E' un po' che sto davanti al PC come una stupida a riflettere su come il cervello sia condizionato dalle abitudini e faccia delle associazioni rese inutili dalla realtà.
Mi spiego: all'origine di questo 3d il percorso mentale è stato giardino-estate-talee....
Il giardino è sempre quello, fare le talee è sempre la stessa azione ma l'estate no, l'estate attuale (come già altre negli ultimi anni) non è il bel periodo di vacanza che porta un'abbronzatura dorata, gite o viaggi spensierati, riunioni con gli amici finite, magari, affondando il viso in una gocciolante fetta di cocomero (facendo inorridire Monsignor della casa!!!) ma, sia qui che in altre parti d'Italia stando ai post che leggo, è una sauna continua, ricerca dell'ombra e di un poco di fresco e persiane chiuse per difendersi dal caldo.
Ed è così che stamattina presto sono uscita con il vecchio entusiasmo per andare a fare le talee estive e mi sono trovata di fronte a una nuova realtà: mentre preparavo il necessario la mente, correndo ai passi successivi, si è trovata sulla strada lo STOP, la domanda: faccio le talee ma poi dove le metto?
Solitamente si pongono in luogo luminoso ma al riparo dai raggi diretti del sole quindi proprio dove erano le talee primaverili e gli Hibiscus da seme riparati di corsa prima che il sole li bruciasse.
E che fine hanno fatto le piante messe al riparo all'ombra: arrostite!!!!
Tutto questo sproloquio per correggere il tiro e dare un consiglio: fate le talee estive solo là dove è possibile mentre dove il sole non da ancora pace rimandatele a temperature meno violente altrimenti potrebbe essere tutto molto deludente.
Forse è per questo che stamattina il caffè con la solita bustina di zucchero sembrava amaro?