più opportuno un dosaggio più basso tipo 0,3 g/l ma + costante
Naturalmente nulla di personale, io apprezzo sempre chi mi critica, lo scopo è sempre quello di trarre da qualunque discussione un profitto costruttivo.
 
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