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Xylella e salvataggio ulivi

lelio

Giardinauta
Temo che anche questo sia altro fumo negli occhi , come gli interventi della nuova "esperta" Sabina Guzzanti, o come quelli del cantante improvvisatosi fitopatologo che tranciava giudizi a destra e manca, tutti a vanvera.
La Xylella è un batterio per cui non c'è a tutt'oggi una cura: il resto sono mistificazioni e verità di comodo, sfornite di qualsivoglia supporto scientifico.
La sputacchina e/o gli altri insetti considerati corresponsabili sono soltanto i vettori: propagano la malattia pungendo la pianta malata e la trasmettono a quelle sane pungendo anche loro; la stessa cosa che fa la zanzara anofele con la malaria, il flebotomo con la lehismaniosi, o la cicalina Scaphoideus titanus con la flavescenza dorata della vite.
Che buone pratiche agricole e un surplus di cure possano far vegetare meglio una pianta si sapeva già, ma sarebbe interessante che si parli anche delle delle capacità produttive: sono uguali a prima o no? le piante sono ancora capaci di una produzione economicamente valida? Meglio poi tacere delle "cure": la disinfezione dei tagli viene usata da sempre, e la bruciatura dei residui di potatura sarebbe addirittura vietata, a meno di specifiche deroghe.
Inoltre, quello che tutti tacciono è che ogni pianta malata, per quanto possa apparire in salute, è sempre malata, e siccome è impensabile che un trattamento antiparassitario possa eliminare tutti gli insetti vettori (non ci riuscirebbe nemmeno il napalm!), quelli sopravvissuti continueranno a propagare la malattia a macchia d'olio, rendendola di fatto incontrollabile: se prima gli alberi interessati erano poche centinaia tra qualche anno, quando i "guaritori" avranno esaurito i loro fantasiosi rimedi, saranno svariate centinaia di migliaia, e so già cosa diranno i nostri eroi: "la colpa non è nostra, ma delle multinazionali cattive"
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
Buona cosa aver portato all'attenzione quell'esperienza: la patologia vegetale è certamente disciplina scientfica ma a volte da un approccio empirico scaturiscono risultati e informazioni utili.
Direi comunque che la sottolineatura "tradizionale e bio" sa alquanto di cartello pubblicitario perchè in realtà quell'agricoltore ha fatto anche ricorso a prodotti fitosanitari, compresi insetticidi contro l'insetto vettore del batterio agente della malattia: sarebbe interessante se venisse confermato che lo zolfo funziona da repellente verso quell'insetto, cosa che consentirebbe una alternativa meno costosa e con minor impatto ambientale rispetto all'impiego di insetticidi.
Per il resto le arature e le potature sono pratiche che rientrano nella c.d. "buona pratica agricola", e l'omissione di interventi agronomici in ampie aree della zona infetta ha certamente favorito l'insediamento della malattia.
Concordo poi con Lelio sulla verifica delle capacità produttive degli olivi "risanati", e più in generale - ma questo è anche detto nell'articolo - sull'analisi costi benefici di un tal tipo di impostazione di lotta.
 

brandegeei

Esperto in Fitopatologie
Ciao
credo che le Facoltà con i loro ricercatori presto daranno una risposta seria a questo problema, tutto il resto è pubblicità che serve in ogni caso a tenere in vita l'attenzione al problema serio dell'olivicoltura.
 

billgates13

Giardinauta Senior
la sputacchina è sempre esistita e qui da noi si vede ne ho trovate anche sulle mie olive e non sono infettate dalla xylella.
Bisognerebbe capire quale è il problema vero...se è la puglia con il suo alto potenziale di olivi oppure in generale l'Italia il paese con il miglior prodotto al mondo.
che ne pensate se al posto delle olive in puglia un domani non tanto lontano si impiantassero colture OGM dato che le pianure pugliesi hanno un clima favorevole per molte colture.
perché questa malattia si è mostrata in puglia e non in altre parti della penisola dedita alla coltura dell'olivo?
qualche dubbio mi viene dato che viviamo in una società del profitto a tutti i costi.
Brand ...le facoltà da chi sono sovvenzionate?
 

lelio

Giardinauta
Si sa molto dell'infezione di Xylella in Puglia; dall'esame del DNA si è risaliti al ceppo, e ci sono molti e fondati sospetti sulle modalità di arrivo in Puglia.
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
...la sputacchina è sempre esistita e qui da noi si vede ne ho trovate anche sulle mie olive e non sono infettate dalla xylella.....
perché questa malattia si è mostrata in puglia e non in altre parti della penisola dedita alla coltura dell'olivo? qualche dubbio mi viene dato che viviamo in una società del profitto a tutti i costi...
...

