Ogni inizio estate, ormai da cinque anni, mi taglio i capelli molto corti e mi convinco che, alla fine dell’estate, mi terrò la mia capigliatura (che, peraltro, non regge alcuna piega e mi costringe ogni mattina a dar giù di asciugacapelli e spazzolino se non voglio sembrare una punk) nature.
Ogni volta, però, desisto perché le donne della mia famiglia non hanno mai avuto i capelli bianchi “candidi” ma tendenti al giallino e dovrei fare, comunque, qualcosa per migliorare il colore.
E, poi, addosso a me il grigio dà del trascurato e disordinato per quanto corti voglia tenere i capelli.
E, allora, meches sul biondo (i colpi di sole sarebbero terribili: quei filetti biondi che al primo lavaggio si scolorano accentuano l’aspetto sale e pepe!!!) che durano di più rispetto alla tinta e mascherano meglio l’insieme.
Dopo aver passato una vita a cambiare parrucchiere (certe volte penso a quanti ne abbia cambiati e perdo il conto) sono ora undici anni che vado da due ragazze che trovo meravigliose: gentili, disponibili, non amanti dei pettegolezzi. Persone veramente OK tanto che persino le loro collaboratrici sono le stesse dall’inizio e questo credo la dica lunga sull’atmosfera amichevole e rispettosa che esiste all’interno del gruppo e con noi clienti.
Quando entro la mattina (di solito sono una delle prime così mi tolgo il pensiero), ancora mezzo assonnata, Valentina - una delle collaboratrici - è già pronta con il caffè e mi lasciano tranquilla fino a quando non riprendo contatto con la realtà (io amo dormire e le levatacce mi sconbussolano)!
Credo, tutto sommato, che sia un problema con il quale debbo e dovrò convivere e cerco di farlo con santa rassegnazione.