Temo che anche questo sia altro fumo negli occhi , come gli interventi della nuova "esperta" Sabina Guzzanti, o come quelli del cantante improvvisatosi fitopatologo che tranciava giudizi a destra e manca, tutti a vanvera.
La Xylella è un batterio per cui non c'è a tutt'oggi una cura: il resto sono mistificazioni e verità di comodo, sfornite di qualsivoglia supporto scientifico.
La sputacchina e/o gli altri insetti considerati corresponsabili sono soltanto i vettori: propagano la malattia pungendo la pianta malata e la trasmettono a quelle sane pungendo anche loro; la stessa cosa che fa la zanzara anofele con la malaria, il flebotomo con la lehismaniosi, o la cicalina Scaphoideus titanus con la flavescenza dorata della vite.
Che buone pratiche agricole e un surplus di cure possano far vegetare meglio una pianta si sapeva già, ma sarebbe interessante che si parli anche delle delle capacità produttive: sono uguali a prima o no? le piante sono ancora capaci di una produzione economicamente valida? Meglio poi tacere delle "cure": la disinfezione dei tagli viene usata da sempre, e la bruciatura dei residui di potatura sarebbe addirittura vietata, a meno di specifiche deroghe.
Inoltre, quello che tutti tacciono è che ogni pianta malata, per quanto possa apparire in salute, è sempre malata, e siccome è impensabile che un trattamento antiparassitario possa eliminare tutti gli insetti vettori (non ci riuscirebbe nemmeno il napalm!), quelli sopravvissuti continueranno a propagare la malattia a macchia d'olio, rendendola di fatto incontrollabile: se prima gli alberi interessati erano poche centinaia tra qualche anno, quando i "guaritori" avranno esaurito i loro fantasiosi rimedi, saranno svariate centinaia di migliaia, e so già cosa diranno i nostri eroi: "la colpa non è nostra, ma delle multinazionali cattive"