Non vedo il motivo di fare della dietrologia. Viviamo in un mondo globalizzato, dove assieme alle merci viaggiano anche gli agenti di malattia: a volte ci sono indizi che permettono di ricostruire come un dato parassita sia arrivato. Vuoi degli esempi? Eccone alcuni: il calabrone asiatico che distrugge gli alveari (ne ho parlato in questi giorni) si ritiene sbarcato a Bordeaux con vasellame per bonsai importato dall'oriente; il cinipide del castagno pare con delle marze prelevate da ricercatori del settore agrario nei paesi di origine; il tarlo asiatico si pensa tramite una partita di bonsai importata dall'oriente.
Xylella fastidiosa, il batterio associato al Complesso del Disseccamento Rapido dell'Olivo è presente in mezzo mondo (soprattutto americhe) in varie sottospecie e ceppi, e interessa 150 specie botaniche. Quello isolato in Puglia è un ceppo di una sottospecie il cui gemello è stato trovato in Costarica su oleandro (pianta che non rientra tra quelle sottoposte a vigilanza in relazione a X. fastidiosa), e siccome questo Paese esporta piante ornamentali -che finiscono ai vivaisti - su cui può svilupparsi tale batterio ecco verosimilmente in che modo è arrivato in Italia.

In questi giorni dovrebbe partire il secondo piano Siletti che prevede l'eradicazione delle piante ammalate e anche di quelle sane in un perimetro di sicurezza con indennizzo agli agricoltori. Ma su questa vicenda dell'eradicazione pendono ricorsi al TAR: questo semmai è da sottolineare, come se il criterio per affrontare le emergenze fitosanitarie fosse quello di esibire carta bollata.
 
Ultima modifica:

lelio

Giardinauta
Non vedo il motivo di fare della dietrologia.

...In questi giorni dovrebbe partire il secondo piano Siletti che prevede l'eradicazione delle piante ammalate e anche di quelle sane in un perimetro di sicurezza con indennizzo agli agricoltori. Ma su questa vicenda dell'eradicazione pendono ricorsi al TAR: questo semmai è da sottolineare, come se il criterio per affrontare le emergenze fitosanitarie fosse quello di esibire carta bollata.
Non penso ci sia molto da aggiungere, sia per quanto riguarda il complottismo, che le carte bollate.
A proposito di questo aspetto ci possiamo "consolare" col fatto che i tribunali nella loro infinita onniscenza non si occupano soltanto di patologie vegetali: i loro orizzonti sono molto più ampi, spaziando dai terremoti ai vaccini, con capatine nella logica: è comprensibile che un generatore d'emergenza non funzioni in condizioni d'emergenza (quindi quelle per cui è sato realizzato) (passo della sentenza Concordia): se avesse dovuto funzionare in condizioni d'emergenza avremmo dovuto chiamarlo generatore da condizioni normali (deduzione personale)
 

billgates13

Giardinauta Senior
Non vedo il motivo di fare della dietrologia. Viviamo in un mondo globalizzato, dove assieme alle merci viaggiano anche gli agenti di malattia: a volte ci sono indizi che permettono di ricostruire come un dato parassita sia arrivato. Vuoi degli esempi? Eccone alcuni: il calabrone asiatico che distrugge gli alveari (ne ho parlato in questi giorni) si ritiene sbarcato a Bordeaux con vasellame per bonsai importato dall'oriente; il cinipide del castagno pare con delle marze prelevate da ricercatori del settore agrario nei paesi di origine; il tarlo asiatico si pensa tramite una partita di bonsai importata dall'oriente.
Xylella fastidiosa, il batterio associato al Complesso del Disseccamento Rapido dell'Olivo è presente in mezzo mondo (soprattutto americhe) in varie sottospecie e ceppi, e interessa 150 specie botaniche. Quello isolato in Puglia è un ceppo di una sottospecie il cui gemello è stato trovato in Costarica su oleandro (pianta che non rientra tra quelle sottoposte a vigilanza in relazione a X. fastidiosa), e siccome questo Paese esporta piante ornamentali -che finiscono ai vivaisti - su cui può svilupparsi tale batterio ecco verosimilmente in che modo è arrivato in Italia.

In questi giorni dovrebbe partire il secondo piano Siletti che prevede l'eradicazione delle piante ammalate e anche di quelle sane in un perimetro di sicurezza con indennizzo agli agricoltori. Ma su questa vicenda dell'eradicazione pendono ricorsi al TAR: questo semmai è da sottolineare, come se il criterio per affrontare le emergenze fitosanitarie fosse quello di esibire carta bollata.

sicuramente hai ragione te.
sono garantista.......
vado a vedere cosa vuol dire Dietrologia.....
 
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